Grazie alla proiezione in anteprima per la stampa di settore possiamo già recensire "PPZ - Pride + Prejudice + Zombies", pellicola in uscita nelle sale cinematografiche italiane il 4 febbraio. Continuate a leggere per saperne di più.
Recensire questo film non è facile, per più di un motivo. Sono una donna e, a parte gli Zombie, ho necessariamente una sensibilità per le storie d'amore come questa un po' diversa dai maschietti, che predominano, di solito, nell'apprezzare il genere "Zombesco". Non amo la Austen come autrice. Cioè, non ne metto in dubbio le qualità letterarie, ma non è il mio tipo di autore preferito. Non ho letto il libro, da cui il film è tratto, scritto da Seth Grahame-Smith, ma ne ho sentito parlare da terzi (oltre ad aver letto la recensione del nostro Zombie Hunter).
Per tutti questi motivi mi sono avvicinata al film completamente ignara di quello che avrei visto, a parte il fatto che, ovviamente, avevo letto il libro "originale" della Austen, anche perchè mi ero deliberatamente tenuta alla larga da trailer e cose così (qui trovate tutte le nostre news in merito).
Allora, dal punto di vista degli Zombie il film è molto interessante. Vengono descritti in maniera originale: mangiano cervelli ma mantengono una certa lucidità mentale e diventano veri Zombie solo se, una volta infettati, si nutrono di un cervello umano. Il film ci mostra un'Inghilterra di inizio Ottocento invasa dagli Zombie da un bel po' ormai ed il film ci fa capire, a dire la verità ci fa proprio uno spiegone come sigla iniziale (scusate ma io odio gli spiegoni), che è così in tutto il mondo.
Gli inglesi si sono assediati a Londra e nelle loro tenute di campagna e si sono, in qualche maniera, adattati alla situazione, anche se c'è sempre il pericolo di una vittoria schiacciante da parte degli Zombie.
Il film si concentra in particolare sulle figlie della famiglia Bennet, il cui padre, anticonformista e deciso a insegnare loro a sopravvivere in questo nuovo mondo, le fa addestrare in Cina nell'arte della guerra e dei combattimenti corpo a corpo. Mentre la madre, dato che la tenuta di famiglia, come usanza del periodo, può andare in eredità solo ad un parente maschio, si preoccupa solo di procurare un adeguato matrimonio alle figlie con nobili di buona famiglia e ricchi, ovviamente.
E qui arriva la dicotomia del film: se da un lato le figlie Bennet, soprattutto Elisabeth, una bravissima Lily James (Cinderella 2015) sono delle femmine strane per la loro epoca e quindi sanno uccidere uno o più Zombie come se niente fosse, dall'altro si comportano, in certe occasioni, come le tipiche ragazze dell'epoca, cioè come merce in vendita al miglior offerente per accontentare la madre.
Ovviamente, la Austen usava questo espediente del matrimonio, per denunciare il trattamento che le donne, anche le più intelligenti, dovevano subire in quell'epoca, senza possibilità di scelta sulla loro vita. Ed è qui che "casca l'asino" secondo me. Questo stesso ragionamento lo fa anche l'autore, abbinando però il tutto ad una guerra agli Zombie.
Il risultato è che, per noi amanti dei morti viventi, da un lato ci sono dei momenti di combattimento con gli Zombie veramente interessanti, ma dall'altro, e purtroppo è un bel pezzo del film (che durà 106 minuti) ci ritroviamo a vedere ragazze che sbattono le ciglia per conquistare i nobili del luogo, discorsi astrusi sulle vere arti femminili, feste con balli infiniti, sempre per fare incontrare un marito alle sorelle Bennet e, soprattutto, un tira e molla tra Elisabeth e Darcy (il miglior cacciatore di Zombie della zona, ovviamente nobile e ovviamente ricchissimo), tipico di due persone orgogliose ma infatuate chiaramente una dell'altra, il tutto abbastanza noioso, visto che uno sarebbe lì per vedere gli Zombie, almeno per la maggior parte del film.
Per spiegarmi meglio, è come se in "World War Z" (per non citare pietre miliari del cinema Zombie, dato che qui non è proprio il caso), ogni dieci minuti circa Brad Pitt si mettesse ad amoreggiare con sua moglie, bevendo un tè, parlando del futuro delle bimbe, scambiandosi effusioni, mentre fuori gli Zombie imperversano.
Il risultato è che, guardandolo anche dalla parte di mio figlio, che era con me e adora gli Zombie, nei momenti più Austiniani (passatemi il termine) si sbadiglia alla grande, nei momenti di combattimento ci si riattiva di botto, ma questi ultimi sono veramente in minoranza rispetto ai primi. Forse per noi donne, come dicevo sopra, un po' meno, ma alla fine anche per noi, che siamo lì per gli Zombie, il brodo si allunga un po' troppo.
Senza contare che il cosiddetto colpo di scena sul "vero nemico" è telefonato come pochi e lo splatter che ci si potrebbe aspettare è completamente assente.
