E se La notte dei morti viventi fosse stato una serie tv? A fine anni '90 Romero scrisse un adattamento per la tv del primo capitolo dei morti viventi, oggi conservato al George A. Romero Archivial Collection presso l'università di Pittsburgh. Del progetto, mai realizzato, rimangono le 27 pagine della prima stesura in cui si riconoscono temi ricorrenti, ma anche successive evoluzioni che la sua opera dei Dead avrebbe avuto. Scorrete la news per personaggi e trama!
Cominciamo dando i numeri: ottobre 1997. Dodici anni dopo Day of the Dead e sette prima di Land, perciò diciamo a metà della sua Esalogia dei Dead, Romero decise di cimentarsi con uno sceneggiato per la tv in 19 episodi, adattando La notte dei morti viventi. Il regista era fermo dai primi anni Novanta, quando aveva diretto Due occhi diabolici (1991) e La metà oscura (1992), ma il momento era propizio per un nuovo lavoro sui ghoul, dato che nel 1996 era uscito Resident Evil, del quale tra l'altro nel 1998 Romero scrisse una sceneggiatura per l'adattamento cinematografico, che però non piacque a Constantin Film perché troppo violenta. Night of the Living Dead: The Series è ambientato a Pittsburgh proprio all'inizio della risurrezione dei morti. Le ambientazioni principali sono due: il Morewoord Dorm, uno dei dormitori dell'università locale, e il Mercy Hospital, al di sotto del quale si trova una struttura di ricerca segreta, nota come Purgatory.
Sette i personaggi principali, di cui sei dalla parte dei buoni, mentre il settimo è il villain di turno. Ben Remington, 21 anni, è un giovane afroamericano cinico e senza alcuna fiducia nell'umanità; ha un passato nell'esercito e ora conduce un programma radiofonico universitario intitolato "Viewpoints on campus". John Sutton, 23 anni, erede di un'azienda farmaceutica, studia business management per accontentare gli esigenti genitori, ma ha una segreta passione per l'ingegneria informatica. Anthony Justin, 57 anni, ex chirurgo, dopo aver perso la vista è tornato all'università dedicandosi allo studio delle discipline più disparate, accumulando una vasta saggezza.
Tanya Bevell, 26 anni, giovane donna cattolica, astemia e tutta d'un pezzo, si occupa della sicurezza del campus ed è descritta da Romero come "una polveriera pronta per esplodere". Becky Duvreen, 19 anni, lavora in un negozio di liquori della città; ragazza coi piedi per terra, ha perso il padre e si frequenta con John. Infine, Helen "Pee-Wee" Reese, 39 anni, consulente del Dipartimento della Difesa e responsabile di P-BEEFS (Phenomena Beyond Explanation by Existing Fictional Scenarios), fedele al governo e spregiudicata. Seguirà ora una trama complessiva della serie: per la narrazione dei fatti episodio per episodio rimando alla news pubblicata in esclusiva su Bloody Disgusting. La risurrezione dei morti comincia di nuovo senza alcuna spiegazione, mentre Ben, John e Harry, un giovane prodigio, stanno andando ad una festa. Chud Guzzo, morto proprio alla festa, si è risvegliato e ha morso una ragazza, Nancy Kominski. I due sono portati al Mercy Hospital, dove anche Nancy si risveglia e inizia il contagio. Lo stesso avviene alla periferia di Pittsburgh, alla fattoria Hewlitt, dove il giovane Garth, morto in seguito a un incidente, morde Skins, il veterinario locale accorso sul posto. I due uccidono la famiglia di Garth e i vicini, formando un branco di Zombie che si dirigono in città.
