Eccoci al primo appuntamento di una nuova "rubrica" dedicata a The Walking Dead: TWD visto da... Una serie di approfondimenti sulle vicende del serial dal punto di vista dei vari protagonisti. Personaggio controverso, amato ed odiato all'interno del suo stesso gruppo, è Shane il primo prescelto per questa serie di approfondimenti. Dopo il salto, naturalmente...
Il mondo è cambiato, il mondo è sconvolto, il mondo non è più quello di prima.
Shane è probabilmente il personaggio che più di tutti ha afferrato al volo questo concetto, facendolo suo. Non che questo sia facile per lui, ma ci sono decisioni che vanno prese, non perché piacevoli bensì perché giuste. Non sarà piacevole per lui abbandonare in ospedale il suo fraterno amico, non sarà piacevole per lui farsi carico di quella che da sempre è stata la "sua" famiglia, Lori e Carl, proteggendoli e tenendoli al sicuro anche, perchè no, per riconoscenza verso l'amico che ormai non c'è più. Quest'ultimo "peso" però col tempo diventa via via sempre più piacevole, sino ad intrattenere una relazione con Lori e diventare la figura paterna per il piccolo Carl, privo di un padre. E non è un torto all'amico, perché lui non c'è più, Shane comprende ed accetta la situazione e, come in ogni sua scelta, sa guardare avanti. Ci sono altre persone con loro, altre persone che devono essere protette. E ancora una volta tocca a Shane, leader naturale e invocato dal gruppo stesso, e a lui non dispiace. Finchè non torna Rick.
Il suo mondo è cambiato, il suo mondo è sconvolto, il suo mondo non è più quello di prima.
Il senso di colpa per l'aver abbandonato il suo vecchio amico creduto morto, la perdita del ruolo di leader in favore di quest'ultimo del quale sembra anacronisticamente riconoscerne ancora l'autorità di quel mondo perduto, la perdita della donna amata, del figlio acquisito, della "sua" famiglia, sono macigni che si abbattono su Shane contemporaneamente, ma lui è un uomo forte e può sopportarne il peso. Ma per quanto? Inizialmente infatti Shane accetta di farsi da parte in favore di Rick, ma col passare del tempo, le scelte morali di quest'ultimo cominciano a stargli sempre più strette, il suo onore, i suoi valori, tutte belle cose che ha sempre apprezzato, ma prima. Ora non c'è più posto per questi e Rick sembra proprio non capirlo.
Il suo amore per Lori, mai sopito, lo costringe a fare ciò che Rick non sembra essere in grado di fare, difendere quella famiglia che gli ha strappato via. E' infatti Shane a doversene occupare mentre Rick sembra essere costantemente assente, sembra esserci per tutti meno che per coloro cui dovrebbe badare. Per loro c'è solo Shane. Ma dentro di lui il dualismo cresce e combatte, la fedeltà mai persa per Rick, l'amore mai perso per Lori, lui stesso non sa bene qual'è il suo ruolo sulla scacchiera, sa quale vorrebbe che fosse, sa quale dovrebbe essere ma sa anche che nessuno dei due corrisponde a quello che attualmente ha. E' proprio alla fine della prima stagione che Shane non riesce più a tenere sotto controllo il suo conflitto e, annebbiato dai fumi dell'alcol, va molto vicino allo stuprare Lori, convinto nel lecito intento di riprendersi tutto ciò che aveva, tutto ciò ch'era suo, tutto ciò che Rick gli ha portato via: tutto ciò per cui aveva ancora un senso vivere.
