A pochi giorni dall'uscita del secondo romanzo della serie vi presentiamo la nostra recensione del volume Epidemia Zombie di A.Z.Recht. Continuate a leggere per conoscere le nostre impressioni in merito.
Epidemia Zombie racconta una storia di outbreak, non che ci fosse bisogno di specificarlo, ma soprattutto le vicissitudini di alcuni individui appartenenti a "categorie chiave" durante una pandemia. Quando il virus "Morningstar" fa la sua comparsa in Kenya (precisamente a Mombasa) iniziano le storie dei numerosi protagonisti: il responsabile del traffico aereo Mbutu Nagasy, il tenente generale statunitense Francis Sherman, il tenente colonnello Anna Demilio (dell'U.S.A.M.R.I.I.D, l'istituto di ricerca sulle malattie infettive dell'esercito degli Stati Uniti), la presentatrice televisiva Julie Ortiz, l'infermiera Rebecca "Becky" Hall, il fotoreporter Sam Denton e gli agenti speciali Sawyer e Mason. Interessante notare come queste categorie siano quelle chiave in caso di pronto intervento e celere informazione; tante altre sono, poi, le figure che girano attorno a questi personaggi e sarebbe troppo lungo elencarle.
Allo scoppio dell'epidemia assistiamo a tentativi di contenimento sul suolo africano ed a quelli di insabbiamento in territorio americano (non sia mai che le notizie trapelino all'opinione pubblica, potrebbe essere il chaos!); a queste due scuole di pensiero i protagonisti cercheranno prima di adattarsi e poi decideranno in autonomia quale sia, nonostante i rischi personali, la strada giusta da seguire.
Sulla trama non vi diremo altro per non rovinarvi il gusto della lettura... e ne vale veramente la pena!
Iniziando con l'analizzare la figura dello Zombie (o, per usare la terminologia dell'USAMRIID "ospite virale con deambulazione post-decesso"), non possiamo negare di trovarci di fronte ad un vero tocco di genio capace di spiegare una veloce diffusione del virus (ATTENZIONE: il resto del paragrafo potrebbe contenere SPOILER): gli Zombie in questo romanzo sono quelli romeriani, ma la la pericolosità del virus "Morningstar" non sta tanto del creare lenti cadaveri antropofagi (facili prede di militari ben equipaggiati) bensì nel colpire i viventi trasformandoli in veloci e rabbiosi portatori (alla 28 giorni dopo per intenderci)... solo dopo la morte degli infetti questi si trasformano in veri e propri Zombie!! Nel libro i militari catalogano il nuovo nemico con i termini di "furiosi", se vivi infetti, e "barcollanti" se non-morti. Importante segnalare come viene data anche un'ottima spiegazione per la fisiologia dello Zombie: perchè si muove lentamente, quali funzioni conserva e come queste si mantengono (la tentazione di citarvi un paragrafo è forte, ma ci tratteniao per lasciarvi il piacere della scoperta).
Le professioni dei protagonisti fanno sì che, finalmente, ci si possa fare un'idea di come un outbreak venga vissuto da chi ha un potere superiore a quello del semplice "uomo della strada", ma anche così c'è qualcosa che appare un po' "artificiale", creato ad arte per riempire di suspense alcuni capitoli: non ci spieghiamo infatti come una prima linea di difesa contenitiva gestita dall'imponente eseercito degli Stati Uniti abbia come unico supporto aereo solamente due elicotteri (un Huey ed un Apache) e come i ponti radio militari non reggano a lungo al chaos dell'outbreak.
I personaggi sono comunque ben caratterizzati, a volte un po' stereotipati (ma la cosa non guatsa visto che, ad esempio, un ufficiale di carriera in un esercito serio di sicuro non si comporta come un cafone svogliato) e, almeno in questa fase iniziale dell'epidemia, hanno la forza di lanciarsi anche in gesti altruistici/eroici in nome del dovere o di un bene comune (come già detto in una precedente recensione piace anche vedere comportamenti umani in storie Zombie, non solo violenze e saccheggi... soprattutto all'inizio dei "casini"). Se proprio vogliamo trovare una pecca in questi personaggi dobbiamo trovarla nel loro totale "isolamento emotivo": non che non siano in grado di provare sentimenti per le persone a loro vicine, ma perchè sembrano non avere una vita privata, ad esempio una famiglia a cui tornare e per cui abbandonare il gruppo, disertando se militari (insomma è umano, e quasi sempre fatale durante un outbreak, preoccuparsi dei propri cari e volerli raggiungere per esser loro d'aiuto, ma in questo "Epidemia Zombie" non si fa alcun accenno ad una pulsione così naturale).
Conclusione: uno splendido romanzo che cerca di gettar luce su cosa potrebbe capitare ai vertici di comando durante un outbreak. Azione, eroismo e solidarietà si scontreranno con fauci voraci e l'ottusità tipica di chi segue il protocollo senza capire quando è il momento di pensare ad un "piano B". Libro consigliato a tutti (un'ottima edizione anche dal punto di vista dell'editing).
