Pur con tutte le difficoltà di gestire un prodotto forse troppo ambizioso per quantità di stili e desideri di originalità, The Revenant si posiziona tra i più bizzarri film a tema Zombie degli ultimi tempi: da una parte declina infatti la classica iconografia del grande Romero, ma dall’altra si rifà a larghe mani alla commedia demenziale, con risultati a tratti spassosi (e comunque ugualmente splatter). Recensione, foto, trailer e commenti più ampi dopo il salto...
La trama: è il Medio Oriente odierno, fra truppe americane e una guerriglia latente. L’esercito statunitense pattuglia le strade sabbiose per monitorare la situazione nella regione coinvolta dal conflitto armato. Bart Gregory, giovane sergente, viene ucciso durante un conflitto a fuoco svoltosi in circostanze poco chiare con esseri altrettanto nebulosi. La sua salma tornerà negli Stati Uniti accolta con tutti gli onori militari, insieme al pianto del suo migliore amico e della fidanzata. Terminato il funerale, tutti i conoscenti provano a riprendere la loro vita nonostante la perdita, ma il progredire dei giorni verrà sconvolto dall’improvviso risveglio di Bart...
Certo, si tratta di un film di Zombie, ma c’è qualcosa di più. Rimuovendo le cattive esalazioni della putrefazione e i litri di sangue rappreso, ad essere raccontata è infatti la splendida storia di un’amicizia, di quelle che neanche la morte riesce a dissolvere. Joey si trova davanti l’amico neo-Zombie Bart, bisognoso d’aiuto e senza un posto dove andare, e dopo qualche attimo di comprensibile smarrimento lo accoglie con un abbraccio. Promettendo addirittura di dedicargli tutto il tempo che non era stato in grado di offrirgli quando era ancora in vita.
All’interno di questo canovaccio, di fatti singolari ne accadono un bel po’: Joey la sera stessa del funerale di Bart si occupa di confortare fra le coperte l’inconsolabile fidanzata del defunto (cosa che non metterà a repentaglio la loro amicizia, anzi…); Bart necessita di energie per evitare la decomposizione e quindi insieme a Joey inizia a uscire la notte per recuperare sangue fresco: dimenticheranno però di distruggere i corpi scatenando una reazione a catena che moltiplicherà il numero dei non-morti; decisi a non privare della vita gli innocenti, i due diventeranno vigilantes della notte sgominando (e dissanguando) bande di teppisti e criminali vari. Inoltre il risveglio del soldato, senza troppa spettacolarizzazione (dimenticate Romero e la sua Notte dei Morti Viventi):semplicemente, Bart si sveglia nella bara e ne esce come farebbe da un bar poco invitante, inzaccherato di terra e fango, con l’uniforme in disordine e il corpo in via di disfacimento organico. Non manca neppure il filo chirurgico con cui i becchini gli hanno sigillato le labbra e la grande cicatrice a ‘Y’ dell’autopsia chiusa con i punti.
Da ricordare il solito enorme mucchio di citazioni e atmosfere prese da altri film, ma non del tutto fuori posto: si riconoscono i vari Dead of Night di Bob Clark e The Return of The Living Dead di Dan O’Bannon, per non parlare del non troppo recente Shaun of the Dead di Edgar Wright.
Certo, non è l’originalissimo film di Zombie che ne cambierà la storia, ma si segue bene per l’intero paio d’ore e in genere si ride senza forzature. Forse il regista Prior sbaglia mettendo troppa carne al fuoco. E quando si tratta di gestire tutto il polpettone, mischiando horror, comicità da buddy-movie e tragedia, gli iniziano a tremare i polsi e perde alcune buone intuizioni: quando i due diventano vigilantes della notte iniziando a massacrare tutti i criminali dei bassifondi, Prior guadagna una certa dose di spettacolarità, ma lascia per strada i toni drammatici e la sensazione opprimente di disagio (dietro la maschera della commedia) ottenuta fino a quel momento. E così avanti fino al finale piuttosto aspro e penoso (ascoltate la canzone di chiusura: è splendida).
Scena da ricordare: la testa mozzata e zombificata dell’amico Joey viene recapitata all’indirizzo di Bart. Il sangue spruzza dalle vene del collo ma la testa è ancora viva, si muove e la bocca cerca di parlare, con scarsi risultati chiaramente. L’idea geniale di Bart è quella di appoggiare sulle corde vocali della testa decapitata un vibratore rosa shocking. Anche per questo, da vedere...
Scheda del film:
La locandina di The Revenant
La trama: è il Medio Oriente odierno, fra truppe americane e una guerriglia latente. L’esercito statunitense pattuglia le strade sabbiose per monitorare la situazione nella regione coinvolta dal conflitto armato. Bart Gregory, giovane sergente, viene ucciso durante un conflitto a fuoco svoltosi in circostanze poco chiare con esseri altrettanto nebulosi. La sua salma tornerà negli Stati Uniti accolta con tutti gli onori militari, insieme al pianto del suo migliore amico e della fidanzata. Terminato il funerale, tutti i conoscenti provano a riprendere la loro vita nonostante la perdita, ma il progredire dei giorni verrà sconvolto dall’improvviso risveglio di Bart...
Certo, si tratta di un film di Zombie, ma c’è qualcosa di più. Rimuovendo le cattive esalazioni della putrefazione e i litri di sangue rappreso, ad essere raccontata è infatti la splendida storia di un’amicizia, di quelle che neanche la morte riesce a dissolvere. Joey si trova davanti l’amico neo-Zombie Bart, bisognoso d’aiuto e senza un posto dove andare, e dopo qualche attimo di comprensibile smarrimento lo accoglie con un abbraccio. Promettendo addirittura di dedicargli tutto il tempo che non era stato in grado di offrirgli quando era ancora in vita.
I due protagonisti per le strade di Los Angeles: chi non vorrebbe un'amicizia così? |
Buon appetito, Bart! Cosa non si farebbe per un amico: la cena tradizionale gli resterà sullo stomaco... |
Certo, non è l’originalissimo film di Zombie che ne cambierà la storia, ma si segue bene per l’intero paio d’ore e in genere si ride senza forzature. Forse il regista Prior sbaglia mettendo troppa carne al fuoco. E quando si tratta di gestire tutto il polpettone, mischiando horror, comicità da buddy-movie e tragedia, gli iniziano a tremare i polsi e perde alcune buone intuizioni: quando i due diventano vigilantes della notte iniziando a massacrare tutti i criminali dei bassifondi, Prior guadagna una certa dose di spettacolarità, ma lascia per strada i toni drammatici e la sensazione opprimente di disagio (dietro la maschera della commedia) ottenuta fino a quel momento. E così avanti fino al finale piuttosto aspro e penoso (ascoltate la canzone di chiusura: è splendida).
Scena da ricordare: la testa mozzata e zombificata dell’amico Joey viene recapitata all’indirizzo di Bart. Il sangue spruzza dalle vene del collo ma la testa è ancora viva, si muove e la bocca cerca di parlare, con scarsi risultati chiaramente. L’idea geniale di Bart è quella di appoggiare sulle corde vocali della testa decapitata un vibratore rosa shocking. Anche per questo, da vedere...
Scheda del film:
Titolo originale: The Revenant Paese: Stati Uniti Anno: 2009 Regia: Kerry Prior Produttore: Don Dunn, Liam Finn Scenografia: Thomas William Hallbauer Cast principale: David Anders, Chris Wylde, Louise Griffiths, Jacy King Durata: 115 minuti Voto: 7,5/10 Classificazione Zombie: Tipologia: non-morti |