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28 ottobre 2013

Intervista a Massimo Spiga, autore di "Domani. Cronaca del contagio"

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Come vi abbiamo anticipato in sede di recensione esce oggi il volume Domani. Cronaca del contagio (Arkadia Editore, pagine 224, Euro 15,00). Abbiamo avuto occasione di rivolegre qualche domanda all'autore, Massimo Spiga, ma anche all'editore, se siete curiosi seguiteci dopo il salto.

Domani. Cronaca del contagio

Iniziamo con le domande poste a Massimo Spiga:

Allora Massimo, iniziamo con qualcosa di semplice: parlaci un po' di te e di cosa ti ha spinto a scrivere una Zombie novel.
In questi anni, mi sto dedicando ad una esplorazione sistematica della letteratura di genere. Oltre a Domani, ho scritto anche un fantasy e due libri di fantascienza, mentre in questi giorni sto lavorando ad un noir a sfondo storico. L'obiettivo è tuffarmi nelle strutture mitologiche pop create da tutti noi, esplorare le terre dell'immaginazione emerse da poco e compilare dei reportage su ciò che ho visto. La fantasia collettiva spiega la nostra condizione meglio della narrativa realistica.
Specificamente, ho deciso di scrivere un romanzo incentrato sugli Zombie per rispondere ad una domanda: perché questi putrefatti gentiluomini sono divenuti così popolari proprio in questo momento storico? La risposta articolata a questo quesito è Domani. Quella sintetica è che la narrativa Zombie attinge direttamente a quel genere di paure e tensioni morali che conseguono alla crisi economica. Il sentimento diffuso che il nostro modello di sviluppo sia arrivato ad un capolinea, l’insicurezza cronica, la degradazione personale (sia economica che morale), la paura del prossimo, la totale casualità con cui il disastro può colpire, la logica predatoria del capitalismo turboliberista: insomma, tutti i topoi della narrativa Zombie si possono ricollegare a quel che viviamo tutti i giorni. I revenant dell’800 o medievali non avevano nulla a che vedere con quelli attuali: erano caratterizzati da una temi teologici e moralistici che ora abbiamo (giustamente) lanciato fuori dalla finestra. Ora gli Zombie sono una diretta traduzione narrativa della teoria dei germi. Ma i germi siamo noi.

Si vocifera che "Domani, cronaca di un contagio" sia il primo volume di una serie. E' vero? Se "sì" nei successivi volumi (quanti previsti?) si troveranno alcune vecchie conoscenze o la storia sarà vista da altri personaggi?
Domani è stato scritto come un romanzo autoconclusivo e si regge con le sue sole gambe. Ha un principio, uno sviluppo ed una fine che riannoda tutti i fili narrativi rilevanti. Comunque, l’abbondanza di elementi narrativi messi sul piatto è stata studiata per consentire sviluppi futuri: almeno altri due volumi. Se i lettori acquisteranno il libro e lo apprezzeranno, potranno stare sicuri che verrà scritto un sequel in tempi brevissimi, perché il materiale di background è già pronto. Chiaramente, gli eventuali successivi episodi seguiranno le sventure dei due protagonisti e degli antagonisti. Considerando il tasso di mortalità di Domani, tuttavia, è certo che entreranno ed usciranno dalla scena palate di personaggi.

I tuoi Zombie non sono i classici romeriani, da cosa nasce la loro caratterizzazione?
Prima di tutto, ho sempre storto il naso davanti agli autori che tendono ad antropomorfizzare in maniera eccessiva le loro creature fantastiche. In una storia horror, la minaccia deve avere sempre una qualità di familiarità inquietante (ad esempio, nella Divina Commedia, Cerbero ha un volto umano) unita ad una massiccia dose di inconoscibile alterità. Come è stato detto, la paura dell’ignoto è la più antica e radicale tra quelle umane. Credo che, per ottenere questo risultato, si debba svolgere molto lavoro “dietro le quinte”, in modo che le parti visibili del mistero abbiano una loro coerenza, per quanto al lettore possa sembrare elusiva. Ho creato da zero i miei Zombie come una qualsiasi specie vivente, con le loro caratteristiche, ecosistema ed, in generale, una “ragion d’essere” che vada oltre e sia totalmente indipendente dalle esigenze narrative della specifica vicenda raccontata nel romanzo. Inoltre, uno degli spunti narrativi del libro proviene da un opera che nulla a che fare con gli Zombie, ovvero il film Il Rito. L’ho trovato così irritante ed oscurantista da suscitarmi il problema: «Se la premessa del film fosse vera (l’esistenza di genuini “indemoniati”), la società li gestirebbe in un modo completamente diverso. Avremmo una nostra Guantanamo in cui l’esercito li torturerebbe per estrar loro informazioni sull’aldilà, presumibilmente per fini economici». Da là, ho eliminato Satana dal quadro, perché è una nozione ridicola e strampalata, ed ho sviluppato, modificato e rielaborato i concetti, finché non sono giunto al fulcro degli Zombie di Domani.

