E' appena uscito l'ottavo volumetto dell'inconsueto seinen I Am A Hero, creato da Kengo Hanazawa ed edito da GP Publishing... che dire; numero dopo numero, pagina dopo pagina, questo manga cresce e stupisce sempre di più. E finalmente in I Am A Hero 8 vediamo il protagonista evolversi, come ci si aspettava, e molto altro ancora... tutte le info e un bel po' d'immagini dopo il salto.
Avevamo lasciato il nostro "eroe", Hideo, in compagnia di un gruppetto di survivor incontrati dopo una fuga, per vedere ora lui e gli altri darsela di nuovo a gambe. L'infezione degli ZQN è alle stelle. Nessuno è al sicuro. Il mondo non è più quello di qualche giorno prima. Selezione naturale; chi si adatta sopravvive, chi tentenna è fregato. E in questo numero Hideo smette di tremare (ma non il suo indice!), e si dà all'azione; se prima era la legge giapponese che gli impediva di sparare, adesso è la sua legge che lo obbliga a farlo. Fucile alla mano, Hideo dà prova di eroismo, per la prima volta in modo così chiaro.
Accelerano ritmo e azione in questo numero; Kengo Hanazawa sa come tenerci col fiato sospeso e non perde occasione di farlo, ripetutamente, passando da situazioni claustrofobiche a ritirate tattiche, passando per vari combattimenti all'ultimo sangue e dialoghi di un'umanità spiazzante. I personaggi, anche i minori, sono tutti reali, pure nei gesti più estremi, siamo ben lontani dai toni dell'americanata, infatti il concetto di eroe è costantemente in discussione, senza molle retorica (come scrisse Carver, "Niente trucchi da quattro soldi"). E non è un caso.
Hideo inizia ad aver un'idea precisa del suo concetto di eroe; non lo spaccone da fumetto-film che prima spara e poi pensa, ma un freddo calcolatore che si muove di conseguenza ai fatti. Era ora, dirà qualcuno, ma per me la transizione è stata molto più naturale così... Come sempre, in I Am A Hero tutto è calcolato alla perfezione, la trama viene tessuta con un intreccio elegante di avvenimenti, scambi d'informazioni, rapporti causa-effetto. Hanazawa si ri-conferma un geniaccio sia come autore che come disegnatore, e grazie al suo pazzo seinen riesce a parlare con una facilità invidiabile di temi tutt'altro che facili. Guardate cosa sa fare con quelle sue "manine sante" e della china.
In questo nuovo, ottimo, numero di I Am A Hero regna una cupa poesia, s'intravedono le mille facce della speranza, la difficoltà della consapevolezza e la facilità della rassegnazione. Il tutto espresso coi soliti dettagli raffinati di Hanazawa. Avete fatto caso a come Hideo rimpiazza il cappello col casco? a come "parla con se stesso" ma attraverso quel gioco che fa con le mani? o alla freddezza con cui poi spara, colpisce e ricarica? visto come lo ZQN tende la mano all'uccello che gli vola sopra? come lo ZQN ex-atleta chiede l'applauso del pubblico?
Se vi do queste informazioni-infezioni è appunto per incuriosirvi e contagiarvi un po', vedrete che I Am A Hero non vi deluderà per niente al mondo, è una perla, per cui se ancora siete indecisi (e ormai neanche Hideo lo è più) volate sul sito della GP, niente orecchie da mercante!
Avevamo lasciato il nostro "eroe", Hideo, in compagnia di un gruppetto di survivor incontrati dopo una fuga, per vedere ora lui e gli altri darsela di nuovo a gambe. L'infezione degli ZQN è alle stelle. Nessuno è al sicuro. Il mondo non è più quello di qualche giorno prima. Selezione naturale; chi si adatta sopravvive, chi tentenna è fregato. E in questo numero Hideo smette di tremare (ma non il suo indice!), e si dà all'azione; se prima era la legge giapponese che gli impediva di sparare, adesso è la sua legge che lo obbliga a farlo. Fucile alla mano, Hideo dà prova di eroismo, per la prima volta in modo così chiaro.
Accelerano ritmo e azione in questo numero; Kengo Hanazawa sa come tenerci col fiato sospeso e non perde occasione di farlo, ripetutamente, passando da situazioni claustrofobiche a ritirate tattiche, passando per vari combattimenti all'ultimo sangue e dialoghi di un'umanità spiazzante. I personaggi, anche i minori, sono tutti reali, pure nei gesti più estremi, siamo ben lontani dai toni dell'americanata, infatti il concetto di eroe è costantemente in discussione, senza molle retorica (come scrisse Carver, "Niente trucchi da quattro soldi"). E non è un caso.
Hideo inizia ad aver un'idea precisa del suo concetto di eroe; non lo spaccone da fumetto-film che prima spara e poi pensa, ma un freddo calcolatore che si muove di conseguenza ai fatti. Era ora, dirà qualcuno, ma per me la transizione è stata molto più naturale così... Come sempre, in I Am A Hero tutto è calcolato alla perfezione, la trama viene tessuta con un intreccio elegante di avvenimenti, scambi d'informazioni, rapporti causa-effetto. Hanazawa si ri-conferma un geniaccio sia come autore che come disegnatore, e grazie al suo pazzo seinen riesce a parlare con una facilità invidiabile di temi tutt'altro che facili. Guardate cosa sa fare con quelle sue "manine sante" e della china.
In questo nuovo, ottimo, numero di I Am A Hero regna una cupa poesia, s'intravedono le mille facce della speranza, la difficoltà della consapevolezza e la facilità della rassegnazione. Il tutto espresso coi soliti dettagli raffinati di Hanazawa. Avete fatto caso a come Hideo rimpiazza il cappello col casco? a come "parla con se stesso" ma attraverso quel gioco che fa con le mani? o alla freddezza con cui poi spara, colpisce e ricarica? visto come lo ZQN tende la mano all'uccello che gli vola sopra? come lo ZQN ex-atleta chiede l'applauso del pubblico?
Se vi do queste informazioni-infezioni è appunto per incuriosirvi e contagiarvi un po', vedrete che I Am A Hero non vi deluderà per niente al mondo, è una perla, per cui se ancora siete indecisi (e ormai neanche Hideo lo è più) volate sul sito della GP, niente orecchie da mercante!