Ed eccomi qui a parlarvi delle mie impressioni sulla seconda puntata della seconda stagione della serie In the Flesh. Se siete interessati seguitemi dopo il salto.
Come vi ho detto l'altra volta amo molto questa serie tv e questa seconda puntata non ha deluso le mie aspettative, anzi, se possibile, le ha aumentate. Con una classe ed un equilibrio praticamente perfetto, porta avanti le "avventure" di Kieren in maniera coerente e molto intelligente. Anche nelle sue parti più prettamente "orrorifiche" non esagera mai nello splatter e, soprattutto, non le usa per riempire di shock lo spettatore e fargli "dimenticare", magari, la pochezza della trama di ciò che sta guardando (ogni riferimento a The Walking Dead non è puramente casuale). Anzi, queste scene sono usate per rimarcare ciò che la serie sta cercando di dirci, e cioè che le differenze tra i vivi ed i "malati di Sindrome da Morte Parziale" sembrano essere inconciliabili. O meglio, che certi vivi e certi "malati" non desiderano raggiungere un accordo tra le parti e agitano le acque per i loro propositi e, come sempre, sono le parti che fanno più "rumore".
In questa puntata il tema dominante è la rivalsa su coloro che, a torto o a ragione, i protagonisti pensano abbiano fatto del male loro.
Vediamo, in particolar modo, i tentativi di rendere più accettabile possibile la loro nuova vita sia da parte di Kieren che da parte di sua sorella Jem.
Dopo avere inutilmente tentato di accettare il posto che la società ha deciso gli spetti, ed avere seguito tutte le regole impostagli dalla stessa, Kieren comincia a capire che non tutti considerano i "malati" come persone. Quindi, i suoi continui tentativi di far capire ai vivi che è tornato normale e merita la stessa considerazione dei vivi, la sua pazienza nell'accettare le regole e, certe volte, le umiliazioni, che i vivi gli impongono, cominciano a cedere il posto alla rabbia ed al desiderio di andarsene da Roarton. Soprattutto quando si rende conto che il programma di risarcimento dei malati di Sindrome di Morte Parziale, che dovrebbe assicurare loro la cittadinanza piena e completa, è solo un inganno che serve a cominciare a togliere ai "malati" i loro diritti civili individuali. E', in modo lontano ma con un'inquietante e chiaro parallelo, lo stesso metodo usato dai nazisti all'inizio del loro controllo della Germania, quando hanno deciso che gli ebrei non erano esseri umani e, quindi, non avevano gli stessi diritti degli altri cittadini. Il tutto in maniera molto soft e con la complicità inconsapevole della maggioranza della popolazione. Anche qui, qualcuno non gradisce il programma imposto ai "malati", ma la protesta è inesistente e, in fondo, molto soft. Tanto che cosa può succedere di male se i "malati" per un po' fanno dei lavori socialmente utili?
Simon, il "malato" che è uno dei dodici discepoli del Profeta dei Non-Morti e che è a Roarton per riunire i primi Non-Morti risorti (non si sa ancora per che motivo), convince Kieren che ovunque andrà, la sua solitudine ed il suo sentirsi non accettato continueranno imperterriti, usando anche il fatto che anche lui si è suicidato come Kieren e che, sembra, sia un gay che vuole stare vicino a Kieren, che sappiamo essere gay.
L'equilibrio creato dagli autori è sorprendente. Non si schierano apertamente per nessuna delle parti in causa. Sia Maxime come rappresentante del Victus, il partito di liberazione dei vivi, che Simon come rappresentante dell'Ula, l'esercito di liberazione dei Non-Morti, sembrano celare le loro reali intenzioni e mentono apertamente per ottenere ciò che veramente desiderano.
Per quanto riguarda Maxime sembra che la vendetta sia il suo scopo finale. Da quel che ci è dato capire, prima di essere curato, qualche "malato" ha ucciso qualcuno a lei molto caro (potrebbe essere un figlio, visto con che amore tiene sempre con sè il giocattolo che ha tirato fuori dalla valigia la scorsa puntata) e lei è tornata a Roarton, paese in cui è nata, per trovare chi lo ha fatto. E' chiaramente disposta a tutto per ottenere questo scopo, visto che la scorsa puntata ha lasciato morire il Reverendo, che aveva scoperto le vere ragioni del suo ritorno a Roarton. Inoltre, sta usando i vari incidenti con i Furiosi (i "malati" non curati o che prendono la droga chiamata Blue Oblivion che annulla gli effetti della medicina che li cura) per spingere la popolazione stessa a chiedere che si riformi l'Esercito dei Vivi, creato ai tempi per difendere i vivi dai Non-Morti e successivamente sciolto in quanto non più necessario dopo la cura. Anche qui le similitudini con l'operato dei nazisti sono impressionanti.