Nella seconda stagione il rapporto tra Shane e Lori, ovviamente, degenera, logorandolo ancor più. E nonostante le distanze che è costretto a prendere dalla "sua" famiglia, è ancora lui a doversene prendere carico, è ancora lui a doverli difendere, con Rick costantemente impegnato a difendere qualcun altro altrove. Non importa chi, non importa dove. E tutto questo non è affatto giusto. Ma Shane sopporta, e sopporta ancora. Sopporta l'ambiguità di Lori, sopporta l'estraneità dal gruppo, ignora totalmente Dale, insignificante, noioso fastidio. Sino al momento in cui il piccolo Carl viene ferito. E' l'inizio della fine. Questa volta lui non è riuscito a proteggerlo e guardate com'è finita. Servono delle cure e non sarà certo Rick a procurarsele, lo sa benissimo.
Deve pensarci ancora una volta lui. Non importa quanto possa essere pericoloso, non importa a quale rischio. Perché lui non è Rick, lui è Shane. La sua famiglia ha la priorità, la sua famiglia va protetta, a qualunque costo. Ed il costo in questo caso sarà una vita umana. Non ci pensa due volte Shane a sacrificare uno sconosciuto, tutti per lui sono sconosciuti, lui deve salvare Carl. Il rischio era che nessuno dei due sarebbe riuscito a tornare alla fattoria col prezioso carico, allora uno dei due deve sacrificarsi per permettere all'altro di farcela. Non è egoismo, non è cattiveria: è semplicemente logica. Sa già che qualcuno lo chiamerà omicidio a sangue freddo, e sa anche chi, ma il mondo non è più un bel posto dove vivere, dannazione!
Uccidere Otis avrebbe permesso a Shane e Carl di vivere, lasciarlo vivo avrebbe portato alla morte di tutti e tre. Cos'è meglio, un morto o tre? La risposta è facile per cui non siate ipocriti e lasciate che Shane faccia ciò di cui voi non avreste il coraggio, lasciate che sia Shane a portare il peso delle scelte giuste, lasciate che sia Shane a pagarne il prezzo. Lasciate che sia Shane ad uccidere Otis, lasciate che sia Shane il vostro leader.
Non è più il momento dei perbenisti e non è il tempo dei benpensanti. E' ora di fare le cose come vanno fatte. Consideratemi cattivo, consideratemi una minaccia, finché lo farete vuol dire che sarete ancora vivi per poterlo fare. Il fienile pieno di Zombie è una minaccia, nessuno di voi ha il coraggio di dirlo? Però nessuno di voi riesce a dormire con entrambi gli occhi chiusi... Lasciate che sia Shane a pensarci per voi, come ha sempre fatto. Portare qui una persona che ha cercato di ucciderti, caro Rick, è l'ultima goccia. Va ucciso e lo sai benissimo, è solo che ti manca il coraggio di farlo. Vuoi lasciarlo andare via... Non posso permettertelo, mi dispiace. Mi costringi ad uccidervi entrambi... Ma disgraziatamente il colpo di stato fallisce.
Rick da un'altra possibilità a Shane, l'ennesima. E non è forse questa la prova della sua debolezza? Se Shane era un pericolo, andava eliminato, e le occasioni non gli sono mancate. Ma lui no, lui è Rick il buono, lui gli da un'altra possibilità. E sarà anche l'ultima. Shane non può assolutamente permettere che una di queste possibilità metta in pericolo la sua famiglia. E sa benissimo che presto o tardi succederà. E se fosse proprio questo il caso? Il voler liberare questo maledetto prigioniero affinchè torni dal nemico a renderlo più forte?
La democrazia, che idiozia. Il gruppo è debole, il gruppo non può prendere decisioni, se il gruppo fosse in grado non avrebbe bisogno di un leader. Ma tu gli hai voluto dare una scelta, come al solito, ed ha portato alla morte di Dale, non che importi, ma se fosse stato un altro? Bene, la scelta è stata ucciderlo, perché non lo fai? Eri un ottimo sceriffo Rick, ti ho sempre ammirato, ma quel mondo non c'è più amico mio, ora le regole sono cambiate. Il gruppo ha bisogno di un leader, ma non sei tu, Rick, mi dispiace, con tutto il bene che ti voglio, non sei tu. Il gruppo merità di più. Carl merita di più. Lori merita di più. Mio figlio meriterà di più....