Nel tuo romanzo la "minaccia non-morta" viene identificata quasi subito dai protagonisti. Puoi spiegarci tale scelta? Ti è venuta naturale o hai voluto evitare un cliché ormai poco credibile, ma a cui molti ancora ricorrono?
Sì, ho scelto di non perdere tempo ed evitare i cliché, ove possibile. Inoltre, il "primo contatto" avviene in maniera inequivocabilmente minacciosa per i protagonisti, i quali reagiscono ed esso nella maniera più sensata. Ho anche scelto di evitare qualsiasi riferimento alla parola "Zombie" o alla cultura pop su di essi all'interno del libro, per evitare fastidiosi riverberi postmoderni. I protagonisti si trovano di fronte ad un fenomeno di cui non comprendono né cause né conseguenze, ma non per questo infilano la testa nella bocca del leone soltanto per dare al lettore un brivido dozzinale.

In questo racconto non c'è un "eroe" come protagonista, a cosa si deve questa scelta?
Beh, il protagonista è un tizio qualunque, come vuole la tradizione horror. Il fatto che, poi, il tizio qualunque in questione si armi fino ai denti e muti in un eroe survivalista di estrema destra (esempio conosciuto ai più: il finale della seconda stagione del serial TV The Walking Dead) è uno stereotipo narrativo tipicamente americano. Noi europei abbiamo esperito sulla nostra pelle tragedie tali da non voler trattare in modo superficiale argomenti così pesanti, o almeno spero. Molti dei canoni del genere sono rovesciati, in Domani. Andrea Malerba si comporta nel modo più eroico che è consentito ad una persona con il suo background e, spesso, le sue azioni hanno conseguenze a lui totalmente imprevedibili e talvolta catastrofiche. È stato interessante esplorare come, in una situazione di totale emergenza ed ignoranza del quadro generale, la bontà o malvagità delle nostre azioni diventi sostanzialmente impossibile da determinare. Per questo, anche gli antagonisti della storia, comportandosi in modo conforme al loro personale senso etico e alle loro conoscenze, compiono delle scelte difficilmente inquadrabili come malvagie. A tutto questo, poi, si sovrappone una tematica cara agli scrittori di orrore cosmico, ovvero che le azioni ed i sentimenti ed i problemi dei singoli “eroi”, nel quadro generale della situazione, sono assolutamente irrilevanti ed ininfluenti.

Hai letto la nostra recensione, hai qualche riflessione da fare in merito? Magari qualcosa che abbiamo male interpretato o a cui non abbiamo dato il giusto peso.
È una lettura eccellente. In ogni caso, non mi permetterei mai di giudicare i giudici, ovvero i lettori.

Cosa ti ha spinto a scegliere la Bulgaria come ambientazione per il tuo libro?
La città di Belene esiste realmente e tutti i casini relativi a quell’area inclusi nel libro (salvo quelli impossibili) sono realmente accaduti. Ne sono venuto a conoscenza attraverso un suggerimento della mia compagna: mi ha indicato un documentario chiamato The Mosquito Problem, diretto da Andrey Paunov. Dopo averlo visto, ed aver riscontrato tutti i problemi che affliggono gli abitanti di Belene, mi sono detto: «Sai cosa ci starebbe bene qui? ZOMBIE». In quel paesello nell’est europeo si intrecciano sfasci ambientali, tragedie lavorative, militari e storiche in maniera così fitta da renderlo allegorico ed universale in modo assolutamente spontaneo. Inoltre, l’ho scelto perché molte delle stesse problematiche affliggono anche la mia regione d’appartenenza, la Sardegna. Salvo gli Zombie. Ma è solo una questione di tempo.

Indipendentemente dal tuo romanzo: Zombie lenti o veloci?
Gli Zombie vanno esattamente alla velocità richiesta dalla trama. È uno dei miracoli di madre natura.

Qual è il tuo film Zombie preferito e perché?
La mia cultura Zombie in ambito cinematografico non è molto ampia. Ho visto alcuni dei classici e, da adolescente, una pila alta cento metri di horror anni ’80, ma il mio immaginario in materia è scolpito soprattutto dalla letteratura, i videogiochi, i fumetti ed i giochi di ruolo. Quand’ero un ragazzo e facevo il master, i miei giocatori hanno falciato o evocato migliaia di Zombie in RPG fantasy, horror e supereroistici, principalmente D&D e GURPS. Credo che un necromante li usasse anche come elettrodomestici. Ho letto racconti di revenant della vecchia scuola, da Poe a Lovecraft e tutta la scena letteraria a lui circostante. Il morto vivente più profondo della storia del videogioco è senza dubbio il protagonista di Planescape: Torment, ai cui autori darei un Nobel. Ho iniziato a leggere il fumetto The Walking Dead quando lo conoscevamo solo io, Kirkman e suo cugino. Se devo citare un paio di film che mi sono rimasti impressi, direi Zeder di Avati e Shaun of the Dead di Wright. 28 Days Later di Boyle ha molto influenzato lo stile delle scene d’azione di Domani.


