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25 maggio 2022

Zombie Roots: approfondiamo la figura del Draugr

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Troppo spesso si crede che la figura del non-morto antropofago sia nata nel 1968 da un'idea di George Andrew Romero e John Russo. In realtà nell'antichità i ritornanti erano un pensiero non così estraneo alla vita dei nostri antenati. Oggi torniamo ad approfondire la figura del draugr scandinavo, riportando non solo alcuni estratti dalle saghe nordiche, ma mostrandovi anche una clip dal recente film "The Northman" ed il lungometraggio "Draug"... tutto questo vi aspetta nella news!
Shadow of the past (opera di Angus McBride per il volume "Characters of Middle Earth")

Non è certo la prima volta che ci occupiamo dei Draugr, a tal proposito vi invitiamo a visionare le nostre precedenti news in merito (prima fra tutte quella intitolata Zombie Roots: Il Draugr, anche il Vichingo a volte ritorna, di cui ciò che state per leggere è il proseguio).

Il draugr (o draug oppure draugen), al plurale "draugar", è il nome con cui nell'area scandinava venivano chiamati i non-morti, fossero questi semplici spettri o revenant "fisici" che, come vedremo subito, in alcuni casi potevano avere caratteristiche simili agli Zombie a noi noti. Altri nomi con cui questi non-morti erano noti sono: "aptrgangr" (letteralmente "camminatore di nuovo" o "colui che cammina dopo la morte") e l'abitante del tumulo "haugbui" (dal norreno antico "haugr", "tumulo").

Prima di citare alcune significative fonti vi mostriamo una clip, tratta dalla recente pellicola "The Northman" (Robert Eggers, 2022), in cui possiamo ammirare un combattimento contro un draugr all'interno del suo tumulo:

THE NORTHMAN - "The Mound Dweller" Official Clip

Il combattimento che abbiamo appena visto aveva lo scopo di impossessarsi della spada magica di un guerriero defunto, arma resa ancora più potente dall'esser stata conservata in un luogo in cui il mondo dei vivi e quello dei morti coesistono. Tale tòpos lo si trova ad esempio nella Saga di Hervör (Hervarar saga ok Heiðreks, XIII secolo) dove il draugr del berserker Angantyr Arngrimsson viene avvicinato nel suo tumulo dalla figlia Hervör, desiderosa di impossessarsi della spada Tyrfing (che però ebbe senza dover combattere).

Se però vogliamo un assaggio di non-morte più congeniale agli Zombie-maniaci non possiamo non guardare alla "Saga di Egill il Monco e di Ásmundr Uccisore di Berserker" (Egils saga einhenda ok Ásmundar berserkjabana) scritta agli inizi del XIV secolo; così leggiamo nel capitolo VII:
Un giorno Árán morì all'improvviso mentre stava entrando nel suo palazzo. Il corpo venne preparato secondo il costume del luogo, e Ásmundr fece erigere il tumulo: all'interno, presso di lui, fece portare il suo cavallo con tanto di sella e briglie, lo stendardo e tutta l'armatura, il suo falcone e il cane. Árán venne disposto seduto, completamente armato. Ásmundr fece poi portare la sua sedia nel tumulo e si mise a sedere, quindi il tumulo venne chiudo. La prima notte Árán si alzò dalla sedia, uccise il falcone e il cane e li mangiò. La seconda notte Árán si alzò, uccise il cavallo, lo fece a pezzi e lo divorò a grandi morsi, mentre il sangue gli colava giù per la mascella. Offrì ad Ásmundr di mangiare insieme a lui, ma Ásmundr non rispose nulla. La terza notte Ásmundr venne preso dal sonno, e non si accorse di nulla finchè Árán non lo afferrò per le orecchie e non gliele strappò entrambe. Ásmundr impugnò allora la spada e tagliò la testa di Árán. Fece quindi del fuoco e arse Árán, riducendolo in cenere. Andò poi alla fune e venne tirato fuori. Il tumulo fu richiuso, ma Ásmund aveva portato via con sé le ricchezze che vi erano state deposte.
Questo racconto ha però la sua prima versione scritta nel "Gesta dei re e degli eroi danesi" (Danorum regum heroumque historia), scritto nei primi anni del 1200 da Saxo Grammaticus. Così è riportato nel libro V, capitolo XI 3-4:
V, XI, 3. Nel frattempo Asvitho, morto di malattia, viene seppellito in una caverna sotterranea con il cane e il cavallo. Secondo il suo giuramento di amicizia, Asmundo si fece sotterrare vivo con lui portandosi dietro da mangiare. Erico, dopo aver superato delle alture insieme al suo esercito, passava per caso davanti al tumulo di Asvitho; poiché gli Svedesi ritenevano che contenesse dei tesori, scavarono con delle vanghe nella collina, ma si accorgono che la caverna si apriva a una profondità maggiore di quanto credessero. Per perlustrarla era perciò necessario che uno si calasse in essa imbracato con una fune. Fu scelto uno a caso dei giovani più agili. Asmundo, scorgendo quello dentro a un cesto tenuto da una corda, immediatamente lo getto fuori e si mise nel cesto. Poi, a quelli che stavano di sopra e controllavano la fune, diede il segnale di tirarlo su. Questi, riportato alla luce il cesto con la speranza di un grande tesoro, rivolsero lo sguardo alla fisionomia sconosciuta dell’uomo venuto fuori, rimasero spaventati da quella faccia mai vista, e, ritenendo che il defunto fosse ritornato in vita, gettarono via la fune fuggendo in ogni direzione. Senza dubbio Asmundo aveva un aspetto orrido e appariva ricoperto di sangue come spesso accade ai cadaveri. Nel tentativo di far tornare indietro i fuggitivi, comincio a gridare che sbagliavano ad aver paura di un vivo. Erico lo guardava meravigliato, soprattutto per Il viso insanguinato, giacche il sangue schizzava fuori e scorreva abbondante sul suo volto. Asvitho infatti, ritornato in vita durante la notte, gli aveva strappato l’orecchio sinistro in una accanita colluttazione, e lo spettacolo della cicatrice fresca e non rimarginata appariva ripugnante. Allora, invitato dagli astanti a riferire come avesse ricevuto la ferita, cosi comincio a parlare:

