Ed eccoci finalmente alla fine dello hiatus invernale di The Walking Dead e anche noi ricominciamo a dirvi la nostra sulla nona puntata dal titolo "Smarriti" ("After" in originale) aspettando la "vostra".
Da brava fangirl (vista la mia età forse è meglio dire fanwoman) vorrei potervi dire con tutto il cuore che il nostro The Walking Dead è tornato con il botto e che questa puntata mi ha soddisfatto al cento per cento. Ma in realtà...
...ho premesso "vorrei", perché non è proprio così e lo dico con un vero peso sul cuore. Io adoro The Walking Dead e tutto ciò che sta facendo per promuovere gli Zombie da prodotto di nicchia a prodotto di usufrutto di tutti, penso che abbia delle potenzialità fenomenali che ha esplicato benissimo nella sua prima stagione ma che, purtroppo, ora si stiano presentando sempre con meno frequenza, a partire da questa puntata.
Scritta da Robert Kirkmann e diretta da Greg Nicotero avrebbe dovuto fare un botto colossale ed invece, per me, è stata un po' troppo lenta. Se dopo tre mesi di astinenza ad un certo punto mi trovo a guardare quanto manca alla fine della puntata ... beh qualcosa decisamente non va.
Troppo Carl forse? Può darsi. Io non sono una di quei fans che non lo sopportano e so che ce ne sono tanti, ma neanche una sua accanita sostenitrice. So anche che nel fumetto ha una grande importanza e forse proprio questo Kirkmann voleva fare, dargli la stessa, o quasi la stessa, importanza che ha nel fumetto. Ma non puoi farlo in una sola puntata, dopo averci abituato ad un Carl bambino che ne combina di tutti i colori nella seconda stagione ed ad un Carl che sta crescendo, ma sempre all'ombra del padre nella terza e nella quarta stagione. Soprattutto, non lo puoi fare nella puntata di "rientro" dopo tre mesi di attesa da parte dei fans.
Lo ammetto, mi aspettavo una puntata più corale: so che sono divisi e che devono, forse, ricongiungersi, ma speravo che ci facessero vedere tutti i sopravvissuti come se la stessero cavando, o almeno i principali: niente Daryl, niente Tyreese, niente Maggie e sorella post Hershel, niente Judith o ciò che ne resta. Ma solo e sempre Rick e Carl ed un po' di Michonne, di cui parlerò dopo. Con, per di più, un Carl adolescente incavolato nero con il padre per non essere stato all'altezza dell'idea di leader che lui aveva di lui. Lo incolpa della perdita degli amici e, soprattutto di Judith e di Lori, gli rinfaccia anche Shane, con un colpo basso non da poco. Non solo, ma con il padre chiaramente molto malridotto, non cerca di aiutarlo nel curarlo ma pensa addirittura di poter fare a meno di lui, quando Rick entra in una specie di coma, dovuto probabilmente alle ferite subite alla testa.
E cosa succede quando Carl se ne va in giro a fare l'uomo indipendente e che la sa cavare da solo? Prima cammina all'indietro in una città deserta trovandosi uno Zombie dietro alla schiena a sorpresa e rischiando grosso e poi, non contento, entra in una casa e rifà lo stesso errore entrando senza attenzione in una stanza chiusa e rischiando, anche qui, di finire morso, senza contare i preziosi proiettili che getta al vento in entrambi i casi.
Alla fine, quando torna da padre e per un attimo al buio pensa che sia diventato uno Zombie che vuole mangiarselo, ci fa vedere chiaramente ciò che è: un ragazzo costretto dalle circostanze a crescere velocemente, ma pur sempre un ragazzo che ha bisogno del padre e decide di farsi trasformare in uno zombie piuttosto che ucciderlo, come quando si era emozionato per un minuto davanti ai "vecchi" videogiochi ed ad una stanza tipica di un coetaneo, o quando ha festeggiato il ritrovamento di un budino al cioccolato, tanto da mangiarsene tre chili da solo.
Ed ora la parte con Michonne: qui veniamo secondo me, alla parte migliore della puntata.
Finalmente scopriamo tanto, praticamente tutto, di ciò che era Michonne prima dell'apocalisse Zombie, di ciò che l'ha fatta diventare ciò che è ora. Mentre nella desolazione della prigione distrutta decide di ripartire come l'abbiamo conosciuta, e cioè con due Zombie resi innocui al guinzaglio per confondersi con gli altri Zombie, ignorando totalmente i segni che le indicano dove può essere andato una parte del suo gruppo, la sua mente torna inesorabilmente alla precedente perdita che ha subito prima di perdere i compagni di adesso.
Aveva un fratello/amico ed un convivente, un figlio piccolo (ed ecco giustificate le lacrime mentre tiene Judith in braccio nelle precedenti puntate). Il figlio è evidentemente morto ed i suoi due conoscenti sono diventati i due Zombie con cui girava quando Andrea l'ha incontrata per la prima volta.
