Ed eccoci alla terz'ultima puntata della sesta stagione di "The Walking Dead", la quattordicesima. Il suo titolo è "Il secondo livello" (titolo originale "Twice as far"). Dopo il salto qualche mia considerazione sulla puntata, in attesa delle vostre.
Puntata di sicuro filler, ma scritta da Matthew Negrete, un autore della serie che sa fare bene anche gli episodi filler, inserendo sorprese in itinere che ti lasciano lì sorpreso e ti fanno arrivare agli episodi clou della serie senza dormire del tutto (sue le puntate "Come la prima volta", "L'inizio e la fine" ed "I nodi si sciolgono").
Incredibile come la gente di Alexandria abbia preso il ritmo di una vita "normale", dove il "normale" si riferisce, ovviamente, ad una situazione post-apocalittica. Giri di guardia con armi. Controlli continui delle scorte, alimentari e non. Zombie impalati fuori dalle mura come se facessero ormai parte integrante del paesaggio, così che non si notano neanche più in maniera cosciente. Daryl e Carol che parlano di uccidere come se fosse ormai routine, anzi, ciò che non lo è di sicuro, è risparmiare le persone che si incontrano, percepito come un errore anche da Daryl. Amori nelle loro belle casette che si formano e si sciolgono.
Insomma la puntata parte con una normale giornata di vita ad Alexandria. Ma poi qualcuno cambia, decide che non gli basta più il ruolo che gli è stato assegnato di medico e genietto senza alcuna capacità di affrontare la realtà dietro quelle mura così rassicuranti.
Eugene si fa portare da Abraham in una fonderia per produrre proiettili, diventati la vera "moneta di scambio" del nuovo mondo, perchè con essi uccidi e depredi, se necessario, oltre che difenderti. Come Rick and company hanno fatto l'ultima volta. Ma, soprattutto, vuole dimostrare che non è lo sciocco con i capelli strani che ha bisogno di protezione continua e per questo motivo, allontana malamente Abraham rimanendo da solo nel "mondo esterno" per la prima volta.
Denise convince Rosita e Daryl a portarla in un posto incontrato tempo addietro mentre arrivava ad Alexandria, dove potrebbe esserci ancora una farmacia con medicine non rubate, perchè segnata come emporio di spezie nelle mappe. E fuori affronta, per la prima volta, il nuovo mondo in tutta la sua crudezza e comincia a farci capire la sua vita precedente. Da qui, conoscendo "The Walking Dead", ho cominciato a temere per la sua vita. Improvvisamente ce la fanno conoscere "bene". La abbinano addirittura a Daryl, il personaggio più amato della serie, che lei vede uguale a suo fratello, a cui era molto legata (bellissima la frase di Daryl "Sembra abbiamo avuto lo stesso fratello"). Ce la fanno vedere che capisce che lì fuori ci sono Zombie macilenti con vicino il figlio che, magari, in un attimo di follia, hanno ucciso, prima di diventarlo; che se apri una macchina per una soda uno Zombie è pronto a saltarti addosso e devi ucciderlo, a costo di stare male dopo.
Ebbene ho pensato subito, addio Denise cara, sarai tu la vittima designata da Negan, o almeno una di loro. Perchè la serie fa da sempre così. Prima ci fa vedere a malapena un personaggio e poi ce lo fa conoscere bene, per creare un'empatia in noi con lui, in modo tale che quando lo fanno fuori, non stiamo lì impassibili, com'è successo, per esempio, con Deanna. Ma un minimo di emotività la proviamo, se non altro per la reazione che questa morte suscita nei personaggi a noi più cari, in questo caso Daryl e, in seconda battuta, Carol. Certo non mi aspettavo che succedesse in questa puntata.
Perchè sia Denise che Eugene dimenticano una cosa importantissima. La morte di "The Walking Dead" non viene quasi mai dagli Zombie, ma da quegli umani che dovrebbero essere tuoi alleati per la sopravvivenza. Da quegli umani, cioè, che vogliono essere il meglio, avere tutto, fregandosene degli altri umani. E, ancora una volta quelle maledette rotaie che Daryl rifiuta di prendere all'andata (Terminus vi dice qualcosa?) ma che prende al ritorno, perchè rassicurato, in qualche modo, dal coraggio di Denise e ciò gli fa abbassare la guardia, portano la morte. Improvvisa, assurda e proprio per mano di quel Dwight che Daryl si è rammaricato con Carol di non aver ucciso all'inizio della puntata. E, colmo dei colmi, per un tiro sbagliato fatto proprio da lui con l'amata balestra che aveva rubato a Daryl.
