Distribuito da Home Movies per l'etichetta Quadrifoglio, Sbirri oltre la vita (Dead Heat) torna in homevideo in una nuova edizione rimasterizzata in HD, disponibile dal 27 gennaio. Un film che non ha avuto una grande fortuna negli anni, soprattutto a causa di alcuni suoi limiti, e per molti potrebbe anche passare inosservato se non fosse per la piccola parte riservata al grande Vincent Price. Se ancora non conoscete Dead Heat o volete rinfrescarvi la memoria, non dovete fare altro che scorrere la news!
I due poliziotti Roger Mortis (Treat Williams) e Doug Bigelow (Joe Piscopo) sono coinvolti in un conflitto a fuoco con due rapinatori, i quali, benché colpiti ripetutamente, non ne vogliono sapere di morire. Come infatti rivela la successiva autopsia sui due cadaveri, i due erano già morti da un pezzo. Roger e Doug risalgono alla Dante Pharmaceutical, un'industria chimica che ha scoperto il modo di resuscitare i morti. E qui succede il fattaccio che mette in moto il film: i due ficcano il naso dove non dovrebbero e Roger, rimasto intrappolato in una camera di decompressione, ci lascia le penne. Per poco, però, perché il nostro viene subito rianimato proprio grazie ai macchinari dell'azienda, ma come Zombie: il cuore non batte e il suo bell'aspetto è destinato a decadere nel giro di poche ore. I due, aiutati dalla giovane dipendente della Dante Randi James (Lindsay Frost, piuttosto impalpabile), tenteranno di risolvere il caso prima che per Roger sia davvero finita. Dead Heat, la cui produzione iniziò nell'agosto 1987 e che fece il suo debutto in alcuni cinema di New York e Los Angeles nel maggio dell'anno successivo, segnò l'esordio alla regia di Mark Goldblatt, ammiratore di grandi registi come il nostro Romero. Fu una prima volta anche per lo sceneggiatore Terry Black, fratello del più famoso Shane Black, autore dello script di Arma letale. L'idea di base si ispira a D.O.A. (da noi Due ore ancora, 1955), in cui un uomo indaga per identificare chi l'ha avvelenato prima che sopraggiunga la morte: ascendenza che viene ricordata da Black dando a Piscopo lo stesso cognome del protagonista, Bigelow. Il film però, un buddy movie tutto azione e gag, più o meno riuscite, che pesca nell'horror, non incontrò il favore dei recensori, da cui venne massacrato non appena mise piede nei cinema. Ci fu chi lo accusò di mancanza di spontaneità e lo descrisse malignamente come un cadavere ambulante, data la presenza di Zombie, non avendo abbastanza buone idee per stare in piedi per tutti gli 86 minuti della durata. A finire sotto accusa fu soprattutto Piscopo per le gag ripetitive e poco divertenti, nonché per i bicipiti che narcisisticamente mostra per tutto il film. Altri invece ne salvarono almeno l'aspetto più propriamente action (dopotutto Goldblatt era considerato all'epoca tra i migliori tecnici del montaggio dei film d'azione di Hollywood), oltre che la scena del ristorante cinese, di cui potete vedere una clip in fondo alla news. Ci va particolarmente pesante Jamie Russel, che nel suo Book of the Dead liquida Dead Heat come un'atroce trashata anni '80 e critica aspramente le qualità istrioniche di Williams. Di per sé il film avrebbe del potenziale per divertire ed essere adatto a una visione del fine settimana senza troppo impegno. I protagonisti lottano contro rapinatori e sicari Zombie, frutto degli esperimenti del mad doctor di turno (Vincent Price) che è riuscito a trovare la ricetta della vita eterna da vendere ai ricconi. Effetti speciali e make up sono di Steve Johnson e soprattutto sono da ricordare la già citata scena del ristorante cinese con il ritorno in vita degli animali morti, la rapidissima decomposizione di Randi e l'immagine riflessa di Roger nello specchio del bagno. Racconta un recensore che, a causa del gore, il film inizialmente ricevette una X dalla MPAA (quindi con divieto ai minori di 17 anni) e dovette essere ripresentato ben cinque volte per ottenere una R. Se così fosse, probabilmente si riferisce alle scene citate, perché per il resto gli Zombie mostrano vaghi segni di decomposizione giusto sul viso (e Roger solo scure occhiaie per quasi tutto il film, che peraltro a tratti spariscono).
Ma il problema di Sbirri oltre la vita è che prova giocare con troppi generi e registri, dall'horror all'azione al comico, senza capire quale strada voglia realmente imboccare. Le battute tra Roger e Doug spesso sono fuori luogo e di dubbio gusto; le già citate scene horror divertono ma rimangono pressoché isolate; ogni tanto si sfiora il ridicolo con il dramma di Roger che riflette sulla finitudine sua e dell'essere umano; alcuni aspetti della trama infine risultano poco chiari o semplicemente improbabili. Nel complesso Dead Heat funziona poco: vorremo dargli una nuova chance con questa nuova edizione in HD?
