Un'ape abbandona senza apparente motivo il suo alveare. Vaga di notte senza una meta, muovendosi come uno Zombie. Poi un'altra. E un'altra ancora. Fino a svuotare l'alveare. Cosa gli è successo? Dopo il salto il mistero delle api Zombie!
Il regno animale non smette mai di stupire e dopo la scoperta delle formiche Zombie (qui e qui potete trovate due nostri approfondimenti) ora anche le api hanno cominciato a comportarsi come tali. La loro preda non è la carne dei loro simili, né sono stati registrati casi di api che svolazzavano in giro urlando "brains" ma il loro comportamento è risultato comunque così anomalo da indurre un ricercatore americano a descrivere come tale questo strano caso.
LA SINDROME DA SPOPOLAMENTO DEGLI ALVEARI
Le api non sono animali notturni eppure una dopo l'altra, senza un motivo apparente, di punto in bianco hanno cominciato ad abbandonare il loro alveare per non tornarvi mai più, lasciando nello sconforto gli apicoltori al loro risveglio. Dov'erano andate? Nessuno era riuscito a trovare una risposta a questo fenomeno che, per altro, aveva cominciato a diffondersi sulla costa occidentale americana. La risposta è infine arrivata da un entomologo statunitense, John Hafernik, che in realtà, come da buona tradizione, non la stava nemmeno cercando. Una sera, vagando per il campus alla ricerca di insetti per nutrire le proprie mantidi, lo studioso si è imbattuto in una serie di api morte o moribonde. Approfondendo le ricerche col suo team, ha scoperto un alto numero di api che svolazzavano sopra e dentro i lampioni di tutto il campus, per di più in ogni condizione atmosferica, anche quando freddo e pioggia avevano allontanato dai lampioni tutti gli altri insetti che notturni lo sono di natura. "Le api camminavano in cerchio, evidentemente disorientate. Svolazzavano senza nessun senso e non erano in grado di reggersi sulle zampe, barcollavano e cadevano di continuo; sembravano degli Zombie" ha dichiarato Hafernik. Le api restavano vicino ai lampioni sino a che non arrivava il giorno, dopo di che morivano.
AD OGNI ZOMBIE IL SUO NOME
La soluzione dell'enigma si chiama Apocephalus borealis ed a differenza del caso sulle formiche, questa volta non è un fungo ad essere il principale indiziato bensì un particolare parassita della famiglia delle mosche. Questo subdolo insetto, infiltrandosi negli alveari, deposita le sue uova sull'addome delle api. Quando queste cominciano a svilupparsi vanno ad insidiarsi tra il torace e la testa dell'ignaro portatore, assumendone letteralmente il controllo. Il parassita non solo cambia il loro ritmo cadiaco, la sensibilità alla luce o altri aspetti della loro fisiologia ma ne manipola addirittura il comportamento, costringendo le povere api ad abbandonare il loro alveare alla ricerca di una fonte di luce. Una volta trovata, il parassita le costringe infine a restarci, sfruttandone il calore per completare il suo ciclo. Poco importa a quel punto la morte del loro ospite, nuove mosche sono pronte ad infettare altri alveari.
Anche in questo caso dunque, come già accaduto con le formiche, la natura sembra propensa ad un tipo di Zombie più vicino alla tradizione Voodoo che a quella Romeriana ma cari sceneggiatori in erba, non scoraggiatevi! Prendete spunto dal mondo reale, basta col solito virus mutato dall'uomo, non serve scomodare meteoriti di chissà quale galassia, restate con i piedi per terra. Quello che cercate potrebbe essere già qui... ascoltate allora Madre Natura, anche un semplice parassita può fare al caso vostro!
[fonte: oggiscienza]
Il regno animale non smette mai di stupire e dopo la scoperta delle formiche Zombie (qui e qui potete trovate due nostri approfondimenti) ora anche le api hanno cominciato a comportarsi come tali. La loro preda non è la carne dei loro simili, né sono stati registrati casi di api che svolazzavano in giro urlando "brains" ma il loro comportamento è risultato comunque così anomalo da indurre un ricercatore americano a descrivere come tale questo strano caso.
LA SINDROME DA SPOPOLAMENTO DEGLI ALVEARI
Le api non sono animali notturni eppure una dopo l'altra, senza un motivo apparente, di punto in bianco hanno cominciato ad abbandonare il loro alveare per non tornarvi mai più, lasciando nello sconforto gli apicoltori al loro risveglio. Dov'erano andate? Nessuno era riuscito a trovare una risposta a questo fenomeno che, per altro, aveva cominciato a diffondersi sulla costa occidentale americana. La risposta è infine arrivata da un entomologo statunitense, John Hafernik, che in realtà, come da buona tradizione, non la stava nemmeno cercando. Una sera, vagando per il campus alla ricerca di insetti per nutrire le proprie mantidi, lo studioso si è imbattuto in una serie di api morte o moribonde. Approfondendo le ricerche col suo team, ha scoperto un alto numero di api che svolazzavano sopra e dentro i lampioni di tutto il campus, per di più in ogni condizione atmosferica, anche quando freddo e pioggia avevano allontanato dai lampioni tutti gli altri insetti che notturni lo sono di natura. "Le api camminavano in cerchio, evidentemente disorientate. Svolazzavano senza nessun senso e non erano in grado di reggersi sulle zampe, barcollavano e cadevano di continuo; sembravano degli Zombie" ha dichiarato Hafernik. Le api restavano vicino ai lampioni sino a che non arrivava il giorno, dopo di che morivano.
Un'ape che ha assolto il suo scopo |
AD OGNI ZOMBIE IL SUO NOME
La soluzione dell'enigma si chiama Apocephalus borealis ed a differenza del caso sulle formiche, questa volta non è un fungo ad essere il principale indiziato bensì un particolare parassita della famiglia delle mosche. Questo subdolo insetto, infiltrandosi negli alveari, deposita le sue uova sull'addome delle api. Quando queste cominciano a svilupparsi vanno ad insidiarsi tra il torace e la testa dell'ignaro portatore, assumendone letteralmente il controllo. Il parassita non solo cambia il loro ritmo cadiaco, la sensibilità alla luce o altri aspetti della loro fisiologia ma ne manipola addirittura il comportamento, costringendo le povere api ad abbandonare il loro alveare alla ricerca di una fonte di luce. Una volta trovata, il parassita le costringe infine a restarci, sfruttandone il calore per completare il suo ciclo. Poco importa a quel punto la morte del loro ospite, nuove mosche sono pronte ad infettare altri alveari.
L'infido parassita |
Anche in questo caso dunque, come già accaduto con le formiche, la natura sembra propensa ad un tipo di Zombie più vicino alla tradizione Voodoo che a quella Romeriana ma cari sceneggiatori in erba, non scoraggiatevi! Prendete spunto dal mondo reale, basta col solito virus mutato dall'uomo, non serve scomodare meteoriti di chissà quale galassia, restate con i piedi per terra. Quello che cercate potrebbe essere già qui... ascoltate allora Madre Natura, anche un semplice parassita può fare al caso vostro!
[fonte: oggiscienza]