Oggi ci apprestiamo a trattare un libro controverso e di non facile analisi: Il buio nella bocca (di Andrea Biscaro). Continuate a leggere per scoprire cosa ne pensiamo noi, ma anche per conoscere l'opinione di alcuni nostri lettori!
Questa si appresta ad essere una recensione molto difficile. Il libro in questione non è la classica storia di sopravvivenza ambientata durante un'apocalisse Zombie, bensì un romanzo breve (175 pagine con capoversi generalmente di 1 o 2 righe) che mischia ricordi, sogni e realtà in cui il protagonista è il soggetto più pericoloso che si possa incontrare: un cannibale!
Tranquilli, segnalandovi le preferenze alimentari di questo sopravvissuto alla Grande Epidemia non vi abbiamo spoilerato nulla visto che il primo capitolo tratta proprio delle sevizie (diciamo pure "violenza sessuale") che vengono riservate ad una ragazza prima del pasto selvaggio.
Questo è proprio il punto su cui è impossibile non soffermarsi. Il racconto presenta, oltre a sesso consensuale, anche scene di violenza sessuale molto forti. Sarebbe certo riduttivo dire che il libro si basi principalmente su ciò, perchè così non è, ma è anche giusto avvisare un possibile lettore di come il bollino sulla copertina (V.M.18) non è dovuto alla violenza di headshot su cadaveri ambulanti, ma proprio ad una sessualità deviata e morbosa che non viene celata in alcun modo.
A costo di apparire "moralista" preciso come anche durante la lettura di "Dellamorte Dellamore" di Tiziano Scvlavi (con cui Andrea Biscaro, probabilmente grazie al suo stile onirico e crudo, ha lavorato per scrivere a quattro mani il libro-cd "Ballate della notte scura") sia stato notevolmente infastidito dalla violenza sessuale subita da una ragazza per mano del protagonista (scena fortunatamente tolta dalla trasposizione cinematografica).
Come già detto, fortunatamente, il libro non è solo sesso, imposto o consenziente che sia! La storia racconta di un sopravvissuto, la cui mente non ha retto agli orrori dell'outbreak, che libera il suo lato più oscuro (che definire "animale" sarebbe sbagliato in quanto solo l'uomo è capace di simili efferatezze) cercando di non negarsi alcuno sfizio, così che i desideri basilari di accoppiarsi e cibarsi vengono quindi portati all'estremo (il perchè del cannibalismo del protagonista è spiegato nel racconto e non vi anticiperemo nulla in merito).
Il presente ed i ricordi dolorosi del passato si alternano a "squarci" dell'apocalisse Zombie (delle vere perle, istantanee di molteplici situazioni d'orrore che rappresenterebbero la normalità in un outbreak) e spesso i sogni e la realtà si confondono così che difficilmente si riesce ad avere la certezza su quale sia la vera storia e quali le deviazioni oniriche (a tal proposito citiamo il comportamento alquanto bizzarro di uno Zombie con una chiave).
Gli Zombie sono di stampo romeriano (lenti ed antropofagi), ma la loro fisiologia li porta ad essere attivi di notte e quiescenti di giorno (lasciando così qualche possibilità in più ai sopravvissuti), percepiscono la presenza umana anche senza far uso della vista, la carne viva ne incremente la forza e per eliminarli bisogna decapitarli (un solo colpo in testa non basta). Inoltre il morso, pur facendo un male boia, non provoca la trasformazione.
Proprio l'alternanza giorno/notte riporta alla mente "Io sono leggenda" di Richard Matheson (anche se la spocchiosità del protagonista ed il suo muoversi con sicurezza in auto porta prima alla mente la pellicola, tratta dal libro di Matheson, "1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra" con Charlton Heston), ma in questo caso il sopravvissuto non è solo, la società continua a resistere, non solo nei singoli superstiti con i loro rifugi, ma anche con luoghi di ritrovo dove vige la regola del baratto. Non mancano quindi le interazioni con altri sopravvissuti, non solo prede di un folle cannibale, ma anche possibili salvatori dell'umanità.
