Ed eccoci a commentare la penultima puntata della serie In the Flesh, la 2x05. Com'è stata preparata la via al gran finale? Quali sorprese possiamo aspettarci da questa splendida serie?
Dopo il salto le nostre impressioni.
E' la puntata dell'accettazione dei malati di Sindrome del Parzialmente Deceduto, questa di In the Flesh. L'accettazione di quello che si è o si è diventati; l'accettazione da parte di chi li dovrebbe amare incondizionatamente, i genitori; l'accettaziobe degli errori fatti quando non ne ne avevano coscienza, anche i più orribili; l'accettazione di chi è simile e vicino a loro; l'accettazione di chi li dovrebbe curare e riportare al precedente stato.
Devo dire che i vivi in questo episodio proprio non fanno una bella figura, tranne, incredibile ma vero, Philip. Sì, proprio il nostro pragmatico Philip, l'anti "malati" per eccellenza nella prima stagione e nella prima parte di questa seconda, ma, soprattutto, l'innamorato perduto di Amy, una "malata". E proprio questo amore risulta essere il vincente rispetto a tutti gli altri. Un amore che lo ha portato a rivelarsi a tutta la comunità di Roarton, anche a costo dell'ostracismo, che lo porta a credere incondizionatamente ad Amy ed ad assecondarla in tutto, che gliela fa accettare veramente e totalmente in ogni suo essere e con tutto il suo cuore, che lo porta a supportarla in tutto, anche nella sua richiesta di essere "uccisa" definitivamente piuttosto che tornare ad essere una "rabbiosa", perchè quella non è "vera vita". Proprio il rapporto tra queste due persone era il più improbabile all'inizio della serie ed è finito essere, grazie ad una splendida scrittura da parte degli autori, il più vero e profondo, il più sincero e totale, sia per Amy che per Philip.
Anche Amy ci sta riservando una vera sorpresa. Che sia lei la vera cura per i "malati"? Lei, che a quanto pare non sta rigettando il farmaco, ma anzi lo sta metabolizzando, con conseguente ricostruzioni delle funzioni realmente vitali. Amy non è più "un cadavere rianimato", ma un vero essere vivente, con le sensazioni di un vero essere vivente. Lei che ha sempre sostenuto la fortuna di essere "malati" è arrivata ad ammettere, proprio con Philip, che la loro non è vera vita se sono rabbiosi, ma anche se non lo sono. Perchè tutte le sensazioni che ci rendono vivi sono loro negate. E proprio a lei, la mia beniamina dall'inizio della serie, anche più di Kieren, per la sua innata bontà e per la sua capacità di vedere il bene in tutto ciò le accade, il farmaco dona la vera vita, la vera cura. Ed ecco che la seconda resurrezione tanto agognata dall'Ula si è avverata, peccato che non lo sanno ancora.
Gli altri vivi, invece, non accettano realmente i loro cari "malati". Soprattutto non li perdonano per ciò che hanno fatto dopo la resurrezione.
I genitori di Kieren, una volta sentito con le loro orecchie e dalla bocca stessa di Kieren ciò che ha fatto da rabbioso, non riescono più a fare finta di niente, non riescono ad accettarlo per quello che è, senza lenti a contatto e cerone e, soprattutto, per il fatto di essere gay. Questa, soprattutto è la colpa maggiore agli occhi dei genitori di Kieren: il fatto di essersi innamorato di Simon, di averlo portato a casa, di avergli sbattutto in faccia ciò che è e ciò che vuole essere. E qui loro crollano, così come Jem, sua sorella, rivelando ciò che in realtà provano realmente per lui: paura. Paura che possa tornare ad essere rabbioso, paura di affrontare il suo rapporto omosessuale, così come quello che aveva con il suo amico di infanzia, paura del nuovo Kieren che non li asseconda più nella loro finzione di normalità e non si sottomette più docilmente alle regole imposte conto i "malati". E quindi pensano che sia meglio allontanarlo e rimandarlo al centro di cura, pur sapendo in cuor loro le torture che lì riceverebbe.
