Bentornati al nostro consueto appuntamento con la realizzazione del piano di emergenza che ci aiuterà nel "tentativo" di sopravvivere al prossimo Zombie Outbreak.
Ci siamo lasciati parlando dell'importanza di individuare alcune tipologie di "risorse" (alimenti, armi, attrezzi, abbigliamento...) e delle modalità per indicarle su di una cartografia, certamente un passo importante, nell'ottica di sopravvivere ad una Apocalisse Zombie, ma non ancora sufficiente. Ad oggi consideratevi ancora "alimenti per Zombie".
Al termine di questo appuntamento, forse, ammesso che prestiate attenzione, potrete cominciare a pensare di costringere i nostri amici non morti a iniziare una dieta ferrea. Come ?!?!
Guardate bene l'immagine e seguite l'articolo dopo il salto...
Non si può dire di essere un vero fan degli Zombie se non si è pensato, almeno una volta, a come debba essere un rifugio che ci preservi, vivi, dall'Orda famelica. Anche i nostri esperti, supportati inoltre da tutta la filmografia e bibliografia di settore, ritengono che il concetto di rifugio sicuro rappresenti una delle tematiche più importanti nel settore "Zombie".
Il rifugio ci permette di sperare nella sopravvivenza allo Zombie Outbreak, e il suo concetto stimola, al contempo, i più ancestrali ricordi dell'uomo: le caverne agli albori della nostra specie, le fortezze che hanno accompagnato tutto il cammino della civiltà e le stesse case in cui viviamo oggi, che ci "difendono" dal mondo esterno (clima, malintenzionati, animali, e a volte... Zombie).
Ognuno dei luoghi che abbiamo indicato, è servito ad aiutare l'umanità a vivere nel corso della storia, e ancora serve.
Ma quali sono le caratteristiche di questi luoghi? Se oggi le città, e le case, sono posti dove lavorare, vivere, divertirsi, avere relazioni sociali e dove la privacy e la comodità sono più sviluppate della sicurezza e della difesa, possiamo dire che le cose siano sempre state così? E possiamo essere sicuri che non giunga mai uno Zombie Outbreak a cambiare nuovamente le carte in tavola?
Da questa semplice riflessione partiamo alla ricerca, non tanto del rifugio perfetto, quanto delle caratteristiche di base che un rifugio deve necessariamente avere.
Se ricordate, vi avevamo proposto una distinzione tra differenti tipologie di aree di emergenza. Lo schema rimane valido e risulta utilissimo per l'attività di immediata risposta all'evento. Possiamo dire quindi che in esso convergono sia l'aspetto pianificatorio che quello tattico operativo, perciò dovrà necessariamente essere oggetto di condivisione con le altre componenti del sistema di prevenzione e protezione - rischio Zombie. Continuate quindi a seguirci per ricevere, sull'argomento, informazioni chiave per la vostra sopravvivenza.
Ciò che presentiamo oggi è da considerarsi una soluzione a medio e lungo termine, ovvero aree che, se necessario, possono permettere a gruppi, più che singoli, di proteggersi, organizzarsi e sostentarsi per tempi piuttosto lunghi (beh, poi si sa che niente dura per sempre, magari arriva un Big Daddy con una pala meccanica).
Seguiamo adesso, prima di vedere un esempio di area, il percorso metodologico che abbiamo scelto.
Prima fase: analisi dei bisogni primari.
Veniamo quindi alla seconda fase del nostro percorso, le caratteristiche del luogo (area):
Prima di concludere, mostrandovi un esempio concreto di individuazione, censimento e mappatura di un'area, vi ricordiamo che, per ogni luogo scelto, si dovranno attuare necessariamente almeno cinque azioni fondamentali: raggiungere il luogo vivi, verificarne la sicurezza, chiudere gli accessi, ripulire l'area dagli Zombie e tirare un momentaneo respiro di sollievo.
Area d'emergenza - Monteriggioni: località poco distante da Siena, è un borgo fortificato situato nell'omonimo Comune. Oggetto di attenta valutazione e sopralluogo, è stato individuato come possibile area sicura. Per maggiori dettagli scaricate la scheda semplificata per il censimento delle aree di emergenza.
Osservando la cartografia, potete notare che Monteriggioni rispetta tutti i criteri che avevamo individuato. Ha una cinta muraria certamente a prova di Zombie, in caso di cedimento dei varchi si può trovare riparo nelle abitazioni, molto solide, del borgo. Esistono due vie d'accesso e sono presenti spazi verdi da coltivare, cantine e cisterna per l'acqua piovana ancora oggi funzionante.
Appare comunque chiaro che, nonostante i molti lati positivi, esistono anche alcune criticità da valutare l'utilizzo dell'area di Monteriggioni.
Vi lasciamo alle vostre necessarie riflessioni sull'argomento, e vi ricordiamo che nella nostra pagina Facebook è possibile partecipare alla discussione sul tema: rischio Zombie.
Continuate a seguirci, prossimamente vi proporremo:
Ci siamo lasciati parlando dell'importanza di individuare alcune tipologie di "risorse" (alimenti, armi, attrezzi, abbigliamento...) e delle modalità per indicarle su di una cartografia, certamente un passo importante, nell'ottica di sopravvivere ad una Apocalisse Zombie, ma non ancora sufficiente. Ad oggi consideratevi ancora "alimenti per Zombie".
Al termine di questo appuntamento, forse, ammesso che prestiate attenzione, potrete cominciare a pensare di costringere i nostri amici non morti a iniziare una dieta ferrea. Come ?!?!
Guardate bene l'immagine e seguite l'articolo dopo il salto...