Il mondo è cambiato, il mondo è sconvolto, il mondo non è più quello di prima.
Shane è probabilmente il personaggio che più di tutti ha afferrato al volo questo concetto, facendolo suo. Non che questo sia facile per lui, ma ci sono decisioni che vanno prese, non perché piacevoli bensì perché giuste. Non sarà piacevole per lui abbandonare in ospedale il suo fraterno amico, non sarà piacevole per lui farsi carico di quella che da sempre è stata la "sua" famiglia, Lori e Carl, proteggendoli e tenendoli al sicuro anche, perchè no, per riconoscenza verso l'amico che ormai non c'è più. Quest'ultimo "peso" però col tempo diventa via via sempre più piacevole, sino ad intrattenere una relazione con Lori e diventare la figura paterna per il piccolo Carl, privo di un padre. E non è un torto all'amico, perché lui non c'è più, Shane comprende ed accetta la situazione e, come in ogni sua scelta, sa guardare avanti. Ci sono altre persone con loro, altre persone che devono essere protette. E ancora una volta tocca a Shane, leader naturale e invocato dal gruppo stesso, e a lui non dispiace. Finchè non torna Rick.
Il suo mondo è cambiato, il suo mondo è sconvolto, il suo mondo non è più quello di prima.
Il senso di colpa per l'aver abbandonato il suo vecchio amico creduto morto, la perdita del ruolo di leader in favore di quest'ultimo del quale sembra anacronisticamente riconoscerne ancora l'autorità di quel mondo perduto, la perdita della donna amata, del figlio acquisito, della "sua" famiglia, sono macigni che si abbattono su Shane contemporaneamente, ma lui è un uomo forte e può sopportarne il peso. Ma per quanto? Inizialmente infatti Shane accetta di farsi da parte in favore di Rick, ma col passare del tempo, le scelte morali di quest'ultimo cominciano a stargli sempre più strette, il suo onore, i suoi valori, tutte belle cose che ha sempre apprezzato, ma prima. Ora non c'è più posto per questi e Rick sembra proprio non capirlo.
Il suo amore per Lori, mai sopito, lo costringe a fare ciò che Rick non sembra essere in grado di fare, difendere quella famiglia che gli ha strappato via. E' infatti Shane a doversene occupare mentre Rick sembra essere costantemente assente, sembra esserci per tutti meno che per coloro cui dovrebbe badare. Per loro c'è solo Shane. Ma dentro di lui il dualismo cresce e combatte, la fedeltà mai persa per Rick, l'amore mai perso per Lori, lui stesso non sa bene qual'è il suo ruolo sulla scacchiera, sa quale vorrebbe che fosse, sa quale dovrebbe essere ma sa anche che nessuno dei due corrisponde a quello che attualmente ha. E' proprio alla fine della prima stagione che Shane non riesce più a tenere sotto controllo il suo conflitto e, annebbiato dai fumi dell'alcol, va molto vicino allo stuprare Lori, convinto nel lecito intento di riprendersi tutto ciò che aveva, tutto ciò ch'era suo, tutto ciò che Rick gli ha portato via: tutto ciò per cui aveva ancora un senso vivere.
Nella seconda stagione il rapporto tra Shane e Lori, ovviamente, degenera, logorandolo ancor più. E nonostante le distanze che è costretto a prendere dalla "sua" famiglia, è ancora lui a doversene prendere carico, è ancora lui a doverli difendere, con Rick costantemente impegnato a difendere qualcun altro altrove. Non importa chi, non importa dove. E tutto questo non è affatto giusto. Ma Shane sopporta, e sopporta ancora. Sopporta l'ambiguità di Lori, sopporta l'estraneità dal gruppo, ignora totalmente Dale, insignificante, noioso fastidio. Sino al momento in cui il piccolo Carl viene ferito. E' l'inizio della fine. Questa volta lui non è riuscito a proteggerlo e guardate com'è finita. Servono delle cure e non sarà certo Rick a procurarsele, lo sa benissimo.