E qui Eugene dimostra, invece, di avere compiuto il passo successivo veramente, alla fine. Sono gli uomini i veri nemici ed io uso tutto ciò che posso per difendermi dai veri mostri che mi circondano, anche i miei denti in modi "fantasiosi" ma efficaci per far vincere il mio gruppo, quando sembrava ormai spacciato. E si fa ferire anche, in nome di quel coraggio che vuole a tutti i costi dimostrare, senza tentare di scappare o nascondersi.
A salvarlo, poi, sono i medicinali che Denise ha fatto trovare. Ed il cerchio si chiude, tra i due. Tra chi ha cercato di capire ma non ci è riuscito fino in fondo, e chi alla fine lo ha fatto, a costo di rischiare la sua vita.
Questo porta a considerazioni e decisoni importanti da parte dei nostri protagonisti.
Daryl non lascerà più in vita nessuno, questo è certo. Sarebbe anche carino che cominciasse a far capire a Rick quanto ramificati e pericolosi sono questi Saviors. Ne fai fuori un po' e ne spuntano il doppio. Qualcosa vorrà pur dire no?
Carol capisce che Daryl ha ragione. Ogni persona che vuole quello che hai tu e che lasci in vita dietro di te tornerà e ucciderà chi ami e devi proteggere. Daryl "Cosa vi hanno fatto quando vi hanno rapite?". Carol "Loro a noi? Niente". Se non è senso di colpa questo non so cosa lo sia. Un senso di colpa da cui non c'è ritorno. E Carol, infatti decide di andare, di non tornare più, come invece ha fatto dopo che Rick l'aveva cacciata. Di rifiutare anche quella parvenza di vera vita che stava costruendo con Tobin. Di lasciare coloro che ama, perchè sa, ormai, che Morgan ha ragione. O decidi di uccidere per difenderli o non lo fai. Non c'è altra via di uscita. Ma, mentre Morgan la cerca ancora, costruendo una vera prigione, per dare a Rick un'altra scelta eventualmente, piuttosto che uccidere chiunque incontra, Carol sa che non esiste più e che, quindi, solo andandosene e non amando nessuno, potrà smettere di uccidere.
Qui mi appello agli autori. Se questa è la vera fine che decidono di dare al personaggio di Carol, mi metto a fare come Rick, cioè uccido Gimple e chiunque sia legato allo show. Scherziamo vero? Meglio morta piuttosto che questa uscita del cavolo! E va bene anche se ritorna per salvarli da Negan (sempre che si possa), anche se sarebbe un deja vu (sempre Terminus). Anche se significa farla finire nelle mani di Negan. Tutto ma non questa uscita dalla serie senza senso, per come hanno costruito e pensato e sviluppato il personaggio. E poi, nel mondo di "The Walking Dead" non si va via e basta. O muori o resti.
Abraham, se a qualcuno interessa l'ennesima ship alla Beautiful, trova il coraggio di dichiarsi a Sasha, così come Rosita va avanti nella sua vita con Spencer. Mi auguro veramente che tutte queste storie d'amore che spuntano a random servano solo per dare più potere alle manipolazioni di Negan, quando si presenterà. Sennò veramente siamo al ridicolo.
Un complimento alla colonna sonora, veramente interessante e creante la giusta atmosfera.
Voglio sorvolare, per pietà perchè "The Walking Dead" uno o più scivoloni in ogni puntata li deve fare, forse per contratto, sul fatto che ci fosse a poca distanza da Alexandria una farmacia mai scassinata e che la scusa usata, descritta da me sopra, è forse peggio del fatto che non sia stata scassinata.
Ma voglio anche sottolineare come Nicotero si sia guadagnato alla grande il suo premio per il miglior trucco: lo Zombie con il piombo in testa e la madre con il piccolo sono semplicemente meravigliosi!