Mentre aumentano i casi, al Mercy Hospital infuria il dibattito: come comportarsi con i morti che camminano? Giunti all’ospedale insieme a un altro cadavere eccessivamente vivace, il medico legale Quincy e la sua assistente Lori si rendono conto che è il cervello l’unico organo che conta per i morti viventi. A questo punto intervengono le autorità che prendono il controllo dell’ospedale e lo chiudono a ogni contatto con l’esterno. A capo dell’operazione c’è Helen Reese, che rifiuta di lasciar trapelare qualsiasi informazione all’esterno, nonostante il dottor Quartermain tema che il problema possa essere di portata nazionale. Infatti, i mezzi di comunicazione insabbiano tutto, lasciando credere che le violenze siano dovute a bande di strada, ma grazie a Internet i Nostri, che intanto sono tornati al Morewood Dorm, vengono a conoscenza di uguali fenomeni in giro per il mondo e Ben usa la radio del campus per comunicare la verità. Al Purgatory non si fa altro che discutere mentre gli Zombie, aumentati a dismisura, portano il caos in città: il dormitorio viene assediato e Tanya organizza la difesa. Il dottor Quartermain e John sviluppano indipendentemente due diversi sieri che agiscono sul cervello degli Zombi rendendoli innocui, ma entrambi hanno dei difetti: quello di John dura solo un’ora; quello del dottore viene nebulizzato sulla città e intossica gli abitanti. Harry, riuscito a catturare uno Zombie, inizia a studiarlo scoprendo che mostra segni di intelligenza; in seguito lo Zombie, chiamato Wally, gli salverà anche la vita. A questo punto tra alcuni personaggi cominciano le riflessioni: gli Zombi sono ancora umani? Come comportarsi con loro?
Per chiudere la bocca a Ben, i soldati si dirigono sul Morewood Dorm, ma dopo uno scontro con gli Zombie vengono convinti da Becky ad andarsene. Gli Zombi hanno il sopravvento: all'ospedale i pochi umani rimasti si rifugiano nel Purgatory, da dove Helen continua con la sua ottusa strategia di contenimento dell’informazione. La serie si conclude con un mondo in rovina e una Pittsburgh in quarantena e controllata dall’esercito, dove Ben, Becky e Anthony Justin si battono per difendere i diritti dei morti viventi e per continuare a dire la verità, infrangendo il muro di silenzio imposto da Helen. I morti che tornano in vita senza alcuna spiegazione (stavolta non ci aiutano nemmeno il voodoo o le radiazioni venusiane): "Con la società in uno stato di caos e le persone che lottano per sopravvivere", spiega Romero in una sua nota, "spiegare il fenomeno è meno importante che sopravvivere ad esso"; l'incapacità dei vivi di far fronte al diffondersi del contagio, con gli scienziati che per metà degli episodi se ne stanno al Purgatory a discutere sulle sue origini (guerra batteriologica? Un virus? Organismi alieni?); l'ottusità dei militari (Helen Reese che, fedele fino in fondo alla sua missione, impedisce la fuoriuscita di ogni informazione): tutti temi che più volte ricorrono nei film del regista americano.
Rispetto ai film precedenti, però, Night of the Living Dead: The Series ha un approccio più umoristico e satirico: per mostrare i limiti dell'uomo di fronte a una crisi di grande portata Romero punta questa volta sul black humor, trattando temi drammatici come il "terrificante futuro" dell'umanità con irriverenza. Non sembra però che il discorso sulla natura degli Zombie e il rapporto con i vivi, già iniziato in Day of the Dead, sia lasciato solamente allo scherzo: la figura dello scienziato che intende dimostrare l'intelligenza dei morti viventi torna anche nella serie, questa volta impersonata dal giovane Harry. Qui gli Zombie non soltanto mostrano segni di intelligenza (Wally disegna figure riconoscibili, come un albero di Natale, salva la vita a Harry e riesce ad articolare qualche parola: "Wally... amore.. Harry"), ma anche di organizzazione: dopo l'uccisione della famiglia Hewlitt gli Zombie fanno nuovi proseliti ingrandendo il branco e dirigendosi in città; Chud e Quincy, anche lui morto e risorto, utilizzano il badge del dottore per penetrare nella banca del sangue dell'ospedale.
Qualcuno ha scritto che lo Zombie non è più umano se perde la capacità di pensare: allora diventa altro e lo si può uccidere impunemente. Ma se mostra frammenti che non siano solo istinto o memoria ma pensiero, che fare? Se lo chiedono diversi personaggi nella seconda parte della serie, mostrando una non comune sensibilità verso i morti viventi e giungendo a stendere una sorta di statuto che difenda i loro diritti. Gli Zombie sono noi e andranno avanti a distruggere e uccidere finché lo faremo anche noi; se i morti vogliono vivere, perché i vivi dovrebbero continuare a portare morte? Può l'umanità, sembra chiedersi in conclusione Ben, convivere con gli Zombie? Una domanda che tornerà alla fine del successivo La terra dei morti viventi, forse il vero finale della saga degli Zombie di Romero, con i morti viventi guidati da Big Daddy lasciati liberi di non-morire in pace.
