Sono qui oggi a parlarvi dell'opera prima di un giovane scrittore italiano, Alex Faccio, dal titolo "il Crisantemo Nero".
Premetto che nella mia recensione terrò conto del fatto che è un'opera prima, quindi l'opera di un ragazzo che si sta avvicinado alla scrittura ed ha scelto per farlo i nostri amati Zombie. Sarò quindi un po' più clemente di quanto non sarei con un autore già "affermato". Credo proprio di doverglielo.
Dopo questo inizio tutti penserete che stia per "massacrare" il libro, ma non è così. Il fatto è che il libro è basato sullo splatter e qui, purtroppo, anche per un recensore entrano in ballo i gusti personali. Io non sono una grande amante dello splatter usato come principale "arma" per colpire il lettore. Va bene usarlo, sempre di Zombie parliamo alla fine, ma non come caratteristica base del libro.
Alex sceglie di fare proprio questo fin dalle prime righe ed onestamente fa un piccolo errore di valutazione, secondo me dovuto ad un'insicurezza insita in un'opera prima, appunto. Vuole colpire immediatamente, trasportanti nell'azione di un'apocalisse Zombie di botto.
Il problema, a parte i gusti personali, è che non ne ha bisogno e che, alla lunga, questo crea solo distrazione ed assuefazione da parte del lettore, distraendolo dalle idee centrali del libro. Procedendo nella lettura infatti, si capisce sia la grande cultura e le capacità che lo scrittore ha dalla sua. Quando il tutto si "tranquillizza" un po', ci presenta i personaggi principali in maniera egregia e, in mezzo a tutto lo splatter che usa in continuazione, ci si accorge che l'idea di base della trama è molto particolare e ben strutturata.
Oltre ad avere un personaggio principale "Il Crisantemo Nero" appunto, molto interessante e particolare che riesce a far empatizzare il lettore con lui sin dalle prime pagine. Tanto che, quando non è "in scena" lui, il libro si appiattisce subito e tu non vedi l'ora di "vedere" le parti con lui presente.
Non voglio spoilerare niente della trama perchè è veramente una bella esperienza scoprirla piano piano mentre si procede nella lettura, se si riesce, come dicevo sopra, a non distrarsi e, purtroppo devo dirlo, a non stufarsi di tutte le descrizioni fin troppo dettagliate e, a volte, ripetitive, splatter. L'idea di base della causa dell'apocalisse Zombie è veramente interessante, come lo è il finale.
Alex fa anche molte citazioni alle opere ed agli artisti più importanti del genere (su tutti Fulci, che è un personaggio del libro). Sono molto interessanti, soprattutto per i cultori del genere e denotano la sua vasta "cultura" dello stesso, a dispetto della sua giovane età. E' bello vedere qualcuno che non si butta a scrivere di Zombie perchè è di moda e fa vendere, ma che se ne appassiona e si informa su quello che lo ha prceduto e sui "maestri" che lo hanno creato.
Solo un altro piccolo appunto, che sicuramente vista la sua capacità di scrittura, verrà sistemato nei libri successivi. Non amo molto l'uso eccessivo di termini "aulici", non ce n'è bisogno per farci capire la sua vasta cultura, ma anzi, infastidiscono il lettore che, magari in mezzo ad una battaglia particolarmente interessante ai fini della trama, tra Zombie ed umani, si trova a vedersi "rotto" il ritmo di lettura per l'improvviso arrivo di una parola che richiede la ricerca in un vocabolario o, comunque, un attimo di richiamo alle memorie scolastiche.
Vorrei portare ad esempio un cartone animato di cui si parla molto di questi tempi, ed a ragione credetemi, e cioè "Inside Out". Apparentemente è un "semplice" cartone animato, con un linguaggio adatto ai bambini piccoli. Ma se so si guarda attentamente si vede il vero significato dietro l'apparenza, molto profondo e significativo, soprattutto per gli adulti, a cui è diretto. Questo per me deve fare un libro o qualsiasi opera d'arte, cercare di arrivare a più persone possibili con il suo "messaggio", anche se all'apparenza è "semplice".
In defintiva, il mio consiglio è di leggere sicuramente questo libro, perchè abbastanza uncio nel suo genere. E, soprattutto, spero che Alex Faccio continui a scrivere di Zombie, perchè ha delle cose veramente interessanti e innovative da "dire", in un mondo ormai abbastanza saturato.