Così come il lungo flash-back, che ci spiega perchè Simon è diventato un fedele seguace del profeta dell'Ula, ci fa vedere quanto Simon si sia sforzato di essere accettato. Prima dai dottori che lo avevano in cura, credendo ciecamente ad ogni loro bugia e facendosi torturare in nome di una cura che non si è mai realizzata completamente. Poi dal padre, che non accetta i suoi tentativi di spiegargli che non era consapevole di avere ucciso sua madre, ma anzi lo caccia di casa in mezzo ad una strada, sapendo che non ha niente e nessuno a cui aggrapparsi. Buttandolo praticamente nelle braccia degli estremisti dell'Ula, che adesso gli chiedono di uccidere Kieren, in nome della seconda resurrezione. Cosa farà Simon nella prossima puntata? Vedendo il suo passato credo che sarà molto difficile per lui prendere una posizione tra chi adesso sostiene di amare, cioè Kieren, e chi lo ha accettato quando nessuno lo ha fatto, neanche sè stesso.
E finalmente cominciamo a capire anche cosa cerca Maxime a Roarton. Anche lei cerca l'accettazione, quella del padre che evidentemente la fa sentire inadeguata. E si comincia anche a capire perchè cerca il primo risorto, evidentemente credendo alla teoria dell'Ula, secondo cui la sua morte porterà alla seconda resurrezione. Per far risorgere il fratello minore ed accontentare il padre. Ora sembra che sappia per certo chi sia il primo risorto. Sarà Kieren come pensa Simon? O sarà qualcun altro che non ci è dato ancora sapere? Anche lei, comunque, vive nella menzogna più totale, utilizzando Roarton ed i suoi abitanti per i suoi scopi personali e non certo per seguire i dettami del partiro dei vivi Vitus.
Ed ora Roarton è pronto ad "esplodere". La dodicesima ora, del dodicesimo giorno, del dodicesimo anno dalla resurrezione sta per arrivare e ci sarà una grande festa in paese. Kieren è veramente l'agnello sacrificale? Simon compirà il destino scelto per lui dal profeta? Maxime lo farà per lui? Amy riuscirà a dire al mondo che la vera cura è nel suo sangue? Lo vedremo nell'ultima puntata.
Ed ora un video con un'anteprima dell'ultima puntata di stasera.
Dopo il salto le nostre impressioni.
In the Flesh: un banner creato per la serie dal canale BBC Three
E' la puntata dell'accettazione dei malati di Sindrome del Parzialmente Deceduto, questa di In the Flesh. L'accettazione di quello che si è o si è diventati; l'accettazione da parte di chi li dovrebbe amare incondizionatamente, i genitori; l'accettaziobe degli errori fatti quando non ne ne avevano coscienza, anche i più orribili; l'accettazione di chi è simile e vicino a loro; l'accettazione di chi li dovrebbe curare e riportare al precedente stato.
Devo dire che i vivi in questo episodio proprio non fanno una bella figura, tranne, incredibile ma vero, Philip. Sì, proprio il nostro pragmatico Philip, l'anti "malati" per eccellenza nella prima stagione e nella prima parte di questa seconda, ma, soprattutto, l'innamorato perduto di Amy, una "malata". E proprio questo amore risulta essere il vincente rispetto a tutti gli altri. Un amore che lo ha portato a rivelarsi a tutta la comunità di Roarton, anche a costo dell'ostracismo, che lo porta a credere incondizionatamente ad Amy ed ad assecondarla in tutto, che gliela fa accettare veramente e totalmente in ogni suo essere e con tutto il suo cuore, che lo porta a supportarla in tutto, anche nella sua richiesta di essere "uccisa" definitivamente piuttosto che tornare ad essere una "rabbiosa", perchè quella non è "vera vita". Proprio il rapporto tra queste due persone era il più improbabile all'inizio della serie ed è finito essere, grazie ad una splendida scrittura da parte degli autori, il più vero e profondo, il più sincero e totale, sia per Amy che per Philip.
