Ed eccoci alla quarta puntata della quinta stagione del nostro The Walking Dead dal titolo "Il prezzo della salvezza" (titolo originale "Slabtown"). Mi raccomando alla fine venite a dirci la vostra opinione sull'episodio.
Questa quinta stagione di The Walking Dead dovrebbe avere come sottotitolo "perdete ogni speranza o voi che guardate", nel senso che ci sta togliendo ogni minima illusione di un residuo di pietà umana o di semplice e schietta umanità che può essere rimasta nel mondo della serie.
In ogni puntata l'abisso umano, causato dalla presenza e dal pericolo costante degli Zombie (?) raggiunge livelli veramente da ghiaccio nelle vene. Ogni simbolo di quello che per noi è legato alla pietà, alla speranza spirituali (una chiesa) e materiali (un ospedale) viene sistematicamente distrutto, in questo nuovo mondo.
Se pensavamo che Terminus fosse il peggio possibile direi che questa puntata ci ha tolto ogni dubbio che assolutamente il peggio deve ancora arrivare.
E la cosa incredibile è che usa Beth per farcelo vedere. La piccola, innocente, canterina (molte volte a sproposito), piena di fede nell'umanità e "debole" Beth. E accidenti se anche le ragazzine crescono velocemente in questo mondo!
Come Carol, Beth dimostra una tempra ed una volontà di ferro contro chi vuole piegarla ai suoi voleri che nessuno di noi le avrebbe mai dato credito di avere fino a questa puntata. E la causa di questa crescita veloce è proprio la crudeltà di quegli uomini a cui lei aveva sempre dato fede e speranza di salvezza e che invece le dimostrano velocemente che di tutto ciò non è rimasto niente in questa società.
E' incredibile come il risveglio di Beth ci porti apparentemente in un mondo "antico" rispetto a quello attuale di The Walking Dead, un mondo conosciuto da tutti noi, dove ci sono ancora gli orologi che battono il tempo come se questo avesse ancora importanza nella giornata di un mondo apocalittico. Dove le persone ed i vestiti che indossano sono puliti, stirati e sempre ordinati. Dove il tuo letto è immacolato e c'è perfino una mensa per servirti da mangiare. Dove la croce bianca sulla macchina che ha portato via Beth e che Daryl e Carol stanno seguendo è il simbolo universalmente conosciuto di aiuto medico.
Ma come tutto in questa serie e, soprattutto quest'anno, crolla miseramente in pochi attimi: in realtà Beth è in una prigione dove si tenta in tutte le maniere di mantenere una parvenza di società pre/apocalittica, ma dove tutto è, appunto, parvenza.
In questa "oasi" vale la legge del più forte che sottomette e domina quello che apparentemente si presenta come più debole, facendogli addirittura credere che sia suo dovere ringraziare chi lo ha aiutato in un momento critico, quando in realtà non ha fatto che rapirlo.
Beth capisce subito l'antifona e recita benissimo la parte della bella, scema e debole ragazza. Ma nello stesso tempo prende subito le misure dei suoi aguzzini e di chi invece può aiutarla nella sua fuga da quella che capisce subito essere una prigione.
E la serie alza ulteriormente il tiro della violenza parlando per la prima volta di qualcosa che finora aveva evitato accuratamente, secondo me un po' colpevolmente, il sesso e la violenza sessuale in particolare. Perchè Beth deve affrontare anche questo nella sua nuova condizione: in questa puntata ci viene detto esplicitamente che una volta che un uomo (o donna, in questo caso ci viene presentato un uomo) si sente al sicuro, ha da mangiare e pensa di avere un potere di vita o di morte su di te, scatta l'istinto del predatore sessuale. Gorman pensa di potere approfittare sessualmente di lei, come fatto con altre prigioniere, solo perchè le assicura i pasti e la difende dagli Zombie, che teoricamente sarebbero i predatori in questo mondo.
E qui Gimple fa un ulteriore passo in avanti nel dirci che invece gli Zombie, alla fine, sono meglio dei reali predatori di questo mondo, gli esseri umani. Che non solo imparano a conviverci, ma li usano anche. Sia materialmente, per l'eliminazione dei "rifiuti" umani (corpi dei morti), sia psicologicamente per il controllo dei loro prigionieri (se esci di qui ti mangeranno viva).
E proprio una sua vittima diventata Zombie sarà la mano della giustizia per Gorman, con un'altra accezione positiva a favore degli Zombie.
Beth e Noah, un altro prigioniero, preferiscono addirittura affrontare gli Zombie che rimanere con questi esseri umani.
Proprio coloro che apparentemente rappresentano la sanità mentale e la giustizia nell'ospedale, poi, sono i più colpevoli per inerzia.
