Come sta andando la quarta stagione di The Walking Dead giunta alla quinta puntata intitolata Inferno (Titolo originale "Internment")? Seguiteci dopo il salto e vi diremo le nostre impressioni, aspettando le vostre.
La puntata, per quanto mi riguarda, non mi ha soddisfatto in pieno. Secondo me si volevano definitivamente porre le basi per obbligare in qualche modo i nostri protagonisti a lasciare la prigione ed ad inoltrarsi di nuovo in territorio aperto. Dove, ovviamente, ad aspettarli c'è il Governatore pronto alla sua vendetta.
Il punto è che, in certo qual modo, mi è sembrato un voler rimarcare per l'ennesima volta, e forse una di troppo, la perdita di umanità necessaria per sopravvivere in questo nuovo mondo "zombificato", il non poter tornare indietro "al vecchio" modo di pensare perché ormai si è "girato" definitivamente l'angolo della morale comune: ciò che prima era sbagliato (uccidere) ora può diventare giusto per sopravvivere. Mi è sembrata, in poche parole, una puntata filler (riempitiva) quando The Walking Dead ha invece tanto da dire e da farci vedere senza bisogno di "riempitivi".
Dato l'inizio veramente splendido, Rick in macchina ripreso da più angolazioni ravvicinate, silenzio, a parte uno Zombie solitario che viene lentamente mangiato da un cane sul ciglio della strada, mi aspettavo una puntata un po' più introspettiva, ma questa lo è stata veramente troppo, per i miei gusti. Intanto possiamo notare che finalmente si rivedono dei cani e che sembrano non ammalarsi e che gli Zombie si stanno decomponendo sempre più. Ma, a parte queste novità, tutto il resto è un già visto.
Hershel credente e molto umano, tanto umano da entrare con gli ammalati, anche se sano, per aiutarli. Ma anche tanto umano da "dimenticarsi" che se una persona muore diventa uno Zombie e, a questo punto, la pietà fa correre pericoli a tutti e costa vite umane. Non puoi prendertela comoda a portare i morti in un'altra stanza per ucciderli definitivamente, quando l'epidemia sta diventando sempre più virulenta e mortale e ne muoiono uno ogni cinque/dieci minuti; non puoi esitare a colpire un morto ed addirittura coprirgli il viso per poterlo fare dopo tutto ciò che hanno passato e che lui stesso ha patito (ha perso mezza famiglia, la gamba, la fattoria, le sue credenze religiose sugli Zombie come nuovi Lazzaro): siamo alla quarta stagione e troppa acqua è passata sotto i ponti per permettersi tutto ciò.
Una volta entrato con i malati non poteva non sapere cosa avrebbe dovuto fare in caso di morte di una qualsiasi persona, anche di un bambino o di Glenn. Per questo penso che si è voluto reiterare per l'ennesima volta che bisogna perdere la propria pietà umana per sopravvivere in questo nuovo mondo, ma credo proprio che, soprattutto con Rick, l'avessimo capito benissimo ormai.
Il risultato della pietà ed umanità di Hershel è un bel gruppetto di Zombie che si trova a vagare per il blocco di isolamento dei malati, un figlio che "mangia" il padre, Glenn messo in serio pericolo da uno Zombie, una bambina costretta a vedere tutto questo (tanto da diventare così "dura" da riuscire, alla fine di tutto questo, a giocare con il sangue dei morti) e lui stesso in pericolo costante, così da costringere Maggie ad entrare nel blocco e togliere così forze, già esigue, all'esterno. Il fallimento totale quindi, proprio della "morale pietistica" che Hershel tentava di mantenere nel blocco.
Nello stesso tempo Rick chiede l'approvazione di Hershel e Maggie, gli unici ormai rimasti del suo gruppo di "fidati" alla prigione, sull'allontanamento di Carol e l'ottiene in quanto quest'ultima è colpevole di non essere stata "caritatevole" ed umana nei confronti dei primi ammalati dell'influenza e di tutti gli altri in generale. In nome di quell'umanità che Rick accende e spegne continuamente. Ma Daryl ancora non sa niente e sono curiosa di vedere la sua di reazione
Intanto Hershel si è defilato dallo spiegargli, a domanda diretta, dov'è Carol. Meglio affrontare l'influenza mortale che Daryl? Almeno dimostra di essersi lasciato alle spalle l'era del dittatore Rick: anche se sarei stata veramente curiosa di vedere cosa avrebbe fatto se Hershel e Maggie gli avessero detto che aveva sbagliato e che doveva andare a riprendere Carol.
