Finalmente è arrivata la quarta puntata dell'ottava stagione di The Walking Dead, intitolata "Uno qualunque" (titolo originale "Some Guy").
Un inizio silenzioso e commovente per questo episodio che si preannuncia come un concentrato di emozioni (spoiler: non lo sarà) e finalmente rilevante per la trama (altro spoiler: non lo sarà se non per il recupero di quelle dannate mitragliatrici).
Rivediamo per la terza volta il discorso d'incoraggiamento di Re Ezekiel che ormai conosciamo a memoria; lui è un vero Re delle favole, Disneyano quasi, il buon sovrano amato da tutti e per il quale tutti sacrificherebbero la loro vita.
Un personaggio ben conscio del potere persuasivo che possiede ma anche consapevole del fatto che forse nessuno tornerà dalla guerra e la regia ci mostra ciò che avremmo visto prima di ogni grande massacro della storia, la battaglia di Alesia, la guerra di Troia, la battaglia del Fosso di Helm: un sovrano impegnato nel fare coraggio ai propri soldati e scene di addio tra padri e famiglie ma anche tra le madri e i propri figli perchè quando a fine del proprio mondo è alle porte, tutti devono combattere e in TWD tutti sanno farlo, senza distinzioni.
Sono sopravvissuti i più forti e tante dinamiche sociali, non essendoci più ordinamento, diritti e burocrazia, sono cambiate, la società è del tutto rinnovata e può, anzi, deve, ripartire diversamente, senza tutti gli errori che l'hanno appesantita e l'hanno resa malata.
Il regno, come dicevo nella precedente recensione, è un ottimo punto d'inizio per un bel Nuovo Mondo, a tal punto che i sudditi amano talmente tanto il loro Re, da sacrificare le proprie vite e non tornare mai più dai propri figli e anzi, come dice un topo di fogna qualunque che vedremo più avanti “ti sono talmente fedeli da continuare a seguirti anche dopo morti”.
Fidatevi del Re che sorride, un personaggio che, ammettiamolo, all'inizio ci era sembrato falso e con chissà cosa da nascondere e che invece si è rivelato essere un grandissimo personaggio, positivo e pieno di valori e di valore.
Il discorso del Re risulta essere particolarmente toccante anche per il fatto che abbiamo lasciato Re Ezekiel come il Gatto di Schrodinger, in dubbio se fosse vivo o morto; se i suoi fossero riusciti o meno a fare scudo con il loro corpo lo scopriamo quando dal mucchio di eroi caduti esce la mano insanguinata del Re che ora sarà costretto a ricevere moralmente il primo dei due colpi di grazia della giornata, infatti dovrà combattere contro i compagni che tanto amava, trasformati in Zombie.
L'evoluzione di un personaggio, come sapete, parte sempre da un evento traumatico, vedremo quindi come Re Ezekiel reagirà a questo nuovo significativo momento della sua vita al limite.
Improvvisamente interviene in aiuto del Re che si trova momentaneamente in ostaggio di un Salvatore di passaggio, il suo suddito più fidato, l'adorabile Jerry, che anche in un momento così drammatico ci regala un po' d'ironia e di riso, mai amaro, non perchè rappresenta il clichè del ciccione gioviale, ma perchè è il Bud Spencer dell'Apocalisse Zombie, il superbuono che non abbandona mai né la speranza e né il suo Re.
Grazie a Jerry la trama avanza ancora (faticosamente e lentamente come siamo stati abituati in questa ottava stagione, anche se questa puntata è leggermente più coinvolgente rispetto alle precedenti), ma anche Carol apporta il suo confuso contributo.
Perchè confuso? Perchè ad un certo punto la soluzione nella quale si era incastrata si risolve magicamente dopo 25 minuti di noiosissimo tira e molla tra lei e i Salvatori anonimi che ha incrociato per caso scappando dopo un intrufolamento flash nell'avamposto dei nemici della Triplice Alleanza.
Carol è il mio personaggio preferito, ha sempre lavorato meglio da sola, attaccando velocemente e con precisione; c'è un ritorno all'azione veloce ed improvvisata nella quale si lancia quasi incurante del risultato camminando sempre sul filo della falce.
Questo a mio avviso è il simbolo tangibile della ripresa dello stile delle prime stagioni di TWD, quel modo di fare avventuroso, quando ci si buttava in imprese eroiche, quando il coraggio prevaleva sull'organizzazione, una visione del proprio modo di essere che si ribalta rispetto alle puntate precedenti, probabilmente condizionate dallo stile di vita ormai sedentario al quale si erano tutti apparentemente abituati.
Vi ricordate quando Rick arriva ad Alexandria e Daryl piuttosto che fidarsi ed adagiarsi, si siede sulle scale a mangiare un procione? Ecco, io li vedo ancora così, sempre con un piede sull'uscio della porta e non mi abituerò mai a vederli belli sistemati in un ridente villaggio in Georgia.
Non sono proprio d'accordo con lo svolgimento della vita, la sceneggiatura si adagia, loro si adagiano, ma il buonsenso imporrebbe una ricerca di un vaccino!