Il dottor Edwards che sembra avere una grossa umanità nel salvare i suoi pazienti, anche se poi sa di condannarli ai lavori forzati, non pensa che alla sua posizione di privilegio e a quello che essa significa. Parla a Beth di Caravaggio e di nuova spiritualità in un mondo che pensa solo ad arrivare al pasto successivo, ma solo questo fa, parla al vento e si nasconde dietro ai suoi bei discorsi. In realtà le fa uccidere a sangue freddo chi può essere pericoloso per i suoi privilegi, e cioè un altro dottore, sapendo quanto questo le può costare.
E il tenente Lerner in capo dell'ospedale non è da meno: pur di mantenere la parvenza di ordine sociale che vige nell'ospedale ed il controllo sui suoi uomini lascia che "trovino la felicità" a modo loro, violentando e picchiando e girando la testa dall'altra parte.
Sono poi così diversi da Gareth e company e le loro motivazioni? Gimple ci dice proprio di no. Anche per loro la scusa è l'orrore, la fame, la disperazione provati durante e subito dopo l'apocalisse Zombie. Il fatto che alla fine qualcuno salvi. La necessità di sopravvivere e mantenere un ordine sociale in attesa di un nuovo mondo, dove tutto tornerà come prima.
Ma la serie rimarca ancora una volta il suo messaggio e cioè che un volta che perdi la tua umanità, questa non tornerà più. Che devi stare attento fino a dove ti spingi in nome della sopravvivenza, perchè c'è un limite oltre il quale tu diventi il Walking Dead e gli Zombie sono migliori di te.
E il tutto poi si conclude con l'orrore finale. Proprio quando Beth decide che non vale più la pena di fare finta di essere la brava ragazza che tutti pensano che sia e di farsi giustizia da sè, ecco il cliffhanger finale: non può uccidere il dottor Edwards perchè di lui ha bisogno un paziente speciale, la nostra Carol. E qui si apre un ventaglio di possibilità, anche legate al precedente cliffhanger della scorsa puntata. Chi è che Daryl chiama dalla foresta davanti a Michonne? Carol è veramente ferita o è una finta per entrare nella prigione di Beth?
The Walking Dead, come più fonti sostengono, quest'anno si sta ripredendo alla grande dopo la disastrosa scorsa stagione e direi che questa puntata non fa eccezione. Hanno riportato Beth nel racconto in maniera magistrale, con una puntata ad altissima tensione e rendendola un personaggio di sicuro più interessante della ragazzina con la cotta per Daryl. Un personaggio che, se verrà reiserito nel gruppo, di sicuro non potrà che portare benefici al gruppo stesso, rispetto a prima.
Ed ora tocca a voi: diteci la vostra....!
Questa quinta stagione di The Walking Dead dovrebbe avere come sottotitolo "perdete ogni speranza o voi che guardate", nel senso che ci sta togliendo ogni minima illusione di un residuo di pietà umana o di semplice e schietta umanità che può essere rimasta nel mondo della serie.
In ogni puntata l'abisso umano, causato dalla presenza e dal pericolo costante degli Zombie (?) raggiunge livelli veramente da ghiaccio nelle vene. Ogni simbolo di quello che per noi è legato alla pietà, alla speranza spirituali (una chiesa) e materiali (un ospedale) viene sistematicamente distrutto, in questo nuovo mondo.
Se pensavamo che Terminus fosse il peggio possibile direi che questa puntata ci ha tolto ogni dubbio che assolutamente il peggio deve ancora arrivare.
E la cosa incredibile è che usa Beth per farcelo vedere. La piccola, innocente, canterina (molte volte a sproposito), piena di fede nell'umanità e "debole" Beth. E accidenti se anche le ragazzine crescono velocemente in questo mondo!
Come Carol, Beth dimostra una tempra ed una volontà di ferro contro chi vuole piegarla ai suoi voleri che nessuno di noi le avrebbe mai dato credito di avere fino a questa puntata. E la causa di questa crescita veloce è proprio la crudeltà di quegli uomini a cui lei aveva sempre dato fede e speranza di salvezza e che invece le dimostrano velocemente che di tutto ciò non è rimasto niente in questa società.
E' incredibile come il risveglio di Beth ci porti apparentemente in un mondo "antico" rispetto a quello attuale di The Walking Dead, un mondo conosciuto da tutti noi, dove ci sono ancora gli orologi che battono il tempo come se questo avesse ancora importanza nella giornata di un mondo apocalittico. Dove le persone ed i vestiti che indossano sono puliti, stirati e sempre ordinati. Dove il tuo letto è immacolato e c'è perfino una mensa per servirti da mangiare. Dove la croce bianca sulla macchina che ha portato via Beth e che Daryl e Carol stanno seguendo è il simbolo universalmente conosciuto di aiuto medico.
Ma come tutto in questa serie e, soprattutto quest'anno, crolla miseramente in pochi attimi: in realtà Beth è in una prigione dove si tenta in tutte le maniere di mantenere una parvenza di società pre/apocalittica, ma dove tutto è, appunto, parvenza.