Conclusione: il libro è scritto molto bene ed è senza dubbio unico nel suo genere, ma proprio per la violenza che ne trasuda non è possibile non sconsigliarne la lettura a chi è facilmente impressionabile (ricordiamo come sevizie e violenza sessuale, per nulla velate, possano risultare molto più disturbanti di feroci combattimenti contro orde non-morte). Se invece questo per voi non risulti un problema, e non lo fosse nemmeno un racconto dove si fatica a capire quale sia la storia vera e quale il delirio dovuto ad un sogno, allora cimentatevi pure nella lettura de Il buio nella bocca!
Data la natura del romanzo, ci pare giusto riportare quanto scritto da due nostri lettori in commento alla news in cui presentavamo l'uscita del libro (dal testo sono state eliminate le parti che non riguardano il racconto):
Questa si appresta ad essere una recensione molto difficile. Il libro in questione non è la classica storia di sopravvivenza ambientata durante un'apocalisse Zombie, bensì un romanzo breve (175 pagine con capoversi generalmente di 1 o 2 righe) che mischia ricordi, sogni e realtà in cui il protagonista è il soggetto più pericoloso che si possa incontrare: un cannibale!
Tranquilli, segnalandovi le preferenze alimentari di questo sopravvissuto alla Grande Epidemia non vi abbiamo spoilerato nulla visto che il primo capitolo tratta proprio delle sevizie (diciamo pure "violenza sessuale") che vengono riservate ad una ragazza prima del pasto selvaggio.
Questo è proprio il punto su cui è impossibile non soffermarsi. Il racconto presenta, oltre a sesso consensuale, anche scene di violenza sessuale molto forti. Sarebbe certo riduttivo dire che il libro si basi principalmente su ciò, perchè così non è, ma è anche giusto avvisare un possibile lettore di come il bollino sulla copertina (V.M.18) non è dovuto alla violenza di headshot su cadaveri ambulanti, ma proprio ad una sessualità deviata e morbosa che non viene celata in alcun modo.
A costo di apparire "moralista" preciso come anche durante la lettura di "Dellamorte Dellamore" di Tiziano Scvlavi (con cui Andrea Biscaro, probabilmente grazie al suo stile onirico e crudo, ha lavorato per scrivere a quattro mani il libro-cd "Ballate della notte scura") sia stato notevolmente infastidito dalla violenza sessuale subita da una ragazza per mano del protagonista (scena fortunatamente tolta dalla trasposizione cinematografica).
Come già detto, fortunatamente, il libro non è solo sesso, imposto o consenziente che sia! La storia racconta di un sopravvissuto, la cui mente non ha retto agli orrori dell'outbreak, che libera il suo lato più oscuro (che definire "animale" sarebbe sbagliato in quanto solo l'uomo è capace di simili efferatezze) cercando di non negarsi alcuno sfizio, così che i desideri basilari di accoppiarsi e cibarsi vengono quindi portati all'estremo (il perchè del cannibalismo del protagonista è spiegato nel racconto e non vi anticiperemo nulla in merito).
Il presente ed i ricordi dolorosi del passato si alternano a "squarci" dell'apocalisse Zombie (delle vere perle, istantanee di molteplici situazioni d'orrore che rappresenterebbero la normalità in un outbreak) e spesso i sogni e la realtà si confondono così che difficilmente si riesce ad avere la certezza su quale sia la vera storia e quali le deviazioni oniriche (a tal proposito citiamo il comportamento alquanto bizzarro di uno Zombie con una chiave).
Gli Zombie sono di stampo romeriano (lenti ed antropofagi), ma la loro fisiologia li porta ad essere attivi di notte e quiescenti di giorno (lasciando così qualche possibilità in più ai sopravvissuti), percepiscono la presenza umana anche senza far uso della vista, la carne viva ne incremente la forza e per eliminarli bisogna decapitarli (un solo colpo in testa non basta). Inoltre il morso, pur facendo un male boia, non provoca la trasformazione.
