Qualche volta, attraverso stile e talento, basta veramente poco per comunicare emozioni che riescano a toccarci nel profondo. Il video di questo splendido cortometraggio Zombie, dopo il salto.
Si rimane sorpresi talvolta, quando, come in questo caso, siamo di fronte ad un lavoro talmente semplice quanto bello. Come se ideologicamente solo le cose difficili o complicate possano essere superiori. Il cortometraggio di cui vi stiamo parlando si chiama appunto Cargo e riteniamo che prima di spendere qualsiasi altra parola in merito, lo dobbiate prima vedere.
E così in soli sette miseri minuti ci viene raccontata la tragica storia di una famiglia in fuga da un paese devastato dagli Zombie. E protagonista della vicenda è il padre di questa famiglia che, persa la moglie, è costretto ad ucciderla perché ormai zombificata.
Conscio che il suo destino sarà presto lo stesso, quest’uomo raccoglie la figlia infante di nome Rosie e si mette in viaggio. Di lui, ciò che colpisce è la consapevolezza dell’imminente fine e la caparbietà e determinazione con cui continua a cercare di dare un futuro alla bambina. Lo si vede in ogni suo gesto, nella sua idea di portare anche dopo la morte ciò che conta di più , quel prezioso carico.
Gli elementi classici del tema quali i punti sicuri (all'apparenza) sulla mappa, case abbandonate, e i gruppi di sopravvissuti sono presenti e vengono citati senza appesantire la visione. Gli Zombie sono una minaccia presente, anche se non visibile, e il terrore e la pesante disperazione si concentrano sull’infezione del padre e il futuro della figlia. Emozioni profonde che trafiggono senza alcun suono superfluo. Non vi è infatti praticamente una singola battuta in tutto il cortometraggio e le musiche sono ridotte all'essenziale.
Gli attori convincono e riescono a comunicare ciò che i personaggi provano in maniera reale e concreta anche in virtù di questo silenzio. I pareri sono ovviamente personali ma è veramente piacevole vedere che esistono prodotti di questo genere, capaci di dare tanto in così poco tempo.
E voi cosa ne pensate di Cargo?
Quando l’amore è speranza
Si rimane sorpresi talvolta, quando, come in questo caso, siamo di fronte ad un lavoro talmente semplice quanto bello. Come se ideologicamente solo le cose difficili o complicate possano essere superiori. Il cortometraggio di cui vi stiamo parlando si chiama appunto Cargo e riteniamo che prima di spendere qualsiasi altra parola in merito, lo dobbiate prima vedere.
Cargo dell’australiano Daniel Foeldes
E così in soli sette miseri minuti ci viene raccontata la tragica storia di una famiglia in fuga da un paese devastato dagli Zombie. E protagonista della vicenda è il padre di questa famiglia che, persa la moglie, è costretto ad ucciderla perché ormai zombificata.
Conscio che il suo destino sarà presto lo stesso, quest’uomo raccoglie la figlia infante di nome Rosie e si mette in viaggio. Di lui, ciò che colpisce è la consapevolezza dell’imminente fine e la caparbietà e determinazione con cui continua a cercare di dare un futuro alla bambina. Lo si vede in ogni suo gesto, nella sua idea di portare anche dopo la morte ciò che conta di più , quel prezioso carico.
Gli elementi classici del tema quali i punti sicuri (all'apparenza) sulla mappa, case abbandonate, e i gruppi di sopravvissuti sono presenti e vengono citati senza appesantire la visione. Gli Zombie sono una minaccia presente, anche se non visibile, e il terrore e la pesante disperazione si concentrano sull’infezione del padre e il futuro della figlia. Emozioni profonde che trafiggono senza alcun suono superfluo. Non vi è infatti praticamente una singola battuta in tutto il cortometraggio e le musiche sono ridotte all'essenziale.
Gli attori convincono e riescono a comunicare ciò che i personaggi provano in maniera reale e concreta anche in virtù di questo silenzio. I pareri sono ovviamente personali ma è veramente piacevole vedere che esistono prodotti di questo genere, capaci di dare tanto in così poco tempo.
E voi cosa ne pensate di Cargo?