Sono qui a parlarvi di un e-book recentemente uscito e scritto da David Randino, dal titolo "Hope. Storia di una Pandemia Z". Continuate a leggere per la recensione.
Intanto parliamo di un'opera prima e sapete che questo conta quando devo recensire un libro.
A questo punto "parto" veramente a dirvi cosa ne penso. Ho preso tempo perchè, onestamente, non so bene cosa ne penso. E questo, purtroppo, dice molto del libro. A parte che conosco Randino per i suoi racconti sul sito "ilovezombie", e quindi un po' il suo stile mi è conosciuto, devo dire che molto di nuovo in questo libro non ci ho trovato.
Intanto chiariamo che si tratta di un primo libro di una trilogia e quindi con un finale che più aperto di così si muore. E già questo non mi entusiasma molto. Ma qui siamo nei de gustibus. Va bene lasciare un finale aperto, ma un mega-cliffhanger come se fosse una serie tv mi sembra un pochino esagerato, anche perchè si parla di due mezzi di comunicazione completamente diversi per tempi ed usufruenti. Tra l'altro, visti i tempi di pubblicazione dei libri e la quantità di libri sugli Zombie del giorno d'oggi, si rischia che tu lettore, alla fine neanche ti ricordi cosa diavolo è successo di così increscioso da dover cercare il seguito del libro. Ma, anzi, ti scocci e lasci proprio stare il tutto. Perchè io devo e voglio leggere un secondo libro di una trilogia perchè il primo mi ha talmente entusiasmato che devo "reincontrare" l'autore ed il suo mondo. Non perchè voglio sapere cosa succede ad uno dei personaggi, che, per di più, qui non ho neanche fatto in tempo ad amare così tanto da non poterne fare a meno.
Il tutto si svolge nella nostra "amata" patria, e cioè l'Italia. Questo, ovviamente, rende riconoscibili al lettore immediatamente i luoghi ed il modo di pensare dei personaggi. Anche se qui sono armati all'americana, ma ci sta, visti i tempi in cui viviamo. Così come immediatamente riconoscibili sono i burocrati ed il loro modo di pensare, tipicamente mediocre e miope e, quindi, tipicamente italiano.
Devo dire però che, non so chi abbia editato questo libro, ma veramente gli consiglierei un corso di italiano intensivo. Ci sono strafalcioni tali, non solo venali, ma proprio grammaticali che, mentre leggi, ti dimentichi immediatamente cosa stai seguendo per cercare di capire la frase nel suo insieme. Soprattutto i cambi di tempo dei verbi nella stessa frase, sono micidiali. Il lettore non capisce più se sta leggendo un passo del presente o raccontato e via, perde la concentrazione.
E qui il tempo dei verbi è veramente importante, visto che si parla di diversi momenti della Pandemia Z: da quando è ancora agli inizi e viene riconosciuta da pochi "eletti", a quando si è nel pieno della sopravvivenza. Ed i salti temporali sono continui.
Interessante il fatto che i sopravvissuti più organizzati l'abbiano fatto dando retta ad un "matto" su internet che prediceva il tutto in tempi non sospetti.
E' molto interessante, e qui parla l'adoratrice di "The Walking Dead", anche il fatto che, alla fine, i peggiori nemici dell'uomo sono gli uomini stessi, molto più degli Zombie. Infatti Randino lascia le azioni dalla violenza più cieca e aberrante, proprio agli esseri umani. E descrive minuziosamente queste violenze, cosa che tocca molto il lettore. Per esempio, essendo una donna, sono rimasta molto colpita dalla violenza sessuale subita da una protagonista del libro. Dopo la Pandemia, il che è tutto un dire.
In sostanza il libro lo consiglio certamente come lettura, ma non lo metterei tra i primi e più "urgenti" da leggere, nel caso avessi poco tempo, perchè sa di cose già lette e definite. Magari il secondo mi sorprenderà e vedrò cose veramente nuove per il genere. Chissà......
Intanto parliamo di un'opera prima e sapete che questo conta quando devo recensire un libro.
A questo punto "parto" veramente a dirvi cosa ne penso. Ho preso tempo perchè, onestamente, non so bene cosa ne penso. E questo, purtroppo, dice molto del libro. A parte che conosco Randino per i suoi racconti sul sito "ilovezombie", e quindi un po' il suo stile mi è conosciuto, devo dire che molto di nuovo in questo libro non ci ho trovato.
Intanto chiariamo che si tratta di un primo libro di una trilogia e quindi con un finale che più aperto di così si muore. E già questo non mi entusiasma molto. Ma qui siamo nei de gustibus. Va bene lasciare un finale aperto, ma un mega-cliffhanger come se fosse una serie tv mi sembra un pochino esagerato, anche perchè si parla di due mezzi di comunicazione completamente diversi per tempi ed usufruenti. Tra l'altro, visti i tempi di pubblicazione dei libri e la quantità di libri sugli Zombie del giorno d'oggi, si rischia che tu lettore, alla fine neanche ti ricordi cosa diavolo è successo di così increscioso da dover cercare il seguito del libro. Ma, anzi, ti scocci e lasci proprio stare il tutto. Perchè io devo e voglio leggere un secondo libro di una trilogia perchè il primo mi ha talmente entusiasmato che devo "reincontrare" l'autore ed il suo mondo. Non perchè voglio sapere cosa succede ad uno dei personaggi, che, per di più, qui non ho neanche fatto in tempo ad amare così tanto da non poterne fare a meno.
Il tutto si svolge nella nostra "amata" patria, e cioè l'Italia. Questo, ovviamente, rende riconoscibili al lettore immediatamente i luoghi ed il modo di pensare dei personaggi. Anche se qui sono armati all'americana, ma ci sta, visti i tempi in cui viviamo. Così come immediatamente riconoscibili sono i burocrati ed il loro modo di pensare, tipicamente mediocre e miope e, quindi, tipicamente italiano.
Devo dire però che, non so chi abbia editato questo libro, ma veramente gli consiglierei un corso di italiano intensivo. Ci sono strafalcioni tali, non solo venali, ma proprio grammaticali che, mentre leggi, ti dimentichi immediatamente cosa stai seguendo per cercare di capire la frase nel suo insieme. Soprattutto i cambi di tempo dei verbi nella stessa frase, sono micidiali. Il lettore non capisce più se sta leggendo un passo del presente o raccontato e via, perde la concentrazione.
E qui il tempo dei verbi è veramente importante, visto che si parla di diversi momenti della Pandemia Z: da quando è ancora agli inizi e viene riconosciuta da pochi "eletti", a quando si è nel pieno della sopravvivenza. Ed i salti temporali sono continui.
Interessante il fatto che i sopravvissuti più organizzati l'abbiano fatto dando retta ad un "matto" su internet che prediceva il tutto in tempi non sospetti.
E' molto interessante, e qui parla l'adoratrice di "The Walking Dead", anche il fatto che, alla fine, i peggiori nemici dell'uomo sono gli uomini stessi, molto più degli Zombie. Infatti Randino lascia le azioni dalla violenza più cieca e aberrante, proprio agli esseri umani. E descrive minuziosamente queste violenze, cosa che tocca molto il lettore. Per esempio, essendo una donna, sono rimasta molto colpita dalla violenza sessuale subita da una protagonista del libro. Dopo la Pandemia, il che è tutto un dire.
In sostanza il libro lo consiglio certamente come lettura, ma non lo metterei tra i primi e più "urgenti" da leggere, nel caso avessi poco tempo, perchè sa di cose già lette e definite. Magari il secondo mi sorprenderà e vedrò cose veramente nuove per il genere. Chissà......