Certo, il film ha dalla sua una gran ricercatezza nei costumi d'epoca, nelle coreografie dei combattimenti, nelle scenografie, nel trucco degli Zombie e nella recitazione degli attori, soprattutto per Lily James, come dicevo sopra, Lena Hadley (che avrei visto anche di più e volentieri, vista l'ottima parte che interpreta), Charles Dance e Matt Smith, che è la parte comica del tutto e allegerisce non di poco le parti "pesanti" del film. Non molto azzeccata secondo me la scelta di Sam Riley come Darcy e di Douglas Booth come Bingley.
Mostra anche un gran coraggio quando ci fa vedere neonati e bimbi Zombie (su cui spesso i registi del genere Zombie mostrano remore), senza ovviamente farci vedere che vengono uccisi, perchè la vera violenza e lo splatter nel film sono completamente banditi.
Merita una citazione a parte, poi, la coreografia del commbattimento corpo a corpo tra Darcy ed Elisabeth, veramete splendido.
La cosa più divertente per me, poi, è che nella sala cinematografica tutti gli uomini si lamentavano del fatto che per tutto il film la sorella maggiore di Elisabeth viene descritta come la bellissima della famiglia, quando è chiaramente Lily James, e cioè Elisabeth, la più bella, dimenticandosi che all'epoca le donne bionde, pallide, timide e con gli occhi azzurri erano considerate delle vere beltà. Mentre Elisabeth, scura in tutto, anche nel vestire, a differenza delle sue sorelle, rappresenta proprio la donna non troppo bella (per l'epoca) ma con una volontà di ferro ed un orgoglio micidiali.
Se lo andate a vedere state ai vostri posti dopo i primi minuti dei titoli di coda, perchè c'è una scena finale che prelude inevitabilmente ad un seguito, alla maniera Marvel, per intenderci. Probabilmente avremo la trasposizione del romanzo "Dreadfully Ever After" (titolo italiano "Finchè morte non vi unisca", di cui vi parlammo qui). Ricordiamo poi che esiste anche un prequel intitolato "Dawn of the Dreadfuls" (qui la nostra news).
Non so onestamente se consigliarvi di andare a vederlo o no. Mi spiego meglio: siete pronti a superare minuti e minuti di astuzie femminili per trovare marito usate nei primi dell'Ottocento, per vedere qualche minuto di combattimento con gli Zombie? Siete interessati ad una storia d'amore travagliata che finisce come in Cenerentola, sempre in nome di qualche minuto con gli Zombie? Se sì è il film per voi. Se no, lasciate decisamente perdere.
Recensire questo film non è facile, per più di un motivo. Sono una donna e, a parte gli Zombie, ho necessariamente una sensibilità per le storie d'amore come questa un po' diversa dai maschietti, che predominano, di solito, nell'apprezzare il genere "Zombesco". Non amo la Austen come autrice. Cioè, non ne metto in dubbio le qualità letterarie, ma non è il mio tipo di autore preferito. Non ho letto il libro, da cui il film è tratto, scritto da Seth Grahame-Smith, ma ne ho sentito parlare da terzi (oltre ad aver letto la recensione del nostro Zombie Hunter).
Per tutti questi motivi mi sono avvicinata al film completamente ignara di quello che avrei visto, a parte il fatto che, ovviamente, avevo letto il libro "originale" della Austen, anche perchè mi ero deliberatamente tenuta alla larga da trailer e cose così (qui trovate tutte le nostre news in merito).
Allora, dal punto di vista degli Zombie il film è molto interessante. Vengono descritti in maniera originale: mangiano cervelli ma mantengono una certa lucidità mentale e diventano veri Zombie solo se, una volta infettati, si nutrono di un cervello umano. Il film ci mostra un'Inghilterra di inizio Ottocento invasa dagli Zombie da un bel po' ormai ed il film ci fa capire, a dire la verità ci fa proprio uno spiegone come sigla iniziale (scusate ma io odio gli spiegoni), che è così in tutto il mondo.
Gli inglesi si sono assediati a Londra e nelle loro tenute di campagna e si sono, in qualche maniera, adattati alla situazione, anche se c'è sempre il pericolo di una vittoria schiacciante da parte degli Zombie.
Il film si concentra in particolare sulle figlie della famiglia Bennet, il cui padre, anticonformista e deciso a insegnare loro a sopravvivere in questo nuovo mondo, le fa addestrare in Cina nell'arte della guerra e dei combattimenti corpo a corpo. Mentre la madre, dato che la tenuta di famiglia, come usanza del periodo, può andare in eredità solo ad un parente maschio, si preoccupa solo di procurare un adeguato matrimonio alle figlie con nobili di buona famiglia e ricchi, ovviamente.