Ed ora proseguiamo con le risposte date ad alcuni nostri quesiti dalla Arkadia Editore:

Cosa vi ha colpito di questa storia Zombie tanto da spingervi a pubblicarla?
L'opera di Massimo Spiga ci ha colpito soprattutto per l'originalità della trama e per quegli spunti innovativi che sono stati ben incardinati nella narrazione. Non è facile trovare qualcosa di nuovo nel filone "Zombie", in realtà pare che tutto - o quasi - sia stato detto. Non volevamo però qualcosa di assurdo o di troppo fuori contesto, pertanto la storia che abbiamo letto ci ha subito emozionato e fatto comprendere quali potessero essere le sue potenzialità.

Rischi e benefici della Zombie-mania per un editore?
I rischi insiti nel seguire la Zombie-mania sono altissimi. Personalmente, essendo un patito del genere, ho letto quasi tutto quello che c'è in giro (in inglese, in spagnolo, in francese, in italiano), ma testi che mi abbiamo veramente esaltato ce ne sono pochi. Ancor meno di autori italiani, che forse, perlopiù, considerano questo genere di serie B. Quello che ci interessa come editori è proporre storie accattivanti, dove si respiri il clima "apocalittico", la consunzione delle strutture sociali e il lento ma inesorabile scivolare verso un disastro che porti l'umanità a confrontarsi con un pericolo mai corso prima. Ci interessa anche che il lettore abbia per le mani un testo che riesca a dare spessore non solo all'azione, ma anche e soprattutto ai protagonisti, diventando credibile e coinvolgente.

A parte i seguiti di Domani, che speriamo sinceramente di poter leggere, avete in progetto altre uscite a tema Zombie?
Domani è un banco di prova. Ci cimentiamo per la prima volta in una novella Zombie. Speriamo di aver fatto un buon lavoro e che i lettori premino il coraggio. Sicuramente abbiamo intenzione di portare avanti la collana con i sequel del primo romanzo, ma stiamo anche valutando diverse opzioni per proporre altri autori. Noi ci crediamo, e ci auguriamo che il pubblico possa dare seguito a questo nostro sogno...

SpleenLady

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Richard_Targaryen

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DarkSchneider

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Zombie Hunter

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Grimwolf

name[Grimwolf] image[https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQSoZ5MylXoz4BluNYy31S_9ngmayueyWLkuHus2-tvaj70TKNGs288M1swolwMavrzzcbMKYeWvj3zQwGzareJipdyqjnAKg_birxyCQXOu4u9KLAAQq6tsp2EdrTbmnO-l5m06540f6Z/s113/tumblr_lwz9qvASf21r1tij7o1_500.jpg] description[Arruolato nelle file di ZKB, è solito rimanere nella sua isolata tana, da cui si connette famelicamente alla rete alla ricerca di informazioni sulla prossima infezione Zombi. Tra un ululato e l'altro adora perdersi nei videogiochi, nel mondo militare e nella consapevolezza che solo nella morte si cela la conoscenza finale. Nel mentre, come da ordini, falcia le orde non-morte a suon di morsi, news e mitragliatrici pesanti.]

jackson1966

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Alessia Gasparella

name[Alessia Gasparella] image[https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEga4q94pFjepkWZdKSCP7H_8uGELs3M2bYllDuaD0oUpEyY2Cn3flGvqOAewllLI8n1MxKiY5YmeJcEqJ3maY8juoOqgUroGOrz0kicQzm_BAgLPWkWZpTSSBRFvrv9L_5WGc_xfKooCcJg/s151/bbd.jpg] description[Ha iniziato a collaborare con Zombie KB per continuare a nutrire il suo smisurato amore per i cari, vecchi, morti viventi e diffondere il verbo a più persone possibili. La sua missione principale è quella di far conoscere i film Zombie che più ha amato, raccolti nella rubrica Zombie D'Essai, e convincere il mondo che sono delle perle! Oltre ai lungometraggi, ama parlare dei corti che spesso hanno bisogno di una mano per essere diffusi.]

ZomBitch!

name[ZomBitch!] image[https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYY9T4xMZe98rBdNfusZhjs3gw-TNMSQAHJoecFXJwrZZX7shHcbECfVXr7MeaSRkLlisIZBey_mgK2Tx2LXo3LzWs19se9fQ_PLOWCsbXBOoUBm2HqkF1cEFFoEpVPVavtVblz-Ip7KU/s151/dr.rockso.jpg] description[Colorito da Zombie, occhiaie da Zombie, si nutre di libri, fumetti, film-serie, musica, graphic e street-art senza sosta, come uno Zombie. Gli piacciono le robe creative, diverse, le robe da matti, il noir e lo humor nero. Lavora come copywriter e giornalista-editor, ma scrive su Zombie KB per infettare più vergini possibili con quest'implacabile Z-addiction...il suo motto? Fate piano con Zombie KB: there's no hope!]