Arriva dal Giappone I Am A Hero, un folle seinen creato da Kengo Hanazawa che ha come protagonista un mangaka sconclusionato alle prese coi propri limiti, soprattutto nel difficile momento dell'outbreak! Un bel po' d'immagini più la doppia e spessa recensione a cura di DarkSchneider & ZomBitch! dopo il salto... e poi dite che non vi viziamo!
La recensione di DarkSchneider:
Che dire di I am a hero? Beh che o lo si ama o lo si odia!! Ed è proprio stata questa possibile bivalenza nell’esprimere un giudizio che, dopo molte discussioni, ci ha portato a scegliere di pubblicare una recensione doppia. Non preoccupatevi, cercherò di essere sintetico. Personalmente trovo il manga un’ottima occasione sprecata: vi sono molti spunti interessanti ma anche tante pecche.
Punti di forza: il protagonista è un povero mangaka disagiato, ed anche un po’ matto, convinto di potersi tramutare in un eroe, come spesso accade nelle storie a fumetti e nei cartoni; purtroppo per lui la società nipponica l’ha condizionato così pesantemente che risulta ossequioso delle regole anche nelle situazioni più drammatiche (mi è piaciuta molto l’idea di un uomo armato di fucile che, in pieno Zombie Outbreak, non usa l’arma perché vietato dalla legge!!).
Se il protagonista, un vero anti-eroe (altro che Dylan Dog), risulta piacevolmente unico nella storia dei fumetti non possiamo tacere di un’altra caratterizzazione che devia dai canoni del genere: gli Zombie! Questi si deformano e contorcono come da recente tendenza cinematografica orientale nel genere horror (citiamo le serie Ringu/Ring e Ju-on/TheGrudge) ma hanno anche la caratteristica di comunicare ossessivamente ciò che più li preoccupava in vita (potremmo parlare di un approfondimento psicologico post-contagio).
Note negative: non ci girerò attorno, il manga è tremendamente lento e confusionario! La storia narrata nei 4 volumi sinora pubblicati poteva tranquillamente essere raccolta in soli 2 numeri. Inoltre tante sono le situazioni surreali che permeano la vita del protagonista e che, momentaneamente ma siamo già al 4° volume, non hanno spiegazione; non so voi ma io non amo tanto la narrazione incasinata alla David Lynch. Nel primo volume, di quasi 250 pagine, si vedono appena 2 Zombie di sfuggita, mentre tutto si incentra su manie/problemi mentali ed assurdità del mondo attorno all’aspirante eroe (ammetto poi che l’eccessiva ottusità del suddetto a volte tende a dare un po’ ai nervi).
Conclusione: una storia particolare che non si adatta ai gusti della massa. Se amate le storie Zombie “classiche”, con tonnellate d’azione, e le volete trovare in un manga gettatevi su Highschool of the Dead e lasciate perdere questa serie; se invece cercate una storia assurdamente onirica ed i tempi morti non vi spaventano, allora correte a comprare questo fumetto perché potrebbe catturarvi.
La recensione di ZomBitch!:
Trentacinquenne imparanoiato, Hideo è un mangaka che, dopo un breve "successo" col proprio fumetto (interrotto dopo 2 volumetti), è "costretto" a lavorare come assistente di un sensei che non stima, ma che non abbandona, diviso tra l'ufficio e una vita sociale pressoché nulla.
Ironia della sorte, gli ideogrammi di Hideo sono gli stessi di "eroe", quindi - se nomen omen - Hideo è un eroe... No, lui è il ritratto dell'uomo medio, ovviamente convinto di valere di più, meritare di più, capirne di più, Hideo sono io e Hideo sei anche tu... il fatto che ci sia uno Zombie-outbreak in atto non cambia le cose. E' un non-eroe tra i non-morti, come tutti a volte!
La paura lo bloccava già prima, nella sua quotidianità, con ossessioni che si fanno reali (e parlanti!); ora Hideo ha un fucile che non usa perché solo estrarlo dalla sacca sarebbe reato, e quando uno Zombie lo attacca lui s'accuccia a terra! Hideo è paralizzato dall'incertezza, ha allucinazioni assurde ed è a disagio nei panni di "adulto"!
I primi numeri di questo manga, particolarissimo, pubblicato da GP Publishing (non tanto per ragazzini stavolta!) sono sulla caratterizzazione di Hideo: nel primo poca azione ma un vero trip nella mente del protagonista, nel due inizia l'outbreak e il ritmo cambia, il tre e il quattro vedono forse i primi sentori di una possibile evoluzione di Hideo. Attendiamo il quinto per saperlo...
Poche volte un fumetto riesce ad essere così matto e così "vero" allo stesso tempo: tavole curate nei dettagli, inquadrature strane, un realismo azzeccato e attacchi Zombie belli crudi, quello di Kengo Hanazawa è un seinen davvero unico e geniale (addirittura autoironico-critico sulla società giapponese). Non cincischiate come ho fatto io, trovare il due è stato un incubo (grazie Ruby), che I Am A Hero sta già andando a ruba!
