ToeTags è da poco uscito in edizione italiana, il fumetto Zombie scritto da George A. Romero saprà essere all'altezza delle aspettative? Continuate a leggere e lo scoprirete!
Da un fumetto Zombie scritto da Romero ci si aspetta il massimo: una storia che sappia spaventare e far riflettere al tempo steso; ma se la critica sociale diviene il fulcro dell'opera allora ci si trova di fronte ad un polpettone "alternativo" che appare poco credibile, proprio perchè gli eventi non sono finalizzati alla sopravvivenza, ma a dimostrare una tesi "politica".
All'inizio il tutto è intrigante: uno Zombie senziente che veglia sull'amata ancora in vita, un nuovo governo creato con un glope che da un bunker lotta per ottenere il potere sui pochi sopravvissuti, un morto vivente che guida la sua specie alla ricerca di cibo (si tratta di Attila: intelligente quanto un cerebroleso umano, ma un genio se rapportato alla totalità della sua "gente").
Tutto questo però è rovinato dal guazzabuglio creato da Romero per stupire nuovamente la critica: Zombie che mirano a diventare per la gente degli "eroi, rivoluzionari", umani che fuggono dall'esercito per ricercare una libertà che in un mondo di morti viventi è forse utile quanto la Coca-Cola Zero, alleanze impossibili in nome di un ideale insensato, esseri viventi che si infiltrano nell'armata non-morta con una semplicità disarmante (al confronto l'espediente de L'alba dei morti dementi risulta essere fine strategia).
Questi Zombie sono in grado di pronunciare la parola "cibo" e vengono comandati dal loro leader tanto da riuscire a resistere dall'attaccare i viventi prescelti (la cosa un po' m'ha ricordato lo Zombie senziente del libro Monster Island di David Wellington).
Direi che l'assurdità della trama si denota nel dialogo che segue:
In conclusione: se avete storto il naso alla scena finale dell'ottimo film La terra dei morti viventi (uscito dopo la serializzazione di questo fumetto), a causa dell'insensato volemose bene, lasciate perdere questo albo e andate a rileggervi il primo volume del fumetto The Walking Dead, altrimenti correte a comprarlo, vi farà riflettere sui pericoli di un mondo che vive secondo l'etica del guadagno... e tanti altri luoghi comuni di questo tipo.
ATTENZIONE! Se siete fan di Romero come il sottoscritto: siete fregati, non resisterete dall'inserire il volume nella vostra libreria, lo comprerete e piangerete lacrime amare pensando a cosa sarebbe potuto essere!!
ToeTags: la prima tavola (tratta dall'edizione originale americana)
Da un fumetto Zombie scritto da Romero ci si aspetta il massimo: una storia che sappia spaventare e far riflettere al tempo steso; ma se la critica sociale diviene il fulcro dell'opera allora ci si trova di fronte ad un polpettone "alternativo" che appare poco credibile, proprio perchè gli eventi non sono finalizzati alla sopravvivenza, ma a dimostrare una tesi "politica".
All'inizio il tutto è intrigante: uno Zombie senziente che veglia sull'amata ancora in vita, un nuovo governo creato con un glope che da un bunker lotta per ottenere il potere sui pochi sopravvissuti, un morto vivente che guida la sua specie alla ricerca di cibo (si tratta di Attila: intelligente quanto un cerebroleso umano, ma un genio se rapportato alla totalità della sua "gente").
ToeTags, una tavola che sintetizza le peculiarità dell'opera.
Lo Zombie chiamato Attila guida il suo esercito alla conquista del cibo
Lo Zombie chiamato Attila guida il suo esercito alla conquista del cibo
Tutto questo però è rovinato dal guazzabuglio creato da Romero per stupire nuovamente la critica: Zombie che mirano a diventare per la gente degli "eroi, rivoluzionari", umani che fuggono dall'esercito per ricercare una libertà che in un mondo di morti viventi è forse utile quanto la Coca-Cola Zero, alleanze impossibili in nome di un ideale insensato, esseri viventi che si infiltrano nell'armata non-morta con una semplicità disarmante (al confronto l'espediente de L'alba dei morti dementi risulta essere fine strategia).
Questi Zombie sono in grado di pronunciare la parola "cibo" e vengono comandati dal loro leader tanto da riuscire a resistere dall'attaccare i viventi prescelti (la cosa un po' m'ha ricordato lo Zombie senziente del libro Monster Island di David Wellington).
Direi che l'assurdità della trama si denota nel dialogo che segue:
- Andiamo via!Questo volume, che raccoglie 6 albi serializzati tra il 2004 ed il 2005, rappresenta, al pari di Survival of the Dead, una caduta di stile del Maestro... spiace dirlo, ma forse Romero dovrebbe andare in pensione prima di trasformarsi nello stereotipo di un regista "impegnato" (che piace alla critica finto-intellettuale ma che scontenta i fan più genuini).
- Perchè? Veniamo salvati!
- Davvero Cielito? Chi è l'amico?
- Che intendi?
- Cosa ti fa pensare che quei tizi siano meglio di Attila?
- Sono l'esercito!
- Già, ma l'esercito di chi?
- Dove andiamo?
- A vedere se troviamo altre persone... vive come noi!
In conclusione: se avete storto il naso alla scena finale dell'ottimo film La terra dei morti viventi (uscito dopo la serializzazione di questo fumetto), a causa dell'insensato volemose bene, lasciate perdere questo albo e andate a rileggervi il primo volume del fumetto The Walking Dead, altrimenti correte a comprarlo, vi farà riflettere sui pericoli di un mondo che vive secondo l'etica del guadagno... e tanti altri luoghi comuni di questo tipo.
ATTENZIONE! Se siete fan di Romero come il sottoscritto: siete fregati, non resisterete dall'inserire il volume nella vostra libreria, lo comprerete e piangerete lacrime amare pensando a cosa sarebbe potuto essere!!