La cover italiana del libro, che ci pare più gradevole di quella originale
(che risultava un po' troppo "underground")
(che risultava un po' troppo "underground")
Epidemia Zombie racconta una storia di outbreak, non che ci fosse bisogno di specificarlo, ma soprattutto le vicissitudini di alcuni individui appartenenti a "categorie chiave" durante una pandemia. Quando il virus "Morningstar" fa la sua comparsa in Kenya (precisamente a Mombasa) iniziano le storie dei numerosi protagonisti: il responsabile del traffico aereo Mbutu Nagasy, il tenente generale statunitense Francis Sherman, il tenente colonnello Anna Demilio (dell'U.S.A.M.R.I.I.D, l'istituto di ricerca sulle malattie infettive dell'esercito degli Stati Uniti), la presentatrice televisiva Julie Ortiz, l'infermiera Rebecca "Becky" Hall, il fotoreporter Sam Denton e gli agenti speciali Sawyer e Mason. Interessante notare come queste categorie siano quelle chiave in caso di pronto intervento e celere informazione; tante altre sono, poi, le figure che girano attorno a questi personaggi e sarebbe troppo lungo elencarle.
Allo scoppio dell'epidemia assistiamo a tentativi di contenimento sul suolo africano ed a quelli di insabbiamento in territorio americano (non sia mai che le notizie trapelino all'opinione pubblica, potrebbe essere il chaos!); a queste due scuole di pensiero i protagonisti cercheranno prima di adattarsi e poi decideranno in autonomia quale sia, nonostante i rischi personali, la strada giusta da seguire.
Sulla trama non vi diremo altro per non rovinarvi il gusto della lettura... e ne vale veramente la pena!
Iniziando con l'analizzare la figura dello Zombie (o, per usare la terminologia dell'USAMRIID "ospite virale con deambulazione post-decesso"), non possiamo negare di trovarci di fronte ad un vero tocco di genio capace di spiegare una veloce diffusione del virus (ATTENZIONE: il resto del paragrafo potrebbe contenere SPOILER): gli Zombie in questo romanzo sono quelli romeriani, ma la la pericolosità del virus "Morningstar" non sta tanto del creare lenti cadaveri antropofagi (facili prede di militari ben equipaggiati) bensì nel colpire i viventi trasformandoli in veloci e rabbiosi portatori (alla 28 giorni dopo per intenderci)... solo dopo la morte degli infetti questi si trasformano in veri e propri Zombie!! Nel libro i militari catalogano il nuovo nemico con i termini di "furiosi", se vivi infetti, e "barcollanti" se non-morti. Importante segnalare come viene data anche un'ottima spiegazione per la fisiologia dello Zombie: perchè si muove lentamente, quali funzioni conserva e come queste si mantengono (la tentazione di citarvi un paragrafo è forte, ma ci tratteniao per lasciarvi il piacere della scoperta).
Le professioni dei protagonisti fanno sì che, finalmente, ci si possa fare un'idea di come un outbreak venga vissuto da chi ha un potere superiore a quello del semplice "uomo della strada", ma anche così c'è qualcosa che appare un po' "artificiale", creato ad arte per riempire di suspense alcuni capitoli: non ci spieghiamo infatti come una prima linea di difesa contenitiva gestita dall'imponente eseercito degli Stati Uniti abbia come unico supporto aereo solamente due elicotteri (un Huey ed un Apache) e come i ponti radio militari non reggano a lungo al chaos dell'outbreak.
I personaggi sono comunque ben caratterizzati, a volte un po' stereotipati (ma la cosa non guatsa visto che, ad esempio, un ufficiale di carriera in un esercito serio di sicuro non si comporta come un cafone svogliato) e, almeno in questa fase iniziale dell'epidemia, hanno la forza di lanciarsi anche in gesti altruistici/eroici in nome del dovere o di un bene comune (come già detto in una precedente recensione piace anche vedere comportamenti umani in storie Zombie, non solo violenze e saccheggi... soprattutto all'inizio dei "casini"). Se proprio vogliamo trovare una pecca in questi personaggi dobbiamo trovarla nel loro totale "isolamento emotivo": non che non siano in grado di provare sentimenti per le persone a loro vicine, ma perchè sembrano non avere una vita privata, ad esempio una famiglia a cui tornare e per cui abbandonare il gruppo, disertando se militari (insomma è umano, e quasi sempre fatale durante un outbreak, preoccuparsi dei propri cari e volerli raggiungere per esser loro d'aiuto, ma in questo "Epidemia Zombie" non si fa alcun accenno ad una pulsione così naturale).
Conclusione: uno splendido romanzo che cerca di gettar luce su cosa potrebbe capitare ai vertici di comando durante un outbreak. Azione, eroismo e solidarietà si scontreranno con fauci voraci e l'ottusità tipica di chi segue il protocollo senza capire quando è il momento di pensare ad un "piano B". Libro consigliato a tutti (un'ottima edizione anche dal punto di vista dell'editing).