Scandinavia, terra che aveva già dimostrato di saperci fare col mistero grazie allo splendido Lasciami Entrare, storia d’amore di una vampira molto teen. Questa volta i fiordi norvegesi si macchiano invece di sangue a litri e metri di intestini con Dead Snow, buon colpo del giovane Tommy Wirkola, già autore due anni fa di Kill Buljo, parodistico remake del tarantiniano Kill Bill. Per sapere cosa ne pensiamo, seguiteci dopo il salto per la recensione del film.
La trama di Dead Snow (Dod Sno) si affida all’usato sicuro. Il ‘colpo’ principale (l’unico?) del film sono le foto fatte circolare dagli uffici stampa sul web: vedere in azione Zombie tutto sommato decenti con indosso la più temibile delle divise fa sperare in un plot efficace pur da bassa macelleria.
Il canovaccio è estremamente semplice e con un senso di dejà vu esplicito tanto che gli attori stessi, nei primi minuti, ammettono citando Venerdì 13 che nei film dell’orrore il gruppetto di ragazzi come loro finisce per non spassarsela troppo. Gli stereotipi più classici ci sono tutti.
Cliché a valanga: il belloccio in attesa della sua compagna (già ridotta a carne da macello prima ancora di cominciare), lo studente di medicina che non sopporta la vista del sangue, l’idiota linguacciuto e il ciccione dalla battuta facile. E anche sul fronte femminile calma piatta: la naturalista, la romantica e la scream queen con poco cervello e molti acuti.
Si parte con il freno a mano tirato (mettetevi pure comodi perché nei primi quaranta minuti di azione non se ne parla), ma già dalle prime scene si capisce che la pellicola non si prende per niente sul serio. Fra riprese del tutto quotidiane di divertimento nella baita di montagna (birra e giochi di società), riprese da sit-com televisiva e l’immancabile vecchio scontroso che rivela leggende paurose, tutto fila via liscio. Troppo. Poi appaiono i nazi-Zombie. E da qui il film diventa un delirio di sangue.
Wirkola imbastisce un prodotto che si innesta sullo scheletro dell’horror classico, carica oltre l’inverosimile la pellicola di citazioni (l’idea base de La Casa del maestro Raimi, il protagonista che si taglia il braccio destro, l’assalto con la motosega, la scena dell’autoricucimento del collo, fino al leggendario capolavoro demenzial gore di Peter Jackson, Braindead, che appare sulla maglietta del ciccione della compagnia...).
Ma è dal punto di vista degli effetti speciali però che Dead Snow regge benissimo. Quando i nazi-Zombie abbandonano la guerriglia notturna e si mostrano in tutto lo splendore della battaglia su campo aperto, il film, letteralmente, esplode. Il tasso di emoglobina raggiunge livelli da macelleria equina, che sulla nitida e luminosa neve colpisce oltre il lecito.
Il trailer ufficiale di Dead Snow
A questo si aggiunga qualche ‘colpo’ personale di Wirkola, gustosamente originale (la soggettiva della ragazza che negli ultimi istanti di vita assiste al fiero pasto di se stessa da parte di un paio di zombi buongustai) e il film azzecca in pieno il suo obiettivo. Il finale resta aperto, come probabilmente la discussione fra chi lo celebrerà e chi lo stroncherà. Io lo promuovo, almeno per il coraggio di girare un horror di Zombie nazisti sui ghiacciai della Norvegia. Chapeau.
Simpatiche trovate, sane frattaglie e neve rosso sangue per la Norvegia
La trama di Dead Snow (Dod Sno) si affida all’usato sicuro. Il ‘colpo’ principale (l’unico?) del film sono le foto fatte circolare dagli uffici stampa sul web: vedere in azione Zombie tutto sommato decenti con indosso la più temibile delle divise fa sperare in un plot efficace pur da bassa macelleria.
Il canovaccio è estremamente semplice e con un senso di dejà vu esplicito tanto che gli attori stessi, nei primi minuti, ammettono citando Venerdì 13 che nei film dell’orrore il gruppetto di ragazzi come loro finisce per non spassarsela troppo. Gli stereotipi più classici ci sono tutti.
Cliché a valanga: il belloccio in attesa della sua compagna (già ridotta a carne da macello prima ancora di cominciare), lo studente di medicina che non sopporta la vista del sangue, l’idiota linguacciuto e il ciccione dalla battuta facile. E anche sul fronte femminile calma piatta: la naturalista, la romantica e la scream queen con poco cervello e molti acuti.
Si parte con il freno a mano tirato (mettetevi pure comodi perché nei primi quaranta minuti di azione non se ne parla), ma già dalle prime scene si capisce che la pellicola non si prende per niente sul serio. Fra riprese del tutto quotidiane di divertimento nella baita di montagna (birra e giochi di società), riprese da sit-com televisiva e l’immancabile vecchio scontroso che rivela leggende paurose, tutto fila via liscio. Troppo. Poi appaiono i nazi-Zombie. E da qui il film diventa un delirio di sangue.
La più temibile delle divise sugli eleganti Zombie di Wirkola: eins, zwei, die! |
Wirkola imbastisce un prodotto che si innesta sullo scheletro dell’horror classico, carica oltre l’inverosimile la pellicola di citazioni (l’idea base de La Casa del maestro Raimi, il protagonista che si taglia il braccio destro, l’assalto con la motosega, la scena dell’autoricucimento del collo, fino al leggendario capolavoro demenzial gore di Peter Jackson, Braindead, che appare sulla maglietta del ciccione della compagnia...).
Il comandante Herzog controlla il campo di battaglia. |
Ma è dal punto di vista degli effetti speciali però che Dead Snow regge benissimo. Quando i nazi-Zombie abbandonano la guerriglia notturna e si mostrano in tutto lo splendore della battaglia su campo aperto, il film, letteralmente, esplode. Il tasso di emoglobina raggiunge livelli da macelleria equina, che sulla nitida e luminosa neve colpisce oltre il lecito.
Il trailer ufficiale di Dead Snow
A questo si aggiunga qualche ‘colpo’ personale di Wirkola, gustosamente originale (la soggettiva della ragazza che negli ultimi istanti di vita assiste al fiero pasto di se stessa da parte di un paio di zombi buongustai) e il film azzecca in pieno il suo obiettivo. Il finale resta aperto, come probabilmente la discussione fra chi lo celebrerà e chi lo stroncherà. Io lo promuovo, almeno per il coraggio di girare un horror di Zombie nazisti sui ghiacciai della Norvegia. Chapeau.
Scheda del film:
Titolo originale: Død Snø Paese: Norvegia Anno: 2009 Regia: Tommy Wirkola Cast principale: Charlotte Frogner, Ørjan Gamst, Stig Frode Henriksen, Vegar Hoel, Jeppe Laursen Durata: 90 minuti Voto: 7/10 Classificazione Zombie: Tipologia: posseduti |