Venerdì 05/12/2014 è andata in onda la tredicesima ed ultima puntata della prima stagione di Z Nation sul canale americano SyFy e, come sempre non vediamo l’ora di commentare l’episodio e dare il nostro giudizio. Continuate a seguirci dopo il salto se siete curiosi e se anche voi volete condividere il vostro parere.
“Doctor Of the Dead”, un titolo scelto non a caso per il finale di stagione e che richiama fortemente il cinema del maestro indiscusso del genere Zombie, George A. Romero.
Probabilmente sbagliando (anzi di sicuro, dopo la visione della puntata) da questo titolo mi aspettavo un episodio che ci riportasse ai fasti di quel genere nato tanto tempo fa e che negli ultimi anni purtroppo è stato usato impropriamente sfruttando la sua popolarità per conquistare la massa proponendo spesso risultati discutibili.
Un titolo, “Doctor Of the Dead”, che però non va oltre quelle 4 parole e che probabilmente costituisce una delle pochissime cose positive di questo finale di stagione di Z Nation.
40 minuti per cercare di raccontare l’origine del virus, dopo 12 episodi in cui praticamente non viene toccato l’argomento. Obbiettivo un po’ ambizioso e sicuramente non raggiungibile in un episodio vista la complessità della questione.
Se poi aggiungiamo il fatto che la qualità con cui è stata raccontata la storia non è proprio eccellente allora ne viene fuori un gran pasticcio.
Conosciamo finalmente la persona dietro la quale si celano le responsabilità dello scoppio dell’epidemia, il dott. Kurian, interpretata da un buon Donald Corren che ha la bravura di conferire al proprio personaggio un immagine fredda e calcolatrice, disposta a raggiungere il proprio obbiettivo con qualunque mezzo e a qualunque costo.
Anche qui però qualcosa non funziona.
L’episodio inizia proprio con la scena in cui il “Doctor of the Dead” cammina per le strade di una New York pre-apocalisse, più precisamente 4 anni prima dell’epidemia, fino a raggiungere un paziente malato, dall'aspetto piuttosto malconcio, a cui inietta una sostanza sconosciuta per poi prelevare il sangue dell’infetto.
E la scena si ripete negli anni successivi, prima in un campo di quarantena contro l’Ebola, poi in un laboratorio di armi biologiche nel Kazakistan, ed infine in un ospedale ad Haiti dove un paziente, recuperato dalle macerie in seguito al terribile terremoto, vive in una condizione di trance senza essere cosciente di quello che accade intorno, ma allo stesso tempo rispondendo a tutti i comandi come una sorta di robot.
Insomma in tutta questa assurdità ne deduciamo che il dott. Kurian in 4 anni abbia cercato di produrre il virus effettuando test su diversi pazienti fino a raggiungere il proprio scopo trovando finalmente il paziente zero.
Non viene però minimamente spiegato il motivo che lo spinge a diffondere il virus e questa è sicuramente una delle grosse mancanze di questo finale di stagione.
Probabilmente la scelta più opportuna sarebbe stata quella di esporre i fatti attraverso l’utilizzo dei flashback durante tutto il corso della stagione, per evitare di arrivare all'ultimo episodio e fare le cose di fretta ottenendo il risultato che abbiamo potuto vedere.
Ma passiamo oltre, perché il peggio purtroppo arriva successivamente.
Perché ci vengono mostrate le conseguenze nel caso di uscita dal laboratorio senza prima essere decontaminati, avviando in questo modo il dispositivo di sicurezza.
Va bene ok, un’arma nucleare è stata lanciata per incenerire il laboratorio, il virus al suo interno e le persone contagiate.
Ma ci dimentichiamo che il mondo è già vittima della piaga del virus.
Qualcuno poi dovrebbe immediatamente spiegarci il motivo per il quale l’arma nucleare venga anche lanciata verso la stazione radio dell’NSA, Northern Light, al Polo Nord, già proprio quella in cui vive Citizen Z!