Anche Amy ci sta riservando una vera sorpresa. Che sia lei la vera cura per i "malati"? Lei, che a quanto pare non sta rigettando il farmaco, ma anzi lo sta metabolizzando, con conseguente ricostruzioni delle funzioni realmente vitali. Amy non è più "un cadavere rianimato", ma un vero essere vivente, con le sensazioni di un vero essere vivente. Lei che ha sempre sostenuto la fortuna di essere "malati" è arrivata ad ammettere, proprio con Philip, che la loro non è vera vita se sono rabbiosi, ma anche se non lo sono. Perchè tutte le sensazioni che ci rendono vivi sono loro negate. E proprio a lei, la mia beniamina dall'inizio della serie, anche più di Kieren, per la sua innata bontà e per la sua capacità di vedere il bene in tutto ciò le accade, il farmaco dona la vera vita, la vera cura. Ed ecco che la seconda resurrezione tanto agognata dall'Ula si è avverata, peccato che non lo sanno ancora.
Gli altri vivi, invece, non accettano realmente i loro cari "malati". Soprattutto non li perdonano per ciò che hanno fatto dopo la resurrezione.
I genitori di Kieren, una volta sentito con le loro orecchie e dalla bocca stessa di Kieren ciò che ha fatto da rabbioso, non riescono più a fare finta di niente, non riescono ad accettarlo per quello che è, senza lenti a contatto e cerone e, soprattutto, per il fatto di essere gay. Questa, soprattutto è la colpa maggiore agli occhi dei genitori di Kieren: il fatto di essersi innamorato di Simon, di averlo portato a casa, di avergli sbattutto in faccia ciò che è e ciò che vuole essere. E qui loro crollano, così come Jem, sua sorella, rivelando ciò che in realtà provano realmente per lui: paura. Paura che possa tornare ad essere rabbioso, paura di affrontare il suo rapporto omosessuale, così come quello che aveva con il suo amico di infanzia, paura del nuovo Kieren che non li asseconda più nella loro finzione di normalità e non si sottomette più docilmente alle regole imposte conto i "malati". E quindi pensano che sia meglio allontanarlo e rimandarlo al centro di cura, pur sapendo in cuor loro le torture che lì riceverebbe.
Così come il lungo flash-back, che ci spiega perchè Simon è diventato un fedele seguace del profeta dell'Ula, ci fa vedere quanto Simon si sia sforzato di essere accettato. Prima dai dottori che lo avevano in cura, credendo ciecamente ad ogni loro bugia e facendosi torturare in nome di una cura che non si è mai realizzata completamente. Poi dal padre, che non accetta i suoi tentativi di spiegargli che non era consapevole di avere ucciso sua madre, ma anzi lo caccia di casa in mezzo ad una strada, sapendo che non ha niente e nessuno a cui aggrapparsi. Buttandolo praticamente nelle braccia degli estremisti dell'Ula, che adesso gli chiedono di uccidere Kieren, in nome della seconda resurrezione. Cosa farà Simon nella prossima puntata? Vedendo il suo passato credo che sarà molto difficile per lui prendere una posizione tra chi adesso sostiene di amare, cioè Kieren, e chi lo ha accettato quando nessuno lo ha fatto, neanche sè stesso.
E finalmente cominciamo a capire anche cosa cerca Maxime a Roarton. Anche lei cerca l'accettazione, quella del padre che evidentemente la fa sentire inadeguata. E si comincia anche a capire perchè cerca il primo risorto, evidentemente credendo alla teoria dell'Ula, secondo cui la sua morte porterà alla seconda resurrezione. Per far risorgere il fratello minore ed accontentare il padre. Ora sembra che sappia per certo chi sia il primo risorto. Sarà Kieren come pensa Simon? O sarà qualcun altro che non ci è dato ancora sapere? Anche lei, comunque, vive nella menzogna più totale, utilizzando Roarton ed i suoi abitanti per i suoi scopi personali e non certo per seguire i dettami del partiro dei vivi Vitus.
Ed ora Roarton è pronto ad "esplodere". La dodicesima ora, del dodicesimo giorno, del dodicesimo anno dalla resurrezione sta per arrivare e ci sarà una grande festa in paese. Kieren è veramente l'agnello sacrificale? Simon compirà il destino scelto per lui dal profeta? Maxime lo farà per lui? Amy riuscirà a dire al mondo che la vera cura è nel suo sangue? Lo vedremo nell'ultima puntata.
Ed ora un video con un'anteprima dell'ultima puntata di stasera.
Vi aspetto per l'ultima puntata.