Anche lei, come Carl, ad un certo punto, manifesta la sua rabbia, verso il convivente perduto che non ha voluto vivere nel mondo post-apocalisse e si è lasciato andare non difendendo lei ed il loro bimbo. Ma, alla fine, usa questa rabbia per capire che non può più stare sola con gli Zombie, che è cambiata e che vuole e deve tornare sui suoi passi e ritrovare almeno qualcuno del suo gruppo con cui continuare a lottare per sopravvivere o, alla fine, diventerà come la Zombie che ad un certo punto l'affianca e che le assomiglia molto.
Devo ammettere che anche la parte dove Michonne dà il colpo finale alla testa di Hershel, rianimatasi dopo che il Governatore gliel'aveva staccata, mi ha colpito molto. Si è sancito così proprio la fine di tutto ciò che c'era prima: Hershel ed anche il Governatore, che vediamo chiaramente morto, oltre alla prigione distrutta.
Proprio in queste parti, dove ci sono gli Zombie ed i "trucchi" vari, secondo me, si vede bene la mano di Nicotero alla regia: nella precisione dei primi piani e nel trucco Zombie. Ed anche nel finale, "tagliato" all'arrivo a sorpresa da Rick e Carl di Michonne, la mano di Nicotero dà un tocco di classe e di leggerezza, quasi di lieto, temporaneo, fine.
Devo però, purtroppo, ammettere che trovo anche un non-sense: perché degli Zombie, una volta staccate loro le braccia e la mascella, dovrebbero diventare docili e non cercare più di attaccare una persona viva? I loro istinti non si fermano neanche con le ferite, il fuoco, senza gambe e praticamente anche se sono scheletri ambulanti. Ecco qui mi piacerebbe una spiegazione logica: non è possibile che capiscano di essere diventati inoffensivi e rinuncino, non sarebbero Zombie, la cui "forza" principale è non fermarsi mai se non sono colpiti in maniera violenta in testa, come lo Zombie colpito superficialmente da Rick con l'accetta all'inizio della puntata dimostra. Ma questa è solo una mia piccola curiosità. Forse sono solo io che non capisco.
Per concludere, una puntata divisa in due parti, una più avvincente dell'altra (quella di Michonne) secondo me e, devo purtroppo ammettere, anche inferiore alle attese che mi ero fatta in tre mesi e vedendo il mid-season finale.
Voi che ne pensate? Diteci la vostra!
Da brava fangirl (vista la mia età forse è meglio dire fanwoman) vorrei potervi dire con tutto il cuore che il nostro The Walking Dead è tornato con il botto e che questa puntata mi ha soddisfatto al cento per cento. Ma in realtà...
...ho premesso "vorrei", perché non è proprio così e lo dico con un vero peso sul cuore. Io adoro The Walking Dead e tutto ciò che sta facendo per promuovere gli Zombie da prodotto di nicchia a prodotto di usufrutto di tutti, penso che abbia delle potenzialità fenomenali che ha esplicato benissimo nella sua prima stagione ma che, purtroppo, ora si stiano presentando sempre con meno frequenza, a partire da questa puntata.
Scritta da Robert Kirkmann e diretta da Greg Nicotero avrebbe dovuto fare un botto colossale ed invece, per me, è stata un po' troppo lenta. Se dopo tre mesi di astinenza ad un certo punto mi trovo a guardare quanto manca alla fine della puntata ... beh qualcosa decisamente non va.
Troppo Carl forse? Può darsi. Io non sono una di quei fans che non lo sopportano e so che ce ne sono tanti, ma neanche una sua accanita sostenitrice. So anche che nel fumetto ha una grande importanza e forse proprio questo Kirkmann voleva fare, dargli la stessa, o quasi la stessa, importanza che ha nel fumetto. Ma non puoi farlo in una sola puntata, dopo averci abituato ad un Carl bambino che ne combina di tutti i colori nella seconda stagione ed ad un Carl che sta crescendo, ma sempre all'ombra del padre nella terza e nella quarta stagione. Soprattutto, non lo puoi fare nella puntata di "rientro" dopo tre mesi di attesa da parte dei fans.
Lo ammetto, mi aspettavo una puntata più corale: so che sono divisi e che devono, forse, ricongiungersi, ma speravo che ci facessero vedere tutti i sopravvissuti come se la stessero cavando, o almeno i principali: niente Daryl, niente Tyreese, niente Maggie e sorella post Hershel, niente Judith o ciò che ne resta. Ma solo e sempre Rick e Carl ed un po' di Michonne, di cui parlerò dopo. Con, per di più, un Carl adolescente incavolato nero con il padre per non essere stato all'altezza dell'idea di leader che lui aveva di lui. Lo incolpa della perdita degli amici e, soprattutto di Judith e di Lori, gli rinfaccia anche Shane, con un colpo basso non da poco. Non solo, ma con il padre chiaramente molto malridotto, non cerca di aiutarlo nel curarlo ma pensa addirittura di poter fare a meno di lui, quando Rick entra in una specie di coma, dovuto probabilmente alle ferite subite alla testa.