Rick si rende anche finalmente conto che non si può più tornare indietro anche con Carl: si è indurito, non può più essere il ragazzino spensierato che il padre vorrebbe (e sarebbe anche assurdo visto che ha dovuto uccidere la madre). Può controllarsi, non essere un assassino a sangue freddo. Ma deve e può affiancare il padre nella lotta per la sopravvivenza. E qui, secondo me, c'è la scena più surreale della serie. Rick dà in mano a Carl per la prima volta un fucile mitragliatore e gli spiega in 2 minuti scarsi e sotto l'assedio di numerosi Zombie, come funziona. Risultato: Carl spara e uccide Zombie come se avesse sempre avuto in mano quel fucile, li colpisce proprio in testa!! E lui e Rick riescono così a far fuori una trentina almeno di Zombie: da soli, al buio e "faccia a faccia". Va bene la sospensione di incredulità quando si guarda una serie come The Walking Dead, ma la "fantascienza" proprio no.
Comunque, alla fine Daryl e company portano i farmaci alla prigione, in un battibaleno tutti guariranno (anche chi, come Glenn, era all'ultimo stadio, cioè quello che il Dr. C aveva definito "di non ritorno") ma gli Zombie stanno invadendo la prigione: è ora di andarsene? Penso di sì e lo pensa sicuramente anche il Governatore che li aspetta fuori, come vediamo nella scena finale.
In conclusione, puntata altalenante che ha il merito di rimettere gli Zombie, per adesso, al primo posto come nemico da combattere per sopravvivere. Ma ha il demerito di insistere, anche troppo, sul non possibile ritorno alla "normale morale umana" in una situazione come questa. Adesso direi che l'abbiamo capito bene, possiamo andare avanti? Magari anche come location?
La puntata, per quanto mi riguarda, non mi ha soddisfatto in pieno. Secondo me si volevano definitivamente porre le basi per obbligare in qualche modo i nostri protagonisti a lasciare la prigione ed ad inoltrarsi di nuovo in territorio aperto. Dove, ovviamente, ad aspettarli c'è il Governatore pronto alla sua vendetta.
Il punto è che, in certo qual modo, mi è sembrato un voler rimarcare per l'ennesima volta, e forse una di troppo, la perdita di umanità necessaria per sopravvivere in questo nuovo mondo "zombificato", il non poter tornare indietro "al vecchio" modo di pensare perché ormai si è "girato" definitivamente l'angolo della morale comune: ciò che prima era sbagliato (uccidere) ora può diventare giusto per sopravvivere. Mi è sembrata, in poche parole, una puntata filler (riempitiva) quando The Walking Dead ha invece tanto da dire e da farci vedere senza bisogno di "riempitivi".
Dato l'inizio veramente splendido, Rick in macchina ripreso da più angolazioni ravvicinate, silenzio, a parte uno Zombie solitario che viene lentamente mangiato da un cane sul ciglio della strada, mi aspettavo una puntata un po' più introspettiva, ma questa lo è stata veramente troppo, per i miei gusti. Intanto possiamo notare che finalmente si rivedono dei cani e che sembrano non ammalarsi e che gli Zombie si stanno decomponendo sempre più. Ma, a parte queste novità, tutto il resto è un già visto.
Hershel credente e molto umano, tanto umano da entrare con gli ammalati, anche se sano, per aiutarli. Ma anche tanto umano da "dimenticarsi" che se una persona muore diventa uno Zombie e, a questo punto, la pietà fa correre pericoli a tutti e costa vite umane. Non puoi prendertela comoda a portare i morti in un'altra stanza per ucciderli definitivamente, quando l'epidemia sta diventando sempre più virulenta e mortale e ne muoiono uno ogni cinque/dieci minuti; non puoi esitare a colpire un morto ed addirittura coprirgli il viso per poterlo fare dopo tutto ciò che hanno passato e che lui stesso ha patito (ha perso mezza famiglia, la gamba, la fattoria, le sue credenze religiose sugli Zombie come nuovi Lazzaro): siamo alla quarta stagione e troppa acqua è passata sotto i ponti per permettersi tutto ciò.
