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31 ottobre 2014

Progetto NORNE #8: Necropolis

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Ritorniamo a raccontarvi le avventure di un mondo devastato nel nuovo ottavo episodio del nostro progetto di racconto interattivo. Nell'ultimo episodio (qui) abbiamo visto un nuovo duo formarsi. Erika e Giorgio si trovano ora insieme in questo incubo, la prima ancora scossa dal rapimento, il secondo costretto suo malgrado a dover affrontare quello che succede attorno a lui. Vediamo insieme cosa ci aspetta, dopo il salto.

Progetto NORNE, scegli il loro destino

Cosa fare? Avvicinarsi al paese loro sottostante o osare anche di più?

Il voto maggiore nel precedente episodio con presenza maggiore su Facebook Google+ è stato:

Erika chiede a Giorgio di scendere a Piobbico per rifornimenti

Le scelte erano più diversificate questa volta. Molte idee e troppe decisioni!

Prima di lasciarvi al seguente capitolo della storia, vi ricordiamo velocemente le "regole" della storia:
  • Ci sono sempre e solo quattro scelte possibili.
  • Due di queste scelte portano alla morte sicura del/i personaggio/i.
  • Non è possibile prevedere quali scelte portino alla morte poiché la sfortuna o l’imprevisto possono essere in agguato e non sempre la scelta che appare più logica è quella migliore.
  • Ogni scelta è irreversibile.
  • La morte di uno o più personaggi non decreta la fine della storia.

E prima di lasciarvi alla storia, una piccola nota. PROGETTO NORNE compie un anno! Ringrazio personalmente tutti quelli che mi hanno seguito, che hanno apprezzato le mie storie e che mi hanno spronato a scrivere. Grazie!

E ora mettetevi qualcosa di caldo, scarpe da montagna e incamminatevi con noi verso Piobbico!

Progetto NORNE #8
Necropolis


L'alba era timidamente agli inizi quando si erano incamminati verso la città. Erika si voltò a guardare la casa mentre entravano nel il sottobosco. Aveva ancora gli stessi vestiti di qualche giorno fa ovviamente, ma le sarebbe servito presto qualcosa di più caldo, il vento freddo preannunciava che le temperature sarebbero scese presto.

All'inizio Giorgio aveva temuto che potesse succedere qualcosa alla casa e alla sua gatta, Duchessa. Il ragazzo sopravvissuto era ancora in giro e non sapevano se sarebbe tornato. L'uomo si era comunque preparato e aveva nascosto tutti gli oggetti importanti come i fucili aggiuntivi e il prezioso felino nella dispensa che vantava una porta a prova di esplosivo.

Anche così non sapeva cosa in caso avrebbe tentato il bastardo ma non contava di rimanere fuori per troppo. Giorgio camminava a fianco della ragazza, il fucile a tracollo pronto ad essere imbracciato. Sulle sue spalle troneggiava uno zaino da montagna da 40 litri praticamente vuoto, che avrebbero usato per raccogliere quanto di utile avrebbero trovato al paese. Erika aveva con se' il binocolo che le aveva dato lui, con cui sperava avrebbe presto visto buone notizie.

Sembrava invece che la prima cosa che avrebbe avvistato erano due Zombie che avanzavano a passo incerto verso di lei.

Uno sembrava essere stata una signora di mezza età, vestita molto elegantemente con una gonna lunga e una miriade di gioielli al collo e alle mani. Il suo abbigliamento stonava ridicolmente con il verde e giallo autunnale intorno a loro. L'altro non-morto sembrava invece un carabiniere o forse un agente di polizia. Erika non avrebbe saputo dire a quale corpo apparteneva. Aveva una ferita orribile sulla faccia che lo aveva sfigurato completamente e gli mancava completamente un braccio all'altezza del gomito.

Giorgio sembrò sussultare leggermente alla sua vista ma velocemente estrasse l'accetta che si era portato e fece cenno ad Erika di fermarsi ed aspettarlo lì. Lentamente si tolse il fucile di dosso e lo posò a terra, quindi si girò verso la ragazza portandosi un dito sulla bocca nell'inequivocabile segno del silenzio, abbozzando un sorriso mentre lo faceva.

