Da oggi Multiplayer.it Edizioni inizia la distribuzione nel circuito delle librerie del romanzo Finché Zombie non ci separi, primo volume della serie Living with the Dead della scrittrice Jesse Petersen. Se volete sapere cosa ne pensiamo continuate a leggere.
Ultimamente quando leggo di "sentimenti" in una trama Zombie storco un po' il naso, quindi non posso nascondervi la cautela con cui mi sono avvicinato al volume "Finché Zombie non ci separi". Fortunatamente tutti i miei timori si sono dissolti man mano che proseguivo nella lettura!
Il romanzo narra le (dis)avventure di David e Sarah, una coppia in crisi che, con poca convinzione, cerca di salvare il salvabile grazie all'ausilio di una terapeuta; proprio recandosi ad un appuntamento con la consulente si ritrovano a sbattere a muso duro contro un outbreak fresco fresco! Riusciranno gli sposi a mettere da parte i dissapori per sopravvivere?
La storia, di cui non vi diremo nulla per non rovinare il piacere di un'eventuale lettura, è narrata dalla stessa Sarah con la semplicità di chi si ritrova, senza alcun addestramento particolare, in una situazione surreale come può essere quella di uno Zombie outbreak; ne risulta così una specie di guida "for dummies" che indica passo passo le varie situazioni in cui ci si potrebbe ritrovare! Utilissimi poi, in apertura di ogni capitolo, i divertenti consigli per far funzionare il rapporto di coppia durante un'emergenza Zombie!
La prima impressione è stata quella di ritrovarmi di fronte ad una sceneggiatura da sit-com horror: le frecciatine, i litigi ed i rinfacci anche nei momenti meno indicati (inutile negare, cose che toccano tutti), lo humor nero di fronte all'orrore sono tutte caratteristiche che rendono unica questa storia di sopravvivenza... sì perchè rimane pur sempre una Zombie novel, con i suoi momenti strazianti, gli addii improvvisi ed il pericolo sempre presente.
Venendo agli Zombie bisogna notare la caratterizzazione "particolare" [ATTENZIONE: questo paragrafo potrebbe contenere spoiler non graditi]: nella primissima fase del contagio conservano forti reminiscenze umane (cosa che li aiuta a mimetizzarsi riuscendo a mietere vittime ignare) a cui segue la repentina perdita di intelletto accompagnata da una necrosi galoppante, che ha come principale segno distintivo un umore nero che si sostituisce ai liquidi corporei. Rispetto ad uno Zombie romeriano questo sembra essere più forte ed inoltre reagisce con rabbia ai colpi quasi come se li sentisse ("Ruggì per il dolore mentre mi guardava con un'espressione infastidita" o "Gli infetti non sembravano sentire il dolore come noi. Era chiaro che si irritavano quando venivano feriti, ma continuavano a marciare imperterriti senza una gamba o un braccio"). Classica invece è la dieta di queste creature: carne umana!
Una nota negativa che non possiamo non segnalare è la silenziosità di questo outbreak: anche se l'idea di un mimetismo iniziale del morbo può aiutare a spiegare il rapido diffondersi del contagio di certo non pare credibile come la situazione narrata precipiti così velocemente senza presentarsi con i rumori tipici dell'Apocalisse (spari, sirene, incidenti, urla). E' vero che l'autrice spiega sin da subito questo "isolamento" dei protagonisti, ma la cosa pare troppo forzata... l'ambientazione è pur sempre Seattle mica un alpeggio!
Escluso questo neo (a cui si può aggiungere anche il fatto che, come nella più classica finzione hollywoodiana, le macchine possano falciare non-morti senza riportare danni gravi) pare più che azzeccata l'idea di sopravvissuti che, resisi subito conto della natura zombesca del nemico (spetta però a David il merito di aver subito provato a convincere la moglie della sua teoria non-morta), cercano di aiutarsi con quanto visto nei film horror per capire il nuovo mondo in cui si trovano a vivere, sperimentando ed imparando dai propri errori.
Conclusione: un libro piacevole che si legge velocemente, riuscendo ad appassionare alternando momenti divertenti ad episodi drammatici. Sconsigliato solo ai puristi in cerca di una narrazione rigorosamente realistica e/o di una guida definitiva alla sopravvivenza in caso di outbreak.