Proprio l'alternanza giorno/notte riporta alla mente "Io sono leggenda" di Richard Matheson (anche se la spocchiosità del protagonista ed il suo muoversi con sicurezza in auto porta prima alla mente la pellicola, tratta dal libro di Matheson, "1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra" con Charlton Heston), ma in questo caso il sopravvissuto non è solo, la società continua a resistere, non solo nei singoli superstiti con i loro rifugi, ma anche con luoghi di ritrovo dove vige la regola del baratto. Non mancano quindi le interazioni con altri sopravvissuti, non solo prede di un folle cannibale, ma anche possibili salvatori dell'umanità.
Conclusione: il libro è scritto molto bene ed è senza dubbio unico nel suo genere, ma proprio per la violenza che ne trasuda non è possibile non sconsigliarne la lettura a chi è facilmente impressionabile (ricordiamo come sevizie e violenza sessuale, per nulla velate, possano risultare molto più disturbanti di feroci combattimenti contro orde non-morte). Se invece questo per voi non risulti un problema, e non lo fosse nemmeno un racconto dove si fatica a capire quale sia la storia vera e quale il delirio dovuto ad un sogno, allora cimentatevi pure nella lettura de Il buio nella bocca!
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Data la natura del romanzo, ci pare giusto riportare quanto scritto da due nostri lettori in commento alla news in cui presentavamo l'uscita del libro (dal testo sono state eliminate le parti che non riguardano il racconto):
Giudizio di NonnoLibero:
L'ho finito di leggere ieri sera e sinceramente non mi è piaciuto come libro.
[...] Quello che ho letto più che un libro horror mi è sembrata una guida su "come violentare una donna e diventare cannibale per sfizio personale".
Davvero, io non sono un moralista e neppure mi impressiono facilmente, ma leggere certe cose, per la maggior parte racconti minuziosi di violenze carnali, è stata un'impresa per me, visto anche la precisione maniacale con cui si descrive il tutto senza lasciare nulla all'immaginazione.
Nel mondo è esplosa un epidemia zombie (capirai che novità), e il protagonista pensa bene di imitarli andando a caccia di essere umani (donne per la maggior parte), violentarli e poi farli a pezzi per mangiarseli. Geniale no? In un mondo di cannibali non-morti, ci devono essere anche i cannibali vivi…
In conclusione io questo libro non lo consiglio a nessuno, di lati buoni ha l'ottima scrittura e il fatto che duri poco (170 pagine ma scrivendo 3 frasi a paragrafo si arriva alla fine in un lampo), ma per il resto… Posso capire che questo non sia un libro "adatto a tutti", ma davvero, un minimo di pudore ci dovrebbe essere, la mia opinione è che chi ha scritto questo libro ha voluto andare sopra le righe di proposito per far parlare e incuriosire i soliti lettori (come me) amanti delle storie a base zombie.
Zombie che tra l'altro in questo libro non sono neppure tanto in mostra, anzi, mi sembrano i terzi incomodi.
Giudizio di Cheesarino:
Concordo con Nonnolibero.Essendo un cultore di romanzi zombie non potevo non acquistare anche questo libro. [...] Curioso e ansioso mi butto nella lettura: uno dei peggiori libri mai letti.Di zombie nemmeno l'ombra, se ne parla ma non sono mai di scena.Il libro, scritto nemmeno malissimo, guadagna le sue 170 pagine grazie ad una tecnica molto interessante: ogni rigo è composto da una, masismo tre parole. Ci sono delle pagine in cui in ogni rigo c'è una sola parola. Questo consente di leggerlo (fortunatamente) velocemente. Praticamente corrisponde ad un librettino da una 50ina di pagine, rimettendo per bene le parole...Nonostante la velocità con cui si legge ho avuto grossi dubbi se leggerlo tutto o no.Sono appassionato di tutto ciò che è horror, non solo del filone zombie. Ciò nonostante ho fatto fatica a leggere tanti pensieri e atti di violenza gratuita. Se volete sapere come violentare una donna, ucciderla e mangiarla è il libro che fa al caso vostro.E' fuori dubbio che l'autore con questo libro abbia voluto shockare il lettore, ma a tutto c'è un limite. Specie se siete abituati a scrittori di qualità come King, Maberry, Loureiro (altri calibri!).Date retta: risparmiate 12,50 euro e andatevi a mangiare una pizza.