Per la serie "a volte sfuggono anche a noi", vi presentiamo il cortometraggio Evelyn: The Cutest Evil Dead Girl, segnalatoci dal nostro lettore Simone che ringraziamo per questa perla che rischiavamo di perderci. Il video dopo il salto..
Protagonista del video è Evelyn, una ragazza recentemente deceduta che torna tra i vivi con una sana voglia di violenza ed un gusto per il macabro, ma che, sentendosi sola, cerca di tornare in vita per farsi accettare dalle ragazze del suo quartiere, finché qualcos'altro non attirerà la sua attenzione..
Evelyn: The Cutest Evil Dead Girl è un cortometraggio del 2002 scritto e diretto da Brad Peyton, evidente tributo al genio dark del Tim Burton di inizio carriera. Infatti, chiunque avesse visto il cortometraggio Vincent di Tim Burton, vedrà nel corto di Peyton molte somiglianze: l'atmosfera gotica, la caratterizzazione del personaggio e soprattutto la voce fuori campo che racconta la storia in rima (nel caso di Vincent, era la voce di Vincent Price, non so se mi spiego).
Nonostante le evidenti somiglianze tra i due cortometraggi, l'opera di Peyton non suona neanche per un momento come una semplice scopiazzatura, anzi, il corto di Burton resta come una semplice citazione di fondo, per lasciare spazio alla storia di Evelyn in tutta la sua semplicità e bellezza.
Per concludere direi che non c'è niente di più appropriato della frase che chiude questo cortometraggio:
Protagonista del video è Evelyn, una ragazza recentemente deceduta che torna tra i vivi con una sana voglia di violenza ed un gusto per il macabro, ma che, sentendosi sola, cerca di tornare in vita per farsi accettare dalle ragazze del suo quartiere, finché qualcos'altro non attirerà la sua attenzione..
Evelyn (2002)
Evelyn: The Cutest Evil Dead Girl è un cortometraggio del 2002 scritto e diretto da Brad Peyton, evidente tributo al genio dark del Tim Burton di inizio carriera. Infatti, chiunque avesse visto il cortometraggio Vincent di Tim Burton, vedrà nel corto di Peyton molte somiglianze: l'atmosfera gotica, la caratterizzazione del personaggio e soprattutto la voce fuori campo che racconta la storia in rima (nel caso di Vincent, era la voce di Vincent Price, non so se mi spiego).
Nonostante le evidenti somiglianze tra i due cortometraggi, l'opera di Peyton non suona neanche per un momento come una semplice scopiazzatura, anzi, il corto di Burton resta come una semplice citazione di fondo, per lasciare spazio alla storia di Evelyn in tutta la sua semplicità e bellezza.
Per concludere direi che non c'è niente di più appropriato della frase che chiude questo cortometraggio:
There's nothing to fear, trust me, trust yourself, there's nothing wrong with the weird.[Segnalato da: Simone A.]