World War Z è, oramai, circondato da un hype non quantificabile. I lavori del film prodotto ed interpretato da Brad Pitt procedono e tutti noi attendiamo il 2012, oltre che per testare l'efficacia della profezia Maya, anche per accomodarci in multisala e goderci il film tratto dal libro omonimo di Max Brooks. Ma nell'aria c'erano news in merito al videogame del film. Quando? Come? Perchè? Saltate e scopritene tutti!
L’idea ha preso vita verso la fine del 2008 presso gli studios inglesi della Midway Newcastle - specializzati in giochi di corse e simulazioni d’auto e conosciuti ai più per gli ultimi “Test Drive” e “Demolition racer” - dove decisero di adattare due plot ludici in uno: il primo basato su un videogioco di guida ed azione intitolato “Wheelman” ed il secondo basato, appunto, sul film zombesco prodotto dalla Plan B Entertainment di Pitt.
Cumron Ashtiani, all’epoca Art Director, si disse “…molto colpito dalla descrizione che Brooks nel suo libro da dello stato di paura dei protagonisti e del lato survival della storia”. Così, mentre i primi frammenti del concept art del gioco venivano realizzati, si lavorava alla presentazione del plot. Ma, proprio in quel periodo, la Midway Newcastle fallì ed il gioco Warld War Z rimase, come si suol dire, chiuso in un cassetto! Eccheccacchio!
Intanto, tra il 2008 ed il 2009, sul Web le voci si rincorrevano. Sul forum di Gamespot.com, uno dei siti maggiormente cliccati dai videogamers più incalliti (tra cui ci si annovera pure il sottoscritto), in molti davano indizi o suggerivano possibili caratteristiche che avrebbero voluto veder prender forma nel gioco finito.
Da citare la possibilità che il gioco fosse un First Person Shooter, che si giocasse nei panni di un soldato dell’esercito americano, via via sempre più decimato, impegnato a difendere i civili da costa a costa, che il gioco fosse ambientato nelle città più famose e in zone molto note degli USA.
La realtà è, però, che ad oggi per noi appassionati non rimane che sollazzarci con i disegni ed i rendering creati sulle oscure vicende del libro di Brooks. Tra questi le immagini di una giovane pilota presa a combattere con un’orda di Zombie, ciò che rimane della Sears Tower di Chicago ed alcuni concept di vari non-morti.
Comunque, da videogiocatore atavico quale sono, posso testimoniare che nella storia dei film di successo prima o poi una società di videogiochi, se fiuta l’affarone, si fa immediatamente avanti con idee serie… Resident Evil insegna!
"In qualità di grande fan del libro è, al contempo, con estremo interesse e con un po’ di tristezza che ho dato un’occhiata al concept art del videogioco World War Z che, purtroppo, non vedrà mai la luce!”.È quanto afferma Luke Plunkett di Uk.kotaku.com in merito, come avrete facilmente compreso, alla sfumata realizzazione di un videogame ufficiale del film.
L’idea ha preso vita verso la fine del 2008 presso gli studios inglesi della Midway Newcastle - specializzati in giochi di corse e simulazioni d’auto e conosciuti ai più per gli ultimi “Test Drive” e “Demolition racer” - dove decisero di adattare due plot ludici in uno: il primo basato su un videogioco di guida ed azione intitolato “Wheelman” ed il secondo basato, appunto, sul film zombesco prodotto dalla Plan B Entertainment di Pitt.
Cumron Ashtiani, all’epoca Art Director, si disse “…molto colpito dalla descrizione che Brooks nel suo libro da dello stato di paura dei protagonisti e del lato survival della storia”. Così, mentre i primi frammenti del concept art del gioco venivano realizzati, si lavorava alla presentazione del plot. Ma, proprio in quel periodo, la Midway Newcastle fallì ed il gioco Warld War Z rimase, come si suol dire, chiuso in un cassetto! Eccheccacchio!
Intanto, tra il 2008 ed il 2009, sul Web le voci si rincorrevano. Sul forum di Gamespot.com, uno dei siti maggiormente cliccati dai videogamers più incalliti (tra cui ci si annovera pure il sottoscritto), in molti davano indizi o suggerivano possibili caratteristiche che avrebbero voluto veder prender forma nel gioco finito.
Da citare la possibilità che il gioco fosse un First Person Shooter, che si giocasse nei panni di un soldato dell’esercito americano, via via sempre più decimato, impegnato a difendere i civili da costa a costa, che il gioco fosse ambientato nelle città più famose e in zone molto note degli USA.
La realtà è, però, che ad oggi per noi appassionati non rimane che sollazzarci con i disegni ed i rendering creati sulle oscure vicende del libro di Brooks. Tra questi le immagini di una giovane pilota presa a combattere con un’orda di Zombie, ciò che rimane della Sears Tower di Chicago ed alcuni concept di vari non-morti.
Comunque, da videogiocatore atavico quale sono, posso testimoniare che nella storia dei film di successo prima o poi una società di videogiochi, se fiuta l’affarone, si fa immediatamente avanti con idee serie… Resident Evil insegna!
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