Dico subito che fare questa recensione non sarà facile per me. Io adoro i libri. Proprio i libri in generale, dagli Harmony a quelli di sociologia e trattati vari. Quindi criticarne uno in maniera non proprio positiva mi costa molto. Ma l'onestà intellettuale mi preme di più. Quindi .... si parte.
"Zona Z" di Alessandro Girola (di cui vi avevano già annunciato l'uscita qui) viene presentato dallo stesso autore come un libro che vuole parlare di Zombie uscendo dai soliti stereotipi di cui il mercato sta cominciando ad essere saturo. Forse questo è il primo errore dell'autore, che, ci tengo a precisarlo, stimo molto, avendo già letto praticamente tutte le sue opere precedenti, Zombie e no.
Errore perchè semplicemente, invece, il libro è uno stereotipo unico. Mi spiego meglio. L'autore non si fa problemi a spiegare le opere princiapli da cui si è fatto influenzare nello scrivere il libro. Purtroppo il risultato è proprio un mix di queste opere e non ha una trama originale.
In poche parole, un giornalista americano paga profumatamente dei mercenari di varie nazionalità perchè lo portino nella Zona Z, infestata dagli Zombie e quindi isolata dal resto del mondo, che si è salvato isolando proprio la parte "meridionale" del mondo da cui è partita l'epidemia, per trovare uno scienziato famoso che sembra avere le risposte alla pandemia mondiale, ma che è scappato perchè sa che queste informazioni lo uccideranno, non essendo di sicuro gradite dai "piani alti". Il libro si sviluppa in Valsassina e Valtellina, zone di cui l'autore dimostra di avere una vasta conoscenza.
Gli Zombie sono di vario tipo, sia Romeriani che velocisti e la storia si sviluppa fluentemente.
Allora direte voi, il punto dolente dov'è?
Proprio qui: dopo un'oretta che l'avete letto tutto è andato, dimenticato, non vi resta niente, dato che tutto vi era già stato presentato, in una maniera o nell'altra, in altre opere. Tutto è piuttosto scontato e prevedibile, anche ciò che dovrebbe sorprendere. Gli stessi personaggi ed il mondo in cui si muovono sono uno stereotipo unico. Senza contare che la fine, che dovrebbe essere aperta per eventuali sequel o altro è la cosa più scontata e prevedibile del libro stesso.
Certo, l'idea della causa dell'apocalisse Zombie può essere considerata originale, ma non fa fare nessun salto di qualità al libro, affossata dal resto.
Che vi posso consigliare allora? Di sicuro la qualità della scrittura di Alessandro Girola è sempre ottima e quindi è un suo vantaggio, ma se vi aspettate veramente qualcosa di nuovo ed eccitante, non fa per voi. Se, invece, vi seite appassionati da poco al genere Zombie e/o volete passare qualche ora con i nostri amati morti viventi ed il loro mondo in maniera leggera e divertente, allora è proprio il libro per voi.
"Zona Z" di Alessandro Girola (di cui vi avevano già annunciato l'uscita qui) viene presentato dallo stesso autore come un libro che vuole parlare di Zombie uscendo dai soliti stereotipi di cui il mercato sta cominciando ad essere saturo. Forse questo è il primo errore dell'autore, che, ci tengo a precisarlo, stimo molto, avendo già letto praticamente tutte le sue opere precedenti, Zombie e no.
Errore perchè semplicemente, invece, il libro è uno stereotipo unico. Mi spiego meglio. L'autore non si fa problemi a spiegare le opere princiapli da cui si è fatto influenzare nello scrivere il libro. Purtroppo il risultato è proprio un mix di queste opere e non ha una trama originale.
In poche parole, un giornalista americano paga profumatamente dei mercenari di varie nazionalità perchè lo portino nella Zona Z, infestata dagli Zombie e quindi isolata dal resto del mondo, che si è salvato isolando proprio la parte "meridionale" del mondo da cui è partita l'epidemia, per trovare uno scienziato famoso che sembra avere le risposte alla pandemia mondiale, ma che è scappato perchè sa che queste informazioni lo uccideranno, non essendo di sicuro gradite dai "piani alti". Il libro si sviluppa in Valsassina e Valtellina, zone di cui l'autore dimostra di avere una vasta conoscenza.
Gli Zombie sono di vario tipo, sia Romeriani che velocisti e la storia si sviluppa fluentemente.
Allora direte voi, il punto dolente dov'è?
Proprio qui: dopo un'oretta che l'avete letto tutto è andato, dimenticato, non vi resta niente, dato che tutto vi era già stato presentato, in una maniera o nell'altra, in altre opere. Tutto è piuttosto scontato e prevedibile, anche ciò che dovrebbe sorprendere. Gli stessi personaggi ed il mondo in cui si muovono sono uno stereotipo unico. Senza contare che la fine, che dovrebbe essere aperta per eventuali sequel o altro è la cosa più scontata e prevedibile del libro stesso.
Certo, l'idea della causa dell'apocalisse Zombie può essere considerata originale, ma non fa fare nessun salto di qualità al libro, affossata dal resto.
Che vi posso consigliare allora? Di sicuro la qualità della scrittura di Alessandro Girola è sempre ottima e quindi è un suo vantaggio, ma se vi aspettate veramente qualcosa di nuovo ed eccitante, non fa per voi. Se, invece, vi seite appassionati da poco al genere Zombie e/o volete passare qualche ora con i nostri amati morti viventi ed il loro mondo in maniera leggera e divertente, allora è proprio il libro per voi.