A quale studente di fisica non piacerebbe passare una notte nella sala controllo del Large Hadron Collider di Ginevra? A quanto pare però gli Zombie non risparmiano neanche l'imperscrutabile mondo subatomico. Come? Scopritelo dopo il salto ...
Ricordiamo subito, come accennato in questo post, che Decay è un film a bassissimo budget (solo 3.225 $) realizzato in ben due anni dal regista Luke Thompson e i suoi colleghi fisici. Avevamo già lodato il fatto che l'opera sia stata distribuita in maniera totalmente gratuita sia in streaming che in download sotto la licenza Creative Commons con la possibilità di scaricare i sottotitoli in numerose lingue. Stando alle dichiarazioni del regista l'idea del film sarebbe frutto delle passeggiate nei claustrofobici tunnel di manutenzione al CERN. Oltre a immaginare cosa accadrebbe se le particelle ancora ignote della materia fossero in grado di sprigionare radiazioni capaci di mutare gli umani in Zombie, pare che l'intento fosse anche quello di far approcciare lo spettatore allo sconosciuto mondo della fisica sperimentale da un punto di vista tutto nuovo.
Nel placido contesto scientifico svizzero del CERN di Ginevra cinque giovani ricercatori si ritrovano a dover passare la notte nella sala controllo del LHC (Large Hadron Collider), ovvero il più grande e performante acceleratore di particelle del mondo. Come tutti sanno uno degli obiettivi primari del LHC è quello di identificare e studiare il cosiddetto bosone di Higgs, o particella di Dio, la cui esistenza è stata teorizzata ma non dimostrata. Proprio le radiazioni derivanti dall'isolamento di questo piccolissimo componente della materia trasformano decine di scienziati in famelici Zombie che assediano gli stessi tunnel attraverso i quali i protagonisti cercheranno di scappare. Alternando fughe ad accesi confronti caratteriali i personaggi verranno, come è ovvio che sia, decimati fino a che l'ultimo non rivedrà la luce per scoprire che la realtà è ben peggiore di quella lasciata nei tunnel.
Stiamo parlando di attori improvvisati, abituati a ricordare formule più che battute, ma nonostante tutto non sembrano temere la macchina da presa lasciando solo raramente trasparire la loro inesperienza. Anche la storia appare ben costruita e confezionata sulla base di dettagli classici del lento ma inesorabile diffondersi di un contagio Zombie. Purtroppo però i personaggi sono quanto di più stereotipato e alcune scene sembrano davvero forzate per motivi di tempo oppure montate solo per dare merito agli effetti applicati. Proprio gli effetti infatti, che vorrebbero dare lustro all'opera, si alternano tra quelli digitali home-made quasi mai realistici e quelli classici mai troppo evidenti. A conti fatti quindi possiamo contare su una trama con ottimi e singolari spunti di partenza ma che non bastano a valorizzare la confezione complessiva né nel ritmo né nella tensione.
Ad ogni modo, vista la reperibilità del film e il contenuto dispendio di soldi a fronte di un lungometraggio vero e proprio, vale la pena vedere "Decay" apprezzandone quantomeno tutti gli aspetti realizzativi, aldilà della critica pura all'opera. Rimane da chiedersi se i protagonisti e i realizzatori torneranno mai alla ribalta per motivi accademici o piuttosto per motivi cinematografici.
Scheda del film:
"La più grande scoperta nel campo della fisica potrebbe essere anche l'ultima". Recita così la frase di lancio che accompagna il film.
Ricordiamo subito, come accennato in questo post, che Decay è un film a bassissimo budget (solo 3.225 $) realizzato in ben due anni dal regista Luke Thompson e i suoi colleghi fisici. Avevamo già lodato il fatto che l'opera sia stata distribuita in maniera totalmente gratuita sia in streaming che in download sotto la licenza Creative Commons con la possibilità di scaricare i sottotitoli in numerose lingue. Stando alle dichiarazioni del regista l'idea del film sarebbe frutto delle passeggiate nei claustrofobici tunnel di manutenzione al CERN. Oltre a immaginare cosa accadrebbe se le particelle ancora ignote della materia fossero in grado di sprigionare radiazioni capaci di mutare gli umani in Zombie, pare che l'intento fosse anche quello di far approcciare lo spettatore allo sconosciuto mondo della fisica sperimentale da un punto di vista tutto nuovo.
Nel placido contesto scientifico svizzero del CERN di Ginevra cinque giovani ricercatori si ritrovano a dover passare la notte nella sala controllo del LHC (Large Hadron Collider), ovvero il più grande e performante acceleratore di particelle del mondo. Come tutti sanno uno degli obiettivi primari del LHC è quello di identificare e studiare il cosiddetto bosone di Higgs, o particella di Dio, la cui esistenza è stata teorizzata ma non dimostrata. Proprio le radiazioni derivanti dall'isolamento di questo piccolissimo componente della materia trasformano decine di scienziati in famelici Zombie che assediano gli stessi tunnel attraverso i quali i protagonisti cercheranno di scappare. Alternando fughe ad accesi confronti caratteriali i personaggi verranno, come è ovvio che sia, decimati fino a che l'ultimo non rivedrà la luce per scoprire che la realtà è ben peggiore di quella lasciata nei tunnel.
Stiamo parlando di attori improvvisati, abituati a ricordare formule più che battute, ma nonostante tutto non sembrano temere la macchina da presa lasciando solo raramente trasparire la loro inesperienza. Anche la storia appare ben costruita e confezionata sulla base di dettagli classici del lento ma inesorabile diffondersi di un contagio Zombie. Purtroppo però i personaggi sono quanto di più stereotipato e alcune scene sembrano davvero forzate per motivi di tempo oppure montate solo per dare merito agli effetti applicati. Proprio gli effetti infatti, che vorrebbero dare lustro all'opera, si alternano tra quelli digitali home-made quasi mai realistici e quelli classici mai troppo evidenti. A conti fatti quindi possiamo contare su una trama con ottimi e singolari spunti di partenza ma che non bastano a valorizzare la confezione complessiva né nel ritmo né nella tensione.
Ad ogni modo, vista la reperibilità del film e il contenuto dispendio di soldi a fronte di un lungometraggio vero e proprio, vale la pena vedere "Decay" apprezzandone quantomeno tutti gli aspetti realizzativi, aldilà della critica pura all'opera. Rimane da chiedersi se i protagonisti e i realizzatori torneranno mai alla ribalta per motivi accademici o piuttosto per motivi cinematografici.
Scheda del film:
Titolo originale: Decay Paese: Gran Bretagna Anno: 2012 Regia: Luke Thompson Produttore: Michael Mazur, Luke Thompson, Burton DeWilde Sceneggiatura: Luke Thompson Cast principale: oë Hatherell, Tom Procter, Stewart Martin-Haugh, Sara Mahmoud, William P.Martin Durata: 75 Voto: 6.5/10 Classificazione Zombie: Tipologia: Infetti (vittime di radiazioni) |