Lapidarie e minacciose, però, rimangono le parole pronunciate da Peter in Dawn of the Dead, quasi ad ammonire gli esseri umani a non pensarci troppo: "Quando non ci sarà più posto all'inferno, i morti cammineranno sulla terra". E voi che idea vi siete fatti di questo affascinante progetto mai realizzato? Fate sapere la vostra nei commenti!
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[Fonte: Bloody Disgusting]
Cominciamo dando i numeri: ottobre 1997. Dodici anni dopo Day of the Dead e sette prima di Land, perciò diciamo a metà della sua Esalogia dei Dead, Romero decise di cimentarsi con uno sceneggiato per la tv in 19 episodi, adattando La notte dei morti viventi. Il regista era fermo dai primi anni Novanta, quando aveva diretto Due occhi diabolici (1991) e La metà oscura (1992), ma il momento era propizio per un nuovo lavoro sui ghoul, dato che nel 1996 era uscito Resident Evil, del quale tra l'altro nel 1998 Romero scrisse una sceneggiatura per l'adattamento cinematografico, che però non piacque a Constantin Film perché troppo violenta. Night of the Living Dead: The Series è ambientato a Pittsburgh proprio all'inizio della risurrezione dei morti. Le ambientazioni principali sono due: il Morewoord Dorm, uno dei dormitori dell'università locale, e il Mercy Hospital, al di sotto del quale si trova una struttura di ricerca segreta, nota come Purgatory.
Sette i personaggi principali, di cui sei dalla parte dei buoni, mentre il settimo è il villain di turno. Ben Remington, 21 anni, è un giovane afroamericano cinico e senza alcuna fiducia nell'umanità; ha un passato nell'esercito e ora conduce un programma radiofonico universitario intitolato "Viewpoints on campus". John Sutton, 23 anni, erede di un'azienda farmaceutica, studia business management per accontentare gli esigenti genitori, ma ha una segreta passione per l'ingegneria informatica. Anthony Justin, 57 anni, ex chirurgo, dopo aver perso la vista è tornato all'università dedicandosi allo studio delle discipline più disparate, accumulando una vasta saggezza.
Tanya Bevell, 26 anni, giovane donna cattolica, astemia e tutta d'un pezzo, si occupa della sicurezza del campus ed è descritta da Romero come "una polveriera pronta per esplodere". Becky Duvreen, 19 anni, lavora in un negozio di liquori della città; ragazza coi piedi per terra, ha perso il padre e si frequenta con John. Infine, Helen "Pee-Wee" Reese, 39 anni, consulente del Dipartimento della Difesa e responsabile di P-BEEFS (Phenomena Beyond Explanation by Existing Fictional Scenarios), fedele al governo e spregiudicata. Seguirà ora una trama complessiva della serie: per la narrazione dei fatti episodio per episodio rimando alla news pubblicata in esclusiva su Bloody Disgusting. La risurrezione dei morti comincia di nuovo senza alcuna spiegazione, mentre Ben, John e Harry, un giovane prodigio, stanno andando ad una festa. Chud Guzzo, morto proprio alla festa, si è risvegliato e ha morso una ragazza, Nancy Kominski. I due sono portati al Mercy Hospital, dove anche Nancy si risveglia e inizia il contagio. Lo stesso avviene alla periferia di Pittsburgh, alla fattoria Hewlitt, dove il giovane Garth, morto in seguito a un incidente, morde Skins, il veterinario locale accorso sul posto. I due uccidono la famiglia di Garth e i vicini, formando un branco di Zombie che si dirigono in città.
Mentre aumentano i casi, al Mercy Hospital infuria il dibattito: come comportarsi con i morti che camminano? Giunti all’ospedale insieme a un altro cadavere eccessivamente vivace, il medico legale Quincy e la sua assistente Lori si rendono conto che è il cervello l’unico organo che conta per i morti viventi. A questo punto intervengono le autorità che prendono il controllo dell’ospedale e lo chiudono a ogni contatto con l’esterno. A capo dell’operazione c’è Helen Reese, che rifiuta di lasciar trapelare qualsiasi informazione all’esterno, nonostante il dottor Quartermain tema che il problema possa essere di portata nazionale. Infatti, i mezzi di comunicazione insabbiano tutto, lasciando credere che le violenze siano dovute a bande di strada, ma grazie a Internet i Nostri, che intanto sono tornati al Morewood Dorm, vengono a conoscenza di uguali fenomeni in giro per il mondo e Ben usa la radio del campus per comunicare la verità. Al Purgatory non si fa altro che discutere mentre gli Zombie, aumentati a dismisura, portano il caos in città: il dormitorio viene assediato e Tanya organizza la difesa. Il dottor Quartermain e John sviluppano indipendentemente due diversi sieri che agiscono sul cervello degli Zombi rendendoli innocui, ma entrambi hanno dei difetti: quello di John dura solo un’ora; quello del dottore viene nebulizzato sulla città e intossica gli abitanti. Harry, riuscito a catturare uno Zombie, inizia a studiarlo scoprendo che mostra segni di intelligenza; in seguito lo Zombie, chiamato Wally, gli salverà anche la vita. A questo punto tra alcuni personaggi cominciano le riflessioni: gli Zombi sono ancora umani? Come comportarsi con loro?
