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24 giugno 2014

Progetto NORNE #6: La fine del mondo è una schifezza

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E siamo arrivati al sesto episodio del nostro progetto di racconto interattivo. Nell'ultimo episodio (qui) abbiamo fatto conoscenza di un nuovo personaggio Giorgio. Perso nell'entroterra marchigiano quest'uomo ha potuto vedere la fine del mondo come lo conosciamo, indisturbato. Ma ora qualcosa sta per cambiare. Vediamo insieme come, dopo il salto.

Progetto NORNE, scegli il loro destino

La situazione è tesa, come sempre accade quando ci sono uomini armati. Cosa sta per succedere?

Il voto maggiore nel precedente episodio sia su Facebook che su Google+ è stato:

Giorgio attende che i ragazzi facciano la mossa successiva.

Quindi siamo rimasti cauti e vogliamo vedere come si sviluppano gli eventi eh?

Prima di lasciarvi al seguente capitolo della storia, vi ricordiamo velocemente le "regole" della storia:
  • Ci sono sempre e solo quattro scelte possibili.
  • Due di queste scelte portano alla morte sicura del/i personaggio/i.
  • Non è possibile prevedere quali scelte portino alla morte poiché la sfortuna o l’imprevisto possono essere in agguato e non sempre la scelta che appare più logica è quella migliore.
  • Ogni scelta è irreversibile.
  • La morte di uno o più personaggi non decreta la fine della storia.
E ora andiamo a fare la conoscenza della ragazza con il fucile puntato alla testa.


Progetto NORNE #6
La fine del mondo è una schifezza

Cercava di non pensare. Di non pensare al terribile fetore che quei corpi morti attaccati al suo viso emanavano. Teneva gli occhi chiusi, li sentiva ridere sopra di lei. Il bavaglio quasi la soffocava, respirare dal naso era doloroso a causa dell'odore. Non sapeva se l'avrebbero uccisa. Certo, l'avrebbero potuto fare anche prima.


Quando tutto era andato in malora, Erika era in una gita istruttiva con la sua classe di quarta superiore liceo. Il pullman che li aveva portati fino a Piobbico, piccola cittadina nell'entroterra, era dovuto ripartire subito per una chiamata di emergenza. In quel momento la situazione non era ancora così grave ma le prime avvisaglie c'erano già state. Gente che spariva nel nulla, continue notizie su misteriose aggressioni..
La classe di Erika aveva lasciato il centro del paesino e si era incamminata verso uno dei sentieri tra i boschi che portava alle rovine di un castello appartenuto a nobili medievali del posto, gli Urbinati. Era la fine di Ottobre e un venticello fresco annunciava che l'autunno, che aveva tardato, era ormai arrivato in pompa magna. Il professore Mariani stava come sempre annoiando la classe con una delle sue divagazioni sulla politica moderna, quando qualcosa aveva attirato l'attenzione di tutti i ragazzi. C'erano delle persone a terra sul sentiero. Sembravano escursionisti a giudicare dai vestiti che portavano. Ma doveva aver subito un incidente o qualcosa del genere. Erano pieni di lacerazioni e c'era sangue ovunque. 
La classe si era riunita intorno a quei tre e qualcuno aveva cercato di prestare un primo soccorso a quelle persone a terra, mentre il professore cercava invano di telefonare per una richiesta di soccorsi. Poi si era scatenato l'inferno. Erika aveva visto con i suoi occhi una di quelle persone ferite alzarsi e mordere una delle sue compagne alla gola. C'era stato un fiotto di sangue impossibilmente alto, e tutti avevano cominciato ad urlare. Da quel momento era stato il caos, i ragazzi erano fuggiti in tutte le direzioni, alcuni erano stati attaccati da qualcosa e urlavano. La confusione era totale. 
Erika era scappata assieme alla sua migliore amica Chiara, tutte e due avevano seguito il sentiero che portava ai ruderi del castello ed si erano rifugiate tra le sue mura decrepite. Terrorizzate avevano ascoltato le grida degli altri scemare, finché il silenzio era ritornato, interrotto solo da un temporale in avvicinamento. Mentre il sole veniva spodestato da pesanti nuvole di pioggia le due ragazze avevano tentato più volte invano di telefonare a chiunque ma non c'era molto campo lassù e solo una volta Erika era riuscita a contattare sua madre per un breve momento. La linea era caduta troppo presto, prima che la ragazza potesse chiedere aiuto.  
I primi goccioloni di pioggia cominciavano a colpire il terreno ma per fortuna avevano portato con se le loro giacche impermeabili. Con gli occhi colmi di stupore videro l'acqua lavare i loro visi, creando striature dove il sangue che gli era schizzato addosso, veniva lavato via. A quel punto si erano fatte forza e avevano deciso di scendere cautamente per il sentiero. Erano passate ore ormai e il pomeriggio stava cedendo inesorabilmente al buio, aiutato dal brutto tempo.