Per finire in bellezza scopriamo che Murphy è un visitors e che nel giro di pochi secondi cambia pelle subendo una trasformazione che però non ci viene mostrata.
Insomma un potpourri.
Certo l’azione non è mancata soprattutto sul finale e, dopo aver visto il promo della puntata e letto alcuni post sul web, quanto meno è stata scongiurata la dipartita di uno dei pezzi forti della serie, ossia Doc, che non ne vuole proprio sapere di lasciare questo mondo, ne dopo un’esplosione all'interno di un condotto di areazione (“Full Metal Zombie”), ne tanto meno dopo una pallottola in pieno petto.
L’ultimo grande rimpianto è che in questo episodio gli Zombie siano stati puramente di contorno e, se avete letto le mie precedenti recensioni, sapete come la presenza dei non-morti sia per me un metro di giudizio fondamentale.
Dopo lo Znado e lo Tzunami, non possono cavarsela con 4 Zombie da laboratorio, in alcuni casi peraltro ben poco offensivi in quanto rinchiusi.
Erano tanto le aspettative, soprattutto dopo un episodio come il precedente, che per me resta il migliore della serie.
Di sicuro questo episodio è riuscito a stupire, nel senso che probabilmente nessuno si sarebbe aspettato questo cambio di rotta.
Perché dopo una serie in cui si erano poste della basi piuttosto solide fondate su umorismo, azione, Zombie ed imprevedibilità, questo finale di stagione ci propone qualcosa di differente forse spingendo un po’ troppo sull'acceleratore.
Abbiamo perso un altro componente del gruppo e ne abbiamo ritrovati due, ma questo non è stato sufficiente per risollevare il livello dell’episodio.
Per lo meno sappiamo che Citizen Z finalmente dovrà entrare in azione e chissà che nella seconda stagione non si unirà agli altri componenti del gruppo.
Restano tanti gli interrogativi e, come è consuetudine dell'ultimo episodio di una stagione, Z Nation ci lascia in sospeso su numerose questioni, dunque dovremo pazientare un intero anno per scoprire cosa accadrà ai nostri sopravvissuti.
Questo resta il mio personalissimo parere, ossia una grande delusione ed insoddisfazione per un episodio che è andato troppo di fretta nella narrazione e che è risultato eccessivamente carico di avvenimenti.
Ma di certo non sarà “Doctor of the Dead” a cancellare le mie convinzioni su una serie che fin da subito (o quasi…) ha incontrato i miei gusti.
Z Nation mi ha conquistato ed è stata in grado di stupirmi, in quanto dalle premesse non mi sarei mai aspettato di vedere quanto proposto da una serie partita da zero, a low budget e prodotta in collaborazione con uno studio di produzione conosciuto non proprio per la sua eccellenza.
Stupore per l’originalità e per la scelta di andare in controtendenza rispetto ad altri prodotti, rischiando senza paura, senza mai prendersi troppo sul serio e riuscendo a trovare in poco tempo un proprio spazio ben delineato in quello che oggi sicuramente può essere definito un mare pieno di pesci.
Bravura nella selezione degli attori e nella costruzione e caratterizzazione dei personaggi soprattutto con Murphy (ma non solo!), un attore, Keith Allan, che ha veramente dato un tocco personale al suo personaggio e questo traspare sempre in ogni sua azione.
Ed infine maestria nella scelta di posizionare in modo quasi sempre primario la presenza di loro, i veri protagonisti, gli Zombie.
E ne abbiamo veramente visti di tutti i colori!
Tanta amarezza dunque per questo “Doctor of the Dead”, ma allo stesso tempo grande sconforto per la lunga attesa di una nuova stagione che ci si augura possa in ogni caso restare sull'ottimo livello di questo suo esordio.
Prima di lasciarvi, come di consueto, vi ricordiamo che per tutti gli aggiornamenti, news, foto e video, oltre che continuare seguirci su ZombieKB, vi consigliamo di entrare nella pagina Facebook Z Nation Italia dedicata alla serie TV.
Bene, ora tocca a voi dirci cosa ne pensate.
