Andiamo per ordine segnalando, grazie al blog nonquelmarlowe, di come la storia "Voodoo Hoodoo", scritta e disegnata nel 1949 da Carl Barks, venne pubblicata in Italia sul numero 7 del settimanale “Topolino” nell'Ottobre 1949 col titolo “Paperino e il feticcio“. Come anticipato in apertura i traduttori italiani decisero di non adottare il termine "Zombie", forse ritenuto troppo pauroso per dei bambini, preferendovi un innocuo/inventato "gongoro". Bombie (così lo Zombie viene presto chiamato da Qui, Quo e Qua anche nell'originale statunitense) ha raggiunto Paperopoli per vendicarsi del papero che, settant'anni prima, rovinò la vita ad una tribù africana per espropriarne la terra (tribù il cui stregone creò Bombie)... ovviamente quell'avido papero era Paperone e, altrettanto ovviamente, lo Zombie lo confonde col nipote terrorizzando il povero Paperino.
Al tempo lo stesso Paperone spiegava lo scarso acume del gongoro affermando:
Perché è scemo! E chi non lo sarebbe al suo posto? Egli continua a vivere mentre dovrebbe essere morto da mille anni! […] Egli non è capace di pensare, e può ricordare soltanto una cosa per volta.Ad una "recente" (parliamo della prima metà degli anni '90) revisione della storia le sfumature che oggi vengono ritenute razziste (ma che da noi non lo erano fino ai primi anni '90) vengono modificate: i volti degli indigeni vengono cambiati ed i denti affilati vengono rimossi; inoltre il dialetto dei nativi è stato eliminato (nessuna storpiatura "afro", solo inglese) ed il naso di Bombie viene cambiato eliminando anche l'anello che da esso pendeva.
La storia però non finisce qui: Bombie tornerà in altri racconti e farà la sua apparizione nella "Saga di Paperone de’ Paperoni", ideata da Don Rosa, nei capitoli "Il cuore dell’impero" (1994) e "Il sogno di una vita" (2002). Ebbene pare che proprio queste 2 storie non saranno più ristampate, sembra a causa della presenza di Bombie, di un'eccessiva stereotipizzazione, ma anche del comportamento da colonialista privo di scrupoli tenuto da Paperone (che comunque si pentirà alla fine).
La notizia, riportata direttamente da Don Rosa, non arriva dalla Disney ("Disney non è un editore. Tutti i fumetti Disney sono creati da scrittori e artisti freelance che lavorano per editori indipendenti con licenza"), ma da un editore ritenuto affidabile da Don Rosa... per maggiori dettagli vi invitiamo a visionare questo post dell'ottima pagina Crisis in Comics, prestando attenzione anche ai commenti.
Come ci ricorda Fumettologica: vi è una nuova policy Disney più attenta all’inclusività: «Come parte del suo costante impegno per la diversità e l’inclusione, The Walt Disney Company sta rivedendo la propria libreria di storie».
Per ora è tutto, continuate a seguirci per essere sempre informati su tutte le novità dei fumetti Zombie!
[Fonte: nonquelmarlowe, Crisis in Comics e FumettoLogica]
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