I Am A Hero, le prime 4 cover del manga di Kengo Hanazawa
La recensione di DarkSchneider:
Che dire di I am a hero? Beh che o lo si ama o lo si odia!! Ed è proprio stata questa possibile bivalenza nell’esprimere un giudizio che, dopo molte discussioni, ci ha portato a scegliere di pubblicare una recensione doppia. Non preoccupatevi, cercherò di essere sintetico. Personalmente trovo il manga un’ottima occasione sprecata: vi sono molti spunti interessanti ma anche tante pecche.
Punti di forza: il protagonista è un povero mangaka disagiato, ed anche un po’ matto, convinto di potersi tramutare in un eroe, come spesso accade nelle storie a fumetti e nei cartoni; purtroppo per lui la società nipponica l’ha condizionato così pesantemente che risulta ossequioso delle regole anche nelle situazioni più drammatiche (mi è piaciuta molto l’idea di un uomo armato di fucile che, in pieno Zombie Outbreak, non usa l’arma perché vietato dalla legge!!).
Se il protagonista, un vero anti-eroe (altro che Dylan Dog), risulta piacevolmente unico nella storia dei fumetti non possiamo tacere di un’altra caratterizzazione che devia dai canoni del genere: gli Zombie! Questi si deformano e contorcono come da recente tendenza cinematografica orientale nel genere horror (citiamo le serie Ringu/Ring e Ju-on/TheGrudge) ma hanno anche la caratteristica di comunicare ossessivamente ciò che più li preoccupava in vita (potremmo parlare di un approfondimento psicologico post-contagio).
Note negative: non ci girerò attorno, il manga è tremendamente lento e confusionario! La storia narrata nei 4 volumi sinora pubblicati poteva tranquillamente essere raccolta in soli 2 numeri. Inoltre tante sono le situazioni surreali che permeano la vita del protagonista e che, momentaneamente ma siamo già al 4° volume, non hanno spiegazione; non so voi ma io non amo tanto la narrazione incasinata alla David Lynch. Nel primo volume, di quasi 250 pagine, si vedono appena 2 Zombie di sfuggita, mentre tutto si incentra su manie/problemi mentali ed assurdità del mondo attorno all’aspirante eroe (ammetto poi che l’eccessiva ottusità del suddetto a volte tende a dare un po’ ai nervi).
Conclusione: una storia particolare che non si adatta ai gusti della massa. Se amate le storie Zombie “classiche”, con tonnellate d’azione, e le volete trovare in un manga gettatevi su Highschool of the Dead e lasciate perdere questa serie; se invece cercate una storia assurdamente onirica ed i tempi morti non vi spaventano, allora correte a comprare questo fumetto perché potrebbe catturarvi.
La recensione di ZomBitch!:
Trentacinquenne imparanoiato, Hideo è un mangaka che, dopo un breve "successo" col proprio fumetto (interrotto dopo 2 volumetti), è "costretto" a lavorare come assistente di un sensei che non stima, ma che non abbandona, diviso tra l'ufficio e una vita sociale pressoché nulla.
Ironia della sorte, gli ideogrammi di Hideo sono gli stessi di "eroe", quindi - se nomen omen - Hideo è un eroe... No, lui è il ritratto dell'uomo medio, ovviamente convinto di valere di più, meritare di più, capirne di più, Hideo sono io e Hideo sei anche tu... il fatto che ci sia uno Zombie-outbreak in atto non cambia le cose. E' un non-eroe tra i non-morti, come tutti a volte!
La paura lo bloccava già prima, nella sua quotidianità, con ossessioni che si fanno reali (e parlanti!); ora Hideo ha un fucile che non usa perché solo estrarlo dalla sacca sarebbe reato, e quando uno Zombie lo attacca lui s'accuccia a terra! Hideo è paralizzato dall'incertezza, ha allucinazioni assurde ed è a disagio nei panni di "adulto"!
I primi numeri di questo manga, particolarissimo, pubblicato da GP Publishing (non tanto per ragazzini stavolta!) sono sulla caratterizzazione di Hideo: nel primo poca azione ma un vero trip nella mente del protagonista, nel due inizia l'outbreak e il ritmo cambia, il tre e il quattro vedono forse i primi sentori di una possibile evoluzione di Hideo. Attendiamo il quinto per saperlo...
Poche volte un fumetto riesce ad essere così matto e così "vero" allo stesso tempo: tavole curate nei dettagli, inquadrature strane, un realismo azzeccato e attacchi Zombie belli crudi, quello di Kengo Hanazawa è un seinen davvero unico e geniale (addirittura autoironico-critico sulla società giapponese). Non cincischiate come ho fatto io, trovare il due è stato un incubo (grazie Ruby), che I Am A Hero sta già andando a ruba!