Mentre camminavano videro a terra un corpo, poteva essere un compagno della loro classe ma era stato orribilmente dilaniato e reso irriconoscibile. Mentre lo guardavano il corpo ebbe degli spasmi e sembrò quasi riprendere vita. Inorridite da quella visione le due ragazzi avevano preso la direzione opposto, addentrandosi nel piccolo boschetto che circondava l'altura dove era stato costruito il castello. La pioggia scrosciante stava scemando ma non accennava a smettere. Continuavano a cercare di contattare qualcuno ma invano. Dopo qualche ora passata a camminare tra i boschi le due ragazze videro i resti di una casa abbandonata e pensarono di aspettare lì che sorgesse il sole.
 

Erika ancora non poteva credere a ciò che stava succedendo. Sembrava tutto così surreale. Quello che era iniziata come una noiosa gita scolastica di un giorno era ora diventato un incubo. Il panico le ottenebrava la mente, facendola tremare senza controllo. Cercò il più possibile di rimanere sveglia ma il dolce scrosciare dell'acqua sul tetto del loro rifugio e la tensione ebbero la meglio e la ragazza si addormentò.
Quando la mattina si svegliò, il panico cominciò nuovamente ad attanagliarla quando si rese conto che era rimasta sola. Di Chiara non c'era traccia, non c'era niente oltre a lei sul pavimento di terra battuta della casa in rovina. Provò a chiamarla ripetutamente, nonostante il pericolo di attirare l'attenzione di qualcuno. Nessuna traccia, la sua amica sembrava sparita nel nulla. L'aveva abbandonata? Era stata presa? Erika cominciò a camminare piangendo. Ben presto si ritrovo in vicinanza del paesino di Piobbico e la sua bocca si spalancò alla vista di ciò che stava accadendo nel paesino: la gente sembrava impazzita, si aggredivano tra loro e camminanavano in maniera strana vagava per le strade illuminate dal sole mattutino. L'asfalto brillava per la pioggia del giorno precedente e nell'aria si sentiva odore di bruciato. La ragazza vide una serie di incendi, che ormai si spegnevano e il silenzio era rotto ogni tanto da colpi di arma da fuoco e brevi grida.
Qualsiasi cosa fosse successa aveva raggiunto il paese. Erika si sentì persa, sperduta tra quelle colline senza sapere dove andare. Cercò di ricordare la geografia dei posti ma era troppo spaventata e cadde a terra, nello sconforto totale. Mentre piangeva, incapace di voltare lo sguardo al pandemonio che stava accadendo sotto di lei, sentì dei rumori alle sue spalle e si accorse che un gruppo di persone con fare ciondolante era emerso dalla vegetazione vicina e si stava avvicinando a lei. Erano molto simili nell'aspetto agli escursionisti che avevano trovato il giorno prima, e avanzavano emettendo grugniti e lamenti. Sembravano in tutto e per tutto Zombie. La sensazione era così surreale da risultare stordente.

