"Quando non ci sarà più posto all'inferno, i morti cammineranno sulla terra." Cosa c'entra la famosa citazione di Dawn of the dead di George Romero con i Vikinghi? Chi non salta, diventa Draugr!
Nella mitologia norrena (Scandinavia più Islanda), quella narrata nelle saghe, il problema della sovrappopolazione dell'inferno è tenuto in una notevole considerazione. A tenere separato il regno di Hel (la dea degli inferi) da quello dei vivi ci sono muri molto alti e cancelli parecchio forti. Ma non tutti i morti muoiono definitivamente. Per questo chi seppellisce i trapassati deve operare i giusti accorgimenti rituali e, con "le buone o le cattive", cercare di spedire il defunto definitivamente all'inferno per impedirgli di tornare indietro a terrorizzare e ad aggredire chiunque gli capiti a tiro.
Le buone consistono nel seppellire, insieme al cadavere, cibo, acqua e generi di conforto che aiutino la trasmigrazione dell'anima nella dimora dei defunti. A questo proposito vengono inserite nella tomba delle scarpe rituali, le Helskòr (le scarpe di Hel) che servono al sepolto per affrontare le asperità del terreno che lo separa dal regno di Hel.
Se scarpe, cibo e oggetti di conforto nella tomba non dovessero bastare all'estinto per placare la nostalgia ed il desiderio di ritorno in questo mondo, allora si passa a vie di fatto un po' più spicce. Tipo staccare la testa al morto e mettergliela all'altezza delle cosce, infilargli dei grossi aghi nei piedi per impedirgli di tornare a camminare oppure conficcagli un palo nel corpo per impedire allo stesso di rianimarsi ed andarsene in giro a gettar scompiglio.
Nonostante ciò, alcune salme, quelle veramente ostinate, escono fuori dalle loro tombe e se ne vanno in giro a fare carne di porco dei viventi.
A partire dall' ottavo secolo si diffonde il mito dei non morti tra i Vichinghi.
Si tratta dei Draugr o Draug o Draugen (fantasma), anche conosciuti come Aprtrgang (che cammina di nuovo), abitatori dei tumuli, che si manifestano accompagnati dal fetore di decomposizione, dotati di forza sovraumana e di poteri quali quello di ingrandirsi e schiacciare o divorare le proprie vittime, capaci di combattere con o senza armi.
Spesso i Draugr sono stati in vita dei malvagi. La cui cattiveria non si è esaurita con l'ultimo respiro e quindi tornano a tormentare i vivi.
Ma a volte, come nella migliore tradizione degli Zombie moderni, la forza rianimante viene dai vivi o addirittura dagli dei. Per esempio i vivi possono evocare un morto e inviarlo a danneggiare qualcuno. Lo stesso Odino sembra si diverta a risvegliare trapassati e a schierarli come soldatini, oppure ad interrogarli, nel caso custodiscano dei segreti. Il problema del ritorno dei morti per evocazione dei vivi doveva essere parecchio sentito nel medioevo in Norvegia, visto che le leggi del Gulaþing (in periodo cristiano e quindi successivo di almeno due secoli al mito del Draugr) fanno espresso divieto (ai vivi) di far tornare gli spiriti dalle tombe.
Qualora doveste incontrare un Draugr sappiate che ferirlo o colpirlo serve a poco, in questo è molto simile al suo pronipote dei tempi nostri. E' necessario mozzargli la testa, arderlo o ricacciarlo nella sua tomba. Questo non è alla portata di tutti, servono forza, coraggio e una certa propensione alle gesta eroiche. Una volta sconfitto il mostro non è detto che la storia finisca li, si, perchè il morto vivente può lanciare terribili anatemi contro il suo avversario. E' il caso di Grettir, protagonista della Grettis saga, che dopo avere sconfitto un Draugr viene maledetto da questo e passerà una vita d'inferno (scusate il gioco di parole) tra una sfortuna e l'altra.
In tempi più recenti (siamo nell'800) grazie ai racconti di Jonas Lie e Regine Nordmann ed ai dipinti di Theodor Kittelsen i Draugr vengono associati al mare in quanto spiriti di marinai morti in navigazione. In tempi recentissimi sono stati evocati all'interno dei videogiochi The Elder Scroll V: Skyrim e The Elder Scroll III: Morrowind.
Non è possibile, nel respiro di un post, essere esaustivi su una figura mitologica così importante. L'invito, a tutti coloro che sono interessati ad approfondire, è a leggere quelle saghe in cui questo revenant compare. Tra le altre segnaliamo quella di Egill il monco e la Grettis saga (online in Inglese).
Beh a questo punto, cari lettori e care lettrici la parola a voi. Conoscete i Draugr? Li avete letti nelle saghe, incontrati nei videogiochi o nei vostri incubi? Raccontatelo nei commenti. Come al solito ogni approfondimento e informazione ulteriore sono graditi. Zombie Roots vi saluta e vi da appuntamento fra 15 giorni. Prossimo argomento: L'epopea di Gilgamesh.
