Siamo qui a parlarvi delle nostre impressioni sul libro "Spaghetti Zombie", edito dai ragazzi di "I love Zombie" e scritto da autori vari: Nicola Furia, Igor Zanchelli, Alessandro De Felice, Michele Rubini, Viola Della Rina, Luca Pennati, Alessandro Undici e Felice Sansone. Dopo il salto le nostre impressioni.
Il libro è un insieme molto vario di racconti, sette per la precisione, con in comune i nostri amati Zombie.
Recensire questo libro non è facile per me, soprattutto perchè in genere non amo molto le raccolte di racconti di autori vari. Devo ammettere però che questo libro scivola via che è una meraviglia: un giorno e l'hai finito senza neanche accorgertene, tanto ti prende e ti inchioda ad esso.
Questo non sinifica però che sia un libro "semplice". Tutt'altro direi. Ciò che unisce le varie storie, pur diversissime tra loro, è una critica feroce ed aperta contro la nostra società italiana e le sue sfacettature: politiche, di corruzione, religiose, scientifiche, razziste e persino omofobiche (anche se al femminile). In questo i nostri amati Zombie sono usati come la miccia che fa esplodere queste contraddizioni e le porta alla luce in tutta la loro brutalità.
E' ovvio che ognuno di noi sceglierà, in base ai suoi gusti ed alle sue convinzioni, il racconto che tra tutti lo rappresenta meglio.
Per onestà intellettuale devo dire subito che tra loro c'è il mio autore italiano preferito in assoluto del genere (non me ne vogliano gli altri, bravissimi, autori), e cioè Nicola Furia (ok lo so che è uno pseudonimo, ma accidenti se riesco a capire chi si cela dietro ad esso). Quindi il suo racconto, "Lazzaro deve morire", per ovvie ragioni, è il mio preferito, dato che l'autore mantiene i suoi elevati standards di scrittura e, come al solito, sembra leggermi nel pensiero. Il suo è il racconto di apertura del libro, quello più lungo e quello che "attacca" la religione e le sue istituzioni. Alla maniera di Furia, ovvio, cioè in maniera molto cruda e senza mezzi termini, che sono le sue caratteristiche peculiari.
In seconda battuta metterei "Mein Herr", di Felice Sansone. Una bellissima scoperta per me: scrive benissimo, in maniera fluente ma molto corretta ed il suo racconto è quello che mi ha stupito di più, non tanto per il protagonista, intuibile al volo, quanto per il finale, di una durezza sulla razza umana molto particolare e centrata.
Devo essere onesta, ce n'è uno che proprio non ho digerito, anche se ne ho capito le finalità denigratorie nei confronti della nostra corruzione generale, per come è stato scritto e gestito. E' "Copropoli" di Michele Rubini. Ribadisco, ho capito benissimo dove l'autore ci vuole portare nei confronti dei grandi imprenditori italiani che fanno soldi con la corruzione e sulla salute della gente comune, ma lo stile, l'idea di base e la storia in sè stessa fanno perdere un po' proprio questo intento. Ha troppo un intento splatter per i miei gusti.
Per quanto riguarda il tipo di Zombie di cui parlano, si spazia veramente nell'intero universo del genere: dallo Zombie cosciente ai tipici Zombie romeriani. Ed anche i protagonisti delle storie sono molto vari: da eroi a veri e proprie carogne egoiste, se non peggio.
Un solo piccolo appunto: non ho gradito per niente ed addirittura ho trovato fuori luogo la prefazione fatta da LaMario. A parte che bisognerebbe editarla meglio per evitare certi banali errori di battitura abbastanza fastidiosi, che, tra l'altro non ci sono nei testi successivi. Ma veramente non ha un legame nè di tipo logico, nè di tipo introduttivo alla lettura successiva. Senza contare che è di una banalità sconcertante. Capisco l'intento affettivo della cosa, ma veramente se ne poteva fare anche a meno, visto che, oltretutto dovrebbe essere la presentazione di ciò che mi sto apprestando a leggere.
Un ultimo appunto alla copertina del libro: interessante e ben fatta certamente da un punto di vista grafico, ma, anche qui, non adatta, secondo me, a presentare ciò che ci stiamo apprestando a leggere.