Per chiudere la bocca a Ben, i soldati si dirigono sul Morewood Dorm, ma dopo uno scontro con gli Zombie vengono convinti da Becky ad andarsene. Gli Zombi hanno il sopravvento: all'ospedale i pochi umani rimasti si rifugiano nel Purgatory, da dove Helen continua con la sua ottusa strategia di contenimento dell’informazione. La serie si conclude con un mondo in rovina e una Pittsburgh in quarantena e controllata dall’esercito, dove Ben, Becky e Anthony Justin si battono per difendere i diritti dei morti viventi e per continuare a dire la verità, infrangendo il muro di silenzio imposto da Helen. I morti che tornano in vita senza alcuna spiegazione (stavolta non ci aiutano nemmeno il voodoo o le radiazioni venusiane): "Con la società in uno stato di caos e le persone che lottano per sopravvivere", spiega Romero in una sua nota, "spiegare il fenomeno è meno importante che sopravvivere ad esso"; l'incapacità dei vivi di far fronte al diffondersi del contagio, con gli scienziati che per metà degli episodi se ne stanno al Purgatory a discutere sulle sue origini (guerra batteriologica? Un virus? Organismi alieni?); l'ottusità dei militari (Helen Reese che, fedele fino in fondo alla sua missione, impedisce la fuoriuscita di ogni informazione): tutti temi che più volte ricorrono nei film del regista americano.
Rispetto ai film precedenti, però, Night of the Living Dead: The Series ha un approccio più umoristico e satirico: per mostrare i limiti dell'uomo di fronte a una crisi di grande portata Romero punta questa volta sul black humor, trattando temi drammatici come il "terrificante futuro" dell'umanità con irriverenza. Non sembra però che il discorso sulla natura degli Zombie e il rapporto con i vivi, già iniziato in Day of the Dead, sia lasciato solamente allo scherzo: la figura dello scienziato che intende dimostrare l'intelligenza dei morti viventi torna anche nella serie, questa volta impersonata dal giovane Harry. Qui gli Zombie non soltanto mostrano segni di intelligenza (Wally disegna figure riconoscibili, come un albero di Natale, salva la vita a Harry e riesce ad articolare qualche parola: "Wally... amore.. Harry"), ma anche di organizzazione: dopo l'uccisione della famiglia Hewlitt gli Zombie fanno nuovi proseliti ingrandendo il branco e dirigendosi in città; Chud e Quincy, anche lui morto e risorto, utilizzano il badge del dottore per penetrare nella banca del sangue dell'ospedale.
Qualcuno ha scritto che lo Zombie non è più umano se perde la capacità di pensare: allora diventa altro e lo si può uccidere impunemente. Ma se mostra frammenti che non siano solo istinto o memoria ma pensiero, che fare? Se lo chiedono diversi personaggi nella seconda parte della serie, mostrando una non comune sensibilità verso i morti viventi e giungendo a stendere una sorta di statuto che difenda i loro diritti. Gli Zombie sono noi e andranno avanti a distruggere e uccidere finché lo faremo anche noi; se i morti vogliono vivere, perché i vivi dovrebbero continuare a portare morte? Può l'umanità, sembra chiedersi in conclusione Ben, convivere con gli Zombie? Una domanda che tornerà alla fine del successivo La terra dei morti viventi, forse il vero finale della saga degli Zombie di Romero, con i morti viventi guidati da Big Daddy lasciati liberi di non-morire in pace.
Lapidarie e minacciose, però, rimangono le parole pronunciate da Peter in Dawn of the Dead, quasi ad ammonire gli esseri umani a non pensarci troppo: "Quando non ci sarà più posto all'inferno, i morti cammineranno sulla terra". E voi che idea vi siete fatti di questo affascinante progetto mai realizzato? Fate sapere la vostra nei commenti!
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[Fonte: Bloody Disgusting]
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