Chi ha letto World War Z non può non averlo amato. Max Brooks ci ha regalato uno scenario innovativo ma allo stesso tempo estremamente fedele alle atmosfere classiche. Se volete sapere cosa pensa del film che ne è stato tratto e cosa ha in mente per il futuro lo scoprirete dopo il salto...
Leggendo cosa ha da dire Max Brooks riguardo la trasposizione cinematografica del suo World War Z ci siamo stupiti nell'apprendere che non si sente affatto leso nella sua dignità di scrittore. E’ innegabile che la trama del film è anni luce distante dalle premesse e dagli eventi narrati nel libro. La morfologia stessa degli Zombie descritti sulla carta, impeccabilmente classici e affamati, è stata modificata per dare vita (o morte, se preferite) a esseri che ricordano solo lontanamente uno Zombie romeriano.
Peraltro nel film lo stato fisiologico delle creature non viene per niente analizzato al contrario del libro dove invece se ne conosce ogni proprietà fisica. Ad ogni modo il nostro caro Max afferma che proprio per questa distanza che si è creata tra le due storie non è riuscito a guardare il film con lo spirito critico dell’autore della trama originale ma bensì come uno spettatore comune che si lasciava trascinare in una storia dal tema a lui caro. Mah.
Per fortuna la penna di Brooks non si è comunque arrestata ed ha dato vita ad una serie a fumetti dal titolo Extinction Parade, distribuita dalla Avatar Press, disegnata da Raulo Caceres.
L’ambientazione è ancora una volta lo scenario Zombie post-apocalittico ma questa volta nella mischia vengono gettati anche i vampiri. Sì, avete capito bene, proprio loro. Alle accuse di voler cavalcare l’onda del successo di queste creature Max risponde dicendo che il suo approccio è invece basato sulla curiosità di immaginarle in un nuovo rapporto di forze in cui i vampiri sono costretti come tutte le prede ad attrezzarsi sia per sfamarsi in un mondo dove gli umani scarseggiano sia per non diventare cibo per Zombie. La storia è ambientata in maniera inaspettata in Malesia e vede come protagoniste due sorelle del posto. I primi numeri del fumetto ci raccontano proprio il passaggio dalla condizione di specie dominante e agiata, seppur costretta a nascondersi, a quella di carnefici impuniti in una società ormai sgretolata, fino alla drammatica consapevolezza di rimanere presto senza cibo.
Pare che lo sviluppo della storia, dapprima in formato di storia breve, sia stato ispirato da un episodio di “Deadliest Warrior” (ndr programma televisivo americano che mette a confronto guerrieri antichi e moderni confrontandoli in termini di pericolosità e spietatezza). Per le illustrazioni invece si è ricorso addirittura alle immagini satellitari delle location onde evitare spiacevoli errori geografici.
Stando sempre a quanto dichiarato da Brooks i suoi vampiri non hanno nulla a che vedere con gli aristocratici fotomodelli di Twilight, ma si ispirano piuttosto alla figura parassitaria di pigri succhia-sangue, stile Dracula di celluloide anni ’70. Nell'immaginario dell'autore i vampiri sono belli e sexy ma essenzialmente restii ad adattarsi a nuove condizioni ambientali per via del loro stile di vita elitario. La lotta per la sopravvivenza porterà invece i protagonisti a maturare una consapevolezza e una sensibilità che la posizione dominante pre-apocalisse non aveva concesso loro.
Sui progetti futuri infine sembra che la grahic novel sarà ancora il mezzo prescelto da Brooks per raccontare una storia vera sulla prima guerra mondiale, storia a cui sta lavorando fino al minimo dettaglio da ben quindici anni.
[Fonte: BloodyDisgusting]
Leggendo cosa ha da dire Max Brooks riguardo la trasposizione cinematografica del suo World War Z ci siamo stupiti nell'apprendere che non si sente affatto leso nella sua dignità di scrittore. E’ innegabile che la trama del film è anni luce distante dalle premesse e dagli eventi narrati nel libro. La morfologia stessa degli Zombie descritti sulla carta, impeccabilmente classici e affamati, è stata modificata per dare vita (o morte, se preferite) a esseri che ricordano solo lontanamente uno Zombie romeriano.
Peraltro nel film lo stato fisiologico delle creature non viene per niente analizzato al contrario del libro dove invece se ne conosce ogni proprietà fisica. Ad ogni modo il nostro caro Max afferma che proprio per questa distanza che si è creata tra le due storie non è riuscito a guardare il film con lo spirito critico dell’autore della trama originale ma bensì come uno spettatore comune che si lasciava trascinare in una storia dal tema a lui caro. Mah.
Per fortuna la penna di Brooks non si è comunque arrestata ed ha dato vita ad una serie a fumetti dal titolo Extinction Parade, distribuita dalla Avatar Press, disegnata da Raulo Caceres.
L’ambientazione è ancora una volta lo scenario Zombie post-apocalittico ma questa volta nella mischia vengono gettati anche i vampiri. Sì, avete capito bene, proprio loro. Alle accuse di voler cavalcare l’onda del successo di queste creature Max risponde dicendo che il suo approccio è invece basato sulla curiosità di immaginarle in un nuovo rapporto di forze in cui i vampiri sono costretti come tutte le prede ad attrezzarsi sia per sfamarsi in un mondo dove gli umani scarseggiano sia per non diventare cibo per Zombie. La storia è ambientata in maniera inaspettata in Malesia e vede come protagoniste due sorelle del posto. I primi numeri del fumetto ci raccontano proprio il passaggio dalla condizione di specie dominante e agiata, seppur costretta a nascondersi, a quella di carnefici impuniti in una società ormai sgretolata, fino alla drammatica consapevolezza di rimanere presto senza cibo.
Pare che lo sviluppo della storia, dapprima in formato di storia breve, sia stato ispirato da un episodio di “Deadliest Warrior” (ndr programma televisivo americano che mette a confronto guerrieri antichi e moderni confrontandoli in termini di pericolosità e spietatezza). Per le illustrazioni invece si è ricorso addirittura alle immagini satellitari delle location onde evitare spiacevoli errori geografici.
Stando sempre a quanto dichiarato da Brooks i suoi vampiri non hanno nulla a che vedere con gli aristocratici fotomodelli di Twilight, ma si ispirano piuttosto alla figura parassitaria di pigri succhia-sangue, stile Dracula di celluloide anni ’70. Nell'immaginario dell'autore i vampiri sono belli e sexy ma essenzialmente restii ad adattarsi a nuove condizioni ambientali per via del loro stile di vita elitario. La lotta per la sopravvivenza porterà invece i protagonisti a maturare una consapevolezza e una sensibilità che la posizione dominante pre-apocalisse non aveva concesso loro.
Sui progetti futuri infine sembra che la grahic novel sarà ancora il mezzo prescelto da Brooks per raccontare una storia vera sulla prima guerra mondiale, storia a cui sta lavorando fino al minimo dettaglio da ben quindici anni.
[Fonte: BloodyDisgusting]