E per questa prima stagione abbiamo concluso, dunque non mi resta che darvi appuntamento al prossimo anno con la seconda stagione Z Nation.
A presto Zies!
“Doctor Of the Dead”, un titolo scelto non a caso per il finale di stagione e che richiama fortemente il cinema del maestro indiscusso del genere Zombie, George A. Romero.
Probabilmente sbagliando (anzi di sicuro, dopo la visione della puntata) da questo titolo mi aspettavo un episodio che ci riportasse ai fasti di quel genere nato tanto tempo fa e che negli ultimi anni purtroppo è stato usato impropriamente sfruttando la sua popolarità per conquistare la massa proponendo spesso risultati discutibili.
Un titolo, “Doctor Of the Dead”, che però non va oltre quelle 4 parole e che probabilmente costituisce una delle pochissime cose positive di questo finale di stagione di Z Nation.
40 minuti per cercare di raccontare l’origine del virus, dopo 12 episodi in cui praticamente non viene toccato l’argomento. Obbiettivo un po’ ambizioso e sicuramente non raggiungibile in un episodio vista la complessità della questione.
Se poi aggiungiamo il fatto che la qualità con cui è stata raccontata la storia non è proprio eccellente allora ne viene fuori un gran pasticcio.
Conosciamo finalmente la persona dietro la quale si celano le responsabilità dello scoppio dell’epidemia, il dott. Kurian, interpretata da un buon Donald Corren che ha la bravura di conferire al proprio personaggio un immagine fredda e calcolatrice, disposta a raggiungere il proprio obbiettivo con qualunque mezzo e a qualunque costo.
Anche qui però qualcosa non funziona.
L’episodio inizia proprio con la scena in cui il “Doctor of the Dead” cammina per le strade di una New York pre-apocalisse, più precisamente 4 anni prima dell’epidemia, fino a raggiungere un paziente malato, dall'aspetto piuttosto malconcio, a cui inietta una sostanza sconosciuta per poi prelevare il sangue dell’infetto.
E la scena si ripete negli anni successivi, prima in un campo di quarantena contro l’Ebola, poi in un laboratorio di armi biologiche nel Kazakistan, ed infine in un ospedale ad Haiti dove un paziente, recuperato dalle macerie in seguito al terribile terremoto, vive in una condizione di trance senza essere cosciente di quello che accade intorno, ma allo stesso tempo rispondendo a tutti i comandi come una sorta di robot.
Insomma in tutta questa assurdità ne deduciamo che il dott. Kurian in 4 anni abbia cercato di produrre il virus effettuando test su diversi pazienti fino a raggiungere il proprio scopo trovando finalmente il paziente zero.
Non viene però minimamente spiegato il motivo che lo spinge a diffondere il virus e questa è sicuramente una delle grosse mancanze di questo finale di stagione.
Probabilmente la scelta più opportuna sarebbe stata quella di esporre i fatti attraverso l’utilizzo dei flashback durante tutto il corso della stagione, per evitare di arrivare all'ultimo episodio e fare le cose di fretta ottenendo il risultato che abbiamo potuto vedere.
Ma passiamo oltre, perché il peggio purtroppo arriva successivamente.
Perché ci vengono mostrate le conseguenze nel caso di uscita dal laboratorio senza prima essere decontaminati, avviando in questo modo il dispositivo di sicurezza.
Va bene ok, un’arma nucleare è stata lanciata per incenerire il laboratorio, il virus al suo interno e le persone contagiate.
Ma ci dimentichiamo che il mondo è già vittima della piaga del virus.
Qualcuno poi dovrebbe immediatamente spiegarci il motivo per il quale l’arma nucleare venga anche lanciata verso la stazione radio dell’NSA, Northern Light, al Polo Nord, già proprio quella in cui vive Citizen Z!
Per finire in bellezza scopriamo che Murphy è un visitors e che nel giro di pochi secondi cambia pelle subendo una trasformazione che però non ci viene mostrata.
Insomma un potpourri.