In generale, comunque, sono tutti racconti scritti bene e molto duri con la nostra Italia (non che non se lo meriti, per carità). Quindi ne consiglio caldamente la lettura.
Il libro è un insieme molto vario di racconti, sette per la precisione, con in comune i nostri amati Zombie.
Recensire questo libro non è facile per me, soprattutto perchè in genere non amo molto le raccolte di racconti di autori vari. Devo ammettere però che questo libro scivola via che è una meraviglia: un giorno e l'hai finito senza neanche accorgertene, tanto ti prende e ti inchioda ad esso.
Questo non sinifica però che sia un libro "semplice". Tutt'altro direi. Ciò che unisce le varie storie, pur diversissime tra loro, è una critica feroce ed aperta contro la nostra società italiana e le sue sfacettature: politiche, di corruzione, religiose, scientifiche, razziste e persino omofobiche (anche se al femminile). In questo i nostri amati Zombie sono usati come la miccia che fa esplodere queste contraddizioni e le porta alla luce in tutta la loro brutalità.
E' ovvio che ognuno di noi sceglierà, in base ai suoi gusti ed alle sue convinzioni, il racconto che tra tutti lo rappresenta meglio.
Per onestà intellettuale devo dire subito che tra loro c'è il mio autore italiano preferito in assoluto del genere (non me ne vogliano gli altri, bravissimi, autori), e cioè Nicola Furia (ok lo so che è uno pseudonimo, ma accidenti se riesco a capire chi si cela dietro ad esso). Quindi il suo racconto, "Lazzaro deve morire", per ovvie ragioni, è il mio preferito, dato che l'autore mantiene i suoi elevati standards di scrittura e, come al solito, sembra leggermi nel pensiero. Il suo è il racconto di apertura del libro, quello più lungo e quello che "attacca" la religione e le sue istituzioni. Alla maniera di Furia, ovvio, cioè in maniera molto cruda e senza mezzi termini, che sono le sue caratteristiche peculiari.
In seconda battuta metterei "Mein Herr", di Felice Sansone. Una bellissima scoperta per me: scrive benissimo, in maniera fluente ma molto corretta ed il suo racconto è quello che mi ha stupito di più, non tanto per il protagonista, intuibile al volo, quanto per il finale, di una durezza sulla razza umana molto particolare e centrata.
Devo essere onesta, ce n'è uno che proprio non ho digerito, anche se ne ho capito le finalità denigratorie nei confronti della nostra corruzione generale, per come è stato scritto e gestito. E' "Copropoli" di Michele Rubini. Ribadisco, ho capito benissimo dove l'autore ci vuole portare nei confronti dei grandi imprenditori italiani che fanno soldi con la corruzione e sulla salute della gente comune, ma lo stile, l'idea di base e la storia in sè stessa fanno perdere un po' proprio questo intento. Ha troppo un intento splatter per i miei gusti.
Per quanto riguarda il tipo di Zombie di cui parlano, si spazia veramente nell'intero universo del genere: dallo Zombie cosciente ai tipici Zombie romeriani. Ed anche i protagonisti delle storie sono molto vari: da eroi a veri e proprie carogne egoiste, se non peggio.
Un solo piccolo appunto: non ho gradito per niente ed addirittura ho trovato fuori luogo la prefazione fatta da LaMario. A parte che bisognerebbe editarla meglio per evitare certi banali errori di battitura abbastanza fastidiosi, che, tra l'altro non ci sono nei testi successivi. Ma veramente non ha un legame nè di tipo logico, nè di tipo introduttivo alla lettura successiva. Senza contare che è di una banalità sconcertante. Capisco l'intento affettivo della cosa, ma veramente se ne poteva fare anche a meno, visto che, oltretutto dovrebbe essere la presentazione di ciò che mi sto apprestando a leggere.
Un ultimo appunto alla copertina del libro: interessante e ben fatta certamente da un punto di vista grafico, ma, anche qui, non adatta, secondo me, a presentare ciò che ci stiamo apprestando a leggere.
In generale, comunque, sono tutti racconti scritti bene e molto duri con la nostra Italia (non che non se lo meriti, per carità). Quindi ne consiglio caldamente la lettura.