Momento “Indiana Jones e l'Ultima Crociata” con Rick e Daryl tipo Harrison Ford e James Dean che inseguono alcuni Salvatori che stanno spostando una mitragliatrice; anche la fotografia è molto affine al genere Adventure e l'uso di una Jeep color sabbia non può che rimandare a quel filone, che sia un omaggio? Ne dubito, quindi nonostante io ami il genere , questo stacco stilistico che non rispecchia il tipico inseguimento alla TWD mi ha infastidita molto; il risultato è stato ottenuto senza dubbio, ma è sembrato molto sbrigativo, utile per chiudere in fretta la faccenda delle armi pesanti. Sembrava quasi una pellicola qualitativamente diversa, non mi è piaciuto per niente.
Non mi ha entusiasmata neanche la presa di coscienza improvvisa di Re Ezekiel, dettata dal fatto che un personaggio insignificante, il topo di cui ho parlato all'inizio, un Salvatore senza alcun rilievo che l'ha catturato, gli ha detto che alla fine lui è solo uno qualunque con una tigre.
Buongiorno Re Ezekiel! L'hai detto e ripetuto chissà quante persone e ora ti accorgi che sei nato come guardiano dello zoo? Ora che te lo dici da solo fa più effetto probabilmente, ma non essendo chissà quale segreto all'esterno del Regno, non mi pare questo grande dramma.
La morte del cane è il clichè di ogni buon film horror, non avendo un cucciolo a disposizione, stavolta hanno optato per la tigre, eccola la morte importante preannunciata.
Volevo bene a quella tigre, ma mi aspettavo che sarebbe arrivato il momento in cui Shiva si sarebbe sacrificata per il suo amico; un momento che non è stato particolarmente toccante, non so bene perchè ma forse è dipeso dal fatto che in 3 e un tigre contro 20 Zombie impantanati in una fortuita pozza di fango, non ce l'abbiano fatta a sconfiggerli senza perdite, insomma è stato un sacrifico del quale si sarebbe benissimo potuto fare a meno.
Mi aspetto una grande vendetta personale da parte di Ezekiel che tra tigre e soldati, ha perso di nuovo la sua famiglia e per questo vi lascio con una filastrocca di Doctor Who, perchè un uomo buono sta per reagire.
I Demoni corrono quando un uomo buono va in guerra.
La notte cala e affoga il sole, quando un uomo buono va in guerra.
L'amicizia muore e il vero amore giace, la notte cala e l'oscurità sorge,
quando un uomo buono va in guerra.
Voto: 6/10
Frase cult: “Grazie Vostra Maesta, per essere un tipo così fico!”
Un inizio silenzioso e commovente per questo episodio che si preannuncia come un concentrato di emozioni (spoiler: non lo sarà) e finalmente rilevante per la trama (altro spoiler: non lo sarà se non per il recupero di quelle dannate mitragliatrici).
Rivediamo per la terza volta il discorso d'incoraggiamento di Re Ezekiel che ormai conosciamo a memoria; lui è un vero Re delle favole, Disneyano quasi, il buon sovrano amato da tutti e per il quale tutti sacrificherebbero la loro vita.
Un personaggio ben conscio del potere persuasivo che possiede ma anche consapevole del fatto che forse nessuno tornerà dalla guerra e la regia ci mostra ciò che avremmo visto prima di ogni grande massacro della storia, la battaglia di Alesia, la guerra di Troia, la battaglia del Fosso di Helm: un sovrano impegnato nel fare coraggio ai propri soldati e scene di addio tra padri e famiglie ma anche tra le madri e i propri figli perchè quando a fine del proprio mondo è alle porte, tutti devono combattere e in TWD tutti sanno farlo, senza distinzioni.
Sono sopravvissuti i più forti e tante dinamiche sociali, non essendoci più ordinamento, diritti e burocrazia, sono cambiate, la società è del tutto rinnovata e può, anzi, deve, ripartire diversamente, senza tutti gli errori che l'hanno appesantita e l'hanno resa malata.
Il regno, come dicevo nella precedente recensione, è un ottimo punto d'inizio per un bel Nuovo Mondo, a tal punto che i sudditi amano talmente tanto il loro Re, da sacrificare le proprie vite e non tornare mai più dai propri figli e anzi, come dice un topo di fogna qualunque che vedremo più avanti “ti sono talmente fedeli da continuare a seguirti anche dopo morti”.
Fidatevi del Re che sorride, un personaggio che, ammettiamolo, all'inizio ci era sembrato falso e con chissà cosa da nascondere e che invece si è rivelato essere un grandissimo personaggio, positivo e pieno di valori e di valore.
Il discorso del Re risulta essere particolarmente toccante anche per il fatto che abbiamo lasciato Re Ezekiel come il Gatto di Schrodinger, in dubbio se fosse vivo o morto; se i suoi fossero riusciti o meno a fare scudo con il loro corpo lo scopriamo quando dal mucchio di eroi caduti esce la mano insanguinata del Re che ora sarà costretto a ricevere moralmente il primo dei due colpi di grazia della giornata, infatti dovrà combattere contro i compagni che tanto amava, trasformati in Zombie.
