Il film World War Z ipotizza un virus talmente potente ed infettivo che in poco tempo zombifica praticamente i due terzi della popolazione umana mondiale. La domanda sorge spontanea: è possibile che un virus simile possa esistere sul serio e funzionare più o meno nella stessa maniera?
La domanda posta prima del salto non è poi inverosimile come a prima vista possa sembrare.
Esistono già dei virus che sono perfette macchine di morte, come quello dello rabbia o quello di Ebola. Questi virus hanno un'infettività quasi pari al 100%, non sono curabili con alcuna medicina (si può solo sperare che l'organismo ne prenda il sopravvento, ma tali casi sono rarissimi) e sono mortali al 90%, cioè su dieci persone infettate nove muoiono.
Tenuto conto che molte volte i virus, infettando la cellula ospite, modificano il loro DNA creando mutazioni favorevoli alla loro sopravvivenza (come per esempio il virus influenzale, motivo per cui infetta ogni anno milioni di persone), si potrebbe pensare che due virus che infettano la stessa cellula "mischino" il loro DNA formando un virus micidiale e praticamente perfetto come killer.
Per esempio, ci sono molti virus neurotropi, cioè che attaccano specificatamente il sistema nervoso. Se ne potrebbe "creare" uno, per caso o in laboratorio, che attaccasse il sistema nervoso superiore, quello che ci rende esseri umani consapevoli e con una moralità, distruggendolo e creando una continua "fame" di altri cervelli, uno dei cibi preferiti degli Zombie?
In fondo la rabbia funziona così: toglie la volontà cosciente al soggetto infettato e lo spinge ad attaccare e morsicare altri soggetti, per espandere il virus. E, contrariamente a quanto pensiamo nel nostro Emisfero, non è per niente debellata. Ogni anno muoiono di rabbia circa 55.000 persone, soprattutto in Africa e in Asia. Stando alle cifre del World Rabies Day il tasso equivale a una persona ogni 10 minuti. La maggior parte delle vittime viene contagiata da animali selvatici.
I virus riproducono il proprio materiale genetico all'interno delle cellule umane. Se in una stessa cellula si trovano due virus, uno dei due potrebbe casualmente “fare un salto” nel materiale genetico dell'altro. Il progenitore del virus HIV potrebbe essersi sviluppato in questo modo, cioè dalla combinazione tra il virus di uno scimpanzè e quello di un altro tipo di scimmia.
Grazie a Dio l'ipotesi è abbastanza inverosimile per adesso Certo nessuno si aspetta che un organismo morto torni in una sembianza di vita ed inoltre, creando il suo nuovo DNA nel virus/ibrido la maggior parte del materiale genetico darebbe origine ad un virus estremamente instabile e non adatto alla sua riproduzione.
Un'altra domanda che World War Z pone è quella se, una volta infettato da un tipo di virus, l'organismo impedisce ad un altro virus di fare lo stesso. Nel film Brad Pitt scopre che se un essere umano è infettato da un virus debilitante e praticamente mortale, gli Zombie non lo attaccano perchè non è in grado di fare da veicolo per il virus di cui sono portatori. E' possibile tutto ciò?
La risposta della scienza è negativa. Quante volte anzi, un virus apre la strada ad altri virus o batteri (questi ultimi, oltre a macroscopiche differenze nella riproduzione e nell'attacco all'organismo ospite, sono curabili con gli antibiotici. Cosa impossibile per i virus, per cui non esiste medicina in grado di curarli)? Per esempio avendo l'influenza o anche un semplice raffreddore gli anticorpi vengono "distratti" da questo virus e permettono l'entrata di altri microrganismi, quali la polmonite, la bronchite, ecc..
L'unica realtà di questo tipo esiste tra virus dello stesso ceppo. Se per esempio siamo infettati da un tipo di herpes virus (quello della varicella per intenderci), che può presentare vari tipi di sintomi a seconda del ceppo che ci attacca, nessuna ltro ceppo dello stesso virus ci potrà attaccare. Ma, in ogni caso siamo già infetti da "qualcosa", non è che siamo sani ed immuni.
E' inoltre certo che la maggior parte dei virus lavora in simbiosi con il nostro corpo per renderci più forti e sani giocando ruoli di primo piano, come quello di stimolo per il nostro sistema immunitario, da qui le vaccinazioni con virus "indeboliti" per renderci immuni da essi.