In questa "oasi" vale la legge del più forte che sottomette e domina quello che apparentemente si presenta come più debole, facendogli addirittura credere che sia suo dovere ringraziare chi lo ha aiutato in un momento critico, quando in realtà non ha fatto che rapirlo.
Beth capisce subito l'antifona e recita benissimo la parte della bella, scema e debole ragazza. Ma nello stesso tempo prende subito le misure dei suoi aguzzini e di chi invece può aiutarla nella sua fuga da quella che capisce subito essere una prigione.
E la serie alza ulteriormente il tiro della violenza parlando per la prima volta di qualcosa che finora aveva evitato accuratamente, secondo me un po' colpevolmente, il sesso e la violenza sessuale in particolare. Perchè Beth deve affrontare anche questo nella sua nuova condizione: in questa puntata ci viene detto esplicitamente che una volta che un uomo (o donna, in questo caso ci viene presentato un uomo) si sente al sicuro, ha da mangiare e pensa di avere un potere di vita o di morte su di te, scatta l'istinto del predatore sessuale. Gorman pensa di potere approfittare sessualmente di lei, come fatto con altre prigioniere, solo perchè le assicura i pasti e la difende dagli Zombie, che teoricamente sarebbero i predatori in questo mondo.
E qui Gimple fa un ulteriore passo in avanti nel dirci che invece gli Zombie, alla fine, sono meglio dei reali predatori di questo mondo, gli esseri umani. Che non solo imparano a conviverci, ma li usano anche. Sia materialmente, per l'eliminazione dei "rifiuti" umani (corpi dei morti), sia psicologicamente per il controllo dei loro prigionieri (se esci di qui ti mangeranno viva).
E proprio una sua vittima diventata Zombie sarà la mano della giustizia per Gorman, con un'altra accezione positiva a favore degli Zombie.
Beth e Noah, un altro prigioniero, preferiscono addirittura affrontare gli Zombie che rimanere con questi esseri umani.
Proprio coloro che apparentemente rappresentano la sanità mentale e la giustizia nell'ospedale, poi, sono i più colpevoli per inerzia.
Il dottor Edwards che sembra avere una grossa umanità nel salvare i suoi pazienti, anche se poi sa di condannarli ai lavori forzati, non pensa che alla sua posizione di privilegio e a quello che essa significa. Parla a Beth di Caravaggio e di nuova spiritualità in un mondo che pensa solo ad arrivare al pasto successivo, ma solo questo fa, parla al vento e si nasconde dietro ai suoi bei discorsi. In realtà le fa uccidere a sangue freddo chi può essere pericoloso per i suoi privilegi, e cioè un altro dottore, sapendo quanto questo le può costare.
E il tenente Lerner in capo dell'ospedale non è da meno: pur di mantenere la parvenza di ordine sociale che vige nell'ospedale ed il controllo sui suoi uomini lascia che "trovino la felicità" a modo loro, violentando e picchiando e girando la testa dall'altra parte.
Sono poi così diversi da Gareth e company e le loro motivazioni? Gimple ci dice proprio di no. Anche per loro la scusa è l'orrore, la fame, la disperazione provati durante e subito dopo l'apocalisse Zombie. Il fatto che alla fine qualcuno salvi. La necessità di sopravvivere e mantenere un ordine sociale in attesa di un nuovo mondo, dove tutto tornerà come prima.
Ma la serie rimarca ancora una volta il suo messaggio e cioè che un volta che perdi la tua umanità, questa non tornerà più. Che devi stare attento fino a dove ti spingi in nome della sopravvivenza, perchè c'è un limite oltre il quale tu diventi il Walking Dead e gli Zombie sono migliori di te.
E il tutto poi si conclude con l'orrore finale. Proprio quando Beth decide che non vale più la pena di fare finta di essere la brava ragazza che tutti pensano che sia e di farsi giustizia da sè, ecco il cliffhanger finale: non può uccidere il dottor Edwards perchè di lui ha bisogno un paziente speciale, la nostra Carol. E qui si apre un ventaglio di possibilità, anche legate al precedente cliffhanger della scorsa puntata. Chi è che Daryl chiama dalla foresta davanti a Michonne? Carol è veramente ferita o è una finta per entrare nella prigione di Beth?
The Walking Dead, come più fonti sostengono, quest'anno si sta ripredendo alla grande dopo la disastrosa scorsa stagione e direi che questa puntata non fa eccezione. Hanno riportato Beth nel racconto in maniera magistrale, con una puntata ad altissima tensione e rendendola un personaggio di sicuro più interessante della ragazzina con la cotta per Daryl. Un personaggio che, se verrà reiserito nel gruppo, di sicuro non potrà che portare benefici al gruppo stesso, rispetto a prima.
Ed ora tocca a voi: diteci la vostra....!
