Diario di guerra contro gli Zombie speditoci in formato e-pub (ma è rinvenibile anche in formato Kindle) è scritto da un Ufficiale dei Carabinieri in concedo che usa lo pseudonimo del Nicola Furia. Il libro narra di un’apocalisse Zombie dal punto di vista italiano ma in modo molto particolare. Se volete saperne di più seguiteci dopo il salto.
Diario di guerra contro gli Zombie narra di come un Colonnello dei Carabinieri di stanza a Rieti riesca, usando metodi all’apparenza poco ortodossi a resistere alla prima ondata di Zombie che sta colpendo tutto il mondo, a creare una “resistenza” e quindi a contrattaccare e creare un’Oasi di relativa sicurezza per i sopravvissuti a Rieti.
Il libro attingendo da diverse fonti (utilizza sia diari fatti in un blog dallo stesso protagonista, sia chat tra sopravvissuti e sia relazioni mediche e di investigazione fatte da subalterni del Colonnello Furia) risulta essere una raccolta di documenti realizzata da storici che ci tenevano a raccontare la reazione umana all’apocalisse al suo inizio. Sembra essere il primo libro di una serie e, vista la sua qualità , me lo auguro altamente.
Sapete benissimo che non amo i libri Zombie nostrani e che preferisco nettamente quelli anglosassoni, ma qui ci troviamo dinnanzi ad un’enorme qualità (e credetemi non è un’esagerazione).
Il libro si legge in pochissimo tempo tanto è scorrevole quanto avvincente. Una volta iniziato è impossibile smettere di leggerlo: lo scrittore usa un linguaggio chiaramente derivante dai suoi anni come Carabiniere, ma quando deve “parlare” da altri punti di vista si adegua benissimo al linguaggio del personaggio che sta “rappresentando” (per esempio il linguaggio tipico dei ragazzi che scrivono nelle chat).
La storia è avvincente e non ha mai punti di noia, ma proprio mai. E’ un continuo susseguirsi di vicende, anche sovrapposte una sull’altra (come succederebbe in una situazione di caos creata da un’apocalisse) ma soprattutto non esistono personaggi “buoni” o “cattivi” in senso assoluto: tutte le azioni vengono viste dal punto di vista del personaggio interessato, soprattutto il Colonnello Furia, che è il primo a criticare sé stesso per quello che ritiene corretto fare per salvare almeno Rieti (all’inizio) dall’apocalisse, per quanto inumano possa sembrare.
L’autore è chiaramente dalla parte di Furia ma lascia ampia libertà al lettore di decidere se ciò che viene fatto sia giusto o sbagliato. Può sembrare un’esagerazione ma il libro mi ha ricordato molto World War Z di Brooks ed i dubbi morali su quanto sia umano fare o non fare per la salvezza dell’umanità. Lo ricorda molto anche per la composizione dei vari “capitoli”, ma con caratteristiche proprio dell’autore che, ripeto, dimostra un’abilità altissima nel gestire la scrittura e gli eventi senza praticamente punti deboli. E’ anche una critica spietata contro l’attuale sistema politico italiano e la corruzione dilagante, anche negli alti vertici dei Carabinieri.
Diario di guerra contro gli Zombie è un libro consigliatissimo soprattutto per chi ha adorato WWZ di Brooks ed ama vedere lo svilupparsi di un’epidemia Zombie e la capacità o meno dell’umanità di opporvisi.
Diario di guerra contro gli Zombie narra di come un Colonnello dei Carabinieri di stanza a Rieti riesca, usando metodi all’apparenza poco ortodossi a resistere alla prima ondata di Zombie che sta colpendo tutto il mondo, a creare una “resistenza” e quindi a contrattaccare e creare un’Oasi di relativa sicurezza per i sopravvissuti a Rieti.
Il libro attingendo da diverse fonti (utilizza sia diari fatti in un blog dallo stesso protagonista, sia chat tra sopravvissuti e sia relazioni mediche e di investigazione fatte da subalterni del Colonnello Furia) risulta essere una raccolta di documenti realizzata da storici che ci tenevano a raccontare la reazione umana all’apocalisse al suo inizio. Sembra essere il primo libro di una serie e, vista la sua qualità , me lo auguro altamente.
Sapete benissimo che non amo i libri Zombie nostrani e che preferisco nettamente quelli anglosassoni, ma qui ci troviamo dinnanzi ad un’enorme qualità (e credetemi non è un’esagerazione).
Il libro si legge in pochissimo tempo tanto è scorrevole quanto avvincente. Una volta iniziato è impossibile smettere di leggerlo: lo scrittore usa un linguaggio chiaramente derivante dai suoi anni come Carabiniere, ma quando deve “parlare” da altri punti di vista si adegua benissimo al linguaggio del personaggio che sta “rappresentando” (per esempio il linguaggio tipico dei ragazzi che scrivono nelle chat).
La storia è avvincente e non ha mai punti di noia, ma proprio mai. E’ un continuo susseguirsi di vicende, anche sovrapposte una sull’altra (come succederebbe in una situazione di caos creata da un’apocalisse) ma soprattutto non esistono personaggi “buoni” o “cattivi” in senso assoluto: tutte le azioni vengono viste dal punto di vista del personaggio interessato, soprattutto il Colonnello Furia, che è il primo a criticare sé stesso per quello che ritiene corretto fare per salvare almeno Rieti (all’inizio) dall’apocalisse, per quanto inumano possa sembrare.
L’autore è chiaramente dalla parte di Furia ma lascia ampia libertà al lettore di decidere se ciò che viene fatto sia giusto o sbagliato. Può sembrare un’esagerazione ma il libro mi ha ricordato molto World War Z di Brooks ed i dubbi morali su quanto sia umano fare o non fare per la salvezza dell’umanità. Lo ricorda molto anche per la composizione dei vari “capitoli”, ma con caratteristiche proprio dell’autore che, ripeto, dimostra un’abilità altissima nel gestire la scrittura e gli eventi senza praticamente punti deboli. E’ anche una critica spietata contro l’attuale sistema politico italiano e la corruzione dilagante, anche negli alti vertici dei Carabinieri.
Diario di guerra contro gli Zombie è un libro consigliatissimo soprattutto per chi ha adorato WWZ di Brooks ed ama vedere lo svilupparsi di un’epidemia Zombie e la capacità o meno dell’umanità di opporvisi.