V,XI, 4.
Perche vi stupite, al vedermi senza colori? Fra i morti
diventa smorto ogni vivo. A chi e solo e funesta,
al solitario e gravosa qualunque dimora terrestre.
Che sciagura e vedersi sottrarre dalla sorte il sostegno
degli uomini.
La caverna, e la notte passiva, e le tenebre, e l’antro antichissimo
mi hanno strappato la gioia dagli occhi e dal cuore.
La terra spinosa, il putrido tumulo e il greve fetore
dei rifiuti hanno tolto al mio volto la giovane grazia.
Ma soprattutto, mi sono trovato a combattere contro uno spettro [la traduzione corretta di "exanimis vis" è "corpo senza vita" nd.ZKB],
a reggere il peso schiacciante della lotta, e l’immane pericolo.
Asvitho, tornato alla vita, mi si avventa con unghie affilate
rinnovando, già morto, per forze infernali feroci battaglie.
Perche vi stupite, al vedermi senza colori? Fra i morti
diventa smorto ogni vivo.
Qualche prodezza del dio dell’inferno rimanda
dal regno dei morti lo spettro di Asvitho: con denti feroci
sbrana il corsiero, solleva alla bocca mostruosa
il cane. Ma non soddisfatto di mangiarsi il cane e il cavallo,
volge veloce gli artigli su di me, mi fende una guancia
e mi strappa un orecchio. Per questo fa orrore guardare
questo mio volto straziato, e schizza il sangue
dalla crudele ferita. Non e rimasto impunito
il mostro, perche con la spada gli ho tagliato veloce la testa,
e con un paletto ho trafitto il suo perfido corpo
Perche vi stupite, al vedermi senza colori? Fra i morti
diventa smorto ogni vivo.
Normalmente i draugr erano uomini malvagi/rancorosi che, anche nella morte, desideravano tormentare i vivi. Árán/Asvitho, non avendo in vita queste caratteristiche negative, potrebbe essersi trasformato a causa della morte improvvisa, rianimandosi anch'egli in preda agli stessi desideri provati in vita, ma furiosamente esasperati (in questo caso la fame insaziabile).

I due racconti, purtroppo non è giunto a noi la storia originale da cui sono derivate entrambe le versioni, differiscono per la natura del patto tra i due amici: nel primo una veglia funebre nel tumulo, per la durata di tre giorni e tre notti (durante i quali si consuma il banchetto del draugr), nel secondo invece il tutto si svolge in una sola notte, ma l'inumazione a cui l'eroe si sottopone lo avrebbe visto morire pur di onorare il giuramento di accompagnare l'amico fraterno nel regno dei morti.

