Dei ricercatori della Cornell University, Ithaca, New York, hanno effettuata un'interessante ricerca statistica sulla probabile diffusione e sulle probabilità di sopravvivenza sul suolo americano in caso di un'epidemia Zombie.
Il Dr. Alexi Lemi ed i suoi collaboratori, dopo avere letto World War Z, hanno deciso di prendere le caratteristiche di un'epidemia Zombie e di utilizzare il modello matematico detto "SIR", comunemente usato per prevedere il diffondersi di una probabile epidemia in un dato Paese, per vedere cosa succederebbe negli Stati Uniti in caso di un'epidemia Zombie.
La prima differenza sostanziale che hanno notato è che, a differenza delle normali epidemie, dove o guarisci o muori, qui il problema principale è che i morti risorgono e quindi bisognava tenere conto del fatto che i sopravvissuti, oltre a non contrarre la malattia, devono uccidere attivamente chi la malattia l'ha contratta. Hanno quindi statisticamente dimostrato che c'è un 25% di probabilità maggiori per gli Zombie di mordere ed infettare i "sani" rispetto alle probabilità che hanno i "sani" di uccidere gli Zombie.
Hanno quindi considerato la popolazione statunitense censita nel 2010 e l'hanno suddivisa nelle tre classi tipiche che si riscontrano durante un'epidemia: gli individui "sani" (S), suscettibili di essere contagiati, gli ammalati (I) cioè gli "infetti", che sono a loro volta veicolo dell'infezione, ed i guariti (o deceduti) (R) e quindi immunizzati, detti "rimossi" (le iniziali S I R attribuiscono al modello il nome). Hanno scoperto in questo modo che dopo un mese, o circa 28 giorni dopo, praticamente tutti gli Stati Uniti, indipendentemente da dove la malattia era iniziata, sarebbero invasi dall'epidemia, tranne alcune aeree remote del Montana e Nevada, che anche quattro mesi dopo, rimarrebbero libere dal contagio.
Questo studio è interessante non solo teroicamente, ma anche perchè si è così scoperto che le equazioni nella versione Zombie del modello SIR sono in realtà più semplice da risolvere di quelle delle reali epidemie, quindi le lezioni apprese dalla creazione del modello si possono tradurre nella ricerca nel mondo reale, per qualsiasi tipo di epidemia.
Non solo, ma basta cambiare il modello geografico utilizzato e questa ricerca si può adattare a qualsiasi Paese del mondo.
E pensare che c'è ancora chi crede che gli Zombie siano solo una mania di persone che hanno strani interessi!
[Fonte: NewScientist]
Il Dr. Alexi Lemi ed i suoi collaboratori, dopo avere letto World War Z, hanno deciso di prendere le caratteristiche di un'epidemia Zombie e di utilizzare il modello matematico detto "SIR", comunemente usato per prevedere il diffondersi di una probabile epidemia in un dato Paese, per vedere cosa succederebbe negli Stati Uniti in caso di un'epidemia Zombie.
La prima differenza sostanziale che hanno notato è che, a differenza delle normali epidemie, dove o guarisci o muori, qui il problema principale è che i morti risorgono e quindi bisognava tenere conto del fatto che i sopravvissuti, oltre a non contrarre la malattia, devono uccidere attivamente chi la malattia l'ha contratta. Hanno quindi statisticamente dimostrato che c'è un 25% di probabilità maggiori per gli Zombie di mordere ed infettare i "sani" rispetto alle probabilità che hanno i "sani" di uccidere gli Zombie.
Hanno quindi considerato la popolazione statunitense censita nel 2010 e l'hanno suddivisa nelle tre classi tipiche che si riscontrano durante un'epidemia: gli individui "sani" (S), suscettibili di essere contagiati, gli ammalati (I) cioè gli "infetti", che sono a loro volta veicolo dell'infezione, ed i guariti (o deceduti) (R) e quindi immunizzati, detti "rimossi" (le iniziali S I R attribuiscono al modello il nome). Hanno scoperto in questo modo che dopo un mese, o circa 28 giorni dopo, praticamente tutti gli Stati Uniti, indipendentemente da dove la malattia era iniziata, sarebbero invasi dall'epidemia, tranne alcune aeree remote del Montana e Nevada, che anche quattro mesi dopo, rimarrebbero libere dal contagio.
Questo studio è interessante non solo teroicamente, ma anche perchè si è così scoperto che le equazioni nella versione Zombie del modello SIR sono in realtà più semplice da risolvere di quelle delle reali epidemie, quindi le lezioni apprese dalla creazione del modello si possono tradurre nella ricerca nel mondo reale, per qualsiasi tipo di epidemia.
Non solo, ma basta cambiare il modello geografico utilizzato e questa ricerca si può adattare a qualsiasi Paese del mondo.
E pensare che c'è ancora chi crede che gli Zombie siano solo una mania di persone che hanno strani interessi!
[Fonte: NewScientist]