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16 dicembre 2014

Progetto NORNE #9: Mors tua, Vita mea

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Eccoci per il nono e ultimo episodio dell’anno del nostro racconto interattivo. Nell'ultimo episodio (qui) i nostri “eroi” sono appena arrivati al paese e già cominciano le scelte difficili. Da un lato la necessità di raccogliere beni di sopravvivenza e cercare di capire cosa stia succedendo. Dall'altro la possibilità di incontrare altre persone, o altri potenziali nemici. Vediamo cosa ci attende oltre il sentiero, dopo il salto il salto.

Progetto NORNE, scegli il loro destino

Erika si affida a Giorgio sul decidere il da farsi come noi ci siamo affidati a voi!

Il voto maggiore nel precedente episodio con presenza maggiore su Facebook e Google+ è stato:

 Giorgio controlla prima i negozi alla ricerca di equipaggiamento utile e cibo.


Il saggio Giorgio vuole assicurarsi di avere quello per cui sono venuti eh? Bravo!

Speriamo solo che ciò non porti il duo in guai peggiori o persino mortali..


Prima di lasciarvi al seguente capitolo della storia, vi ricordiamo velocemente le "regole" della storia:
  • Ci sono sempre e solo quattro scelte possibili.
  • Due di queste scelte portano alla morte sicura del/i personaggio/i.
  • Non è possibile prevedere quali scelte portino alla morte poiché la sfortuna o l’imprevisto possono essere in agguato e non sempre la scelta che appare più logica è quella migliore.
  • Ogni scelta è irreversibile.
  • La morte di uno o più personaggi non decreta la fine della storia.

E ora volgiamo lo sguardo alle mura del chiesa, zaino in spalla e andiamo a razziare qualche negozio distrutto.



Progetto NORNE #9
Mors tua Vita Mea


Giorgio guardò ancor una volta le mura ora vuote e poi Erika. Infine sorridendole le rispose. “Facciamo un giro nel paese prima. Vediamo cosa possiamo trovare e se c’è qualcosa di utile.”

Erika fece un cenno affermativo con la testa e si incamminò dietro di lui.

Il primo ostacolo era una discesa abbastanza ripida che dalle case fuori dalle mura medievali permetteva di arrivare sulla strada principale del paese, tagliando di netto la serpeggiante strada di asfalto.

Le case vicino a loro non davano segni di essere state attaccate, ma non sembrava vi fosse nessuno all'interno.
Giorgio bussò a una di esse, la sua nocca contro il pesante legno della porta. Attesero invano per qualche secondo poi decisero di proseguire.

Mentre scendevano tenendosi incollati al terreno per non scivolare e cadere furono scossi nel udire una vetrata andare in mille pezzi dietro di loro. Quando si girarono per vedere cosa aveva procurato il rumore, scorsero appena in tempo una figura che dal terzo piano delle case che avevano appena passato, si era gettata nel vuoto sfracellandosi al terreno con un rumore raccapricciante.

Giorgio si voltò a guardare preoccupato il paese per vedere le reazioni dei suoi abitanti.

I morti vivente più vicini avevano sentito il rumore e si erano girati verso di loro, ma ancora non si muovevano. Guardando le mura invece, scorse più persone che li osservavano. Non sapeva se fossero usciti per un caso o da quella distanza avessero sentito il tonfo del corpo che si sfracellava nel terreno.

“Ci stanno osservando di nuovo dalle mura” disse Giorgio prendendo gentilmente sotto braccio Erika. “Non voglio rimanere allo scoperto ulteriormente. Vediamo se riusciamo a raggiungere quel bar lì vicino in fretta."

 Mentre i primi Zombie nelle vicinanze cominciarono a muoversi verso di loro, si affrettarono, ora correndo, a raggiungere lo stabile vicino: una serie di appartamenti con un bar al piano terra.

Durante la veloce discesa la ragazza incespicò un paio di volte ma fu sorretta dall'uomo che la spronava in velocità.



Arrivati vicino al bar, poterono costatare che l’entrata principale era stata distrutta, la saracinesca divelta dall'esterno.

Alcuni corpi in decomposizione giacevano all'esterno, difficile capire cosa li avesse uccisi nello stato in cui erano.

Il duo scavalcò i tavolini che trovò subito dopo all'interno, un’improbabile palizzata che non aveva retto alla furia dei suoi assalitori. Giorgio pestò la schiena del cadavere di una donna, la quale rilasciò un fiotto di liquido nauseabondo dalla bocca, assieme ad un gemito che fece urlare di spavento entrambi.