Ed ora ecco il nuovo video della serie "Talked About", rilasciato dalla AMC con l'intento di offrire uno spunto di discussione sulla puntata:
E adesso... diteci la vostra!
Puntata di sicuro filler, ma scritta da Matthew Negrete, un autore della serie che sa fare bene anche gli episodi filler, inserendo sorprese in itinere che ti lasciano lì sorpreso e ti fanno arrivare agli episodi clou della serie senza dormire del tutto (sue le puntate "Come la prima volta", "L'inizio e la fine" ed "I nodi si sciolgono").
Incredibile come la gente di Alexandria abbia preso il ritmo di una vita "normale", dove il "normale" si riferisce, ovviamente, ad una situazione post-apocalittica. Giri di guardia con armi. Controlli continui delle scorte, alimentari e non. Zombie impalati fuori dalle mura come se facessero ormai parte integrante del paesaggio, così che non si notano neanche più in maniera cosciente. Daryl e Carol che parlano di uccidere come se fosse ormai routine, anzi, ciò che non lo è di sicuro, è risparmiare le persone che si incontrano, percepito come un errore anche da Daryl. Amori nelle loro belle casette che si formano e si sciolgono.
Insomma la puntata parte con una normale giornata di vita ad Alexandria. Ma poi qualcuno cambia, decide che non gli basta più il ruolo che gli è stato assegnato di medico e genietto senza alcuna capacità di affrontare la realtà dietro quelle mura così rassicuranti.
Eugene si fa portare da Abraham in una fonderia per produrre proiettili, diventati la vera "moneta di scambio" del nuovo mondo, perchè con essi uccidi e depredi, se necessario, oltre che difenderti. Come Rick and company hanno fatto l'ultima volta. Ma, soprattutto, vuole dimostrare che non è lo sciocco con i capelli strani che ha bisogno di protezione continua e per questo motivo, allontana malamente Abraham rimanendo da solo nel "mondo esterno" per la prima volta.
Denise convince Rosita e Daryl a portarla in un posto incontrato tempo addietro mentre arrivava ad Alexandria, dove potrebbe esserci ancora una farmacia con medicine non rubate, perchè segnata come emporio di spezie nelle mappe. E fuori affronta, per la prima volta, il nuovo mondo in tutta la sua crudezza e comincia a farci capire la sua vita precedente. Da qui, conoscendo "The Walking Dead", ho cominciato a temere per la sua vita. Improvvisamente ce la fanno conoscere "bene". La abbinano addirittura a Daryl, il personaggio più amato della serie, che lei vede uguale a suo fratello, a cui era molto legata (bellissima la frase di Daryl "Sembra abbiamo avuto lo stesso fratello"). Ce la fanno vedere che capisce che lì fuori ci sono Zombie macilenti con vicino il figlio che, magari, in un attimo di follia, hanno ucciso, prima di diventarlo; che se apri una macchina per una soda uno Zombie è pronto a saltarti addosso e devi ucciderlo, a costo di stare male dopo.
Ebbene ho pensato subito, addio Denise cara, sarai tu la vittima designata da Negan, o almeno una di loro. Perchè la serie fa da sempre così. Prima ci fa vedere a malapena un personaggio e poi ce lo fa conoscere bene, per creare un'empatia in noi con lui, in modo tale che quando lo fanno fuori, non stiamo lì impassibili, com'è successo, per esempio, con Deanna. Ma un minimo di emotività la proviamo, se non altro per la reazione che questa morte suscita nei personaggi a noi più cari, in questo caso Daryl e, in seconda battuta, Carol. Certo non mi aspettavo che succedesse in questa puntata.
Perchè sia Denise che Eugene dimenticano una cosa importantissima. La morte di "The Walking Dead" non viene quasi mai dagli Zombie, ma da quegli umani che dovrebbero essere tuoi alleati per la sopravvivenza. Da quegli umani, cioè, che vogliono essere il meglio, avere tutto, fregandosene degli altri umani. E, ancora una volta quelle maledette rotaie che Daryl rifiuta di prendere all'andata (Terminus vi dice qualcosa?) ma che prende al ritorno, perchè rassicurato, in qualche modo, dal coraggio di Denise e ciò gli fa abbassare la guardia, portano la morte. Improvvisa, assurda e proprio per mano di quel Dwight che Daryl si è rammaricato con Carol di non aver ucciso all'inizio della puntata. E, colmo dei colmi, per un tiro sbagliato fatto proprio da lui con l'amata balestra che aveva rubato a Daryl.