E, ovviamente, chi è il principale sospettato di Maxime? Ma il nostro Kieren ovviamente.
Simon sta anche lui usando consapevolmente Amy, la migliore amica di Kieren, ed i sentimenti che prova per lui, per arrivare a capire chi è stato il primo a risorgere a Roarton, per motivi a noi sconosciuti.
E, anche qui, chi sembra essere il candidato migliore di Simon? Sempre il nostro Kieren.
Si sta così creando una "guerra" tra vivi e "malati", di cui Kieren è il centro inconsapevole e totalmente ignaro della sua importanza per entrambe le parti in gioco. Devo dire che questo mi preoccupa un po', vista la sua tendenza alla pace ed a una vita il più normale possibile. Sarà in grado di reggere questo enorme peso? Lo danneggerà in qualche modo?
Anche la sorella Jem sta attaverso un brutto periodo. Non riesce ad inserirsi nella scuola che frequenta con i suoi compagni. Qui gli autori, secondo me, fanno un capolavoro nel paragonare i problemi di rapporto degli adolescenti con i loro coetanei e il suo ricordarsi quando ha combattuto contro i Non-Morti e esplicare quindi il paragone, che le viene naturale, tra i compagni ed i Non-Morti. Praticamente i suoi compagni vengono percepiti come Non-Morti pronti a sbranarla. Chi di noi da adolescente non si è mai sentito nello stesso modo, in balia di eventi incontrollabili e schiaccianti?
Jem, inoltre, scopre che ciò che vedono gli altri come un atto di eroismo, e cioè l'aver ucciso i Non-Morti all'inizio del loro ritorno, è visto come un omicidio proprio da una della sue compagne, a cui ha ucciso il padre.
E qui si apre un altro nuovo punto di vista da esaminare. Uccidere i Non-Morti considerati, anche giustamente, pericolosi prima di essere curati, è stato omicidio? Ha tolto persone care a famiglie inconsapevoli ed ha distrutto queste famiglie? Se poi l'eroina di cui si parla ha invece ricevuto il dono di riavere indietro suo fratello "malato", che lei stessa non ha avuto il coraggio di uccidere quando è risorto, come va considerata la cosa? Per la prima volta vediamo anche il punto di vista di un vivo che ha perso una persona cara durante il ritorno dei Non-Morti, uccisa da un vivo, e che poi ha visto l'opportunità di riaverla indietro grazie alla cura, ma senza alcuna speranza. Un punto di vista che ribalta l'inconografia classica dell'eroe uccisore di Non-Morti per proteggere i vivi.
Paradossalmente, inoltre, è proprio un "malato", da tempo innamorato di Jem, a darle l'opportunità di interagire con gli altri suoi compagni, nella speranza che lei si accorga di lui. Ma il risultato è un suo allontamento proprio da lui e anche dall'amato fratello, in nome della sua integrazione nel gruppo dei suoi simili. Fino ad arrivare al colpo di scena finale, che avrà sicuramente delle ripercussioni su Jem.
E vogliamo parlare di come i "malati" adolescenti si ribellano, come tutti abbiamo fatto, alle regole della società? Un altro colpo di genio degli autori, secondo me. Infatti, questi pensano bene di creare scompiglio nella loro scuola prendendo il Blue Oblivion e terrorizzando i compagni. Peccato che, con quest'azione, non fanno altro che aiutare Maxime a terrorizzare i vivi ulteriormente e a cercare di ricreare l'Esercito dei Vivi. Anche qui, chi di noi da adolescente non ha fatto qualche azione per ribellarsi, convinto di ottenere attenzione ed ottenendola, ma in modo negativo?
E che dire del rave organizzato dai Non-Morti con la "droga" eccitante del cervello di pecora? Tipico british humor, ma anche causa scatenante del colpo di scena finale.
E che dire di Philip? Il nuovo Consigliere Parrocchiale che di giorno odia i "malati" e di notte corre in un locale dove le "malate" vengono usate come prostitute, per fare finta di avere una relazione con Amy, l'amica di Kieren? Anche qui l'ambivalenza nei vivi quando hanno a che fare con i "malati" è esplicata benissimo, così come l'humor tipicamente britannico insito nell'incontro tra Amy e Philip dal dottore.
Interessante anche il fatto che, come già detto nel primo episodio, la cura, soprattutto se fatta artigianalmente dai "malati", cominci a dare problemi ai Non-Morti. Anche qui l'iconografia classica del Non-Morto che non può ammalarsi e soffrire fisicamente viene scardinata completamente.
Per concludere, questa serie si sta rivelando sempre più interessante ed innovativa, oltre a presentarci degli attori credibili nei loro ruoli e una tecnica registica molto raffinata.
Adesso vi proponiamo un'anteprima della puntata 2x03 che andrà in onda stasera.
Ed ecco un video, opera dei Victus, che mette in guardia dall'uso della terribile droga Blue Oblivion.