Sempre nel libro di Saxo troviamo (libro I, capitolo VII, 2) un altro racconto relativo all'eliminazione fisica di un draugr; questo uccideva con le esalazioni che rilasciava attraverso la terra che ricopriva il tumulo, ma è interessante vedere come le pratiche che comunemente si associano all'eliminazione del vampiro venivano usate per ogni tipologia di non-morto (a tal proposito vi rimandiamo al nostro articolo Dal passato tecniche anti-resurrezione):
Mithothin abbandonò le risorse della magia e corse a nascondersi in Fionia, ma venne ucciso dagli abitanti del luogo, accorsi in massa per affrontarlo. Le sue malefatte si manifestarono anche dopo la sua uccisione poiché chi si avvicinava al suo sepolcro moriva improvvisamente, e anche dopo la morte il suo corpo produsse un tal numero di pestilenze che sembrava quasi aver lasciato ricordi più ripugnanti da morto che da vivo, come se intendesse esigere vendetta dai colpevoli. Dopo essere stati colpiti da questa calamita, gli abitanti del luogo riesumarono il cadavere, lo decapitarono e gli trafissero il petto con un bastone acuminato così la gente risolse il problema.
Chiudiamo con il lungometraggio "Draug" (di cui vi parlammo in questa nostra news del 2016):

Draug 📽️ HORROR MOVIE

Rimanete sintonizzati su ZKB per futuri approfondimenti sulla storia degli Zombie e per la nostra sezione Zombie Roots!

1 commento:

SpleenLady

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Richard_Targaryen

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DarkSchneider

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Zombie Hunter

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Grimwolf

name[Grimwolf] image[https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQSoZ5MylXoz4BluNYy31S_9ngmayueyWLkuHus2-tvaj70TKNGs288M1swolwMavrzzcbMKYeWvj3zQwGzareJipdyqjnAKg_birxyCQXOu4u9KLAAQq6tsp2EdrTbmnO-l5m06540f6Z/s113/tumblr_lwz9qvASf21r1tij7o1_500.jpg] description[Arruolato nelle file di ZKB, è solito rimanere nella sua isolata tana, da cui si connette famelicamente alla rete alla ricerca di informazioni sulla prossima infezione Zombi. Tra un ululato e l'altro adora perdersi nei videogiochi, nel mondo militare e nella consapevolezza che solo nella morte si cela la conoscenza finale. Nel mentre, come da ordini, falcia le orde non-morte a suon di morsi, news e mitragliatrici pesanti.]

jackson1966

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Alessia Gasparella

name[Alessia Gasparella] image[https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEga4q94pFjepkWZdKSCP7H_8uGELs3M2bYllDuaD0oUpEyY2Cn3flGvqOAewllLI8n1MxKiY5YmeJcEqJ3maY8juoOqgUroGOrz0kicQzm_BAgLPWkWZpTSSBRFvrv9L_5WGc_xfKooCcJg/s151/bbd.jpg] description[Ha iniziato a collaborare con Zombie KB per continuare a nutrire il suo smisurato amore per i cari, vecchi, morti viventi e diffondere il verbo a più persone possibili. La sua missione principale è quella di far conoscere i film Zombie che più ha amato, raccolti nella rubrica Zombie D'Essai, e convincere il mondo che sono delle perle! Oltre ai lungometraggi, ama parlare dei corti che spesso hanno bisogno di una mano per essere diffusi.]

ZomBitch!

name[ZomBitch!] image[https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYY9T4xMZe98rBdNfusZhjs3gw-TNMSQAHJoecFXJwrZZX7shHcbECfVXr7MeaSRkLlisIZBey_mgK2Tx2LXo3LzWs19se9fQ_PLOWCsbXBOoUBm2HqkF1cEFFoEpVPVavtVblz-Ip7KU/s151/dr.rockso.jpg] description[Colorito da Zombie, occhiaie da Zombie, si nutre di libri, fumetti, film-serie, musica, graphic e street-art senza sosta, come uno Zombie. Gli piacciono le robe creative, diverse, le robe da matti, il noir e lo humor nero. Lavora come copywriter e giornalista-editor, ma scrive su Zombie KB per infettare più vergini possibili con quest'implacabile Z-addiction...il suo motto? Fate piano con Zombie KB: there's no hope!]