Sono qui a parlarvi del libro finale della tetralogia riguardante la saga delle avventure di Benny Imura (and company) di Jonathan Maberry, intitolato "Cronache Zombie. Un nuovo orizzonte".
Come prima cosa ci tengo a specificare che ho "ereditato" la recensione del finale della tetralogia sulla saga di Benny Imura and company di Jonathan Maberry, dal suo precedente recensore, il mio "capo" DarkSchneider, che si è occupato dei primi tre libri della saga stessa (le nostre recensioni qui, qui e qui). Questa precisazione è dovuta al fatto che, ovviamente io e lui non la pensiamo sempre nella stessa maniera e quindi potreste trovare delle incongruenze tra le sue precedenti recensioni e la mia. Detto questo, si parte!
Saprete di sicuro che questa serie di libri ha avuto vita travagliata in Italia. Sembrava destinata a non vedere la pubblicazione del suo libro finale, quando, grazie anche alle suppliche dei fans, la Multiplayer Edizioni ne ha acquistato i diritti e, dopo aver ripubblicato i primi tre libri della saga (con alcuni idediti racconti, sempre su Benny Imura), ha concluso la saga con questo libro.
Premetto che adoro Maberry, il suo modo di scrivere e di vedere il mondo Zombie. Quindi, senza spoilerarvi il finale, vi posso dire che il libro mi è molto piaciuto fino, appunto, al finale. E qui lascio decidere a voi perchè e se siete d'accordo, perchè ogni mio giudizio in merito sarebbe uno spoiler, anche se indiretto. Diciamo solo che me l'aspettavo all'altezza della spietatezza del nuovo mondo che la saga ha finora mostrato, period.
Il libro, dicevo, è scritto molto bene, nel tipico stile diretto e conciso di Maberry, con un'ottima "lettura" psicologica dei personaggi, senza esserne però appesantito.
Si chiude, in un certo senso, l'avventura di Joe Ledger, l'eroe di Maberry nella sua serie di libri su una squadra speciale antiterrorismo, di cui abbiamo recensito "Patient Zero" e "Code Zero", perchè trattavano dei nostri adorati amici "Zombie".
Benny e gli altri lo incontrano nel libro precedente dove è ancora un Ranger della Nuova Nazione Americana e continua, a modo suo, a combattere la piaga Zombie di cui aveva fermato le prime avvisaglie per ben due volte nei libri sopra citati, prima che essa dilagasse nel mondo.
Finalmente Benny e gli altri hanno raggiunto il Santuario, da cui arriva il jet che hanno inseguito a lungo, pensando presagisse ad una nuova rinascita della società umana. Rimangono molto delusi, però, da ciò che trovano: il Santuario non è altro che un'antica vestigia della vecchia società umana, un ex base militare con annesso segretissimo e blindatissimo centro medico di ricerca. L'unica cosa utile che fa per loro, oltre ad offrire un luogo di riposo per un certo periodo al gruppo, è stabilizzare Chong, l'amico di Benny e l'amore della Lost Girl, Lilah, colpito nellos corso libro da una freccia con tessuto Zombie su di essa e quindi in trasformazione.
Ma qui non trovano cure miracolese per il morbo, risposte alle domande che si fanno da tanto tempo e, soprattutto, a parte Joe, adulti in grado di aiutarli nella loro difficile crscita e nella loro sperazna in un mondo migliore. Perchè Benny e gli altri, sono ancora adolescenti, i tre libri precedenti si svolgono in un mese circa del loro tempo. Sono quindi ragazzini di 16/17 anni costretti a crescere dagli eventi traumatici che hanno vissuto e che vivono quotidianamente.
E cos'è, per Maberry e anche per me, il bello dei ragazzini? Che, nonostante le delusioni, le sconfitte, le perdite, hanno una forza vitale innata verso il meglio, verso il cambiamento e non si adagiano su ciò che gli adulti definiscono "senza speranza". Loro la speranza se la creano, se necessario. E così fanno Beny e gli altri.
Contro tutto e tutti: contro i Mietitori e il loro "sacerdote" fondatore, Saint John, che vuole uccidere tutti gli uomini rimasti in nome di Thanatos, il dio delle tenebre che vuole, secondo lui, il mondo in mano agli uomini grigi (Zombie) e per fare questo, vuole distruggere le Nine Towns, tra cui la città di Benny e gli altri; contro il morbo che sta distruggendo il mondo, cercando ostinatamente la Dottoressa McReady, che tutti danno per morta, ma che per loro è viva e, soprattutto, ha la cura per la piaga; vedendo cambiamenti in atto negli Zombie che, all'inizio li sconcertano, ma che, alla fine, li guidano nella loro ricerca della cura; nella certezza che Chong non è uno Zombie, come sostengono tutti gli adulti intorno a loro, ma che è ancora lì e sta combattendo per non diventarlo, in attesa della cura.