E cosa succede quando Carl se ne va in giro a fare l'uomo indipendente e che la sa cavare da solo? Prima cammina all'indietro in una città deserta trovandosi uno Zombie dietro alla schiena a sorpresa e rischiando grosso e poi, non contento, entra in una casa e rifà lo stesso errore entrando senza attenzione in una stanza chiusa e rischiando, anche qui, di finire morso, senza contare i preziosi proiettili che getta al vento in entrambi i casi.
Alla fine, quando torna da padre e per un attimo al buio pensa che sia diventato uno Zombie che vuole mangiarselo, ci fa vedere chiaramente ciò che è: un ragazzo costretto dalle circostanze a crescere velocemente, ma pur sempre un ragazzo che ha bisogno del padre e decide di farsi trasformare in uno zombie piuttosto che ucciderlo, come quando si era emozionato per un minuto davanti ai "vecchi" videogiochi ed ad una stanza tipica di un coetaneo, o quando ha festeggiato il ritrovamento di un budino al cioccolato, tanto da mangiarsene tre chili da solo.
Ed ora la parte con Michonne: qui veniamo secondo me, alla parte migliore della puntata.
Finalmente scopriamo tanto, praticamente tutto, di ciò che era Michonne prima dell'apocalisse Zombie, di ciò che l'ha fatta diventare ciò che è ora. Mentre nella desolazione della prigione distrutta decide di ripartire come l'abbiamo conosciuta, e cioè con due Zombie resi innocui al guinzaglio per confondersi con gli altri Zombie, ignorando totalmente i segni che le indicano dove può essere andato una parte del suo gruppo, la sua mente torna inesorabilmente alla precedente perdita che ha subito prima di perdere i compagni di adesso.
Aveva un fratello/amico ed un convivente, un figlio piccolo (ed ecco giustificate le lacrime mentre tiene Judith in braccio nelle precedenti puntate). Il figlio è evidentemente morto ed i suoi due conoscenti sono diventati i due Zombie con cui girava quando Andrea l'ha incontrata per la prima volta.
Anche lei, come Carl, ad un certo punto, manifesta la sua rabbia, verso il convivente perduto che non ha voluto vivere nel mondo post-apocalisse e si è lasciato andare non difendendo lei ed il loro bimbo. Ma, alla fine, usa questa rabbia per capire che non può più stare sola con gli Zombie, che è cambiata e che vuole e deve tornare sui suoi passi e ritrovare almeno qualcuno del suo gruppo con cui continuare a lottare per sopravvivere o, alla fine, diventerà come la Zombie che ad un certo punto l'affianca e che le assomiglia molto.
Devo ammettere che anche la parte dove Michonne dà il colpo finale alla testa di Hershel, rianimatasi dopo che il Governatore gliel'aveva staccata, mi ha colpito molto. Si è sancito così proprio la fine di tutto ciò che c'era prima: Hershel ed anche il Governatore, che vediamo chiaramente morto, oltre alla prigione distrutta.
Proprio in queste parti, dove ci sono gli Zombie ed i "trucchi" vari, secondo me, si vede bene la mano di Nicotero alla regia: nella precisione dei primi piani e nel trucco Zombie. Ed anche nel finale, "tagliato" all'arrivo a sorpresa da Rick e Carl di Michonne, la mano di Nicotero dà un tocco di classe e di leggerezza, quasi di lieto, temporaneo, fine.
Devo però, purtroppo, ammettere che trovo anche un non-sense: perché degli Zombie, una volta staccate loro le braccia e la mascella, dovrebbero diventare docili e non cercare più di attaccare una persona viva? I loro istinti non si fermano neanche con le ferite, il fuoco, senza gambe e praticamente anche se sono scheletri ambulanti. Ecco qui mi piacerebbe una spiegazione logica: non è possibile che capiscano di essere diventati inoffensivi e rinuncino, non sarebbero Zombie, la cui "forza" principale è non fermarsi mai se non sono colpiti in maniera violenta in testa, come lo Zombie colpito superficialmente da Rick con l'accetta all'inizio della puntata dimostra. Ma questa è solo una mia piccola curiosità. Forse sono solo io che non capisco.
Per concludere, una puntata divisa in due parti, una più avvincente dell'altra (quella di Michonne) secondo me e, devo purtroppo ammettere, anche inferiore alle attese che mi ero fatta in tre mesi e vedendo il mid-season finale.
Voi che ne pensate? Diteci la vostra!