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In the Flesh: un banner creato per la serie dal canale BBC Three
Come vi ho detto l'altra volta amo molto questa serie tv e questa seconda puntata non ha deluso le mie aspettative, anzi, se possibile, le ha aumentate. Con una classe ed un equilibrio praticamente perfetto, porta avanti le "avventure" di Kieren in maniera coerente e molto intelligente. Anche nelle sue parti più prettamente "orrorifiche" non esagera mai nello splatter e, soprattutto, non le usa per riempire di shock lo spettatore e fargli "dimenticare", magari, la pochezza della trama di ciò che sta guardando (ogni riferimento a The Walking Dead non è puramente casuale). Anzi, queste scene sono usate per rimarcare ciò che la serie sta cercando di dirci, e cioè che le differenze tra i vivi ed i "malati di Sindrome da Morte Parziale" sembrano essere inconciliabili. O meglio, che certi vivi e certi "malati" non desiderano raggiungere un accordo tra le parti e agitano le acque per i loro propositi e, come sempre, sono le parti che fanno più "rumore".
In questa puntata il tema dominante è la rivalsa su coloro che, a torto o a ragione, i protagonisti pensano abbiano fatto del male loro.
Vediamo, in particolar modo, i tentativi di rendere più accettabile possibile la loro nuova vita sia da parte di Kieren che da parte di sua sorella Jem.
Dopo avere inutilmente tentato di accettare il posto che la società ha deciso gli spetti, ed avere seguito tutte le regole impostagli dalla stessa, Kieren comincia a capire che non tutti considerano i "malati" come persone. Quindi, i suoi continui tentativi di far capire ai vivi che è tornato normale e merita la stessa considerazione dei vivi, la sua pazienza nell'accettare le regole e, certe volte, le umiliazioni, che i vivi gli impongono, cominciano a cedere il posto alla rabbia ed al desiderio di andarsene da Roarton. Soprattutto quando si rende conto che il programma di risarcimento dei malati di Sindrome di Morte Parziale, che dovrebbe assicurare loro la cittadinanza piena e completa, è solo un inganno che serve a cominciare a togliere ai "malati" i loro diritti civili individuali. E', in modo lontano ma con un'inquietante e chiaro parallelo, lo stesso metodo usato dai nazisti all'inizio del loro controllo della Germania, quando hanno deciso che gli ebrei non erano esseri umani e, quindi, non avevano gli stessi diritti degli altri cittadini. Il tutto in maniera molto soft e con la complicità inconsapevole della maggioranza della popolazione. Anche qui, qualcuno non gradisce il programma imposto ai "malati", ma la protesta è inesistente e, in fondo, molto soft. Tanto che cosa può succedere di male se i "malati" per un po' fanno dei lavori socialmente utili?
Simon, il "malato" che è uno dei dodici discepoli del Profeta dei Non-Morti e che è a Roarton per riunire i primi Non-Morti risorti (non si sa ancora per che motivo), convince Kieren che ovunque andrà, la sua solitudine ed il suo sentirsi non accettato continueranno imperterriti, usando anche il fatto che anche lui si è suicidato come Kieren e che, sembra, sia un gay che vuole stare vicino a Kieren, che sappiamo essere gay.
L'equilibrio creato dagli autori è sorprendente. Non si schierano apertamente per nessuna delle parti in causa. Sia Maxime come rappresentante del Victus, il partito di liberazione dei vivi, che Simon come rappresentante dell'Ula, l'esercito di liberazione dei Non-Morti, sembrano celare le loro reali intenzioni e mentono apertamente per ottenere ciò che veramente desiderano.
Per quanto riguarda Maxime sembra che la vendetta sia il suo scopo finale. Da quel che ci è dato capire, prima di essere curato, qualche "malato" ha ucciso qualcuno a lei molto caro (potrebbe essere un figlio, visto con che amore tiene sempre con sè il giocattolo che ha tirato fuori dalla valigia la scorsa puntata) e lei è tornata a Roarton, paese in cui è nata, per trovare chi lo ha fatto. E' chiaramente disposta a tutto per ottenere questo scopo, visto che la scorsa puntata ha lasciato morire il Reverendo, che aveva scoperto le vere ragioni del suo ritorno a Roarton. Inoltre, sta usando i vari incidenti con i Furiosi (i "malati" non curati o che prendono la droga chiamata Blue Oblivion che annulla gli effetti della medicina che li cura) per spingere la popolazione stessa a chiedere che si riformi l'Esercito dei Vivi, creato ai tempi per difendere i vivi dai Non-Morti e successivamente sciolto in quanto non più necessario dopo la cura. Anche qui le similitudini con l'operato dei nazisti sono impressionanti.
E, ovviamente, chi è il principale sospettato di Maxime? Ma il nostro Kieren ovviamente.
