Chiunque di noi si è fatto una propria idea su quale possa essere il miglior luogo in cui rifugiarsi durante l’apocalisse Zombie e questo spesso è oggetto di dibattito tra le varie scuole di pensiero. Adesso però arriva la scienza a darci la sua versione. Seguiteci dopo il salto per scoprirne di più.
Ultimamente persino lo scrittore George R.R. Martin ci ha rivelato la sua soluzione al dilemma del luogo da poter scegliere per potersi rifugiare nel bel mezzo dell’apocalisse Zombie.
Ma di fronte alla scienza siamo tutti più propensi ad accettare qualsiasi versione ci venga proposta.
Qualora i morti dovessero ritornare in vita e desiderassero esclusivamente fare di te il loro pasto, dove scappereste?
Un recente studio conferma quello che in molti avevano già supposto: le colline e le montagne.
Un team di ricercatori della Cornell University, ispirata dal libro World war Z di Max Brooks, ha effettuato degli studi ipotizzando come si potrebbe diffondere un’epidemia Zombie.
Hanno presentato le proprie ricerche, intese come visione complessiva del modello di sviluppo di un’epidemia al giorno d’oggi, al meeting American Physical Society, svoltosi appena svoltosi a San Antonio nel Texas, fornendo addirittura un luogo specifico in cui potersi dirigere: il Glacier National Park.
“Effettuare studi sull'epidemia Zombie ti porta ad approcciarti a moltissime tecniche utilizzate per gli studi sulle reali malattie comuni, solo in un contesto divertente” ha dichiarato Alex Alemi, uno studente universitario della Cornell.
Il modello ha esaminato come l’epidemia potrebbe propagarsi in una popolazione di 300 milioni di persone.
“Nel caso di outbreak Zombie, si presuppone che l’infezione coinvolga l’intera area nello stesso tempo, e qualche mese dopo lo scoppio dell’epidemia sarete rimasti in piccoli gruppi di sopravvissuti” ci spiega Alemi.
Alemi crede che le città soccomberebbero molto velocemente alla piaga Zombie, ma il tasso di infezione scenderebbe in modo significativo nelle zone scarsamente popolate ed impiegherebbe mesi a raggiungere posti come ad esempio il Northern Rockies ed il Glacier National Park.
Ma nel caso in cui non foste vicini al Montana o all’Idaho, qualsiasi zona scarsamente popolata sarebbe comunque meglio delle grandi città.
“Secondo le dinamiche delle moderne malattie, una volta che gli Zombie invadono le zone con maggior densità di popolazione, l’intera epidemia rallenta, ci sono meno umani da mordere, e di conseguenza il tasso di contagio diminuisce.” dice Alemi.
Chiaramente nel caso in cui foste fortunati nel trovarsi nei terrori del Montana o dell’Idaho, a quel punto potreste addirittura raggiungere luoghi ancora più sicuri come le Canadian Rockies piuttosto che l’Alaska, posti indicati da questi studi come maggiormente raccomandati per poter sopravvivere all’apocalisse Zombie.
E voi, cosa ne pensate? La scienza ci ha dato la risposta giusta alla domanda su quale sia il luogo migliore in cui rifugiarsi in caso di apocalisse Zombie?
[Fonte: Cnet]
Ultimamente persino lo scrittore George R.R. Martin ci ha rivelato la sua soluzione al dilemma del luogo da poter scegliere per potersi rifugiare nel bel mezzo dell’apocalisse Zombie.
Ma di fronte alla scienza siamo tutti più propensi ad accettare qualsiasi versione ci venga proposta.
Qualora i morti dovessero ritornare in vita e desiderassero esclusivamente fare di te il loro pasto, dove scappereste?
Un recente studio conferma quello che in molti avevano già supposto: le colline e le montagne.
Un team di ricercatori della Cornell University, ispirata dal libro World war Z di Max Brooks, ha effettuato degli studi ipotizzando come si potrebbe diffondere un’epidemia Zombie.
Hanno presentato le proprie ricerche, intese come visione complessiva del modello di sviluppo di un’epidemia al giorno d’oggi, al meeting American Physical Society, svoltosi appena svoltosi a San Antonio nel Texas, fornendo addirittura un luogo specifico in cui potersi dirigere: il Glacier National Park.
Glacier National Park
Il modello ha esaminato come l’epidemia potrebbe propagarsi in una popolazione di 300 milioni di persone.
“Nel caso di outbreak Zombie, si presuppone che l’infezione coinvolga l’intera area nello stesso tempo, e qualche mese dopo lo scoppio dell’epidemia sarete rimasti in piccoli gruppi di sopravvissuti” ci spiega Alemi.
Alemi crede che le città soccomberebbero molto velocemente alla piaga Zombie, ma il tasso di infezione scenderebbe in modo significativo nelle zone scarsamente popolate ed impiegherebbe mesi a raggiungere posti come ad esempio il Northern Rockies ed il Glacier National Park.
Northern Rockies
“Secondo le dinamiche delle moderne malattie, una volta che gli Zombie invadono le zone con maggior densità di popolazione, l’intera epidemia rallenta, ci sono meno umani da mordere, e di conseguenza il tasso di contagio diminuisce.” dice Alemi.
Chiaramente nel caso in cui foste fortunati nel trovarsi nei terrori del Montana o dell’Idaho, a quel punto potreste addirittura raggiungere luoghi ancora più sicuri come le Canadian Rockies piuttosto che l’Alaska, posti indicati da questi studi come maggiormente raccomandati per poter sopravvivere all’apocalisse Zombie.
E voi, cosa ne pensate? La scienza ci ha dato la risposta giusta alla domanda su quale sia il luogo migliore in cui rifugiarsi in caso di apocalisse Zombie?
[Fonte: Cnet]