Esempio!! (non usare in caso di Outbreak reale)
Non si può dire di essere un vero fan degli Zombie se non si è pensato, almeno una volta, a come debba essere un rifugio che ci preservi, vivi, dall'Orda famelica. Anche i nostri esperti, supportati inoltre da tutta la filmografia e bibliografia di settore, ritengono che il concetto di rifugio sicuro rappresenti una delle tematiche più importanti nel settore "Zombie".
Il rifugio ci permette di sperare nella sopravvivenza allo Zombie Outbreak, e il suo concetto stimola, al contempo, i più ancestrali ricordi dell'uomo: le caverne agli albori della nostra specie, le fortezze che hanno accompagnato tutto il cammino della civiltà e le stesse case in cui viviamo oggi, che ci "difendono" dal mondo esterno (clima, malintenzionati, animali, e a volte... Zombie).
Ognuno dei luoghi che abbiamo indicato, è servito ad aiutare l'umanità a vivere nel corso della storia, e ancora serve.
Ma quali sono le caratteristiche di questi luoghi? Se oggi le città, e le case, sono posti dove lavorare, vivere, divertirsi, avere relazioni sociali e dove la privacy e la comodità sono più sviluppate della sicurezza e della difesa, possiamo dire che le cose siano sempre state così? E possiamo essere sicuri che non giunga mai uno Zombie Outbreak a cambiare nuovamente le carte in tavola?
Da questa semplice riflessione partiamo alla ricerca, non tanto del rifugio perfetto, quanto delle caratteristiche di base che un rifugio deve necessariamente avere.
Se ricordate, vi avevamo proposto una distinzione tra differenti tipologie di aree di emergenza. Lo schema rimane valido e risulta utilissimo per l'attività di immediata risposta all'evento. Possiamo dire quindi che in esso convergono sia l'aspetto pianificatorio che quello tattico operativo, perciò dovrà necessariamente essere oggetto di condivisione con le altre componenti del sistema di prevenzione e protezione - rischio Zombie. Continuate quindi a seguirci per ricevere, sull'argomento, informazioni chiave per la vostra sopravvivenza.
Schema dell'area di Monteriggioni, inserita nella scheda di censimento
Ciò che presentiamo oggi è da considerarsi una soluzione a medio e lungo termine, ovvero aree che, se necessario, possono permettere a gruppi, più che singoli, di proteggersi, organizzarsi e sostentarsi per tempi piuttosto lunghi (beh, poi si sa che niente dura per sempre, magari arriva un Big Daddy con una pala meccanica).
Seguiamo adesso, prima di vedere un esempio di area, il percorso metodologico che abbiamo scelto.
Prima fase: analisi dei bisogni primari.
- Protezione dall'Orda;
- Riparo dal clima, da animali (o da bande di motociclisti che nei film razziano i supermercati);
- Energia, almeno quella termica;
- Produzione di alimenti (il solo consumo non porta molto lontano).
Veniamo quindi alla seconda fase del nostro percorso, le caratteristiche del luogo (area):
- Essere utilizzabile nell'immediato con minimi interventi
- La sua struttura deve essere facilmente difendibile
- Garantire almeno 2 livelli di protezione
- Possedere almeno 2 vie di fuga
- Avere, attorno alla recinzione, un perimetro il più possibile aperto e libero da ostacoli
- Permettere, con minimi interventi, lo stoccaggio di derrate alimentari e acqua piovana (anche in assenza di corrente elettrica)
- Avere spazi protetti dove coltivare la terra e/o allevare animali
Varco EST - Monteriggioni
Prima di concludere, mostrandovi un esempio concreto di individuazione, censimento e mappatura di un'area, vi ricordiamo che, per ogni luogo scelto, si dovranno attuare necessariamente almeno cinque azioni fondamentali: raggiungere il luogo vivi, verificarne la sicurezza, chiudere gli accessi, ripulire l'area dagli Zombie e tirare un momentaneo respiro di sollievo.
Area d'emergenza - Monteriggioni: località poco distante da Siena, è un borgo fortificato situato nell'omonimo Comune. Oggetto di attenta valutazione e sopralluogo, è stato individuato come possibile area sicura. Per maggiori dettagli scaricate la scheda semplificata per il censimento delle aree di emergenza.
Accesso alla cisterna per l'acqua - Monteriggioni
Osservando la cartografia, potete notare che Monteriggioni rispetta tutti i criteri che avevamo individuato. Ha una cinta muraria certamente a prova di Zombie, in caso di cedimento dei varchi si può trovare riparo nelle abitazioni, molto solide, del borgo. Esistono due vie d'accesso e sono presenti spazi verdi da coltivare, cantine e cisterna per l'acqua piovana ancora oggi funzionante.
Visualizza l'area di emergenza di Monteriggioni a dimensione maggiore
Appare comunque chiaro che, nonostante i molti lati positivi, esistono anche alcune criticità da valutare l'utilizzo dell'area di Monteriggioni.
- Risulta impossibile pensare di sbarrare gli accessi dell'area e ripulirla da eventuali Zombie, senza una organizzazione preventiva e senza essere in gruppo.
- Chi risiederà nell'area sarà comunque dipendete, almeno per un bel po' di tempo, da approvvigionamenti esterni (carburante, medicinali, armi etc..).
Terreno coltivabile interno alle mura - Monteriggioni
Vi lasciamo alle vostre necessarie riflessioni sull'argomento, e vi ricordiamo che nella nostra pagina Facebook è possibile partecipare alla discussione sul tema: rischio Zombie.
Continuate a seguirci, prossimamente vi proporremo:
- Ulteriori esempi commentati di luoghi sicuri (dalle fortezze ai monasteri)
- Come valutare se un luogo può essere considerato "area di attesa sicura" (approfondisci nei commenti del nostro precedente articolo)
- Come tributo a Romero: supermercato come area di accoglienza, caso di studio concreto.