Simon sta anche lui usando consapevolmente Amy, la migliore amica di Kieren, ed i sentimenti che prova per lui, per arrivare a capire chi è stato il primo a risorgere a Roarton, per motivi a noi sconosciuti.
E, anche qui, chi sembra essere il candidato migliore di Simon? Sempre il nostro Kieren.
Si sta così creando una "guerra" tra vivi e "malati", di cui Kieren è il centro inconsapevole e totalmente ignaro della sua importanza per entrambe le parti in gioco. Devo dire che questo mi preoccupa un po', vista la sua tendenza alla pace ed a una vita il più normale possibile. Sarà in grado di reggere questo enorme peso? Lo danneggerà in qualche modo?
Anche la sorella Jem sta attaverso un brutto periodo. Non riesce ad inserirsi nella scuola che frequenta con i suoi compagni. Qui gli autori, secondo me, fanno un capolavoro nel paragonare i problemi di rapporto degli adolescenti con i loro coetanei e il suo ricordarsi quando ha combattuto contro i Non-Morti e esplicare quindi il paragone, che le viene naturale, tra i compagni ed i Non-Morti. Praticamente i suoi compagni vengono percepiti come Non-Morti pronti a sbranarla. Chi di noi da adolescente non si è mai sentito nello stesso modo, in balia di eventi incontrollabili e schiaccianti?
Jem, inoltre, scopre che ciò che vedono gli altri come un atto di eroismo, e cioè l'aver ucciso i Non-Morti all'inizio del loro ritorno, è visto come un omicidio proprio da una della sue compagne, a cui ha ucciso il padre.
E qui si apre un altro nuovo punto di vista da esaminare. Uccidere i Non-Morti considerati, anche giustamente, pericolosi prima di essere curati, è stato omicidio? Ha tolto persone care a famiglie inconsapevoli ed ha distrutto queste famiglie? Se poi l'eroina di cui si parla ha invece ricevuto il dono di riavere indietro suo fratello "malato", che lei stessa non ha avuto il coraggio di uccidere quando è risorto, come va considerata la cosa? Per la prima volta vediamo anche il punto di vista di un vivo che ha perso una persona cara durante il ritorno dei Non-Morti, uccisa da un vivo, e che poi ha visto l'opportunità di riaverla indietro grazie alla cura, ma senza alcuna speranza. Un punto di vista che ribalta l'inconografia classica dell'eroe uccisore di Non-Morti per proteggere i vivi.
Paradossalmente, inoltre, è proprio un "malato", da tempo innamorato di Jem, a darle l'opportunità di interagire con gli altri suoi compagni, nella speranza che lei si accorga di lui. Ma il risultato è un suo allontamento proprio da lui e anche dall'amato fratello, in nome della sua integrazione nel gruppo dei suoi simili. Fino ad arrivare al colpo di scena finale, che avrà sicuramente delle ripercussioni su Jem.
E vogliamo parlare di come i "malati" adolescenti si ribellano, come tutti abbiamo fatto, alle regole della società? Un altro colpo di genio degli autori, secondo me. Infatti, questi pensano bene di creare scompiglio nella loro scuola prendendo il Blue Oblivion e terrorizzando i compagni. Peccato che, con quest'azione, non fanno altro che aiutare Maxime a terrorizzare i vivi ulteriormente e a cercare di ricreare l'Esercito dei Vivi. Anche qui, chi di noi da adolescente non ha fatto qualche azione per ribellarsi, convinto di ottenere attenzione ed ottenendola, ma in modo negativo?
E che dire del rave organizzato dai Non-Morti con la "droga" eccitante del cervello di pecora? Tipico british humor, ma anche causa scatenante del colpo di scena finale.
E che dire di Philip? Il nuovo Consigliere Parrocchiale che di giorno odia i "malati" e di notte corre in un locale dove le "malate" vengono usate come prostitute, per fare finta di avere una relazione con Amy, l'amica di Kieren? Anche qui l'ambivalenza nei vivi quando hanno a che fare con i "malati" è esplicata benissimo, così come l'humor tipicamente britannico insito nell'incontro tra Amy e Philip dal dottore.
Interessante anche il fatto che, come già detto nel primo episodio, la cura, soprattutto se fatta artigianalmente dai "malati", cominci a dare problemi ai Non-Morti. Anche qui l'iconografia classica del Non-Morto che non può ammalarsi e soffrire fisicamente viene scardinata completamente.
Per concludere, questa serie si sta rivelando sempre più interessante ed innovativa, oltre a presentarci degli attori credibili nei loro ruoli e una tecnica registica molto raffinata.
Adesso vi proponiamo un'anteprima della puntata 2x03 che andrà in onda stasera.
Ed ecco un video, opera dei Victus, che mette in guardia dall'uso della terribile droga Blue Oblivion.
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