Se amate le storie Zombie (anche se qui si tratta in realtà di infetti) che si concentrano sulla psicologia dei vivi allora sarete lieti di scoprire che esiste una valida alternativa alla noiosa introspezione di The Walking Dead: scoprite con noi "Igai – The Play Dead/Alive" in arrivo a metà mese grazie alla Flashbook Edizioni!
Abbiamo chiesto all'editore qualche dettaglio su questa uscita e ci è stata segnalata l'intervista rilasciata per il sito Nanodà (qui per l'articolo completo), da cui estrapoliamo la parte di nostro interesse:
[Fonte: Flashbook Edizioni]
Abbiamo chiesto all'editore qualche dettaglio su questa uscita e ci è stata segnalata l'intervista rilasciata per il sito Nanodà (qui per l'articolo completo), da cui estrapoliamo la parte di nostro interesse:
Uno degli autori horror emergenti giapponesi, SAIMURA Tsukasa, arriva finalmente in Italia con la sua opera più mainstream. Influenzato dai classici americani di Romero, Saimura ripropone il genere moderno in salsa mainstream scum strizzando l’occhio a successi mondiali come Walking Dead, proponendo opere in cui il vero mostro è l’Uomo e non gli Zombie, uomini che hanno perso il freno dell’Umano e del Razionale in un mondo dove le regole sono scomparse, dove l’istinto ha perso le briglie della ragione.
Pur confezionato con un vestito action, IGAI non ha come centro le scene splatter, che pur ci sono, ma bensì, come detto, la reazione psicologica degli uomini di fronte a uno sconvolgimento inimmaginabile. L’autore, quindi, punta la sua lente di ingrandimento nei protagonisti – normali studenti alle prese con i problemi tipici dell’adolescenza: studio, aspirazioni lavorative, amore… – che di punto in bianco vedono i loro amici diventare i loro peggiori nemici, i loro genitori cercare di mangiarseli… capire cosa sta succedendo, organizzarsi e nel mentre – se possibile – sopravvivere. Ci mostra il loro shock, le loro reazioni, e tutto il percorso verso la presa di consapevolezza, la rassegnazione, la voglia di sopravvivere.
Andando nel dettaglio di IGAI, sfogliando le prima pagine potremmo pensare di trovarci in un tipico, classico, manga horror survivor a tema Zombie.
I tre protagonisti, Akira, Umezawa e Kurumi sono IL Trio. Amici da sempre, incastrati nel più classico dei triangoli amorosi mai rivelati. Un giorno il loro mondo semplice fatto di problemi banali viene sconvolto quando a scuola, senza preavviso alcuni studenti impazziscono iniziando a divorare i proprio compagni che iniziano a fuggire qua e là in preda al panico, d’istinto… tra amici uccisi e feriti che diventano loro stessi mangiauomini.
I nostri 3 quindi hanno come obiettivo primario quello di salvare le proprie vite aiutandosi.
E fin qui nulla di nuovo sotto il sole.
Senonché dopo poco si scopre che la trasformazione in Zombie è temporanea. Dopo poco gli studenti zombificati incredibilmente tornano normali sia nell’aspetto che nella mente, lucida… senza memoria di ciò che hanno fatto.
Come una sorta di bipolarismo, non è finita qui: ciclicamente e senza preavviso o previsione possibile questi stessi tornano nello stato Zombie, tornano affamati di carne umana senza intelletto.
Non siamo quindi di fronte a morti che tornano in vita, ma a una sorta di infezione in stile The Last of Us.
Igai – The Play Dead/Alive
Qui sta il trick di Saimura per creare la crisi interiore dei protagonisti, la parte interessante, il cuore. Non si tratta di uccidere dei mostri, si tratta di sopravvivere, di uccidere amici fuori di sé che però non hanno perso la loro umanità, amici che di lì a poco torneranno normali e forse in maniera definitiva, chi lo sa.Continuate a seguirci per tutte le novità sui fumetti a tema Zombie!
Questo a differenza delle storie di “apocalisse Zombie” non permette ai sani di perdere l’umanità, gli lascia i sensi di colpa, la struttura sociale, e la logica comune intatta, perché non toglie la speranza.
Non si parla di salvare l’amico dal mostro o la persona amata dalla morte a tutti i costi diventando eroi, si tratta di riuscire a sopravvivere senza uccidere l’amico o la persona amata che vuole mangiarti finché questa non torna normale, e poi cercare il modo affinché rimanga così per sempre.
Questa situazione genera tormenti e domande, sensi di colpa, nei sani, che devono scegliere a quali compromessi possono arrivare.
Oppure, visto dall’altro lato, che fare se di botto ci svegliamo col sapore di sangue in bocca, senza sapere cosa si è fatto durante il periodo senza coscienza, temendo di aver commesso atti orribili, di aver ucciso qualcuno, un amico? Come si può rimanere sani di mente e avere la forza di sopravvivere al nostro altro Io per cercare la cura?
[Fonte: Flashbook Edizioni]
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