Dove andreste per sfuggire ad una pandemia Zombie che sta distruggendo l'umanità? In un isola deserta? Alta montagna? Il più vicino centro commerciale? Che ne dite di una bella e impenetrabile base sotterranea militare dell'Aeronautica?
Fin dagli albori della guerra aerea, all'inizio del secolo scorso, si è evidenziato come quest'ultima fosse diventata una degli elementi più importante e prezioso nell'arsenale di un comandante militare.
La capacità di colpire dal cielo tramite bombardamenti e incursioni, sorvolando zone terrene altrimenti invalicabili, e provocando shock e confusione nel nemico, mentre i suoi punti strategici vengono distrutti.
Non deve apparire strano quindi che quasi tutte le nazioni abbiano approntato basi più o meno segrete, incredibilmente resistenti e sofisticate dove poter costruire e proteggere il proprio contingente aereo.
Persino i tedeschi durante il Terzo Reich allestirono un'impressionante complesso sotterraneo per creare e custodire i nuovi Messerschmitt Me 262, uno dei primi caccia a reazione. E nella realizzazione, ormai verso la fine della guerra, riuscirono ad ingegnare bunker capaci di sostenere bombardamenti ad oltranza.
Oggi queste zone giacciono in completo stato di abbandono, ma ancora stupiscono per la loro complessità e resistenza.
Un esempio più odierno e facilmente visitabile viene dalla Svezia che ha recentemente trasformato una di queste basi a museo, permettendo di poter visionare l'intricata rete di tunnel e bunker sotterranei.
E gli esempi si susseguono tra i vari paesi del mondo dove troviamo complessi scavati in profondità su vecchie linee della metropolitana (Londra), pronti a resistere a tutto, dal contagio chimico a esplosioni atomiche (Svizzera e Ex-Yugoslavia ad esempio). Anche in Cina si pensa esistano centinaia di questi luoghi, dove viene tenuto il potenziale bellico aereo cinese.
Ma tornando al mondo Zombie, come si comporterebbero queste strutture in caso di bisogno?
Sicuramente gli Zombie non riuscirebbero a scalfire una di queste porte anti-tutto, nemmeno in cento anni. Quindi potremmo essere sicuri dietro di esse, a patto di essere certo che l'interno sia privo di infetti.
Il problema deriva principalmente invece dalle necessità operative di un posto del genere. In primis corrente elettrica e beni di prima necessità (acqua e nutrimento). Va detto infatti che sicuramente questi impianti hanno generatori dedicati ma necessitano anche di rifornimenti e pure sostanziosi, valutandone la grandezza.
Rifornimenti che difficilmente sarebbero ottenibili in un mondo devastato dalla piaga Zombie. E' da valutare anche che molto probabilmente questi complessi sarebbero gli ultimi a cadere e che quindi sarebbero operativi (leggi difesi o zone off-limits) per lungo termine.
Quindi sarebbero ottimi forse da usare per alcune zone dedicate dove magari immagazzinare munizioni e alimenti, e sicuramente come ultima zona di resistenza in caso di massiccio attacco Zombie, specie se ci aggiungiamo una possibilità di contagio, magari che si propaga pure per via aerea.
Per un'esperienza similare da leggere, del genere, vi consigliamo a chi non l'avesse già fatto, la lettura del primo libro Diaro di un sopravvissuto (la nostra recensione qui)
E voi quindi cosa fareste, se trovaste una di queste basi sotterranee in una Zombie apocalisse? Provereste ad esplorarla o ne stareste alla larga?
[Segnalato da Alessandro L.]
Fin dagli albori della guerra aerea, all'inizio del secolo scorso, si è evidenziato come quest'ultima fosse diventata una degli elementi più importante e prezioso nell'arsenale di un comandante militare.
La capacità di colpire dal cielo tramite bombardamenti e incursioni, sorvolando zone terrene altrimenti invalicabili, e provocando shock e confusione nel nemico, mentre i suoi punti strategici vengono distrutti.
Non deve apparire strano quindi che quasi tutte le nazioni abbiano approntato basi più o meno segrete, incredibilmente resistenti e sofisticate dove poter costruire e proteggere il proprio contingente aereo.
Persino i tedeschi durante il Terzo Reich allestirono un'impressionante complesso sotterraneo per creare e custodire i nuovi Messerschmitt Me 262, uno dei primi caccia a reazione. E nella realizzazione, ormai verso la fine della guerra, riuscirono ad ingegnare bunker capaci di sostenere bombardamenti ad oltranza.
Oggi queste zone giacciono in completo stato di abbandono, ma ancora stupiscono per la loro complessità e resistenza.
Un esempio più odierno e facilmente visitabile viene dalla Svezia che ha recentemente trasformato una di queste basi a museo, permettendo di poter visionare l'intricata rete di tunnel e bunker sotterranei.
E gli esempi si susseguono tra i vari paesi del mondo dove troviamo complessi scavati in profondità su vecchie linee della metropolitana (Londra), pronti a resistere a tutto, dal contagio chimico a esplosioni atomiche (Svizzera e Ex-Yugoslavia ad esempio). Anche in Cina si pensa esistano centinaia di questi luoghi, dove viene tenuto il potenziale bellico aereo cinese.
Ma tornando al mondo Zombie, come si comporterebbero queste strutture in caso di bisogno?
Sicuramente gli Zombie non riuscirebbero a scalfire una di queste porte anti-tutto, nemmeno in cento anni. Quindi potremmo essere sicuri dietro di esse, a patto di essere certo che l'interno sia privo di infetti.
Il problema deriva principalmente invece dalle necessità operative di un posto del genere. In primis corrente elettrica e beni di prima necessità (acqua e nutrimento). Va detto infatti che sicuramente questi impianti hanno generatori dedicati ma necessitano anche di rifornimenti e pure sostanziosi, valutandone la grandezza.
Rifornimenti che difficilmente sarebbero ottenibili in un mondo devastato dalla piaga Zombie. E' da valutare anche che molto probabilmente questi complessi sarebbero gli ultimi a cadere e che quindi sarebbero operativi (leggi difesi o zone off-limits) per lungo termine.
Quindi sarebbero ottimi forse da usare per alcune zone dedicate dove magari immagazzinare munizioni e alimenti, e sicuramente come ultima zona di resistenza in caso di massiccio attacco Zombie, specie se ci aggiungiamo una possibilità di contagio, magari che si propaga pure per via aerea.
Per un'esperienza similare da leggere, del genere, vi consigliamo a chi non l'avesse già fatto, la lettura del primo libro Diaro di un sopravvissuto (la nostra recensione qui)
E voi quindi cosa fareste, se trovaste una di queste basi sotterranee in una Zombie apocalisse? Provereste ad esplorarla o ne stareste alla larga?
[Segnalato da Alessandro L.]