Nella certezza, insomma, che nonostante le gravi perdite che hanno subito e che ancora subiscono in questo libro, vale la pena rialzarsi sempre e fondare un nuovo mondo dalle ceneri di quello vecchio, migliore e senza ripetere gli errori di quello vecchio.
Per arrivare al loro fine sono disposti a tutto, sempre mantenendo la loro umanità di fondo. Convincono anche gli appartenenti al vecchio mondo che sono al Santuraio, primo fra tutti Joe Ledger, che si stava arrendendo anche lui allo sconforto.
Troveranno addirittura le cause dell'epidemia ma, soprattutto Benny imparerà a mettere in atto, temporaneamente e salvando chi ama, le stesse strategie del "mostro" che hanno di fronte, Saint John ed i suoi Mietitori, perchè come gli dice Ledger "Cosa sei disposto a fare per vincere? Se hai una linea in testa che non oltrepasserai mai Saint John ha già vinto. Sei disposto a diventare il mostro che è lui per vincere?". E, grazie agli insegnamenti di Joe ma, soprattutto, di quelli che gli ha lasciato suo fratello Tom Imura, Benny deciderà cosa fare e gli altri lo aiuteranno.
Maberry continua a condannare le chiese ed i loro estremismi; le ideologie estremiste, anche quelle dei "buoni"; i "vecchi" metodi dei soldati U.S.A.; l'arrendersi di fronte alle difficoltà, anche più estreme; la mania dell'essere umano di trattare il mondo come un suo campo da giochi personale, senza rispettarlo; le armi biologiche e le armi da sparo in generale.
Loda invece, appunto, i ragazzi, la gioventù che lotta e vuole migliorare a tutti i costi la società in cui vive e gli adulti che hanno il coraggio di seguirli, anche se a fatica. Loda chi è disposto ai massimi sacrifici per il bene di tutti.
Che dire d'altro senza spoiler? Leggetelo assolutamente se amate gli Zombie, ne vale la pena, come per tutti i libri di Maberry. Sul finale mi saprete dire, ma appiate che quanto detto sopra riguarda un gusto prettamente personale, non di certo sulla qualità o meno di tale finale.
L'unico piccolo difetto riguarda la Multiplayer Edizione che, come al solito, non eccelle nella correzione del testo e lascia alcuni refusi, alcui proprio fastidiosi. Ma, visto il salvataggio in extremis della saga, glielo posso perdonare, stavolta.
Come prima cosa ci tengo a specificare che ho "ereditato" la recensione del finale della tetralogia sulla saga di Benny Imura and company di Jonathan Maberry, dal suo precedente recensore, il mio "capo" DarkSchneider, che si è occupato dei primi tre libri della saga stessa (le nostre recensioni qui, qui e qui). Questa precisazione è dovuta al fatto che, ovviamente io e lui non la pensiamo sempre nella stessa maniera e quindi potreste trovare delle incongruenze tra le sue precedenti recensioni e la mia. Detto questo, si parte!
Saprete di sicuro che questa serie di libri ha avuto vita travagliata in Italia. Sembrava destinata a non vedere la pubblicazione del suo libro finale, quando, grazie anche alle suppliche dei fans, la Multiplayer Edizioni ne ha acquistato i diritti e, dopo aver ripubblicato i primi tre libri della saga (con alcuni idediti racconti, sempre su Benny Imura), ha concluso la saga con questo libro.
Premetto che adoro Maberry, il suo modo di scrivere e di vedere il mondo Zombie. Quindi, senza spoilerarvi il finale, vi posso dire che il libro mi è molto piaciuto fino, appunto, al finale. E qui lascio decidere a voi perchè e se siete d'accordo, perchè ogni mio giudizio in merito sarebbe uno spoiler, anche se indiretto. Diciamo solo che me l'aspettavo all'altezza della spietatezza del nuovo mondo che la saga ha finora mostrato, period.
Il libro, dicevo, è scritto molto bene, nel tipico stile diretto e conciso di Maberry, con un'ottima "lettura" psicologica dei personaggi, senza esserne però appesantito.
Si chiude, in un certo senso, l'avventura di Joe Ledger, l'eroe di Maberry nella sua serie di libri su una squadra speciale antiterrorismo, di cui abbiamo recensito "Patient Zero" e "Code Zero", perchè trattavano dei nostri adorati amici "Zombie".
Benny e gli altri lo incontrano nel libro precedente dove è ancora un Ranger della Nuova Nazione Americana e continua, a modo suo, a combattere la piaga Zombie di cui aveva fermato le prime avvisaglie per ben due volte nei libri sopra citati, prima che essa dilagasse nel mondo.