Gli Zombie parvero notarlo meglio in quel momento e si diressero verso di lui, emettendo piccoli ringhi sommessi. L'uomo si portò ancora un po più vicino, quindi spinse con forza la donna Zombie, facendola cadere. Si voltò quindi per affrontare l'altro nemico menando un fendente che lo prese poco sopra la tempia. Nei movimenti di Giorgio c'era sicurezza ma anche lui era ancora inesperto di fronte a questa nuova minaccia.

Lo zombie Carabiniere crollò con l'accetta ancora conficcata nel cranio e rimase immobile. Giorgio velocemente gli fu sopra e estraendo l'arma si girò per finire l'altro avversario.

Fu raggiunto da Erika che gli porse il suo fucile che aveva raccolto con un timido sorriso. L'uomo ringraziò alzandosi mentre ansimava leggermente a causa del confronto. Guardò i due cadaveri a terra intensamente.

"Li conoscevi?" chiese la ragazza incuriosita. Giorgio continuava ad osservare i "mostri" definitivamente morti a terra. Sembravano cosi surreali, come se qualcuno avesse trasportato due morti di un incidente autostradale nel bosco e li avesse abbandonati lì.

"Si, lui faceva cognome Ferri. Non ricordo il nome. Era della stazione dei Carabinieri di Piobbico. Almeno mi sembra lui, con la faccia ridotta così non ci giurerei. Guarda." Indicò la fondina del morto con la lama sporca di sangue. " Niente pistola. Spero che abbia portato un po di questi mostri con sè, prima di diventare.. beh prima di diventare come loro." Si rimise il fucile a tracolla. "Quando sono sceso in paese a controllare come andavano le cose, la maggior parte della gente era scesa in città anche se qualcuno era rimasto. Potremmo trovare la situazione molto cambiata, a giudicare da quanti di questi cadaveri ambulanti ci sono delle vicinanze. Ad Erika tornò in mente la scena a cui aveva assistito qualche giorno fa, mentre osservava Piobbico da distante e rabbrividì al pensiero.


Mentre si avvicinavano alle prime strade asfaltate parlarono per lo più di ciò che entrambi avevano visto da quando era scoppiata l'epidemia. Le notizie erano frammentarie, confuse a dir poco. Non sapevano se fosse stato un'attacco terroristico, un virus o forse un esperimento mal riuscito di qualche laboratorio. La situazione era peggiorata in maniera vertiginosa. Giorgio ricordava di aver seguito distrattamente le notizie in merito ad una situazione grave nell'Europa dell'est, un qualche allarme sanitario. Ma in breve era stato impossibile saperne di più perché il problema era già qui e bussava in maniera inquietante alla porta dell' Italia. Le sparizioni nelle zone più remote erano state solo il preludio ed in pochi giorni l'esercito si era mobilitato per cercare di portare al sicuro più persone possibili, allontanarle dalle zone disabitate. Quello che ne era conseguito era il caos totale. Poi non si era saputo più nulla.


Per quanto riguardava quelli che tornavano in vita si sapeva ancora meno. Sembravano che il loro morso fosse infetto. E che morissero solo subendo un forte trauma al cranio. Il resto erano solo congetture.

Anche solo parlarne sembrò in qualche modo diminuire in loro il senso surreale e di disagio che permeava ormai la quotidianità. Mentre facevano queste riflessioni arrivarono finalmente a scorgere in lontananza il paesino di Piobbico. Erika vide i resti degli incendi e le strade devastate da una furia incontrollabile. Molti corpi giacevano scomposti dove erano stati abbattuti, da quello che sembrava armi improvvisate o colpi d'arma da fuoco. Un cellulare dei carabinieri era rovesciato di lato, forse per costruire una barriera improvvisata, e bloccava l'accesso al vecchio ponte che conduceva al campanile in cima al paese. Altre auto in condizioni pietose giacevano qua e là, alcune con le portiere ancora aperte o i conducenti all'interno, morti. Attorno alle rovine decine di Zombie si aggiravano incuranti della devastazioni, quasi in stato catatonico. Il silenzio e la mattina soleggiata completavano il quadro dando un folle tocco al tutto.

Si accucciarono sull'erba alta, non sapendo chi, magari in quel momento li stesse osservando, e usarono il binocolo per cercare segni di qualcuno sopravvissuto al massacro. Giorgio individuò il negozio di abbigliamento sportivo e caccia e pesca. C'era anche un alimentari a qualche decina di metri. Ma tutti e due sembravano che non avrebbero riaperto a breve. Erano stati presi d'assalto, le vetrine sfondate e inspiegabilmente buona parte della merce era fuori, in strada. Come se una bomba fosse esplosa all'interno lanciando tutto il contenuto dei negozi all'esterno.