Deve pensarci ancora una volta lui. Non importa quanto possa essere pericoloso, non importa a quale rischio. Perché lui non è Rick, lui è Shane. La sua famiglia ha la priorità, la sua famiglia va protetta, a qualunque costo. Ed il costo in questo caso sarà una vita umana. Non ci pensa due volte Shane a sacrificare uno sconosciuto, tutti per lui sono sconosciuti, lui deve salvare Carl. Il rischio era che nessuno dei due sarebbe riuscito a tornare alla fattoria col prezioso carico, allora uno dei due deve sacrificarsi per permettere all'altro di farcela. Non è egoismo, non è cattiveria: è semplicemente logica. Sa già che qualcuno lo chiamerà omicidio a sangue freddo, e sa anche chi, ma il mondo non è più un bel posto dove vivere, dannazione!
Uccidere Otis avrebbe permesso a Shane e Carl di vivere, lasciarlo vivo avrebbe portato alla morte di tutti e tre. Cos'è meglio, un morto o tre? La risposta è facile per cui non siate ipocriti e lasciate che Shane faccia ciò di cui voi non avreste il coraggio, lasciate che sia Shane a portare il peso delle scelte giuste, lasciate che sia Shane a pagarne il prezzo. Lasciate che sia Shane ad uccidere Otis, lasciate che sia Shane il vostro leader.
Non è più il momento dei perbenisti e non è il tempo dei benpensanti. E' ora di fare le cose come vanno fatte. Consideratemi cattivo, consideratemi una minaccia, finché lo farete vuol dire che sarete ancora vivi per poterlo fare. Il fienile pieno di Zombie è una minaccia, nessuno di voi ha il coraggio di dirlo? Però nessuno di voi riesce a dormire con entrambi gli occhi chiusi... Lasciate che sia Shane a pensarci per voi, come ha sempre fatto. Portare qui una persona che ha cercato di ucciderti, caro Rick, è l'ultima goccia. Va ucciso e lo sai benissimo, è solo che ti manca il coraggio di farlo. Vuoi lasciarlo andare via... Non posso permettertelo, mi dispiace. Mi costringi ad uccidervi entrambi... Ma disgraziatamente il colpo di stato fallisce.
Rick da un'altra possibilità a Shane, l'ennesima. E non è forse questa la prova della sua debolezza? Se Shane era un pericolo, andava eliminato, e le occasioni non gli sono mancate. Ma lui no, lui è Rick il buono, lui gli da un'altra possibilità. E sarà anche l'ultima. Shane non può assolutamente permettere che una di queste possibilità metta in pericolo la sua famiglia. E sa benissimo che presto o tardi succederà. E se fosse proprio questo il caso? Il voler liberare questo maledetto prigioniero affinchè torni dal nemico a renderlo più forte?
La democrazia, che idiozia. Il gruppo è debole, il gruppo non può prendere decisioni, se il gruppo fosse in grado non avrebbe bisogno di un leader. Ma tu gli hai voluto dare una scelta, come al solito, ed ha portato alla morte di Dale, non che importi, ma se fosse stato un altro? Bene, la scelta è stata ucciderlo, perché non lo fai? Eri un ottimo sceriffo Rick, ti ho sempre ammirato, ma quel mondo non c'è più amico mio, ora le regole sono cambiate. Il gruppo ha bisogno di un leader, ma non sei tu, Rick, mi dispiace, con tutto il bene che ti voglio, non sei tu. Il gruppo merità di più. Carl merita di più. Lori merita di più. Mio figlio meriterà di più....
"La scelta giusta è quella che ci fa restare vivi..."