Ultimamente quando leggo di "sentimenti" in una trama Zombie storco un po' il naso, quindi non posso nascondervi la cautela con cui mi sono avvicinato al volume "Finché Zombie non ci separi". Fortunatamente tutti i miei timori si sono dissolti man mano che proseguivo nella lettura!
Il romanzo narra le (dis)avventure di David e Sarah, una coppia in crisi che, con poca convinzione, cerca di salvare il salvabile grazie all'ausilio di una terapeuta; proprio recandosi ad un appuntamento con la consulente si ritrovano a sbattere a muso duro contro un outbreak fresco fresco! Riusciranno gli sposi a mettere da parte i dissapori per sopravvivere?
La storia, di cui non vi diremo nulla per non rovinare il piacere di un'eventuale lettura, è narrata dalla stessa Sarah con la semplicità di chi si ritrova, senza alcun addestramento particolare, in una situazione surreale come può essere quella di uno Zombie outbreak; ne risulta così una specie di guida "for dummies" che indica passo passo le varie situazioni in cui ci si potrebbe ritrovare! Utilissimi poi, in apertura di ogni capitolo, i divertenti consigli per far funzionare il rapporto di coppia durante un'emergenza Zombie!
La prima impressione è stata quella di ritrovarmi di fronte ad una sceneggiatura da sit-com horror: le frecciatine, i litigi ed i rinfacci anche nei momenti meno indicati (inutile negare, cose che toccano tutti), lo humor nero di fronte all'orrore sono tutte caratteristiche che rendono unica questa storia di sopravvivenza... sì perchè rimane pur sempre una Zombie novel, con i suoi momenti strazianti, gli addii improvvisi ed il pericolo sempre presente.
Venendo agli Zombie bisogna notare la caratterizzazione "particolare" [ATTENZIONE: questo paragrafo potrebbe contenere spoiler non graditi]: nella primissima fase del contagio conservano forti reminiscenze umane (cosa che li aiuta a mimetizzarsi riuscendo a mietere vittime ignare) a cui segue la repentina perdita di intelletto accompagnata da una necrosi galoppante, che ha come principale segno distintivo un umore nero che si sostituisce ai liquidi corporei. Rispetto ad uno Zombie romeriano questo sembra essere più forte ed inoltre reagisce con rabbia ai colpi quasi come se li sentisse ("Ruggì per il dolore mentre mi guardava con un'espressione infastidita" o "Gli infetti non sembravano sentire il dolore come noi. Era chiaro che si irritavano quando venivano feriti, ma continuavano a marciare imperterriti senza una gamba o un braccio"). Classica invece è la dieta di queste creature: carne umana!
Una nota negativa che non possiamo non segnalare è la silenziosità di questo outbreak: anche se l'idea di un mimetismo iniziale del morbo può aiutare a spiegare il rapido diffondersi del contagio di certo non pare credibile come la situazione narrata precipiti così velocemente senza presentarsi con i rumori tipici dell'Apocalisse (spari, sirene, incidenti, urla). E' vero che l'autrice spiega sin da subito questo "isolamento" dei protagonisti, ma la cosa pare troppo forzata... l'ambientazione è pur sempre Seattle mica un alpeggio!
Escluso questo neo (a cui si può aggiungere anche il fatto che, come nella più classica finzione hollywoodiana, le macchine possano falciare non-morti senza riportare danni gravi) pare più che azzeccata l'idea di sopravvissuti che, resisi subito conto della natura zombesca del nemico (spetta però a David il merito di aver subito provato a convincere la moglie della sua teoria non-morta), cercano di aiutarsi con quanto visto nei film horror per capire il nuovo mondo in cui si trovano a vivere, sperimentando ed imparando dai propri errori.
Conclusione: un libro piacevole che si legge velocemente, riuscendo ad appassionare alternando momenti divertenti ad episodi drammatici. Sconsigliato solo ai puristi in cerca di una narrazione rigorosamente realistica e/o di una guida definitiva alla sopravvivenza in caso di outbreak.