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28 marzo 2011

Recensione: L'alba dei morti dementi

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In questi ultimi decenni sono state girate svariate rivisitazioni dei classici romeriani, alcune degne di attenzione altre meno. Una versione certamente interessante, che riteniamo degna di essere inclusa nella rubrica Zombie d'Essai, è quella proposta dal regista inglese Edgar Wright che con il suo film Shaun of the Dead (recuperando evidentemente la forma dei titoli tipica di Romero) riscrive in chiave parodistica le vicissitudini di un gruppo di superstiti impegnati a sopravvivere nel bel mezzo di una catastrofe Zombie.

La recensione dopo il salto...


Shaun è un ragazzo inglese vicino ai trent’anni che vive sereno tra il lavoro di commesso e il suo pub preferito assieme al suo inseparabile amico Ed. La sua fidanzata Liz però non condivide la sua idea di vita perfetta e, stanca delle serate al Winchester e della continua ed ingombrante presenza di Ed, decide di chiudere con lui. Per superare lo shock della rottura i due amici optano per una serata a base di alcool arrivando a bere a tal punto da non accorgersi delle notizie del telegiornale che parlano di numerose strane aggressioni che stanno sconvolgendo la loro città.

Uscendo ubriachi dal pub scambiano uno Zombie che si sta cibando di un ragazzo per una coppietta che si scambia effusioni e cominciano a cantare accompagnati da uno strano balordo, in realtà ovviamente Zombie anche lui, che li segue nella canzone con i suoi suoni gutturali. Tornati nel loro appartamento, tra i fumi dell’alcool, Shaun decide che è ora di cambiare vita e di trovare un modo per riconquistare Liz.

Quale occasione migliore di riscattarsi se non quella di portare tutti in salvo dalle ordate di morti viventi? Recuperata la madre, Liz e i vari coinquilini decide che il luogo migliore dove trovare rifugio è proprio il suo adorato Winchester che sfortunatamente non si rivelerà tale…

 
L’alba dei morti dementi recupera evidentemente la teoria “gli Zombie siamo noi” fin dai titoli di testa in cui vengono mostrate le persone in fila in attesa dell’autobus o le cassiere del supermercato che lavorano all’unisono come automi dallo sguardo vacuo. Lo stesso Shaun ricorda nella sua gestualità un morto vivente, ripetendo ogni giorno le stesse azioni quasi senza riflettere. Le citazioni legate ai classici dei film Zombie sono numerose e assolutamente divertenti senza però risultare ridicole.

Infatti pregio del film, a mio parere, è quello di essere riuscito ad essere comico senza arrivare ad essere completamente improbabile (alla Scary Movie per intenderci) arrivando comunque a volte quasi al limite come nella splendida scena in cui il jukebox si accende diffondendo “Don’t stop me now” dei Queen ed inizia un attacco ad uno Zombie in maniera perfettamente sincronizzata (qui il video).

Il riferimento ai classici più evidente lo troviamo alla fine del film con due scene: da una parte l’arrivo in grande stile delle forze armate che salvano la coppia, ormai ricongiunta, con un ingente spargimento di sangue e proiettili esaltato dal montaggio stile B-movie, dall’altra con gli special che vanno in onda in TV una volta messa sotto controllo l’epidemia Zombie in cui si vedono i morti viventi incatenati e sfruttati per fare i lavori più semplici come incolonnare i carrelli del supermercato o usati per alcuni giochi televisivi alla stregua di animali.

Il film ha riscosso numerosi consensi a partire dallo stesso Romero che l’ha definito “una vera bomba” oltre che da registi del calibro di Quentin Tarantino e Sam Raimi ed io non posso che trovarmi d’accordo nel ritenere L’alba dei morti dementi una pellicola decisamente da vedere.  

Scheda del film:

Titolo originale: Shaun of the Dead
Paese: Inghilterra  
Anno: 2004  
Regia: Edgar Wright
Produttore: Universal Picture, Studio Canal  
Sceneggiatura: Edgar Wright, Simon Pegg
Cast principale: Simon Pegg, Nick Frost, Kate Ashfield
Durata: 99 minuti  

Classificazione Zombie:
Tipologia: non-morto
Intelligenza: stupido
Andatura: lenta

SpleenLady

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Richard_Targaryen

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DarkSchneider

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Zombie Hunter

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Grimwolf

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jackson1966

name[jackson1966] image[https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMtj7u0pmrH2NF8PeNoAhfXCynPciLFsVy8_Xm6m0CI8zY4vHOXEy6SDSaV4D0Wxr-oqGb5DPNCv2-P_YQRYKx0VNX9mzwv2lyQWND5SZWaRFv22wG_OgzZ5APptafmmHoCzuzp201B_o/s1600/zombiekb_the-walking-dead-season-4-norman-reedus.jpg] description[E' una vecchietta nata a Milano nel 1966 che ha studiato medicina e ama, da praticamente quando ha avuto la capacità di pensare e comprendere il mondo esterno, il mondo horror ed in particolare gli Zombie. Cresciuta nel mito di Romero ascoltando i ragazzi più grandi di lei che parlavano con orrore e soggezione della “Notte dei morti viventi”.]

Alessia Gasparella

name[Alessia Gasparella] image[https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEga4q94pFjepkWZdKSCP7H_8uGELs3M2bYllDuaD0oUpEyY2Cn3flGvqOAewllLI8n1MxKiY5YmeJcEqJ3maY8juoOqgUroGOrz0kicQzm_BAgLPWkWZpTSSBRFvrv9L_5WGc_xfKooCcJg/s151/bbd.jpg] description[Ha iniziato a collaborare con Zombie KB per continuare a nutrire il suo smisurato amore per i cari, vecchi, morti viventi e diffondere il verbo a più persone possibili. La sua missione principale è quella di far conoscere i film Zombie che più ha amato, raccolti nella rubrica Zombie D'Essai, e convincere il mondo che sono delle perle! Oltre ai lungometraggi, ama parlare dei corti che spesso hanno bisogno di una mano per essere diffusi.]

ZomBitch!

name[ZomBitch!] image[https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYY9T4xMZe98rBdNfusZhjs3gw-TNMSQAHJoecFXJwrZZX7shHcbECfVXr7MeaSRkLlisIZBey_mgK2Tx2LXo3LzWs19se9fQ_PLOWCsbXBOoUBm2HqkF1cEFFoEpVPVavtVblz-Ip7KU/s151/dr.rockso.jpg] description[Colorito da Zombie, occhiaie da Zombie, si nutre di libri, fumetti, film-serie, musica, graphic e street-art senza sosta, come uno Zombie. Gli piacciono le robe creative, diverse, le robe da matti, il noir e lo humor nero. Lavora come copywriter e giornalista-editor, ma scrive su Zombie KB per infettare più vergini possibili con quest'implacabile Z-addiction...il suo motto? Fate piano con Zombie KB: there's no hope!]