Finalmente Benny e gli altri hanno raggiunto il Santuario, da cui arriva il jet che hanno inseguito a lungo, pensando presagisse ad una nuova rinascita della società umana. Rimangono molto delusi, però, da ciò che trovano: il Santuario non è altro che un'antica vestigia della vecchia società umana, un ex base militare con annesso segretissimo e blindatissimo centro medico di ricerca. L'unica cosa utile che fa per loro, oltre ad offrire un luogo di riposo per un certo periodo al gruppo, è stabilizzare Chong, l'amico di Benny e l'amore della Lost Girl, Lilah, colpito nellos corso libro da una freccia con tessuto Zombie su di essa e quindi in trasformazione.
Ma qui non trovano cure miracolese per il morbo, risposte alle domande che si fanno da tanto tempo e, soprattutto, a parte Joe, adulti in grado di aiutarli nella loro difficile crscita e nella loro sperazna in un mondo migliore. Perchè Benny e gli altri, sono ancora adolescenti, i tre libri precedenti si svolgono in un mese circa del loro tempo. Sono quindi ragazzini di 16/17 anni costretti a crescere dagli eventi traumatici che hanno vissuto e che vivono quotidianamente.
E cos'è, per Maberry e anche per me, il bello dei ragazzini? Che, nonostante le delusioni, le sconfitte, le perdite, hanno una forza vitale innata verso il meglio, verso il cambiamento e non si adagiano su ciò che gli adulti definiscono "senza speranza". Loro la speranza se la creano, se necessario. E così fanno Beny e gli altri.
Contro tutto e tutti: contro i Mietitori e il loro "sacerdote" fondatore, Saint John, che vuole uccidere tutti gli uomini rimasti in nome di Thanatos, il dio delle tenebre che vuole, secondo lui, il mondo in mano agli uomini grigi (Zombie) e per fare questo, vuole distruggere le Nine Towns, tra cui la città di Benny e gli altri; contro il morbo che sta distruggendo il mondo, cercando ostinatamente la Dottoressa McReady, che tutti danno per morta, ma che per loro è viva e, soprattutto, ha la cura per la piaga; vedendo cambiamenti in atto negli Zombie che, all'inizio li sconcertano, ma che, alla fine, li guidano nella loro ricerca della cura; nella certezza che Chong non è uno Zombie, come sostengono tutti gli adulti intorno a loro, ma che è ancora lì e sta combattendo per non diventarlo, in attesa della cura.
Nella certezza, insomma, che nonostante le gravi perdite che hanno subito e che ancora subiscono in questo libro, vale la pena rialzarsi sempre e fondare un nuovo mondo dalle ceneri di quello vecchio, migliore e senza ripetere gli errori di quello vecchio.
Per arrivare al loro fine sono disposti a tutto, sempre mantenendo la loro umanità di fondo. Convincono anche gli appartenenti al vecchio mondo che sono al Santuraio, primo fra tutti Joe Ledger, che si stava arrendendo anche lui allo sconforto.
Troveranno addirittura le cause dell'epidemia ma, soprattutto Benny imparerà a mettere in atto, temporaneamente e salvando chi ama, le stesse strategie del "mostro" che hanno di fronte, Saint John ed i suoi Mietitori, perchè come gli dice Ledger "Cosa sei disposto a fare per vincere? Se hai una linea in testa che non oltrepasserai mai Saint John ha già vinto. Sei disposto a diventare il mostro che è lui per vincere?". E, grazie agli insegnamenti di Joe ma, soprattutto, di quelli che gli ha lasciato suo fratello Tom Imura, Benny deciderà cosa fare e gli altri lo aiuteranno.
Maberry continua a condannare le chiese ed i loro estremismi; le ideologie estremiste, anche quelle dei "buoni"; i "vecchi" metodi dei soldati U.S.A.; l'arrendersi di fronte alle difficoltà, anche più estreme; la mania dell'essere umano di trattare il mondo come un suo campo da giochi personale, senza rispettarlo; le armi biologiche e le armi da sparo in generale.
Loda invece, appunto, i ragazzi, la gioventù che lotta e vuole migliorare a tutti i costi la società in cui vive e gli adulti che hanno il coraggio di seguirli, anche se a fatica. Loda chi è disposto ai massimi sacrifici per il bene di tutti.
Che dire d'altro senza spoiler? Leggetelo assolutamente se amate gli Zombie, ne vale la pena, come per tutti i libri di Maberry. Sul finale mi saprete dire, ma appiate che quanto detto sopra riguarda un gusto prettamente personale, non di certo sulla qualità o meno di tale finale.
L'unico piccolo difetto riguarda la Multiplayer Edizione che, come al solito, non eccelle nella correzione del testo e lascia alcuni refusi, alcui proprio fastidiosi. Ma, visto il salvataggio in extremis della saga, glielo posso perdonare, stavolta.