Decisero di scendere lentamente, cercando di evitare il contatto con i non-morti. Giorgio spiegò brevemente ad Erika che il silenzio era importantissimo perché sembravano attratti dai rumori e l'uso di armi da taglio era preferibile perché meno rumoroso. Nonostante ciò passò una delle pistole a Erika, spiegandole brevemente come funzionava e lasciandola con la sicura inserita. Sperò che non si arrivasse a doverla usare. La ragazza era chiaramente inesperta nell'utilizzo ma non se la sentiva di avventurarsi tra quella città morta senza darle un arma e l'accetta non era in considerazione.

Erano quasi arrivati alle prime case quando notarono qualcosa che muoveva sulle mura vicino al campanile della chiesa in cima. Erika puntò il binocolo e vide un uomo che sventolata una bandiera italiana. Con le mani gli faceva cenno di avvicinarsi e indicava il ponte bloccato dal furgone rovesciato. Non stava sorridendo, anzi sembrava preoccupato ma era stato abbastanza cauto da non urlare per attirare l'attenzione degli Zombie sottostanti. Dopo qualche secondo sparì dietro le mura.
Giorgio e la ragazza si fermarono per discutere brevemente il da farsi.

"Potrebbe essere una trappola." Disse l'uomo. "Come ti è già successo, ci sono persone in giro che vogliono approfittare di questa situazione e sono pericolose."  Erika non rispondeva mentre guardava le mura, ora vuote vicine al campanile. Si girò infine a guardarlo e cercando di sorridere disse: "Tu conosci questi posti meglio di me, e mi fido del tuo giudizio. Possiamo avvicinarci per dare un'occhiata senza farci vedere?"

Massaggiandosi la barba incolta Giorgio cercava di giudicare velocemente il da farsi. Non voleva rimanere troppo in quel posto, ma sapeva anche che sarebbe stato difficile ignorare gli altri sopravvissuti che avrebbero incontrato. Nel bene e nel male.

Un nuovo duo di sopravvissuti e importanti scelte da fare sul loro destino vi attendono!

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Spargete la voce, infettate quanti amici potete, e decidete il destino dei sopravvissuti nel mondo del Progetto NORNE.

SpleenLady

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Richard_Targaryen

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DarkSchneider

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Zombie Hunter

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Grimwolf

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jackson1966

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Alessia Gasparella

name[Alessia Gasparella] image[https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEga4q94pFjepkWZdKSCP7H_8uGELs3M2bYllDuaD0oUpEyY2Cn3flGvqOAewllLI8n1MxKiY5YmeJcEqJ3maY8juoOqgUroGOrz0kicQzm_BAgLPWkWZpTSSBRFvrv9L_5WGc_xfKooCcJg/s151/bbd.jpg] description[Ha iniziato a collaborare con Zombie KB per continuare a nutrire il suo smisurato amore per i cari, vecchi, morti viventi e diffondere il verbo a più persone possibili. La sua missione principale è quella di far conoscere i film Zombie che più ha amato, raccolti nella rubrica Zombie D'Essai, e convincere il mondo che sono delle perle! Oltre ai lungometraggi, ama parlare dei corti che spesso hanno bisogno di una mano per essere diffusi.]

ZomBitch!

name[ZomBitch!] image[https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYY9T4xMZe98rBdNfusZhjs3gw-TNMSQAHJoecFXJwrZZX7shHcbECfVXr7MeaSRkLlisIZBey_mgK2Tx2LXo3LzWs19se9fQ_PLOWCsbXBOoUBm2HqkF1cEFFoEpVPVavtVblz-Ip7KU/s151/dr.rockso.jpg] description[Colorito da Zombie, occhiaie da Zombie, si nutre di libri, fumetti, film-serie, musica, graphic e street-art senza sosta, come uno Zombie. Gli piacciono le robe creative, diverse, le robe da matti, il noir e lo humor nero. Lavora come copywriter e giornalista-editor, ma scrive su Zombie KB per infettare più vergini possibili con quest'implacabile Z-addiction...il suo motto? Fate piano con Zombie KB: there's no hope!]