Abbiamo letto il primo capitolo della "Saga Zeta" di Gualtiero Ferrari (scrittore piemontese attualmente al lavoro sul terzo ed ultimo capitolo), se siete curiosi di sapere cosa ne pensiamo di "Zetafobia" non avete che da seguirci!
Premessa: è doveroso segnalare ai lettori di ZKB come chi scrive non solo sia Piemontese (quindi si appresti a recensire un libro che ambienta lo Zombie Outbreak in luoghi a lui noti, cosa che potrebbe portare ad un po' di partigianeria), ma conosca anche personalmente lo scrittore (assiduo frequentatore del canale ZKB) e seppur non si possa parlare di profonda amicizia (ci siamo incontrati solo 2 volte) è giusto segnalare quello che in altri campi potrebbe essere visto come un possibile "conflitto di interessi". Procediamo comunque con la nostra recensione cercando di essere, come da tradizione, il più obiettivi possibile!
Zetafobia, ambientato nell'arco di appena 2 mesi in un piccolo paese poco fuori Torino, narra la storia di Domenico, un chimico specializzato nello stampaggio di metalli, e della sua famiglia, composta dalla moglie Lucrezia, dal figlio Sebastiano a cui si aggiunge un personaggio chiamato Patrick (il sesto senso, ma anche l'ansia, del protagonista che ha assunto le sembianze mentali di un folletto irlandese).
Tutto parte quando un incubo sveglia il protagonista, che paga lo scotto di aver voluto riguardare "Zombi" di George A. Romero (cosa che capita un po' a tutti noi!), nella nottata di un Venerdì 13 Febbraio. Si scoprirà poi come le notizie del giorno accennino ad un'epidemia di aviaria, che viene monitorata dall'OMS e fatta passare dai media come cosa da poco... potrà davvero essere così?!? Ovviamente se stiamo recensendo Zetafobia avrete capito che le cose sono presto peggiorate e quella che, con il salto di specie, era diventata un'influenza ha presto dato via ad un'epidemia Zombie che ha coinvolto il mondo intero.
Ora: ultimamente in tanti, complice l'esperienza da tutti vissuta nel periodo del Covid-19, stanno sfruttando nelle loro produzioni a tema Zombie l'esperienza vissuta in pandemia, ma Zetafobia è stato pubblicato nel 2018 quindi quello che si legge nelle prime pagine, soprattutto in merito a scelte "politiche", è frutto dei ragionamenti dello scrittore ed è bello vedere come quanto abbia immaginato si sia in alcuni casi rivelato profetico (sebbene certi estremismi vissuti tra il 2020 ed il 2022 non siano stati ritenuti possibili dall'autore, a causa dell'assurdità di comportamenti che invece sono stati messi in atto o tollerati.. ma questa è un'altra storia).
Iniziamo col dire che il libro è scritto davvero bene e si nota la passione dell'autore per il mondo Zombie: passione che nasce dall'amore per il lavoro di Romero e sfocia nelle mille strategie mentali, a cui ognuno pensa quando medita su come affrontare uno Zombie Outbreak, che trovano applicazione nel romanzo... questo è un punto di forza di Zetafobia che potrebbe creare un po' di distacco nel lettore, mi spiego meglio: il protagonista (forse complice la professione tecnica dell'autore) è si eccessivamente paranoico, ma anche particolarmente capace di sfruttare la tecnologia a suo vantaggio (il lettore scoprirà come un oggetto di libera vendita sia trasformato, grazie a ricerche, abilità tecnica e disponibilità di macchinari industriali, in una letale arma anti-Zombie) e questa cosa potrebbe limitare il livello di immedesimazione che un lettore, capace come il sottoscritto di costruire al massimo un'arma usando una mazza e delle borchie, potrebbe provare durante la lettura. La cosa comunque non rovina certo la lettura: in fondo quando ci approcciamo ad una produzione sci-fi riusciamo a godercela anche senza essere piloti di caccia stellari o scienziati con mille dottorati sul groppone!
Durante la lettura troveremo attimi di quiete intervallati a momenti di tensione, soffriremo per i drammi dei protagonisti e avremo modo di conoscere non solo il pericolo Zombie, ma anche quello dei viventi, che siano volontariamente intenzionati a far danno o che, quale che sia il motivo scatenante, commettano errori come ognuno di noi.
Se proprio vogliamo trovare un difetto a questo primo volume della "Saga Zeta" questo è nella scelta temporale: come detto sopra la storia segue i primi 2 mesi dell'Outbreak (da Venerdì 13 Febbraio a Sabato 4 Aprile), nulla di male in questo (anzi!), però ci è sembrato che con tempi così ristretti ed un nemico mai affrontato prima, l'Esercito Italiano (sì, nel romanzo c'è anche spazio per i militari... e vi informiamo sin da subito che alcune scelte che potrebbero rendervi dubbiosi vengono spiegate proseguendo nella lettura) non avrebbe avuto il tempo per consentire l'applicazione delle strategie di cui si legge.
