Ma gli Zombie esistono nella realtà? Per avere una risposta sensata e definitiva a questa imprescindibile domanda e per sapere di che si occuperà la nuova rubrica "Zombie Roots: miti e origini" basta un piccolo salto.
Certo che esistono! Ma forse la domanda più importante è: In che senso gli Zombie esistono?
Per rispondere a questa domanda assumeremo il punto di vista della memetica. Cos'è un meme?
Nel libro Il Gene Egoista, il noto etologo e divulgatore scientifico britannico Richard Dawkins definisce il meme "una riconoscibile entità di informazione relativa alla cultura umana che è replicabile da una mente o un supporto simbolico di memoria, per esempio un libro, ad un'altra mente o supporto. In termini più specifici, un meme sarebbe "un'unità auto-propagantesi" di evoluzione culturale, analoga a ciò che il gene è per la genetica."
Quindi non solo gli Zombie esistono ma, nella migliore tradizione di questo blog, reclutano e si propagano utilizzando noi umani, in particolare le nostre menti, come mezzo di sostentamento e di riproduzione. Se no che Zombie sarebbero?
Lo stesso George Romero, nella prefazione al bellissimo Il libro dei Morti Viventi (qui la recensione), non scrive frasi del tipo "inventai gli Zombie", o "creai gli Zombie". Dice "vidi il mio primo cadavere ambulante...". Quanto basta per essere contagiato. Più avanti, sempre riferendosi ai "morti che decidono di alzarsi e camminare" e che "vanno in ogni dannatissimo posto in cui gli vada di andare", dice "li riprendemmo per il cinema" ecco che il contagio si propaga! Il meme "Zombie" procede a cibarsi di cervello dopo cervello di vivente fino ad arrivare al nostro.
Zombie Roots: origini e miti, la rubrica che parte oggi e che sarà su questo blog ogni quindici giorni intende favorire il contagio e vuole chiedersi insieme a voi, perché gli Zombie si insediano così facilmente tra le nostre sinapsi attraverso film, libri, videogame, fumetti? A quale bisogno atavico degli umani risponde lo Zombie?
Per fare questo ci serviremo dell'antropologia, del folclore e della letteratura, con particolare attenzione a tutti quei miti che precedono la figura dello Zombie ma che hanno con esso caratteristiche in comune. Viaggeremo dalla Norvegia ad Haiti. Chiameremo in nostro aiuto Edgar Allan Poe e H.P. Lovecraft.
Per ora vi lasciamo con questo potente video di propagazione del meme, si tratta di uno speciale della trasmissione RAI Wonderland dedicato ai nostri amichetti verminosi. Buon contagio.
Nel caso ci fossero problemi a visualizzare il video, clicca qui.
Una ultima precisazione, chi scrive è un esperto mondiale di niente e un ricercatore curioso di tutto. Interpretazioni alternative di quanto proposto, suggerimenti, fonti, consigli sono quindi ben accetti e graditi.
Fra quindici giorni, invece parleremo di un demone mitologico norvegese, il Draugr.
Certo che esistono! Ma forse la domanda più importante è: In che senso gli Zombie esistono?
Per rispondere a questa domanda assumeremo il punto di vista della memetica. Cos'è un meme?
Nel libro Il Gene Egoista, il noto etologo e divulgatore scientifico britannico Richard Dawkins definisce il meme "una riconoscibile entità di informazione relativa alla cultura umana che è replicabile da una mente o un supporto simbolico di memoria, per esempio un libro, ad un'altra mente o supporto. In termini più specifici, un meme sarebbe "un'unità auto-propagantesi" di evoluzione culturale, analoga a ciò che il gene è per la genetica."
Quindi non solo gli Zombie esistono ma, nella migliore tradizione di questo blog, reclutano e si propagano utilizzando noi umani, in particolare le nostre menti, come mezzo di sostentamento e di riproduzione. Se no che Zombie sarebbero?
Lo stesso George Romero, nella prefazione al bellissimo Il libro dei Morti Viventi (qui la recensione), non scrive frasi del tipo "inventai gli Zombie", o "creai gli Zombie". Dice "vidi il mio primo cadavere ambulante...". Quanto basta per essere contagiato. Più avanti, sempre riferendosi ai "morti che decidono di alzarsi e camminare" e che "vanno in ogni dannatissimo posto in cui gli vada di andare", dice "li riprendemmo per il cinema" ecco che il contagio si propaga! Il meme "Zombie" procede a cibarsi di cervello dopo cervello di vivente fino ad arrivare al nostro.
Zombie Roots: origini e miti, la rubrica che parte oggi e che sarà su questo blog ogni quindici giorni intende favorire il contagio e vuole chiedersi insieme a voi, perché gli Zombie si insediano così facilmente tra le nostre sinapsi attraverso film, libri, videogame, fumetti? A quale bisogno atavico degli umani risponde lo Zombie?
Per fare questo ci serviremo dell'antropologia, del folclore e della letteratura, con particolare attenzione a tutti quei miti che precedono la figura dello Zombie ma che hanno con esso caratteristiche in comune. Viaggeremo dalla Norvegia ad Haiti. Chiameremo in nostro aiuto Edgar Allan Poe e H.P. Lovecraft.
Per ora vi lasciamo con questo potente video di propagazione del meme, si tratta di uno speciale della trasmissione RAI Wonderland dedicato ai nostri amichetti verminosi. Buon contagio.
Nel caso ci fossero problemi a visualizzare il video, clicca qui.
Una ultima precisazione, chi scrive è un esperto mondiale di niente e un ricercatore curioso di tutto. Interpretazioni alternative di quanto proposto, suggerimenti, fonti, consigli sono quindi ben accetti e graditi.
Fra quindici giorni, invece parleremo di un demone mitologico norvegese, il Draugr.