Spiega Kartik Chandran, microbiologo e immunologo al college Albert Einstein di New York, che studia il mortale virus Ebola (virus che liquefa in breve tempo tutti gli organi interni di una persona causando emorragie massicce e mortali), che c'è un altro aspetto da considerare: la maggior parte dei virus sulla Terra contagia i microbi uni-cellulari e non ha alcun interesse verso noi umani. “Siamo solo una minoranza", conclude Chandran. "Il pianeta è dei microbi. Stanno solo aspettando di riprenderselo”.
Certo, esiste sempre la possibilità di qualche scienziato "pazzo" che crei il virus killer/perfetto in laboratorio, come ipotizzato da Jonathan Maberry nel suo libro "La notte degli Zombie" o in "Resident Evil". I sostenitori del complotto a tutti i costi già pensano che questi virus esistano e che "aspettino" solo un errore umano per diffondersi nel mondo e cancellarci dalla faccia della Terra, come successe ai dinosauri prima di noi.
Io posso solo dire che, di solito, la natura che crea questi killer, crea anche le condizioni per isolarli. Per esempio, il virus Ebola è talmente efficiente come killer, fa ammalire in maniera molto grave ed uccide talmente velocemente le sue vittime che impedisce loro di muoversi in giro e disseminarlo efficacemente. Inoltre, non si trasmette per via aerea, il metodo migliore per un virus per attaccare, ma solo a contatto con i liquidi del corpo ospite. Quindi, con la massima attenzione e gli opportuni metodi di isolamento, è possibile fermarlo abbastanza velocemente. Per questo colpisce solo piccole aree del nostro pianeta.
Certo ogni tanto questi sistemi di isolamento creati dalla natura vengono resi inefficienti proprio dall'uomo stesso. Per esempio, il virus HIV (dell'AIDS) nel suo luogo di origine, cioè in Africa tra le scimmie, è isolato efficacemente dalla natura stessa. Sono le mutazioni cuasate in esso dalle "cattive abitudini" degli uomini ad averlo reso il killer che adesso è diventato.
Molte volte, una volta che un virus fa il salto dagli animali all'uomo, allora sì che arrivano i guai, proprio perchè l'uomo, con la sua capacità di viaggiare velocemente prima che eventuali sintomi si possano manifestare e di mettere "sotto stress" la natura con l'inquinamento, potrebbe essere la causa della sua stessa distruzione.
[Fonte: National Geographic]
La domanda posta prima del salto non è poi inverosimile come a prima vista possa sembrare.
Esistono già dei virus che sono perfette macchine di morte, come quello dello rabbia o quello di Ebola. Questi virus hanno un'infettività quasi pari al 100%, non sono curabili con alcuna medicina (si può solo sperare che l'organismo ne prenda il sopravvento, ma tali casi sono rarissimi) e sono mortali al 90%, cioè su dieci persone infettate nove muoiono.
Tenuto conto che molte volte i virus, infettando la cellula ospite, modificano il loro DNA creando mutazioni favorevoli alla loro sopravvivenza (come per esempio il virus influenzale, motivo per cui infetta ogni anno milioni di persone), si potrebbe pensare che due virus che infettano la stessa cellula "mischino" il loro DNA formando un virus micidiale e praticamente perfetto come killer.
Per esempio, ci sono molti virus neurotropi, cioè che attaccano specificatamente il sistema nervoso. Se ne potrebbe "creare" uno, per caso o in laboratorio, che attaccasse il sistema nervoso superiore, quello che ci rende esseri umani consapevoli e con una moralità, distruggendolo e creando una continua "fame" di altri cervelli, uno dei cibi preferiti degli Zombie?
In fondo la rabbia funziona così: toglie la volontà cosciente al soggetto infettato e lo spinge ad attaccare e morsicare altri soggetti, per espandere il virus. E, contrariamente a quanto pensiamo nel nostro Emisfero, non è per niente debellata. Ogni anno muoiono di rabbia circa 55.000 persone, soprattutto in Africa e in Asia. Stando alle cifre del World Rabies Day il tasso equivale a una persona ogni 10 minuti. La maggior parte delle vittime viene contagiata da animali selvatici.
I virus riproducono il proprio materiale genetico all'interno delle cellule umane. Se in una stessa cellula si trovano due virus, uno dei due potrebbe casualmente “fare un salto” nel materiale genetico dell'altro. Il progenitore del virus HIV potrebbe essersi sviluppato in questo modo, cioè dalla combinazione tra il virus di uno scimpanzè e quello di un altro tipo di scimmia.