Certo l’azione non è mancata soprattutto sul finale e, dopo aver visto il promo della puntata e letto alcuni post sul web, quanto meno è stata scongiurata la dipartita di uno dei pezzi forti della serie, ossia Doc, che non ne vuole proprio sapere di lasciare questo mondo, ne dopo un’esplosione all'interno di un condotto di areazione (“Full Metal Zombie”), ne tanto meno dopo una pallottola in pieno petto.
L’ultimo grande rimpianto è che in questo episodio gli Zombie siano stati puramente di contorno e, se avete letto le mie precedenti recensioni, sapete come la presenza dei non-morti sia per me un metro di giudizio fondamentale.
Dopo lo Znado e lo Tzunami, non possono cavarsela con 4 Zombie da laboratorio, in alcuni casi peraltro ben poco offensivi in quanto rinchiusi.
Erano tanto le aspettative, soprattutto dopo un episodio come il precedente, che per me resta il migliore della serie.
Di sicuro questo episodio è riuscito a stupire, nel senso che probabilmente nessuno si sarebbe aspettato questo cambio di rotta.
Perché dopo una serie in cui si erano poste della basi piuttosto solide fondate su umorismo, azione, Zombie ed imprevedibilità, questo finale di stagione ci propone qualcosa di differente forse spingendo un po’ troppo sull'acceleratore.
Abbiamo perso un altro componente del gruppo e ne abbiamo ritrovati due, ma questo non è stato sufficiente per risollevare il livello dell’episodio.
Per lo meno sappiamo che Citizen Z finalmente dovrà entrare in azione e chissà che nella seconda stagione non si unirà agli altri componenti del gruppo.
Restano tanti gli interrogativi e, come è consuetudine dell'ultimo episodio di una stagione, Z Nation ci lascia in sospeso su numerose questioni, dunque dovremo pazientare un intero anno per scoprire cosa accadrà ai nostri sopravvissuti.
Questo resta il mio personalissimo parere, ossia una grande delusione ed insoddisfazione per un episodio che è andato troppo di fretta nella narrazione e che è risultato eccessivamente carico di avvenimenti.
Ma di certo non sarà “Doctor of the Dead” a cancellare le mie convinzioni su una serie che fin da subito (o quasi…) ha incontrato i miei gusti.
Z Nation mi ha conquistato ed è stata in grado di stupirmi, in quanto dalle premesse non mi sarei mai aspettato di vedere quanto proposto da una serie partita da zero, a low budget e prodotta in collaborazione con uno studio di produzione conosciuto non proprio per la sua eccellenza.
Stupore per l’originalità e per la scelta di andare in controtendenza rispetto ad altri prodotti, rischiando senza paura, senza mai prendersi troppo sul serio e riuscendo a trovare in poco tempo un proprio spazio ben delineato in quello che oggi sicuramente può essere definito un mare pieno di pesci.
Bravura nella selezione degli attori e nella costruzione e caratterizzazione dei personaggi soprattutto con Murphy (ma non solo!), un attore, Keith Allan, che ha veramente dato un tocco personale al suo personaggio e questo traspare sempre in ogni sua azione.
Ed infine maestria nella scelta di posizionare in modo quasi sempre primario la presenza di loro, i veri protagonisti, gli Zombie.
E ne abbiamo veramente visti di tutti i colori!
Tanta amarezza dunque per questo “Doctor of the Dead”, ma allo stesso tempo grande sconforto per la lunga attesa di una nuova stagione che ci si augura possa in ogni caso restare sull'ottimo livello di questo suo esordio.
Prima di lasciarvi, come di consueto, vi ricordiamo che per tutti gli aggiornamenti, news, foto e video, oltre che continuare seguirci su ZombieKB, vi consigliamo di entrare nella pagina Facebook Z Nation Italia dedicata alla serie TV.
Bene, ora tocca a voi dirci cosa ne pensate.
E per questa prima stagione abbiamo concluso, dunque non mi resta che darvi appuntamento al prossimo anno con la seconda stagione Z Nation.
A presto Zies!