Il primo accenno scritto ad un possibile outbreak lo troviamo in un antichissimo racconto dedicato al re sumerico Gilgamesh così come nelle storie dedicate alla dea Ištar. Se siete curiosi continuate a leggere.
Il brano a cui facciamo riferimento in questo approfondimento della nostra serie Zombie Roots vede tutta la rabbia della dea Ishtar rifiutata dall'eroe Gilgamesh. Così infatti si può leggere ne "L'epopea di Gilgamesh", quando la dea si rivolge ai suoi genitori celesti per ottenere vendetta, chiedendo di poter scatenare il Toro Celeste sulla città dell'eroe:
Riportiamo alla vostra attenzione come alcune interpretazioni del suddetto testo non considerino il minacciato ritorno dei morti come una piaga romeriana, bensì come un ritorno delle generazioni defunte che avrebbero convissuto coi vivi creando un serio problema di sovrappopolazione e di carenza di risorse primarie quali il cibo.
La stessa minaccia la troviamo nella versione neoassira della "Discesa di Ištar agli Inferi" dove si legge:
Nel salutarvi vi segnaliamo, qualora foste interessati a conoscere meglio il mito di cui vi abbiamo parlato oggi, il sito L'epopea di Gilgamesh - Dalla civiltà sumerica a quella babilonese.
L'epopea di Gilgamesh (Tavola VI)
[reperto del VII secolo a.C. conservato al British Museum]
[reperto del VII secolo a.C. conservato al British Museum]
Il brano a cui facciamo riferimento in questo approfondimento della nostra serie Zombie Roots vede tutta la rabbia della dea Ishtar rifiutata dall'eroe Gilgamesh. Così infatti si può leggere ne "L'epopea di Gilgamesh", quando la dea si rivolge ai suoi genitori celesti per ottenere vendetta, chiedendo di poter scatenare il Toro Celeste sulla città dell'eroe:
"Padre mio, dammi per favore il Toro Celeste;L'uso dell'animale mitologico venne però accordato scongiurando l'outbreak!
voglio uccidere Gilgamesh nella sua casa.
Se tu non mi darai il Toro Celeste,
allora io divellerò le porte degli Inferi,
volgerò [...] agli Inferi,
farò risuscitare i morti in modo che essi mangino i vivi;
allora i morti saranno più numerosi dei vivi!".
[L'epopea di Gilgamesh - Tavola VI - v.92-98]
Riportiamo alla vostra attenzione come alcune interpretazioni del suddetto testo non considerino il minacciato ritorno dei morti come una piaga romeriana, bensì come un ritorno delle generazioni defunte che avrebbero convissuto coi vivi creando un serio problema di sovrappopolazione e di carenza di risorse primarie quali il cibo.
La stessa minaccia la troviamo nella versione neoassira della "Discesa di Ištar agli Inferi" dove si legge:
Allorché Ištar raggiunse la porta di Kurnugia,Anche in questo caso la porta venne poi aperta.
rivolge la parola al guardiano della porta:
«Orsù, portinaio aprimi la tua porta!
Aprimi la tua porta, in modo che io possa entrare
se non apri la porta ed io non entro,
abbatterò il battente, spezzerò il chiavistello,
abbatterò lo stipite, svellerò i battenti,
farò salire i morti, perchè divorino i vivi:
(così) i morti saranno più numerosi dei vivi!»
[Discesa di Ištar agli Inferi - v.12-20]
Nel salutarvi vi segnaliamo, qualora foste interessati a conoscere meglio il mito di cui vi abbiamo parlato oggi, il sito L'epopea di Gilgamesh - Dalla civiltà sumerica a quella babilonese.