Conclusione: un romanzo ben scritto, ambientato in un paese dove le armi di certo non abbondano e che offre interessanti spunti a chiunque cerchi un approccio "tecnico" per affrontare uno Zombie Outbreak.
Premessa: è doveroso segnalare ai lettori di ZKB come chi scrive non solo sia Piemontese (quindi si appresti a recensire un libro che ambienta lo Zombie Outbreak in luoghi a lui noti, cosa che potrebbe portare ad un po' di partigianeria), ma conosca anche personalmente lo scrittore (assiduo frequentatore del canale ZKB) e seppur non si possa parlare di profonda amicizia (ci siamo incontrati solo 2 volte) è giusto segnalare quello che in altri campi potrebbe essere visto come un possibile "conflitto di interessi". Procediamo comunque con la nostra recensione cercando di essere, come da tradizione, il più obiettivi possibile!
Zetafobia, ambientato nell'arco di appena 2 mesi in un piccolo paese poco fuori Torino, narra la storia di Domenico, un chimico specializzato nello stampaggio di metalli, e della sua famiglia, composta dalla moglie Lucrezia, dal figlio Sebastiano a cui si aggiunge un personaggio chiamato Patrick (il sesto senso, ma anche l'ansia, del protagonista che ha assunto le sembianze mentali di un folletto irlandese).
Tutto parte quando un incubo sveglia il protagonista, che paga lo scotto di aver voluto riguardare "Zombi" di George A. Romero (cosa che capita un po' a tutti noi!), nella nottata di un Venerdì 13 Febbraio. Si scoprirà poi come le notizie del giorno accennino ad un'epidemia di aviaria, che viene monitorata dall'OMS e fatta passare dai media come cosa da poco... potrà davvero essere così?!? Ovviamente se stiamo recensendo Zetafobia avrete capito che le cose sono presto peggiorate e quella che, con il salto di specie, era diventata un'influenza ha presto dato via ad un'epidemia Zombie che ha coinvolto il mondo intero.
Ora: ultimamente in tanti, complice l'esperienza da tutti vissuta nel periodo del Covid-19, stanno sfruttando nelle loro produzioni a tema Zombie l'esperienza vissuta in pandemia, ma Zetafobia è stato pubblicato nel 2018 quindi quello che si legge nelle prime pagine, soprattutto in merito a scelte "politiche", è frutto dei ragionamenti dello scrittore ed è bello vedere come quanto abbia immaginato si sia in alcuni casi rivelato profetico (sebbene certi estremismi vissuti tra il 2020 ed il 2022 non siano stati ritenuti possibili dall'autore, a causa dell'assurdità di comportamenti che invece sono stati messi in atto o tollerati.. ma questa è un'altra storia).
Iniziamo col dire che il libro è scritto davvero bene e si nota la passione dell'autore per il mondo Zombie: passione che nasce dall'amore per il lavoro di Romero e sfocia nelle mille strategie mentali, a cui ognuno pensa quando medita su come affrontare uno Zombie Outbreak, che trovano applicazione nel romanzo... questo è un punto di forza di Zetafobia che potrebbe creare un po' di distacco nel lettore, mi spiego meglio: il protagonista (forse complice la professione tecnica dell'autore) è si eccessivamente paranoico, ma anche particolarmente capace di sfruttare la tecnologia a suo vantaggio (il lettore scoprirà come un oggetto di libera vendita sia trasformato, grazie a ricerche, abilità tecnica e disponibilità di macchinari industriali, in una letale arma anti-Zombie) e questa cosa potrebbe limitare il livello di immedesimazione che un lettore, capace come il sottoscritto di costruire al massimo un'arma usando una mazza e delle borchie, potrebbe provare durante la lettura. La cosa comunque non rovina certo la lettura: in fondo quando ci approcciamo ad una produzione sci-fi riusciamo a godercela anche senza essere piloti di caccia stellari o scienziati con mille dottorati sul groppone!
Durante la lettura troveremo attimi di quiete intervallati a momenti di tensione, soffriremo per i drammi dei protagonisti e avremo modo di conoscere non solo il pericolo Zombie, ma anche quello dei viventi, che siano volontariamente intenzionati a far danno o che, quale che sia il motivo scatenante, commettano errori come ognuno di noi.
Se proprio vogliamo trovare un difetto a questo primo volume della "Saga Zeta" questo è nella scelta temporale: come detto sopra la storia segue i primi 2 mesi dell'Outbreak (da Venerdì 13 Febbraio a Sabato 4 Aprile), nulla di male in questo (anzi!), però ci è sembrato che con tempi così ristretti ed un nemico mai affrontato prima, l'Esercito Italiano (sì, nel romanzo c'è anche spazio per i militari... e vi informiamo sin da subito che alcune scelte che potrebbero rendervi dubbiosi vengono spiegate proseguendo nella lettura) non avrebbe avuto il tempo per consentire l'applicazione delle strategie di cui si legge.
Conclusione: un romanzo ben scritto, ambientato in un paese dove le armi di certo non abbondano e che offre interessanti spunti a chiunque cerchi un approccio "tecnico" per affrontare uno Zombie Outbreak.
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