Una volta entrato con i malati non poteva non sapere cosa avrebbe dovuto fare in caso di morte di una qualsiasi persona, anche di un bambino o di Glenn. Per questo penso che si è voluto reiterare per l'ennesima volta che bisogna perdere la propria pietà umana per sopravvivere in questo nuovo mondo, ma credo proprio che, soprattutto con Rick, l'avessimo capito benissimo ormai.
Il risultato della pietà ed umanità di Hershel è un bel gruppetto di Zombie che si trova a vagare per il blocco di isolamento dei malati, un figlio che "mangia" il padre, Glenn messo in serio pericolo da uno Zombie, una bambina costretta a vedere tutto questo (tanto da diventare così "dura" da riuscire, alla fine di tutto questo, a giocare con il sangue dei morti) e lui stesso in pericolo costante, così da costringere Maggie ad entrare nel blocco e togliere così forze, già esigue, all'esterno. Il fallimento totale quindi, proprio della "morale pietistica" che Hershel tentava di mantenere nel blocco.
Nello stesso tempo Rick chiede l'approvazione di Hershel e Maggie, gli unici ormai rimasti del suo gruppo di "fidati" alla prigione, sull'allontanamento di Carol e l'ottiene in quanto quest'ultima è colpevole di non essere stata "caritatevole" ed umana nei confronti dei primi ammalati dell'influenza e di tutti gli altri in generale. In nome di quell'umanità che Rick accende e spegne continuamente. Ma Daryl ancora non sa niente e sono curiosa di vedere la sua di reazione
Intanto Hershel si è defilato dallo spiegargli, a domanda diretta, dov'è Carol. Meglio affrontare l'influenza mortale che Daryl? Almeno dimostra di essersi lasciato alle spalle l'era del dittatore Rick: anche se sarei stata veramente curiosa di vedere cosa avrebbe fatto se Hershel e Maggie gli avessero detto che aveva sbagliato e che doveva andare a riprendere Carol.
Rick si rende anche finalmente conto che non si può più tornare indietro anche con Carl: si è indurito, non può più essere il ragazzino spensierato che il padre vorrebbe (e sarebbe anche assurdo visto che ha dovuto uccidere la madre). Può controllarsi, non essere un assassino a sangue freddo. Ma deve e può affiancare il padre nella lotta per la sopravvivenza. E qui, secondo me, c'è la scena più surreale della serie. Rick dà in mano a Carl per la prima volta un fucile mitragliatore e gli spiega in 2 minuti scarsi e sotto l'assedio di numerosi Zombie, come funziona. Risultato: Carl spara e uccide Zombie come se avesse sempre avuto in mano quel fucile, li colpisce proprio in testa!! E lui e Rick riescono così a far fuori una trentina almeno di Zombie: da soli, al buio e "faccia a faccia". Va bene la sospensione di incredulità quando si guarda una serie come The Walking Dead, ma la "fantascienza" proprio no.
Comunque, alla fine Daryl e company portano i farmaci alla prigione, in un battibaleno tutti guariranno (anche chi, come Glenn, era all'ultimo stadio, cioè quello che il Dr. C aveva definito "di non ritorno") ma gli Zombie stanno invadendo la prigione: è ora di andarsene? Penso di sì e lo pensa sicuramente anche il Governatore che li aspetta fuori, come vediamo nella scena finale.
In conclusione, puntata altalenante che ha il merito di rimettere gli Zombie, per adesso, al primo posto come nemico da combattere per sopravvivere. Ma ha il demerito di insistere, anche troppo, sul non possibile ritorno alla "normale morale umana" in una situazione come questa. Adesso direi che l'abbiamo capito bene, possiamo andare avanti? Magari anche come location?