Premetto che nella mia recensione terrò conto del fatto che è un'opera prima, quindi l'opera di un ragazzo che si sta avvicinado alla scrittura ed ha scelto per farlo i nostri amati Zombie. Sarò quindi un po' più clemente di quanto non sarei con un autore già "affermato". Credo proprio di doverglielo.
Dopo questo inizio tutti penserete che stia per "massacrare" il libro, ma non è così. Il fatto è che il libro è basato sullo splatter e qui, purtroppo, anche per un recensore entrano in ballo i gusti personali. Io non sono una grande amante dello splatter usato come principale "arma" per colpire il lettore. Va bene usarlo, sempre di Zombie parliamo alla fine, ma non come caratteristica base del libro.
Alex sceglie di fare proprio questo fin dalle prime righe ed onestamente fa un piccolo errore di valutazione, secondo me dovuto ad un'insicurezza insita in un'opera prima, appunto. Vuole colpire immediatamente, trasportanti nell'azione di un'apocalisse Zombie di botto.
Il problema, a parte i gusti personali, è che non ne ha bisogno e che, alla lunga, questo crea solo distrazione ed assuefazione da parte del lettore, distraendolo dalle idee centrali del libro. Procedendo nella lettura infatti, si capisce sia la grande cultura e le capacità che lo scrittore ha dalla sua. Quando il tutto si "tranquillizza" un po', ci presenta i personaggi principali in maniera egregia e, in mezzo a tutto lo splatter che usa in continuazione, ci si accorge che l'idea di base della trama è molto particolare e ben strutturata.
Oltre ad avere un personaggio principale "Il Crisantemo Nero" appunto, molto interessante e particolare che riesce a far empatizzare il lettore con lui sin dalle prime pagine. Tanto che, quando non è "in scena" lui, il libro si appiattisce subito e tu non vedi l'ora di "vedere" le parti con lui presente.
Non voglio spoilerare niente della trama perchè è veramente una bella esperienza scoprirla piano piano mentre si procede nella lettura, se si riesce, come dicevo sopra, a non distrarsi e, purtroppo devo dirlo, a non stufarsi di tutte le descrizioni fin troppo dettagliate e, a volte, ripetitive, splatter. L'idea di base della causa dell'apocalisse Zombie è veramente interessante, come lo è il finale.
Alex fa anche molte citazioni alle opere ed agli artisti più importanti del genere (su tutti Fulci, che è un personaggio del libro). Sono molto interessanti, soprattutto per i cultori del genere e denotano la sua vasta "cultura" dello stesso, a dispetto della sua giovane età. E' bello vedere qualcuno che non si butta a scrivere di Zombie perchè è di moda e fa vendere, ma che se ne appassiona e si informa su quello che lo ha prceduto e sui "maestri" che lo hanno creato.
Solo un altro piccolo appunto, che sicuramente vista la sua capacità di scrittura, verrà sistemato nei libri successivi. Non amo molto l'uso eccessivo di termini "aulici", non ce n'è bisogno per farci capire la sua vasta cultura, ma anzi, infastidiscono il lettore che, magari in mezzo ad una battaglia particolarmente interessante ai fini della trama, tra Zombie ed umani, si trova a vedersi "rotto" il ritmo di lettura per l'improvviso arrivo di una parola che richiede la ricerca in un vocabolario o, comunque, un attimo di richiamo alle memorie scolastiche.
Vorrei portare ad esempio un cartone animato di cui si parla molto di questi tempi, ed a ragione credetemi, e cioè "Inside Out". Apparentemente è un "semplice" cartone animato, con un linguaggio adatto ai bambini piccoli. Ma se so si guarda attentamente si vede il vero significato dietro l'apparenza, molto profondo e significativo, soprattutto per gli adulti, a cui è diretto. Questo per me deve fare un libro o qualsiasi opera d'arte, cercare di arrivare a più persone possibili con il suo "messaggio", anche se all'apparenza è "semplice".
In defintiva, il mio consiglio è di leggere sicuramente questo libro, perchè abbastanza uncio nel suo genere. E, soprattutto, spero che Alex Faccio continui a scrivere di Zombie, perchè ha delle cose veramente interessanti e innovative da "dire", in un mondo ormai abbastanza saturato.