The Tube Exposed raggiunge quota 69 con il racconto "Anno Z" scritto da Tamara Deroma. Seguiteci dopo il salto per maggiori dettagli sulla trama.
Ecco la sinossi ufficiale di questo sessantanovesimo capitolo della serie Exposed:
Continuate a seguirci per essere sempre informati sulle novità della serie The Tube e ricordate che, per partecipare con i vostri racconti alla selezione dei nuovi episodi, trovate tutte le informazione al link sottostante!
[Fonte: WritersMagazine e The Tube Facebook]
Ecco la sinossi ufficiale di questo sessantanovesimo capitolo della serie Exposed:
La coltivazione del super cereale, il mater, ha attaccato il sistema immunitario e sterminato buona parte della popolazione mondiale. Alcuni morti sono tornati a una non-vita. Guidati dal bisogno di nutrirsi, i Lazarus vanno a caccia dei sopravvissutiPotete acquistare, a € 1,99, questo capitolo sul Delos Store o su Amazon.
Le politiche ambientali, chieste a gran voce dalle nuove generazioni, hanno finalmente contribuito a salvare il mondo. La coltivazione di un super cereale creato in laboratorio, il mater, ha risolto gran parte dei problemi. Molto versatile e utilizzato in diversi ambiti, ha soppiantato le altre colture. La resa altissima a basso costo, la resistenza alle temperature, agli eventi naturali, ha permesso di estenderlo a ogni latitudine. In attesa che venga del tutto proibita la dieta a base di carne e limitati i derivati animali, la popolazione mondiale può sfamarsi.
Gli insetti evitano di nutrirsi del super cereale. Lo evitano e quando la gente inizia a morire è chiaro anche il motivo. Il mater contiene una tossina che attacca il sistema immunitario fino a portare alla morte. E a un’orribile rinascita.
In seguito alla mutazione che li ha consumati e trasformati in mostri, i Lazarus sono guidati dall’istinto primordiale. Il bisogno di nutrirsi li spinge a uccidere gli uomini, a cibarsi della loro carne e a ricominciare la caccia. Un circolo vizioso. I Lazarus sono voraci, privi di coscienza. Gli Intorpiditi sono lenti, goffi. I Velocisti, più pericolosi, tendono gli agguati e sono rapidi a calare sulla preda.
Goose è uno di loro. È vigoroso, sempre affamato. Si allontana dal suo territorio soltanto per cacciare e l’uomo che lo osserva ogni giorno dalla sua finestra e che è costretto a lasciare la sua casa per cercare cibo, ne è terrorizzato.
Sa che uscire significa candidarsi a morte certa. È la regola. Se vuole diventare l’eccezione che la conferma, dovrà essere più veloce dei Lazarus. Dovrà essere più veloce di Goose o essere pronto ad affrontarlo.
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[Fonte: WritersMagazine e The Tube Facebook]
Un racconto breve, intenso, reale, che tocca più tematiche, da quelle ecologiche alla paura, dagli sbagli all’egoismo tipicamente dell’essere umano e alla perdita di se stessi. E l’egoismo è il vero protagonista. Egoisticamente abbiamo rovinato il mondo con le nostre mancanze, e sempre egoisticamente, perché non vogliamo perdere quel che abbiamo, si corre ai ripari con risorse energetiche sempre più "green", si ritorna in un certo senso al passato, siamo in tanti e non si può avere abbastanza di tutto per tutti, dagli alimenti agli accessori, fino ad accettare raccolti agricoli modificati per avere con un solo prodotto cibo per noi, per gli animali ed energia. Il tutto egoisticamente per avere sempre di più, attenzione, non per diminuire quel che vogliamo!!
RispondiEliminaIl solito passo falso dell’uomo che, come se non bastasse una pandemia a inizio secolo, ha voluto come sempre strafare senza pensare alle conseguenze, crea le cose e poi non le sa gestire. E infatti il passo falso questa volta gli è costata l’esistenza.
Unico baluardo rimasto, il protagonista, convinto oramai di essere forse solo lui in vita, insieme al vicino dall’altra parte della strada. I mega raccolti ci hanno ridotti in una sorta di zombie famelici che con la scarsità di esseri umani, si mangiano tra loro. Non è facile sopravvivere completamente in solitudine, barricato in un appartamento, senza fare il minimo rumore, perché a differenza di tutti i film e serie TV del genere, il protagonista non ha un minimo indizio di come “quegli esseri” sappiano cacciare. Non sa sfruttino l’udito, l’olfatto, o la vista. Sa solo quello che vede dalla finestra e giudica di conseguenza, grazie a un “Lazarus”, così soprannominati i non morti, che prende possesso del quartiere, e si tengono d’occhio a vicenda, perché l’essere sa che lui e lì, e a volte sembra avere un lampo di intelligenza, che in realtà non dovrebbe avere. Lo ha chiamato Goose, tanto per umanizzarlo, per riconoscerlo.
L’egoismo la fa da padrone quando, la paura di morir di fame, ma ancora più, la paura di soffrire prima di morire, gli fanno fare l’unica cosa che non avrebbe mai fatto: uscire dal palazzo per cercar cibo. Se avesse saputo come uccidersi senza soffrire l'avrebbe già fatto. Così la paura diventa l'unico sentimento che permea la sua esistenza. Ma non è mai uscito per aiutar qualcuno! Una madre con bambini, persone in difficoltà. L’importante è pensare a se stessi, alla propria sopravvivenza, senza pietà. Ormai la consuetudine è “se i Lazarus attaccano qualcun altro, io resto vivo”.
Ironia della sorte aveva un negozio di alimentari, frutta e verdura delle più fresche, ma ora sono finite le scorte fatte depredando il palazzo in cui vive. Deve uscire. Il terrore ad ogni passo, ad ogni respiro gli fanno commettere una serie di sbagli che potrebbero costargli caro, ma il fato, o il caso non hanno ancora finito con lui e Goose resta in agguato.
Finalmente un racconto che tiene conto delle centrali nucleari: nel passaggio al “pianeta green” si sono dismesse tutte. Sì, perché in ogni catastrofe hollywoodiana che si rispetti, saremmo tutti morti dopo qualche giorno per la fusione di centinaia di nuclei, creando un enorme “sindrome cinese”, senza gli esseri umani che stiano loro dietro.
Ottima visuale del tutto, ottimo racconto che tiene sulle spine fino alla fine, che fa anche un po’ “strizzare” chi come me adora leggere queste tematiche di notte, ma si sa che l’autrice è un genio dell’horror. E occhio! Avete notato che non ha fatto il nome del protagonista? Sì, perché, quando sei solo tu al mondo, che te ne fai di un nome? Nessuno deve chiamarti! Raccapricciante.