Guardando il corpo a terra, si accorsero che non era uno Zombie. Lo spavento fece barcollare Erika che si appoggiò al bancone.

Giorgio la guardò con uno dei suoi sorrisi cercando di sdrammatizzare “Giuro, non l’ho uccisa io.” Disse alla ragazza ma non ottenne un sorriso di risposta sperato. “Comunque rimaniamo un attimo qui in attesa di vedere cosa succede”.

In silenzio ascoltarono il loro cuore riprendere dei battiti regolari. Fuori si poteva udire qualche gemito dei mostri ma non sembrava ci fosse nessuno intenzionato a varcare la breccia a breve.
“Dobbiamo cercare di sistemare meglio la barricata di sedie qui davanti. Poi possiamo dare un’occhiata qui dentro per qualcosa di utile” Spiego l’uomo.

Si guardarono intorno e optarono alla fine per il frigo dei gelati. Rimuovendo le sedie all'entrata, posizionarono il pesante contenitore proprio davanti ad essa. Non avrebbe fermato dei malintenzionati armati ma per gli Zombie poteva andare bene, per adesso. Erika ne approfittò per sbirciare brevemente le mura della chiesa e noto una sola persona questa volta. Avevano lasciato qualcuno a controllare i loro movimenti.

 “Bene, ora che cosa cerchiamo?” Chiese Erika. Era ansiosa di mettersi all’opera e andarsene da quel paese. Gli osservatori sulle mura non le piacevano per niente.
 “Ora, controllo da solo le altre stanze. Tu rimani qui e dai un’occhiata alla strada. Vediamo cos’è rimasto in questo posto.”


Mentre Giorgio, impugnato il fucile, entrava nella stanza sul retro, molto probabilmente il forno del bar o il magazzino, la ragazza estrasse la sua pistola. Era pesante ed era difficile tenerla con una mano sola. La puntò verso l'uscita del bar con entrambi le mani, mirando attraverso le tacche come gli aveva insegnato. Si ritrovo a pensare se sarebbe stata veramente in grado di sparare a qualcuno in caso di bisogno.

L’uomo intanto, cercava qualcosa di utile nel magazzino su retro. L’acqua non gli interessava e i prodotti riposti sugli scaffali o caduti a terra non erano di nessun utilizzo.
Normalmente il bar non sarebbe stato la sua prima scelta nella ricerca ma non avevano avuto altre possibilità.
In ogni caso ora era meglio aspettare lì e non aveva senso non controllare il negozio. Poteva sempre avere la fortuna di trovare qualcosa di utile.

Nel frattempo la sua mente vagava su cosa poteva essere successo proprio lì.

Qualcuno doveva essersi chiuso dentro, abbassando le saracinesche. Non aveva visto a lungo i morti viventi, ma non credeva possibile che anche un nutrito gruppo di loro potesse aver divelto in quel modo le sbarre di metallo. Sembrava opera di esseri umani normali.

Che cosa cercavano con tale accanimento all'interno di un bar durante il caos e i disordini che c’erano stati in paese? E dove erano finiti quelli all'interno del bar?

Il cadavere della donna oltre la barricata era gonfio, segno che forse era lì da qualche giorno. Giorgio si concentrò sul resto del locale. Un'altra porta semiaperta si trovava a pochi passi da lui e la luce del giorno penetrava dall'uscio. Quando si avvicinò di più notò anche la grande macchia di sangue rappreso proprio davanti all'entrata.
Cercando di respirare piano, l'uomo si mise il fucile a tracolla e passò all'accetta impugnandola saldamente nella mano destra mentre con la sinistra apriva lentamente la porta.
Erika osservava ancora la sua arma, quando dietro di lei sentì un gemito strozzato. Stava già per chiamare Giorgio ma le parve di udire passi affrettati all'esterno.
Incerta sul da farsi fece un passo verso la barricata distrutta lanciando occhiate verso il retro del bar, dove non sentiva provenire altri rumori. Poi improvvisamente si sentirono rumori di lotta all'interno del locale e la ragazza seppe che il suo amico aveva bisogno di lei. Scattò verso il retro e in quell'istante la faccia di un uomo fece capolino dall'entrata del negozio. Erika frenò di colpo, incantata.
L'uomo stava arrivando di corsa e non si accorse della ragazza che lo osservava. Passò attraverso la barricata come un lampo inciampando su frigo a lui e cadendo a terra. Il rumore fu notevole. Si rialzò con un livido che già era visibile sul volto. Incantato si fermò ad osservare la persona davanti a lui, mentre nei suoi occhi si dipingeva la paura. Cercò quindi di alzare la mano destra. Solo in quel momento Erika vide che impugnava una pistola.