Si alzò velocemente e di nuovo scappò cercando di non pensare a ciò che aveva visto. Ma le domande le si accavallavano nella mente, scorrevano veloci come un fiume in piena. Cosa avrebbe fatto? 
Durante la giornata cercò di utilizzare nuovamente il cellulare ma la linea sembrava completamente assente. Non era una questione di campo, sembrava quasi che il suo operatore telefonico fosse sparito. Di conseguenza anche la possibilità di utilizzare internet le era preclusa. Per quanto folle che fosse passarono così alcuni giorni di Erika, mentre la paura e la solitudine, poi la fame la colpivano come dolorosi spilli, facendola vacillare ogni momento della giornata. Era riuscita a bere in uno dei tanti ruscelli che attraversavano il paesaggio montano ma aveva cominciato ad avere fame sempre di più. Solo una volta aveva incontrato un'altra persona, anche se chiamarla così era sicuramente sbagliato. Il cadavere impiccato ad un albero che aveva trovato era quello di un ragazzo, forse sulla trentina. Non sapeva se si fosse suicidato o meno ma aveva un cartello attaccato al collo sui cui era stato scritto malamente -La fine del mondo è una schifezza-. Erika non sapeva se questa era la fine del mondo ma si trovava d'accordo sicuramente sulla seconda parte della frase.
Dopo quel macabro incontro la ragazza non aveva più visto ne vivi e morti e il desiderio di tornare al paese per cercare qualcosa da mangiare era ormai diventato una necessità. Mentre si avviava per quella che sperava fosse una stradina che portava a Piobbico, vide una tenda da campeggio di color verde in lontananza, nascosta dagli arbusti. Cautamente cercò di avvicinarsi, con la speranza di mettere qualcosa sotto i denti. Era una fresca mattina, il suo cellulare diceva che erano passate da poco le sette. Quando si avvicinò di più, notò che doveva essere l'accampamento di qualcuno perché c'erano degli zaini a terra e altri oggetti sparsi tutt'intorno. La sua attenzione fu catturata da una scatola di merendine integra. Sembrava non esserci nessuno lì vicino, forse i proprietari erano scappati anche loro. Aveva così fame..
Lasciata da parte la cautela Erika si era fiondata sulle merendine e aveva cominciato a stracciarne la confezione quando aveva sentito un fruscio alle sue spalle e si era voltata appena in tempo per vedere un bastone calare sulla sua testa.
Quando aveva ripreso conoscenza si era trovata imbavagliata e legata alle mani da una corda. C'erano due ragazzi vicino a lei che stavano raccogliendo quanto era per terra e smontavano in tutta fretta la tenda. Parlavano tra loro ma non lei non riusciva a capirli, la botta alla testa era stata tremenda e sentiva una specie di fischio nell'orecchio destro. Cercò di dimenarsi ma quando uno dei due la vide la minacciò con il bastone, senza neanche parlare. Lei immediatamente si paralizzò, sopraffatta dal terrore.
I due finirono di impacchettare le proprie cose e si alzarono per partire. Quello che teneva l'estremità della corda a cui lei era legata si avvicinò, il suo viso talmente vicino che poteva sentirne l'alito di sigaretta. 
"Se non ti alzi e cammini, stronza, ti fracasso la testa qui dove sei". Glielo disse sottovoce con un tono sadico che la fece rabbrividire. Subito cercò di alzarsi per seguirli, facendo ridacchiare l'altro ragazzo che sentenziò : "Ci sarà da divertirsi, sicuro.". Cominciarono così a camminare senza dire una parola. Erika camminava dietro di loro, inciampando ogni volta che tiravano la corda a cui era legata per farle tenere il passo. Non aveva avuto così tanta paura in vita sua, non sapeva cosa volessero ma era chiaro che volevano farle del male e magari anche abusare di lei. Disarmata, stanca e affamata non sapeva cosa fare ma non voleva sicuramente morire. 
Camminarono tra i boschi, seguendo il sentiero. Ogni tanto uno dei due faceva qualche battuta e ridevano insieme ma la maggior parte delle volte rimanevano in silenzio. Erano tutti e due armati con dei fucili di caccia, che sembravano stranamente nuovi e portavano sulle spalle gli zaini dove avevano raccolto quanto lei aveva visto vicino alla tenda. Dove stavano andando?
Erika teneva la testa bassa per non attirare l'attenzione dei suoi due aguzzini ma l'alzò di colpo quando sentì una sparo e i suoi occhi videro una casa che sembrava sbucata nel mezzo di una radura nel bosco. 
La fucilata aveva colpito un vetro mandandolo in frantumi. Solo allora vide i due Zombi davanti ai ragazzi e capì che avevano cercato di sparargli. Si avvicinarono ancora un po e spararono questa volta alla testa dei mostri. Erika li vide stramazzare a terra e si lasciò sfuggire un gemito.
"Che cosa c'è, non ti piacciono i morti?" chiese crudelmente il ragazzo che teneva la corda. Diede uno strattone vigoroso e la ragazza quasi cadde sopra i due cadaveri. Cercando di non rovinare a terra, si dimenò in preda alla paura, ma si paralizzò quando gli venne puntato un fucile contro la schiena.
"Sembravi così sicura di te, qualche ora fa? Eh?". "Cosa ti è successo?". Incalzò l'altro. "Pensavi di farla franca? Che non te l'avremmo fatta pagare per quello che hai combinato?" E dicendo questa parole la colpì con il calcio del fucile dietro le ginocchia, facendola cadere in avanti, sopra gli Zombie. La scena dovette risultare particolarmente comica ai due che scoppiarono a ridere. La ragazza non accennava a rialzarsi, forse per paura di ricevere ulteriori vessazioni.
Erika guardò invano la casa sperando che qualcuno potesse aiutarla. Ma forse in quella casa non c'era nessuno. Sentì che doveva fare qualcosa, che non ci sarebbe stato altro momento per potersi salvare da quella situazione. 