E qui arriva la dicotomia del film: se da un lato le figlie Bennet, soprattutto Elisabeth, una bravissima Lily James (Cinderella 2015) sono delle femmine strane per la loro epoca e quindi sanno uccidere uno o più Zombie come se niente fosse, dall'altro si comportano, in certe occasioni, come le tipiche ragazze dell'epoca, cioè come merce in vendita al miglior offerente per accontentare la madre.
Ovviamente, la Austen usava questo espediente del matrimonio, per denunciare il trattamento che le donne, anche le più intelligenti, dovevano subire in quell'epoca, senza possibilità di scelta sulla loro vita. Ed è qui che "casca l'asino" secondo me. Questo stesso ragionamento lo fa anche l'autore, abbinando però il tutto ad una guerra agli Zombie.
Il risultato è che, per noi amanti dei morti viventi, da un lato ci sono dei momenti di combattimento con gli Zombie veramente interessanti, ma dall'altro, e purtroppo è un bel pezzo del film (che durà 106 minuti) ci ritroviamo a vedere ragazze che sbattono le ciglia per conquistare i nobili del luogo, discorsi astrusi sulle vere arti femminili, feste con balli infiniti, sempre per fare incontrare un marito alle sorelle Bennet e, soprattutto, un tira e molla tra Elisabeth e Darcy (il miglior cacciatore di Zombie della zona, ovviamente nobile e ovviamente ricchissimo), tipico di due persone orgogliose ma infatuate chiaramente una dell'altra, il tutto abbastanza noioso, visto che uno sarebbe lì per vedere gli Zombie, almeno per la maggior parte del film.
Per spiegarmi meglio, è come se in "World War Z" (per non citare pietre miliari del cinema Zombie, dato che qui non è proprio il caso), ogni dieci minuti circa Brad Pitt si mettesse ad amoreggiare con sua moglie, bevendo un tè, parlando del futuro delle bimbe, scambiandosi effusioni, mentre fuori gli Zombie imperversano.
Il risultato è che, guardandolo anche dalla parte di mio figlio, che era con me e adora gli Zombie, nei momenti più Austiniani (passatemi il termine) si sbadiglia alla grande, nei momenti di combattimento ci si riattiva di botto, ma questi ultimi sono veramente in minoranza rispetto ai primi. Forse per noi donne, come dicevo sopra, un po' meno, ma alla fine anche per noi, che siamo lì per gli Zombie, il brodo si allunga un po' troppo.
Senza contare che il cosiddetto colpo di scena sul "vero nemico" è telefonato come pochi e lo splatter che ci si potrebbe aspettare è completamente assente.
Certo, il film ha dalla sua una gran ricercatezza nei costumi d'epoca, nelle coreografie dei combattimenti, nelle scenografie, nel trucco degli Zombie e nella recitazione degli attori, soprattutto per Lily James, come dicevo sopra, Lena Hadley (che avrei visto anche di più e volentieri, vista l'ottima parte che interpreta), Charles Dance e Matt Smith, che è la parte comica del tutto e allegerisce non di poco le parti "pesanti" del film. Non molto azzeccata secondo me la scelta di Sam Riley come Darcy e di Douglas Booth come Bingley.
Mostra anche un gran coraggio quando ci fa vedere neonati e bimbi Zombie (su cui spesso i registi del genere Zombie mostrano remore), senza ovviamente farci vedere che vengono uccisi, perchè la vera violenza e lo splatter nel film sono completamente banditi.
Merita una citazione a parte, poi, la coreografia del commbattimento corpo a corpo tra Darcy ed Elisabeth, veramete splendido.
La cosa più divertente per me, poi, è che nella sala cinematografica tutti gli uomini si lamentavano del fatto che per tutto il film la sorella maggiore di Elisabeth viene descritta come la bellissima della famiglia, quando è chiaramente Lily James, e cioè Elisabeth, la più bella, dimenticandosi che all'epoca le donne bionde, pallide, timide e con gli occhi azzurri erano considerate delle vere beltà. Mentre Elisabeth, scura in tutto, anche nel vestire, a differenza delle sue sorelle, rappresenta proprio la donna non troppo bella (per l'epoca) ma con una volontà di ferro ed un orgoglio micidiali.
Se lo andate a vedere state ai vostri posti dopo i primi minuti dei titoli di coda, perchè c'è una scena finale che prelude inevitabilmente ad un seguito, alla maniera Marvel, per intenderci. Probabilmente avremo la trasposizione del romanzo "Dreadfully Ever After" (titolo italiano "Finchè morte non vi unisca", di cui vi parlammo qui). Ricordiamo poi che esiste anche un prequel intitolato "Dawn of the Dreadfuls" (qui la nostra news).
Non so onestamente se consigliarvi di andare a vederlo o no. Mi spiego meglio: siete pronti a superare minuti e minuti di astuzie femminili per trovare marito usate nei primi dell'Ottocento, per vedere qualche minuto di combattimento con gli Zombie? Siete interessati ad una storia d'amore travagliata che finisce come in Cenerentola, sempre in nome di qualche minuto con gli Zombie? Se sì è il film per voi. Se no, lasciate decisamente perdere.