L'uomo puntò la pistola contro Erika ma non ebbe tempo di fare altro perché dall'entrata del locale arrivò un gruppo di Zombie che entrò facilmente per dirigersi verso il malcapitato a terra. Questi, accorgendosi del pericolo, si voltò e puntò l'arma contro i mostri, premendo il grilletto.

L'arma non fece fuoco e questi rimase attonito a guardarla per un'istante prima di cercare di alzarsi per fuggire. Forse a causa della caduta, le gambe gli cedettero nel movimento e ricadde goffamente a terra. Erika osservava la scena sconvolta e ancora inorridita, incapace di reagire. Mentre la vista gli si annebbiava, osservando il primo Zombie, una signora grassoccia, letteralmente cadere a terra nel tentativo di afferrare l'uomo, fu risvegliata da un nuovo rumore alle sue spalle e si voltò per osservare cosa stesse accadendo.

Dietro di lei Giorgio si trovava in una situazione simile a ciò che stava accadendo davanti a lei. Il suo amico era a terra davanti ad una porta, le braccia tese in avanti nel tentativo di tenere lontano il mostro che aveva sopra di sé, il quale attraverso versi gutturali cercava di morderne le carni. Giorgio urlò, cercando di colpirlo con le ginocchia.

Nel frattempo davanti a lei lo sconosciuto era riuscito ad aggrapparsi al frigorifero per cercare di rialzarsi. Dietro di lui il resto del gruppo di non-morti aveva superato la grassona a terra e si trovava praticamente addosso a lui. Gli occhi erano folli di terrore e guardando Erika emise un grido, rantolando una richiesta di aiuto.
La ragazza aveva la pistola in pugno, ma le dita la tenevano stretta a stento. Avrebbe voluto lasciare tutto quanto, fuggire di fronte a quel momento e sperare di risvegliarsi dall'incubo più orribile della sua vita. Ma era tutto vero. Era tutto presente e pesante come lo sguardo di assoluto terrore dell'uomo davanti a lei. Il tempo sembrò rallentare mentre il suo cuore accelerava i battiti in preparazione del momento in cui si sarebbe stato necessario passare all'azione. 

Un'altra drammatica scelta da fare, quale sarà il loro destino?

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Spargete la voce, infettate quanti amici potete, e decidete il destino dei sopravvissuti nel mondo del Progetto NORNE.

SpleenLady

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Richard_Targaryen

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DarkSchneider

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Zombie Hunter

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Grimwolf

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jackson1966

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Alessia Gasparella

name[Alessia Gasparella] image[https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEga4q94pFjepkWZdKSCP7H_8uGELs3M2bYllDuaD0oUpEyY2Cn3flGvqOAewllLI8n1MxKiY5YmeJcEqJ3maY8juoOqgUroGOrz0kicQzm_BAgLPWkWZpTSSBRFvrv9L_5WGc_xfKooCcJg/s151/bbd.jpg] description[Ha iniziato a collaborare con Zombie KB per continuare a nutrire il suo smisurato amore per i cari, vecchi, morti viventi e diffondere il verbo a più persone possibili. La sua missione principale è quella di far conoscere i film Zombie che più ha amato, raccolti nella rubrica Zombie D'Essai, e convincere il mondo che sono delle perle! Oltre ai lungometraggi, ama parlare dei corti che spesso hanno bisogno di una mano per essere diffusi.]

ZomBitch!

name[ZomBitch!] image[https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYY9T4xMZe98rBdNfusZhjs3gw-TNMSQAHJoecFXJwrZZX7shHcbECfVXr7MeaSRkLlisIZBey_mgK2Tx2LXo3LzWs19se9fQ_PLOWCsbXBOoUBm2HqkF1cEFFoEpVPVavtVblz-Ip7KU/s151/dr.rockso.jpg] description[Colorito da Zombie, occhiaie da Zombie, si nutre di libri, fumetti, film-serie, musica, graphic e street-art senza sosta, come uno Zombie. Gli piacciono le robe creative, diverse, le robe da matti, il noir e lo humor nero. Lavora come copywriter e giornalista-editor, ma scrive su Zombie KB per infettare più vergini possibili con quest'implacabile Z-addiction...il suo motto? Fate piano con Zombie KB: there's no hope!]