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[Fonte: American Film Institute, Los Angeles Times, Chicago Tribune]
I due poliziotti Roger Mortis (Treat Williams) e Doug Bigelow (Joe Piscopo) sono coinvolti in un conflitto a fuoco con due rapinatori, i quali, benché colpiti ripetutamente, non ne vogliono sapere di morire. Come infatti rivela la successiva autopsia sui due cadaveri, i due erano già morti da un pezzo. Roger e Doug risalgono alla Dante Pharmaceutical, un'industria chimica che ha scoperto il modo di resuscitare i morti. E qui succede il fattaccio che mette in moto il film: i due ficcano il naso dove non dovrebbero e Roger, rimasto intrappolato in una camera di decompressione, ci lascia le penne. Per poco, però, perché il nostro viene subito rianimato proprio grazie ai macchinari dell'azienda, ma come Zombie: il cuore non batte e il suo bell'aspetto è destinato a decadere nel giro di poche ore. I due, aiutati dalla giovane dipendente della Dante Randi James (Lindsay Frost, piuttosto impalpabile), tenteranno di risolvere il caso prima che per Roger sia davvero finita. Dead Heat, la cui produzione iniziò nell'agosto 1987 e che fece il suo debutto in alcuni cinema di New York e Los Angeles nel maggio dell'anno successivo, segnò l'esordio alla regia di Mark Goldblatt, ammiratore di grandi registi come il nostro Romero. Fu una prima volta anche per lo sceneggiatore Terry Black, fratello del più famoso Shane Black, autore dello script di Arma letale. L'idea di base si ispira a D.O.A. (da noi Due ore ancora, 1955), in cui un uomo indaga per identificare chi l'ha avvelenato prima che sopraggiunga la morte: ascendenza che viene ricordata da Black dando a Piscopo lo stesso cognome del protagonista, Bigelow. Il film però, un buddy movie tutto azione e gag, più o meno riuscite, che pesca nell'horror, non incontrò il favore dei recensori, da cui venne massacrato non appena mise piede nei cinema. Ci fu chi lo accusò di mancanza di spontaneità e lo descrisse malignamente come un cadavere ambulante, data la presenza di Zombie, non avendo abbastanza buone idee per stare in piedi per tutti gli 86 minuti della durata. A finire sotto accusa fu soprattutto Piscopo per le gag ripetitive e poco divertenti, nonché per i bicipiti che narcisisticamente mostra per tutto il film. Altri invece ne salvarono almeno l'aspetto più propriamente action (dopotutto Goldblatt era considerato all'epoca tra i migliori tecnici del montaggio dei film d'azione di Hollywood), oltre che la scena del ristorante cinese, di cui potete vedere una clip in fondo alla news. Ci va particolarmente pesante Jamie Russel, che nel suo Book of the Dead liquida Dead Heat come un'atroce trashata anni '80 e critica aspramente le qualità istrioniche di Williams. Di per sé il film avrebbe del potenziale per divertire ed essere adatto a una visione del fine settimana senza troppo impegno. I protagonisti lottano contro rapinatori e sicari Zombie, frutto degli esperimenti del mad doctor di turno (Vincent Price) che è riuscito a trovare la ricetta della vita eterna da vendere ai ricconi. Effetti speciali e make up sono di Steve Johnson e soprattutto sono da ricordare la già citata scena del ristorante cinese con il ritorno in vita degli animali morti, la rapidissima decomposizione di Randi e l'immagine riflessa di Roger nello specchio del bagno. Racconta un recensore che, a causa del gore, il film inizialmente ricevette una X dalla MPAA (quindi con divieto ai minori di 17 anni) e dovette essere ripresentato ben cinque volte per ottenere una R. Se così fosse, probabilmente si riferisce alle scene citate, perché per il resto gli Zombie mostrano vaghi segni di decomposizione giusto sul viso (e Roger solo scure occhiaie per quasi tutto il film, che peraltro a tratti spariscono).
Ma il problema di Sbirri oltre la vita è che prova giocare con troppi generi e registri, dall'horror all'azione al comico, senza capire quale strada voglia realmente imboccare. Le battute tra Roger e Doug spesso sono fuori luogo e di dubbio gusto; le già citate scene horror divertono ma rimangono pressoché isolate; ogni tanto si sfiora il ridicolo con il dramma di Roger che riflette sulla finitudine sua e dell'essere umano; alcuni aspetti della trama infine risultano poco chiari o semplicemente improbabili. Nel complesso Dead Heat funziona poco: vorremo dargli una nuova chance con questa nuova edizione in HD?
Sbirri oltre la vita
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[Fonte: American Film Institute, Los Angeles Times, Chicago Tribune]
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