Abbiamo così scoperto la storia della ragazza prigioniera e senza la reazione di Giorgio, per vostra scelta, siamo arrivati al momento in cui Erika deve decidere cosa fare.

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Spargete la voce, infettate quanti amici potete, e decidete il destino dei sopravvissuti nel mondo del Progetto NORNE.

SpleenLady

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Richard_Targaryen

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DarkSchneider

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Zombie Hunter

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Grimwolf

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jackson1966

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Alessia Gasparella

name[Alessia Gasparella] image[https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEga4q94pFjepkWZdKSCP7H_8uGELs3M2bYllDuaD0oUpEyY2Cn3flGvqOAewllLI8n1MxKiY5YmeJcEqJ3maY8juoOqgUroGOrz0kicQzm_BAgLPWkWZpTSSBRFvrv9L_5WGc_xfKooCcJg/s151/bbd.jpg] description[Ha iniziato a collaborare con Zombie KB per continuare a nutrire il suo smisurato amore per i cari, vecchi, morti viventi e diffondere il verbo a più persone possibili. La sua missione principale è quella di far conoscere i film Zombie che più ha amato, raccolti nella rubrica Zombie D'Essai, e convincere il mondo che sono delle perle! Oltre ai lungometraggi, ama parlare dei corti che spesso hanno bisogno di una mano per essere diffusi.]

ZomBitch!

name[ZomBitch!] image[https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYY9T4xMZe98rBdNfusZhjs3gw-TNMSQAHJoecFXJwrZZX7shHcbECfVXr7MeaSRkLlisIZBey_mgK2Tx2LXo3LzWs19se9fQ_PLOWCsbXBOoUBm2HqkF1cEFFoEpVPVavtVblz-Ip7KU/s151/dr.rockso.jpg] description[Colorito da Zombie, occhiaie da Zombie, si nutre di libri, fumetti, film-serie, musica, graphic e street-art senza sosta, come uno Zombie. Gli piacciono le robe creative, diverse, le robe da matti, il noir e lo humor nero. Lavora come copywriter e giornalista-editor, ma scrive su Zombie KB per infettare più vergini possibili con quest'implacabile Z-addiction...il suo motto? Fate piano con Zombie KB: there's no hope!]