L'evoluzione di un personaggio, come sapete, parte sempre da un evento traumatico, vedremo quindi come Re Ezekiel reagirà a questo nuovo significativo momento della sua vita al limite.
Improvvisamente interviene in aiuto del Re che si trova momentaneamente in ostaggio di un Salvatore di passaggio, il suo suddito più fidato, l'adorabile Jerry, che anche in un momento così drammatico ci regala un po' d'ironia e di riso, mai amaro, non perchè rappresenta il clichè del ciccione gioviale, ma perchè è il Bud Spencer dell'Apocalisse Zombie, il superbuono che non abbandona mai né la speranza e né il suo Re.
Grazie a Jerry la trama avanza ancora (faticosamente e lentamente come siamo stati abituati in questa ottava stagione, anche se questa puntata è leggermente più coinvolgente rispetto alle precedenti), ma anche Carol apporta il suo confuso contributo.
Perchè confuso? Perchè ad un certo punto la soluzione nella quale si era incastrata si risolve magicamente dopo 25 minuti di noiosissimo tira e molla tra lei e i Salvatori anonimi che ha incrociato per caso scappando dopo un intrufolamento flash nell'avamposto dei nemici della Triplice Alleanza.
Carol è il mio personaggio preferito, ha sempre lavorato meglio da sola, attaccando velocemente e con precisione; c'è un ritorno all'azione veloce ed improvvisata nella quale si lancia quasi incurante del risultato camminando sempre sul filo della falce.
Questo a mio avviso è il simbolo tangibile della ripresa dello stile delle prime stagioni di TWD, quel modo di fare avventuroso, quando ci si buttava in imprese eroiche, quando il coraggio prevaleva sull'organizzazione, una visione del proprio modo di essere che si ribalta rispetto alle puntate precedenti, probabilmente condizionate dallo stile di vita ormai sedentario al quale si erano tutti apparentemente abituati.
Vi ricordate quando Rick arriva ad Alexandria e Daryl piuttosto che fidarsi ed adagiarsi, si siede sulle scale a mangiare un procione? Ecco, io li vedo ancora così, sempre con un piede sull'uscio della porta e non mi abituerò mai a vederli belli sistemati in un ridente villaggio in Georgia.
Non sono proprio d'accordo con lo svolgimento della vita, la sceneggiatura si adagia, loro si adagiano, ma il buonsenso imporrebbe una ricerca di un vaccino!
Momento “Indiana Jones e l'Ultima Crociata” con Rick e Daryl tipo Harrison Ford e James Dean che inseguono alcuni Salvatori che stanno spostando una mitragliatrice; anche la fotografia è molto affine al genere Adventure e l'uso di una Jeep color sabbia non può che rimandare a quel filone, che sia un omaggio? Ne dubito, quindi nonostante io ami il genere , questo stacco stilistico che non rispecchia il tipico inseguimento alla TWD mi ha infastidita molto; il risultato è stato ottenuto senza dubbio, ma è sembrato molto sbrigativo, utile per chiudere in fretta la faccenda delle armi pesanti. Sembrava quasi una pellicola qualitativamente diversa, non mi è piaciuto per niente.
Non mi ha entusiasmata neanche la presa di coscienza improvvisa di Re Ezekiel, dettata dal fatto che un personaggio insignificante, il topo di cui ho parlato all'inizio, un Salvatore senza alcun rilievo che l'ha catturato, gli ha detto che alla fine lui è solo uno qualunque con una tigre.
Buongiorno Re Ezekiel! L'hai detto e ripetuto chissà quante persone e ora ti accorgi che sei nato come guardiano dello zoo? Ora che te lo dici da solo fa più effetto probabilmente, ma non essendo chissà quale segreto all'esterno del Regno, non mi pare questo grande dramma.
La morte del cane è il clichè di ogni buon film horror, non avendo un cucciolo a disposizione, stavolta hanno optato per la tigre, eccola la morte importante preannunciata.
Volevo bene a quella tigre, ma mi aspettavo che sarebbe arrivato il momento in cui Shiva si sarebbe sacrificata per il suo amico; un momento che non è stato particolarmente toccante, non so bene perchè ma forse è dipeso dal fatto che in 3 e un tigre contro 20 Zombie impantanati in una fortuita pozza di fango, non ce l'abbiano fatta a sconfiggerli senza perdite, insomma è stato un sacrifico del quale si sarebbe benissimo potuto fare a meno.
Mi aspetto una grande vendetta personale da parte di Ezekiel che tra tigre e soldati, ha perso di nuovo la sua famiglia e per questo vi lascio con una filastrocca di Doctor Who, perchè un uomo buono sta per reagire.
I Demoni corrono quando un uomo buono va in guerra.
La notte cala e affoga il sole, quando un uomo buono va in guerra.
L'amicizia muore e il vero amore giace, la notte cala e l'oscurità sorge,
quando un uomo buono va in guerra.
Voto: 6/10
Frase cult: “Grazie Vostra Maesta, per essere un tipo così fico!”
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