Riferimenti bibliografici:
Draugr con sfondo di nave Vichinga
Nella mitologia norrena (Scandinavia più Islanda), quella narrata nelle saghe, il problema della sovrappopolazione dell'inferno è tenuto in una notevole considerazione. A tenere separato il regno di Hel (la dea degli inferi) da quello dei vivi ci sono muri molto alti e cancelli parecchio forti. Ma non tutti i morti muoiono definitivamente. Per questo chi seppellisce i trapassati deve operare i giusti accorgimenti rituali e, con "le buone o le cattive", cercare di spedire il defunto definitivamente all'inferno per impedirgli di tornare indietro a terrorizzare e ad aggredire chiunque gli capiti a tiro.
Le buone consistono nel seppellire, insieme al cadavere, cibo, acqua e generi di conforto che aiutino la trasmigrazione dell'anima nella dimora dei defunti. A questo proposito vengono inserite nella tomba delle scarpe rituali, le Helskòr (le scarpe di Hel) che servono al sepolto per affrontare le asperità del terreno che lo separa dal regno di Hel.
Se scarpe, cibo e oggetti di conforto nella tomba non dovessero bastare all'estinto per placare la nostalgia ed il desiderio di ritorno in questo mondo, allora si passa a vie di fatto un po' più spicce. Tipo staccare la testa al morto e mettergliela all'altezza delle cosce, infilargli dei grossi aghi nei piedi per impedirgli di tornare a camminare oppure conficcagli un palo nel corpo per impedire allo stesso di rianimarsi ed andarsene in giro a gettar scompiglio.
Nonostante ciò, alcune salme, quelle veramente ostinate, escono fuori dalle loro tombe e se ne vanno in giro a fare carne di porco dei viventi.
A partire dall' ottavo secolo si diffonde il mito dei non morti tra i Vichinghi.
Si tratta dei Draugr o Draug o Draugen (fantasma), anche conosciuti come Aprtrgang (che cammina di nuovo), abitatori dei tumuli, che si manifestano accompagnati dal fetore di decomposizione, dotati di forza sovraumana e di poteri quali quello di ingrandirsi e schiacciare o divorare le proprie vittime, capaci di combattere con o senza armi.
Spesso i Draugr sono stati in vita dei malvagi. La cui cattiveria non si è esaurita con l'ultimo respiro e quindi tornano a tormentare i vivi.
Ma a volte, come nella migliore tradizione degli Zombie moderni, la forza rianimante viene dai vivi o addirittura dagli dei. Per esempio i vivi possono evocare un morto e inviarlo a danneggiare qualcuno. Lo stesso Odino sembra si diverta a risvegliare trapassati e a schierarli come soldatini, oppure ad interrogarli, nel caso custodiscano dei segreti. Il problema del ritorno dei morti per evocazione dei vivi doveva essere parecchio sentito nel medioevo in Norvegia, visto che le leggi del Gulaþing (in periodo cristiano e quindi successivo di almeno due secoli al mito del Draugr) fanno espresso divieto (ai vivi) di far tornare gli spiriti dalle tombe.
Qualora doveste incontrare un Draugr sappiate che ferirlo o colpirlo serve a poco, in questo è molto simile al suo pronipote dei tempi nostri. E' necessario mozzargli la testa, arderlo o ricacciarlo nella sua tomba. Questo non è alla portata di tutti, servono forza, coraggio e una certa propensione alle gesta eroiche. Una volta sconfitto il mostro non è detto che la storia finisca li, si, perchè il morto vivente può lanciare terribili anatemi contro il suo avversario. E' il caso di Grettir, protagonista della Grettis saga, che dopo avere sconfitto un Draugr viene maledetto da questo e passerà una vita d'inferno (scusate il gioco di parole) tra una sfortuna e l'altra.
In tempi più recenti (siamo nell'800) grazie ai racconti di Jonas Lie e Regine Nordmann ed ai dipinti di Theodor Kittelsen i Draugr vengono associati al mare in quanto spiriti di marinai morti in navigazione. In tempi recentissimi sono stati evocati all'interno dei videogiochi The Elder Scroll V: Skyrim e The Elder Scroll III: Morrowind.
Non è possibile, nel respiro di un post, essere esaustivi su una figura mitologica così importante. L'invito, a tutti coloro che sono interessati ad approfondire, è a leggere quelle saghe in cui questo revenant compare. Tra le altre segnaliamo quella di Egill il monco e la Grettis saga (online in Inglese).
Beh a questo punto, cari lettori e care lettrici la parola a voi. Conoscete i Draugr? Li avete letti nelle saghe, incontrati nei videogiochi o nei vostri incubi? Raccontatelo nei commenti. Come al solito ogni approfondimento e informazione ulteriore sono graditi. Zombie Roots vi saluta e vi da appuntamento fra 15 giorni. Prossimo argomento: L'epopea di Gilgamesh.
Riferimenti bibliografici:
Gianna Chiesa Isnardi, I miti Nordici, 2008 LonganesiRiferimenti web:
a cura di A.M. Barillari, Immagini dell'aldilà, 1998 Meltemi
Unsolved mistery in the world
mythicalcreatureslist
elderscrolls
Zombology