Grazie a Dio l'ipotesi è abbastanza inverosimile per adesso Certo nessuno si aspetta che un organismo morto torni in una sembianza di vita ed inoltre, creando il suo nuovo DNA nel virus/ibrido la maggior parte del materiale genetico darebbe origine ad un virus estremamente instabile e non adatto alla sua riproduzione.
Un'altra domanda che World War Z pone è quella se, una volta infettato da un tipo di virus, l'organismo impedisce ad un altro virus di fare lo stesso. Nel film Brad Pitt scopre che se un essere umano è infettato da un virus debilitante e praticamente mortale, gli Zombie non lo attaccano perchè non è in grado di fare da veicolo per il virus di cui sono portatori. E' possibile tutto ciò?
La risposta della scienza è negativa. Quante volte anzi, un virus apre la strada ad altri virus o batteri (questi ultimi, oltre a macroscopiche differenze nella riproduzione e nell'attacco all'organismo ospite, sono curabili con gli antibiotici. Cosa impossibile per i virus, per cui non esiste medicina in grado di curarli)? Per esempio avendo l'influenza o anche un semplice raffreddore gli anticorpi vengono "distratti" da questo virus e permettono l'entrata di altri microrganismi, quali la polmonite, la bronchite, ecc..
L'unica realtà di questo tipo esiste tra virus dello stesso ceppo. Se per esempio siamo infettati da un tipo di herpes virus (quello della varicella per intenderci), che può presentare vari tipi di sintomi a seconda del ceppo che ci attacca, nessuna ltro ceppo dello stesso virus ci potrà attaccare. Ma, in ogni caso siamo già infetti da "qualcosa", non è che siamo sani ed immuni.
E' inoltre certo che la maggior parte dei virus lavora in simbiosi con il nostro corpo per renderci più forti e sani giocando ruoli di primo piano, come quello di stimolo per il nostro sistema immunitario, da qui le vaccinazioni con virus "indeboliti" per renderci immuni da essi.
Spiega Kartik Chandran, microbiologo e immunologo al college Albert Einstein di New York, che studia il mortale virus Ebola (virus che liquefa in breve tempo tutti gli organi interni di una persona causando emorragie massicce e mortali), che c'è un altro aspetto da considerare: la maggior parte dei virus sulla Terra contagia i microbi uni-cellulari e non ha alcun interesse verso noi umani. “Siamo solo una minoranza", conclude Chandran. "Il pianeta è dei microbi. Stanno solo aspettando di riprenderselo”.
Certo, esiste sempre la possibilità di qualche scienziato "pazzo" che crei il virus killer/perfetto in laboratorio, come ipotizzato da Jonathan Maberry nel suo libro "La notte degli Zombie" o in "Resident Evil". I sostenitori del complotto a tutti i costi già pensano che questi virus esistano e che "aspettino" solo un errore umano per diffondersi nel mondo e cancellarci dalla faccia della Terra, come successe ai dinosauri prima di noi.
Io posso solo dire che, di solito, la natura che crea questi killer, crea anche le condizioni per isolarli. Per esempio, il virus Ebola è talmente efficiente come killer, fa ammalire in maniera molto grave ed uccide talmente velocemente le sue vittime che impedisce loro di muoversi in giro e disseminarlo efficacemente. Inoltre, non si trasmette per via aerea, il metodo migliore per un virus per attaccare, ma solo a contatto con i liquidi del corpo ospite. Quindi, con la massima attenzione e gli opportuni metodi di isolamento, è possibile fermarlo abbastanza velocemente. Per questo colpisce solo piccole aree del nostro pianeta.
Certo ogni tanto questi sistemi di isolamento creati dalla natura vengono resi inefficienti proprio dall'uomo stesso. Per esempio, il virus HIV (dell'AIDS) nel suo luogo di origine, cioè in Africa tra le scimmie, è isolato efficacemente dalla natura stessa. Sono le mutazioni cuasate in esso dalle "cattive abitudini" degli uomini ad averlo reso il killer che adesso è diventato.
Molte volte, una volta che un virus fa il salto dagli animali all'uomo, allora sì che arrivano i guai, proprio perchè l'uomo, con la sua capacità di viaggiare velocemente prima che eventuali sintomi si possano manifestare e di mettere "sotto stress" la natura con l'inquinamento, potrebbe essere la causa della sua stessa distruzione.
[Fonte: National Geographic]