E qui Eugene dimostra, invece, di avere compiuto il passo successivo veramente, alla fine. Sono gli uomini i veri nemici ed io uso tutto ciò che posso per difendermi dai veri mostri che mi circondano, anche i miei denti in modi "fantasiosi" ma efficaci per far vincere il mio gruppo, quando sembrava ormai spacciato. E si fa ferire anche, in nome di quel coraggio che vuole a tutti i costi dimostrare, senza tentare di scappare o nascondersi.
A salvarlo, poi, sono i medicinali che Denise ha fatto trovare. Ed il cerchio si chiude, tra i due. Tra chi ha cercato di capire ma non ci è riuscito fino in fondo, e chi alla fine lo ha fatto, a costo di rischiare la sua vita.
Questo porta a considerazioni e decisoni importanti da parte dei nostri protagonisti.
Daryl non lascerà più in vita nessuno, questo è certo. Sarebbe anche carino che cominciasse a far capire a Rick quanto ramificati e pericolosi sono questi Saviors. Ne fai fuori un po' e ne spuntano il doppio. Qualcosa vorrà pur dire no?
Carol capisce che Daryl ha ragione. Ogni persona che vuole quello che hai tu e che lasci in vita dietro di te tornerà e ucciderà chi ami e devi proteggere. Daryl "Cosa vi hanno fatto quando vi hanno rapite?". Carol "Loro a noi? Niente". Se non è senso di colpa questo non so cosa lo sia. Un senso di colpa da cui non c'è ritorno. E Carol, infatti decide di andare, di non tornare più, come invece ha fatto dopo che Rick l'aveva cacciata. Di rifiutare anche quella parvenza di vera vita che stava costruendo con Tobin. Di lasciare coloro che ama, perchè sa, ormai, che Morgan ha ragione. O decidi di uccidere per difenderli o non lo fai. Non c'è altra via di uscita. Ma, mentre Morgan la cerca ancora, costruendo una vera prigione, per dare a Rick un'altra scelta eventualmente, piuttosto che uccidere chiunque incontra, Carol sa che non esiste più e che, quindi, solo andandosene e non amando nessuno, potrà smettere di uccidere.
Qui mi appello agli autori. Se questa è la vera fine che decidono di dare al personaggio di Carol, mi metto a fare come Rick, cioè uccido Gimple e chiunque sia legato allo show. Scherziamo vero? Meglio morta piuttosto che questa uscita del cavolo! E va bene anche se ritorna per salvarli da Negan (sempre che si possa), anche se sarebbe un deja vu (sempre Terminus). Anche se significa farla finire nelle mani di Negan. Tutto ma non questa uscita dalla serie senza senso, per come hanno costruito e pensato e sviluppato il personaggio. E poi, nel mondo di "The Walking Dead" non si va via e basta. O muori o resti.
Abraham, se a qualcuno interessa l'ennesima ship alla Beautiful, trova il coraggio di dichiarsi a Sasha, così come Rosita va avanti nella sua vita con Spencer. Mi auguro veramente che tutte queste storie d'amore che spuntano a random servano solo per dare più potere alle manipolazioni di Negan, quando si presenterà. Sennò veramente siamo al ridicolo.
Un complimento alla colonna sonora, veramente interessante e creante la giusta atmosfera.
Voglio sorvolare, per pietà perchè "The Walking Dead" uno o più scivoloni in ogni puntata li deve fare, forse per contratto, sul fatto che ci fosse a poca distanza da Alexandria una farmacia mai scassinata e che la scusa usata, descritta da me sopra, è forse peggio del fatto che non sia stata scassinata.
Ma voglio anche sottolineare come Nicotero si sia guadagnato alla grande il suo premio per il miglior trucco: lo Zombie con il piombo in testa e la madre con il piccolo sono semplicemente meravigliosi!
Ed ora ecco il nuovo video della serie "Talked About", rilasciato dalla AMC con l'intento di offrire uno spunto di discussione sulla puntata:
The Walking Dead | Talked About Scene: Episode 614: Twince as far
E adesso... diteci la vostra!